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Title:
Proteggiamo gli oceani come abbiamo fatto per i parchi nazionali
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Description:
Non è necessario essere uno scienziato per contribuire a proteggere gli oceani del pianeta, dice l'esperto di droni subacquei e TED Fellow David Lang. In effetti, i comuni cittadini hanno collaborato molte volte nel corso della storia per salvare i tesori naturali della Terra. Lang ci invita a prendere esempio dalla storia del Servizio dei Parchi Nazionali degli Stati Uniti, offrendoci un piano a tre punti per salvaguardare le meraviglie sommerse.
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Speaker:
David Lang
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Tra tutti i miei ricordi d'infanzia,
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ce n'è uno che spicca su tutti gli altri.
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Si tratta di quella volta
che i miei coraggiosi genitori
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noleggiarono un camper,
vi caricarono me e i miei fratelli
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e si diressero a ovest
della nostra Minneapolis,
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verso il Parco nazionale di Yellowstone.
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Vedemmo tutti i luoghi d'interesse,
come i geyser, ci fermammo alle Badlands,
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ma più dei luoghi, ricordo
questo viaggio come un'avventura.
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Questo fu il mio primo contatto
con il selvaggio West.
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Ma fu solo quando diventai più grande
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e imparai qualcosa di più
sul sistema dei Parchi Nazionali
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che mi resi conto
di quanto fossi fortunato.
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Primo, per aver fatto quell'esperienza,
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ma anche perché, centinaia di anni fa,
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le persone ebbero la lungimiranza
di preservare i luoghi migliori,
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i migliori ecosistemi del paese per tutti.
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E per le generazioni future.
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E per capire veramente
quanto sia stata saggia questa idea,
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dobbiamo ridare un'occhiata alla storia
del Servizio dei Parchi Nazionali.
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Molti sanno che il primo parco nazionale
è stato Yellowstone, fondato nel 1872.
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Molti pensano a John Muir,
il poeta e naturalista
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che fu molto lungimirante
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nello stimolare le persone
alla salvaguardia,
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alla protezione dei luoghi
più belli del pianeta.
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Veniva ascoltato dai piani alti.
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Ad esempio, Teddy Roosevelt e John Muir
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che andarono a fare trekking a Yosemite,
quando il primo era presidente,
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per quattro giorni, totalmente
irrintracciabili, solo loro due.
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Riuscite a immaginare adesso un presidente
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che sparisca dalla circolazione
per quattro giorni?
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Muir ebbe una forte influenza
su Theodore Roosevelt,
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che creò decine di parchi nazionali,
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centinaia di migliaia di ettari
di riserve naturali nazionali.
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Furono azioni importanti
ma la questione non era ancora chiusa.
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A meno di 10 anni dalla creazione
di tutti questi nuovi luoghi,
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il loro futuro era molto incerto.
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E fu solo quando Stephen Mather,
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un uomo d'affari di Chicago,
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scrisse una lettera al Dipartimento
degli Interni, dove diceva:
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"Non state facendo un bel lavoro
con la protezione di questi luoghi"
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che venne fatto qualcosa.
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Il Dipartimento degli Interni gli rispose:
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"Signor Mather, se ci tiene così tanto,
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perché non viene a Washington
e ci pensa lei?"
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Cominciò a lavorare
al Dipartimento degli Interni
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ma soprattutto avviò una campagna.
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Nel 1914 tenne un incontro
a due isolati da qui,
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alla California Hall,
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dove riunì i sovrintendenti
del parco e qualche altra persona
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interessata a questa idea di salvaguardia.
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Elaborarono un progetto
e abbozzarono una campagna
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che nel 1916 portò alla creazione
del Servizio dei Parchi Nazionali.
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Questo è molto importante.
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Perché passarono dall'idea
di dover proteggere questi luoghi
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a un vero e proprio piano,
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un modo per reclutare persone
e portare avanti quell'idea
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per le generazioni future,
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in modo che bambini come me
possano fare questa fantastica esperienza.
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Questa è la storia
dei Parchi Nazionali sulla terraferma.
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Per gli oceani,
di cui vi voglio parlare oggi,
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la storia è completamente diversa.
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E siamo precisamente 100 anni indietro.
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La prima riserva marina
fu creata nel 1972.
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Dopo la fuoriuscita di petrolio
a Santa Barbara,
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la gente si interessò a questo concetto
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e volle applicarlo all'ambiente acquatico.
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Abbiamo avuto il nostro John Muir,
che è la Dott.ssa Sylvia Earle,
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che è stata un'instancabile sostenitrice
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della creazione di aree marine
protette in tutto il mondo.
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So che ci sono
molte cattive notizie sugli oceani,
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inquinamento da plastica,
sbiancamento del corallo, pesca sregolata,
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e a volte è difficile
sopportare tutto questo.
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Ma questa idea di proteggere
alcuni luoghi sta funzionando.
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La scienza ci dice
che se isoliamo questi posti,
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la natura tornerà e potremo mantenere
gli oceani in salute.
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Quindi, sappiamo che questa idea funziona.
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E la Dott.ssa Earle è stata influente
come John Muir con le amministrazioni.
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George W. Bush e Obama sono stati
entrambi presidenti amanti degli oceani
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che hanno creato in tutto il paese
aree marine protette.
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Non è un'idea conservatrice o liberale,
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non è neanche un'idea americana,
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è solo una buona idea.
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Eccoci qui, qualche anno dopo.
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Ora l'amministrazione propone
di ridurre molti dei progressi
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che abbiamo fatto negli ultimi 20 anni.
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Quindi, non piangete, organizzatevi.
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Dobbiamo fare ciò che fece
Stephen Mather 100 anni fa.
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Dobbiamo avviare una campagna
per far conoscere alla gente questa idea.
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Abbiamo bisogno di un'associazione
di scienziati volontari per l'oceano.
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Ho visto scorci di questo futuro,
e so che è possibile.
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Io e il mio amico Erik abbiamo cominciato
a costruire robot sottomarini,
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delle piccole fotocamere che nuotano,
con luci che si possono vedere sott'acqua.
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Abbiamo iniziato a crearli
nel suo garage cinque anni fa
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e li abbiamo visti diventare una comunità
di migliaia di persone di tutto il mondo,
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che credono che tutti
debbano avere accesso a questi luoghi.
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Tutti meritiamo gli strumenti
per andare a esplorare.
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Laura James con il suo robot ha scoperto
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che le stelle marine della sua zona
stavano morendo.
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E ha avviato una campagna
scientifica volontaria,
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raccolto dati e parlato della sindrome
da deperimento delle stelle marine
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per cercare di capire
che cosa stava succedendo in quella zona.
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Ci sono storie di pescatori messicani
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che usavano i robot per creare
aree marine protette
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dove deponevano le uova le cernie striate
per proteggere il futuro di questa specie.
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È una cosa meravigliosa.
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Abbiamo capito che se si danno
strumenti alle persone,
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loro faranno la cosa giusta.
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Ma dobbiamo fare un passo avanti.
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In realtà, penso che possiamo rispolverare
il manuale di Stephen Mather.
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Che cosa fece lui?
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La prima cosa che fece
fu concentrarsi sull'infrastruttura.
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Il 1914 non era solo il tempo dei parchi,
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era anche il tempo delle automobili,
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la Model T usciva
dalla catena di montaggio,
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e Stephen Mather capì
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che sarebbe stato un elemento
importante della cultura americana.
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Così collaborò con le associazioni
delle autostrade del paese
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per costruire grandi e belle autostrade
fuori da questi parchi.
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E funzionò: praticamente inventò
il campeggio per auto.
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Sapeva che se le persone
non fossero andate in questi posti,
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non se ne sarebbero innamorate
né interessate.
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Ebbe un'idea davvero brillante.
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La seconda cosa che fecero
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fu concentrarsi
sulla filantropia visionaria.
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Stephen Mather era un uomo d'affari
di successo di Chicago,
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e quando l'associazione di un parco
aveva bisogno di fondi,
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quando un'associazione autostradale
aveva bisogno di fondi,
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firmavano gli assegni
e le cose accadevano.
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C'è una bella storia
sul suo amico William Kent,
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che scoprì che c'era un piccolo fazzoletto
di sequoie rimaste ai piedi del Monte Tam,
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così acquistò in fretta il terreno
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e lo donò all'impegno
di questo Parco Nazionale.
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Oggi è il Muir Woods,
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uno dei parchi nazionali
più famosi di tutto il paese.
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I miei genitori sono venuti dal Minnesota,
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e non sono affatto interessati
al mio intervento,
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parlano solo di andare al Muir Woods.
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L'ultima cosa è essenziale.
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Stephen Mather si concentrò sull'impegno.
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In uno dei primi incontri
su questo nuovo sistema, e disse:
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"Se sei uno scrittore, parlane.
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Se sei un imprenditore,
dillo ad associazioni e società.
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Se lavori per il governo,
approva i regolamenti".
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Tutti avevano un compito.
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"Ognuno di voi ha un ruolo da svolgere
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nella protezione di questi luoghi
per le generazioni future".
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Ognuno di voi, tutti voi.
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Mi piace.
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Il piano è questo: semplice,
con soli tre punti.
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Penso che noi possiamo fare lo stesso.
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Questo è un titolo di quando Obama creò
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il Monumento nazionale marino
di Papahanaumokuakea:
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"Molto da vedere, ma buona fortuna
perché ci arriviamo".
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Come Mather, dovremmo concentrarci
sulla tecnologia del nostro tempo.
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Tutte queste nuove, meravigliose
infrastrutture digitali
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possono essere costruite
per far avvicinare le persone agli oceani.
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Il Santuario Marino Nazionale
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ha creato dei meravigliosi
video a 360° in realtà virtuale,
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dove puoi effettivamente
vedere questi luoghi.
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Il nostro team continua
a creare nuovi strumenti.
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Questo è l'ultimo,
è il drone subacqueo Trident.
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È un sottomarino, è agile,
entra in uno zaino,
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può scendere fino a 100 metri,
più in profondità di gran parte dei sub.
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Può vedere ambienti a cui la maggior parte
delle persone non ha mai avuto accesso.
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Stanno arrivando nuovi strumenti
e ne abbiamo bisogno di migliori.
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Possiamo usare
anche filantropi più visionari.
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Quando io ed Erik cominciammo,
non avevamo soldi,
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costruivamo tutto questo nel suo garage.
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Ma andammo su Kickstarter.
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E trovammo più di 1.800 persone.
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Qui abbiamo raccolto
circa un milione di dollari
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e trovato persone che pensano:
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"Sì, è un'ottima idea.
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Voglio farne parte".
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Abbiamo bisogno di altri modi
per coinvolgere le persone
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e farle diventare filantropi visionari.
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Dei filantropi tradizionali
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ci hanno finanziato per l'iniziativa SEE,
Science Education and Exploration,
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e ci aiuteranno a donare quote
a persone in prima linea,
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che stanno facendo ricerca scientifica,
che stanno raccontando storie,
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ispirando le comunità.
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Potete andare su OpenExplorer.com
a vedere cosa stanno facendo,
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è davvero stimolante.
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E magari vi spronerà a partecipare.
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Perché ci sono molte opportunità
per partecipare.
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Vogliamo sentire quali idee avete
per raccontare queste storie.
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Perché è tutto qui,
si tratta solo di partecipazione.
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Esistono un sacco di modi
nuovi e interessanti per aderire
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alla protezione di questi luoghi.
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E alla conoscenza.
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I sommozzatori di Reef Check
nuotano in lungo e in largo in una zona
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per contare i pesci
e i dati sulla biodiversità.
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Prendono le informazioni necessarie
per proteggere questi luoghi.
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Se andate in spiaggia,
partecipate all'MPA Watch.
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Documentate quali attività vedete
che si svolgono in quelle zone.
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Tutti vi possono partecipare.
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È ciò di cui abbiamo bisogno.
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Dobbiamo costruire un futuro
per i nipoti dei nostri nipoti.
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Lo scorso mese sono uscito in barca
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e siamo arrivati alle Isole Farallon,
a 40 chilometri dal Golden Gate.
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Molti pensano che sia una specie
di santuario degli uccelli
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ma noi abbiamo immerso il nostro robot.
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Le persone sulla barca erano stupite
dalla vita sotto la superficie.
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Questi sono ecosistemi davvero importanti.
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Davvero, e questo è un intero mondo
selvaggio ancora inesplorato.
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E adesso abbiamo la possibilità,
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proprio come fecero 100 anni fa,
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di proteggere questi luoghi, elaborare
un piano, coinvolgere le persone.
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Quindi l'anno scorso,
quando uscì il decreto,
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che metteva in questione
i progressi fatti,
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tutte queste nuove zone marine protette,
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più di 100.000 persone
commentarono su Internet.
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Quasi tutte queste lettere dicevano:
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"Non fatelo, proteggere questi luoghi
è la cosa giusta da fare".
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Il mio messaggio a queste 100.000 persone,
queste 100.000 lettere è:
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non aspettate Washington.
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Possiamo farlo da soli.
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