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Title:
I tesori nascosti di Timbuktu - Elizabeth Cox
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Description:
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Ai confini del vasto deserto del Sahara, gli abitanti sgattaiolavano fuori dalla città di Timbuktu e si inoltravano nel deserto. Seppellivano dei forzieri nella sabbia, li nascondevano in grotte, e li sigillavano in stanze segrete. In questi forzieri c'era un tesoro più prezioso dell'oro: gli antichi libri della città. Perché nascondevano questi inestimabili manoscritti? Elizabeth Cox scava nella tradizione letteraria di Timbuktu.
Lezione di Elizabeth Cox, regia di Aim Creative Studios.
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Speaker:
Elizabeth Cox
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Ai confini del vasto deserto del Sahara,
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gli abitanti sgattaiolavano fuori
dalla città di Timbuktu
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e si inoltravano nel deserto.
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Seppellivano dei forzieri nella sabbia,
li nascondevano nelle grotte,
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e li sigillavano in stanze segrete.
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In questi forzieri c'era un tesoro
più prezioso dell'oro:
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gli antichi libri della città.
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Fondata intorno al 1100 d.C.
nell'attuale Mali,
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la città di Timbuktu iniziò come
un anonimo luogo di commercio.
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Ma presto questo cambiò
grazie alla sua posizione.
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Timbuktu segnava il crocevia
tra due importanti rotte commerciali,
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dove le carovane che trasportavano sale
attraverso il Sahara
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si incontravano coi mercanti
che portavano oro dai paesi dell'interno.
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Alla fine del 1300,
queste vie resero Timbuktu ricca
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e i sovrani della città,
i re dell'Impero del Mali,
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costruirono monumenti e accademie
che attirarono studiosi
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da Egitto, Spagna e Marocco.
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Ma la posizione privilegiata della città
la rese un bersaglio per i conquistatori.
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Col declino dell'Impero del Mali,
uno dei suoi territori, Songhai,
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iniziò ad acquisire potere.
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Nel 1468, il re di Songhai
conquistò Timbuktu,
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bruciando palazzi
e uccidendo gli studiosi.
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Ma col tempo, la vita intellettuale
della città rifiorì.
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Il regno del secondo re
dell'Impero di Songhai,
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Askia Mohammed Toure,
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segnò l'inizio dell'età d'oro
di Timbuktu.
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Egli invertì le politiche regressive
del suo predecessore
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e incoraggiò lo studio.
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I sovrani di Songhai e molti dei cittadini
di Timbuktu erano musulmani,
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e i letterati studiavano l'Islam
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assieme alle materie secolari
come matematica e filosofia.
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Nelle biblioteche di Timbuktu,
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i trattati di filosofia Greca
si trovavano vicino ai testi
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di storici, scienziati e poeti locali.
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Il più illustre studioso della città,
Ahmed Baba,
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sfidò le opinioni dominanti su temi
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che andavano dal tabagismo alla schiavitù.
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L'oro e il sale avevano finanziato
la trasformazione della città
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in un centro di studi.
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Ora, i prodotti
di quella cultura intellettuale
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erano diventati la merce più ricercata.
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Con la carta dalla lontana Venezia
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e l'inchiostro vivace delle piante
e dei minerali locali,
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gli amanuensi di Timbuktu
producevano testi sia in arabo
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sia nelle lingue locali.
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Scritti in bella calligrafia e decorati
con intricati disegni geometrici,
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i libri di Timbuktu erano richiesti
tra i membri più ricchi della società.
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Nel 1591 l'età d'oro
giunse a una brusca fine
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quando il re del Marocco
conquistò Timbuktu.
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Le truppe marocchine imprigionarono
Ahmed Baba e altri illustri studiosi
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e confiscarono le loro biblioteche.
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Nei secoli seguenti, la città fu segnata
da numerose conquiste.
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A metà del 1800,
i Sufi occuparono Timbuktu
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e distrussero molti testi non religiosi.
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1894, le forze coloniali francesi
ottennero il controllo della città,
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rubando altri testi
e inviandoli in Europa.
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Il francese divenne la lingua ufficiale
insegnata nelle scuole,
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e le nuove generazioni di Timbuktu
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non erano in grado di leggere
i testi in arabo rimasti.
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Nonostante tutto, la tradizione letteraria
di Timbuktu non morì,
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fu seppellita.
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Alcune famiglie costruirono
biblioteche segrete nelle proprie case,
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o seppellirono i libri nei loro giardini.
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Altri li nascosero in grotte abbandonate
o buchi nel deserto.
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Gli inestimabili manoscritti di Timbuktu
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furono dispersi nei villaggi
dell'area circostante,
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dove comuni cittadini li custodirono
per centinaia di anni.
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Quando la desertificazione e la guerra
impoverirono la regione,
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le famiglie conservarono gli antichi libri
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anche di fronte alla fame e alla povertà.
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Anche oggi, la lotta per proteggere
i libri continua.
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Dal 1980 ai primi anni del 2000,
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lo studioso Abdel Kader Haidara
ha recuperato con fatica i testi nascosti
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in tutto il nord del Mali
e li ha riportati a Timbuktu.
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Ma nel 2012, la guerra civile in Mali
ha di nuovo minacciato i manoscritti,
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molti dei quali sono stati portati
nella vicina Bamako.
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Il loro futuro rimane incerto,
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in quanto minacciati sia dall'uomo
sia dall'ambiente.
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Questi libri rappresentano la migliore,
e spesso l'unica
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fonte sulla storia precoloniale
della regione.
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Molti non sono mai stati letti
dagli studiosi moderni,
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e molti altri rimangono perduti
o nascosti nel deserto.
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Nello sforzo di proteggerli
c'è in gioco la storia che contengono,
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e gli sforzi di numerose generazioni
affinché quella storia non vada perduta.