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Title:
Quello che serve per il cambiamento
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Description:
Cosa puoi fare per costruire un mondo migliore? Condividendo storie dalla sua carriera pioneristica dedicata a combattere la povertà, Jaqueline Novogratz offre tre principi per stimolare e sostenere una rivoluzione morale. Impara come puoi impegnarti (o dedicarti nuovamente) nella creazione di un grande cambiamento positivo durante il corso della tua vita, e restituire al mondo più di quanto tu prenda da esso. "È nei momenti più bui che abbiamo la possibilità di ritrovare la nostra bellezza più nascosta".
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Speaker:
Jacqueline Novogratz
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Qualche anno fa
mi sono ritrovata a Kigali, Ruanda
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per presentare un piano
di fornitura di impianti fotovoltaici
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a 10 milioni di persone
a basso reddito dell'Est Africa
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Mentre aspettavo di parlare
con il presidente e i ministri
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pensavo a come ero arrivata
nello stesso posto 30 anni prima.
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Una 25enne che aveva lasciato
la propria carriera in banca
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per co-fondare la prima banca
di microfinanza della nazione
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con un piccolo gruppo
di donne del Ruanda.
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Ciò accadeva solo qualche mese dopo
l'ottenimento delle donne
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del diritto di aprire un conto in banca
senza la firma del marito.
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Poco prima di entrare in scena,
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una giovane donna mi si avvicinò.
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"Signorina Novogratz" disse,
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"Credo che lei conoscesse mia zia."
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"Davvero?"
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"Come si chiamava?"
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"Felicula" mi disse.
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Sentivo le lacrime scorrere
chiaramente.
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Una tra le prime parlamentari
donne del paese,
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Felicula era una co-fondatice,
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ma poco dopo
aver istituito la banca,
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Felicula venne uccisa
da un misterioso pirata della strada.
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Alcuni collegarono la sua morte
a una normativa che sponsorizzò
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per abolire il prezzo della sposa,
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la pratica di pagare un uomo
per la mano di sua figlia.
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Ero devastata dalla sua morte.
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dopo aver lasciato il paese,
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in Ruanda scoppiò il genocidio.
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Devo ammettere che ci sono stati momenti
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in cui ho pensato al lavoro
che così tante persone avevano svolto
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e mi sono domandata a che punto
fossero arrivati.
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Mi sono girata verso quella donna.
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"Scusa, mi diresti di nuovo
chi sei?"
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Mi disse "Sì, il mio nome è Monique,
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e sono il vice governatore
della Banca Nazionale del Ruanda."
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Se mi avessero detto,
quando abbiamo iniziato,
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che in una sola generazione,
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una giovane donna avrebbe aiutato
a guidare il settore finanziario del paese
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non sono sicura che ci avrei creduto.
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E compresi che ero tornata
nello stesso posto
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per continuare il lavoro iniziato
da Felicula e che non aveva potuto finire.
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Ed ero io a dovermi impegnare
a realizzare
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sogni così grandi che potrei
non avere il tempo di raggiungere.
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Quella notte decisi di scrivere
una lettera alla prossima generazione
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perché tanti mi hanno trasmesso
la loro saggezza e conoscenza,
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perché sento un senso di urgenza
crescente
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di non riuscire a terminare
il lavoro che sono venuta a fare.
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e perché voglio trasmetterlo
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a chiunque voglia creare
cambiamenti in questo mondo
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in modi in cui solo loro possono fare.
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Quella generazione è nelle strade.
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Urlano per un cambiamento,
urgente, integrale
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contro l'ingiustizia razziale,
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le persecuzioni etniche e religiose,
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il cambiamento climatico catastrofico
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e la crudele inequità
che ci ha lasciato divisi
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e discordanti più adesso
che in tutta la mia vita.
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Sono una costruttrice, così ho iniziato
a concentrarmi su soluzioni tecniche,
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ma i nostri problemi
sono troppo interdipendenti,
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troppo correlati.
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Ci serve più
di un cambiamento nel sistema.
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Ci serve un cambio di mentalità.
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Platone scrisse che un paese
coltiva ciò che onora.
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Per troppo abbiamo definito il successo
basandoci su denaro, potere e fama.
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Ora dobbiamo iniziare il duro,
lungo lavoro per la rivoluzione morale.
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Intendo mettendo
la nostra umanità condivisa
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e la sostenibilità della terra
al centro dei nostri sistemi,
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prioritizzando il noi collettivo,
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e non l'io individuale.
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E se ognuno di noi desse al mondo più
di quanto abbiamo preso?
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Cambierebbe tutto.
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I cinici potrebbero dire
che suona troppo idealistico,
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ma i cinici non creano il futuro.
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E anche se ho compreso la follia
dell'ottimismo sfrenato,
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supporto coloro
con una speranza realistica.
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So che quel cambiamento è possibile.
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Gli imprenditori e agenti di cambiamento
con cui abbiamo lavorato io e il mio team
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hanno influenzato più
di 300 milioni di persone a basso reddito,
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e a volte rimodellato interi settori
per includere i poveri.
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Ma non puoi davvero parlare
di rivoluzione morale
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senza basi di funzionalità
e intenzione,
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e ciò richiede una serie totalmente nuova
di principi operativi.
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Ne condividerò solo tre.
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Il primo è l'immaginazione morale.
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Troppo spesso utilizziamo filtri
solo per la nostra immaginazione,
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anche quando progettiamo soluzioni
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per persone con vite totalmente
diverse dalla nostra.
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L'immaginazione morale inizia vedendo
gli altri come nostri eguali,
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non sotto né sopra di noi,
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non idealizzandoli o vittimizzandoli.
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Richiede l'immedesimazione
nella vita degli altri,
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comprendendo le strutture
che si pongono sul loro cammino
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e essere onesti su dove potrebbero
porsi dei limiti.
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Questo richiede un profondo ascolto
da un luogo di ricerca,
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non certezza.
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Molti anni fa sedevo con
un gruppo di donne tessitrici
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all'aperto, in un villaggio rurale
del Pakistan.
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Era un giorno molto caldo,
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più di 50 gradi all'ombra.
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Volevo raccontare di una azienda
su cui la mia organizzazione investì
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portando luce solare a milioni di persone
in India e in Africa occidentale,
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avevo visto il potere trasformativo
di quella luce
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nel permettere alle persone
cose che molti considerano scontate.
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"Abbiamo questa luce" dissi,
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"Costa circa 7 dollari,
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Le persone dicono
che è fantastica
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se riuscissimo a convincere l'azienda
a portare questi prodotti in Pakistan,
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sareste interessate?"
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Le donne mi fissarono,
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e poi una donna robusta,
con le mani da lavoratrice mi guardò
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si asciugò il sudore dalla faccia
e disse:
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"Non vogliamo una luce.
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Abbiamo caldo.
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Portaci un ventilatore."
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"Ventilatore" dissi.
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"Non abbiamo un ventilatore.
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Abbiamo una luce.
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Ma se la aveste, i bambini
potrebbero studiare di notte,
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potreste lavorare di più-"
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Mi interruppe.
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"Lavoriamo abbastanza.
Abbiamo caldo.
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Portaci un ventilatore."
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Quella conversazione così diretta
segnò la mia immaginazione morale.
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E ricordo che ero sdraita
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soffocando dal caldo nel letto
nella piccola locanda quella notte,
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grata per il clack ripetitivo
del ventilatore sopra la mia testa.
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E ho pensato: "Ma certo.
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Elettricità.
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Un ventilatore.
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Dignità."
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Quando oggi visito le nostre aziende
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che hanno raggiunto i 100 milioni
di persone con elettricità e luce
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ed è un posto molto caldo,
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se c'è un impianto fotovoltaico,
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c'è anche un ventilatore.
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Ma l'immaginazione morale è necessaria
per ricostruire e curare i nostri paesi.
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La mia nazione è in tumulto:
si sta finalmente scontrando
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con quello che non si è voluto vedere.
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Sarebbe impossibile negare
il lascito della schiavitù americana
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se tutti noi ci immergessimo veramente
nella vita delle persone nere.
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Ogni nazione inizia il processo
di guarigione
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quando le persone iniziano
a vedere veramente gli altri.
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E a capire che è in quel lavoro
che si piantano i semi
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della nostra trasformazione
individuale e collettiva.
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Ora ciò richiede la consapevolezza
della luce e dell'ombra,
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del buono e del cattivo
che esistono in ogni essere umano.
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Nel nostro mondo dobbiamo
imparare a collaborare con chi
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consideriamo persino come avversari.
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Questo porta al secondo principio:
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mantenere in tensione
valori opposti.
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Oggi troppi dei nostri leader
rimangono su un lato o sull'altro
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gridando.
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I leader morali rifiutano
il muro del o..o
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Sono disposti a riconoscere
una verita o anche una verita parziale
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in ciò in cui crede la controparte.
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Ottengono fiducia
con decisioni prese su principi saldi
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in funzione di altre persone,
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non di sé stessi.
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Per avere successo nel mio lavoro
ho dovuto mantenere la tensione
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tra il potere dei mercati
per permettere innovazione e prosperità
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e il loro rischio di essere esclusi,
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e a volte sfruttati.
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Coloro che vedono come unico
scopo degli affari il profitto
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non sono a proprio agio
in quel tipo di tensione,
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e nemmeno quelli
che non hanno fiducia nel business.
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Ma stare da entrambe le parti
nega il potenziale creativo e generatore
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dell'apprendere i servizi dei mercati
senza esserne sedotti.
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Prendete il cioccolato.
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È un'industria da centinaia
di miliardi di dollari
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dipendente dal lavoro
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di circa cinque milioni
di piccole famiglie contadine.
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che ricevono solo una piccola
parte di quei 100 milioni.
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Infatti il 90% guadagna
meno di due dollari al giorno.
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Ma c'è una generazione
di nuovi imprenditori
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che sta cercando
di cambiare tutto ciò.
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Iniziando a capire
i costi produttivi dei contadini
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Si accordano su un prezzo
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che permetta loro di guadagnare
e sostenere le spese.
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A volte includendo quote
di fatturato e modelli proprietari
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costruendo una comunità
basata sulla fiducia.
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Ora, queste aziende
sono redditizie
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come quelle focalizzate
solo sul valore degli azionisti?
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Nel breve periodo forse no.
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Ma questi imprenditori
sono focalizzati sul risolvere problemi
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sono stufi di slogan semplici
come "fare bene facendo del bene".
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Sanno che devono essere
finanziariamente sostenibili
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e insistono nel coinvolgere
i poveri e vulnerabili
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nella loro definizione di successo.
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Questo mi porta al terzo principio:
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accompagnamento.
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È un termine gesuita
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che significa "camminare accanto"
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Ti tengo uno specchio,
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per farti vedere il tuo potenziale
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magari più di quanto
tu veda in te.
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Accoglierò il tuo problema
ma non posso risolverlo per te --
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devi imparare come fare.
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Per esempio ad Harlem
c'è un'organizzazione
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chiamata City Health Works
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che assume i cittadini
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senza esperienza sanitaria,
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li forma per lavorare con altri abitanti
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così possono controllare meglio
le malattie croniche come la gotta,
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l'ipertensione e il diabete.
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Ho avuto il piacere di conoscere
Destini Belton,
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una degli assistenti sanitari,
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che mi ha spiegato il suo lavoro.
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Mi ha detto che fa controlla i clienti,
i loro segni vitali,
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li porta a fare la spesa,
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a fare lunghe camminate,
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fanno conversazione.
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Mi ha detto: "Gli mostro
che qualcuno è dalla loro parte."
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E i risultati sono sbalorditivi.
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I pazienti stanno meglio,
gli ospedali sono meno carichi.
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Quanto a Destini,
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mi ha detto che lei
e la sua famiglia stanno meglio.
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"E", aggiunge, "Amo dare un
contributo alla comunità."
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Tutti noi vogliamo
essere visti,
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contare.
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Il lavoro per il cambiamento,
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per la rivoluzione morale,
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è duro.
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Ma non cambiamo durante
i periodi più facili.
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Cambiamo nei momenti difficili.
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Sono arrivata a vedere il disagio
come un indicatore del progresso.
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Ma c'è un'altra cosa.
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C'è qualcosa che avrei voluto
sapere all'inizio
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molti anni fa.
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Non importa quanto è dura,
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c'è sempre la bellezza da ritrovare.
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Ricordo ciò che ora sembra
molto tempo fa,
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passando un giorno intero
a parlare a donna dopo donna
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nella baraccopoli di Mathare Valley
a Nairobi, Kenya.
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Ascoltai le loro storie
di lotta e sopravvivenza
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parlavano della perdita di bambini,
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della lotta contro la violenza
e la fame,
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delle volte in cui hanno pensato
che non sarebbero sopravvissute.
¶
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E poco prima che me ne andassi,
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iniziò una tempesta enorme.
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Ed ero seduta nella mia macchinina
con le ruote bloccate nel fango
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pensando "Non ne uscirò mai",
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ad un certo punto
qualcuno bussò sul finestrino
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una donna che mi faceva
segno di seguirla,
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e così feci.
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Saltai fuori in mezzo alla tempesta,
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camminammo lungo questo
sentiero fangoso,
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attraverso una porta
di metallo sgangherata,
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dentro una baracca
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dove un gruppo di donne
stava danzando senza indugi.
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Mi buttai dentro e mi persi
nel ritmo e nei colori, nei sorrisi.
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E all'improvviso realizzai:
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questo è quello che facciamo
come esseri umani.
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Quando siamo spezzati,
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quando sentiamo che stiamo fallendo
o siamo disperati,
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balliamo.
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Preghiamo.
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La bellezza vive anche nel mostrarsi,
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nel prestare attenzione,
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nell'essere gentili quando ci sentiamo
tutto fuorché quello.
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Pensate all'esplosione dell'arte,
della musica e poesia
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in questo momento di crisi collettiva.
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È nei momenti più bui
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che abbiamo l'occasione
-
di scoprire la nostra bellezza
più nascosta.
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Quindi lasciamo che questo
sia il nostro momento
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per andare avanti
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con la forte urgenza
di una nuove generazione
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rafforzata dalla nostra più
profonda saggezza collettiva.
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E domandatevi:
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"cosa posso fare con il resto di oggi
-
e il resto della mia vita,
¶
-
per restituire al mondo
più di quanto prendo?
-
Grazie.