Rigenerare il patrimonio costruendo paesaggi | Gianluca d'Incà Levis | TEDxMestre
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0:24 - 0:28Da dieci anni circa, abbiamo avviato
questa pratica nelle Dolomiti -
0:28 - 0:31che, sapete, dal 2009
sono "Patrimonio dell'umanità", -
0:31 - 0:33bene UNESCO.
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0:33 - 0:37Quindi nel 2009, l'uomo ha stabilito
il valore e lo status di questo bene -
0:38 - 0:42per l'eccezionale valore universale,
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0:43 - 0:45per la qualità estetica e paesaggistica.
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0:47 - 0:48Bene: su questo lavoriamo noi,
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0:48 - 0:52sulla definizione del concetto
di patrimonio e di paesaggio. -
0:52 - 0:54Le Dolomiti sono "patrimonio",
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0:54 - 0:58abbiamo definito
con questa parola il loro valore; -
0:59 - 1:01però noi viviamo nelle Dolomiti.
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1:01 - 1:03Alle mie spalle vedete andare le immagini
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1:03 - 1:06dei siti di cui ci occupiamo
da dieci anni a questa parte. -
1:06 - 1:10Sono siti molto importanti,
nella storia e nella costruzione -
1:10 - 1:13dell'identità dei territori
e dei paesaggi. -
1:13 - 1:16I paesaggi, diciamo,
non preesistono all'uomo; -
1:16 - 1:19l'uomo deve farli,
deve contribuire a co-generarli. -
1:20 - 1:22Questi stabilimenti che vedete
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1:22 - 1:25sono ex fabbriche,
stabilimenti produttivi, -
1:25 - 1:28o ex scuole, ex colonie alpine.
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1:28 - 1:32Tutti diciamo siti, ecco, introdotti
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1:32 - 1:36da questa particella dismissiva "ex",
perché non sono più, -
1:36 - 1:40sono stati vettori,
trattori del territorio. -
1:40 - 1:41Al loro interno si è lavorato,
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1:41 - 1:46si è costruito reddito,
economia, socialità, cultura; -
1:46 - 1:48e poi si sono fermati.
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1:48 - 1:51Ora voi li vedete in una terza fase:
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1:51 - 1:52la prima fase è stata
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1:52 - 1:55quella della loro edificazione
da parte dell'uomo -
1:55 - 1:59che li ha costruiti in seno al paesaggio
e al flusso della storia. -
1:59 - 2:01La seconda fase è quella dismissiva:
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2:01 - 2:04fine della loro vita
produttiva e propulsiva, -
2:04 - 2:07all'interno del paesaggio,
per il territorio. -
2:07 - 2:11La terza fase è questa,
perché vi dicevo, da dieci anni -
2:11 - 2:17affrontiamo questi nodi irrisolti,
critici e problematici del paesaggio, -
2:17 - 2:19ovvero questi grandi siti
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2:19 - 2:22che hanno posseduto
un valore molto rilevante -
2:22 - 2:24e poi l'hanno perso.
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2:24 - 2:26Hanno perso la propria
primigenia identità. -
2:27 - 2:30La terza fase è quella del risveglio.
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2:30 - 2:35Bisogna capire se siamo in grado
di ripensarne un uso funzionale, -
2:35 - 2:38se possono tornare
ad essere utili al territorio, -
2:38 - 2:41oppure se non esistono più
perché sono vestigia. -
2:42 - 2:46Sappiamo tutto di loro nel passato,
sappiamo poco di loro nel presente, -
2:46 - 2:50perché tendenzialmente
non si è più riusciti ad agirli, -
2:50 - 2:52e quindi non possiamo
immaginare il loro futuro. -
2:52 - 2:54Cosa sono, quindi?
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2:54 - 3:00Dei cimiteri che noi contempliamo
guardando al passato, retroversi? -
3:00 - 3:05Oppure sono effettivamente patrimonio,
cioè bene, cioè potenziale rigenerabile? -
3:06 - 3:09Bene, questa è stata la nostra scommessa:
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3:09 - 3:12a due anni dal raggiungimento
di quello status, -
3:12 - 3:16abbiamo iniziato a indagare
questi siti, che sono molti. -
3:16 - 3:18Le Dolomiti sono sicuramente patrimonio:
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3:18 - 3:23ma sono anche un patrimonio
di stereotipi, per certi aspetti, -
3:23 - 3:26di cliché, di idee piuttosto banali,
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3:26 - 3:29attraverso le quali si vede una montagna
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3:29 - 3:30che o non c'è più -
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3:30 - 3:33era quella del nonno
con le braghe alla zuava - -
3:34 - 3:39oppure è sempre una montagna
che fatica molto a guardare avanti, -
3:39 - 3:42a traguardare nuovi orizzonti,
perché è già data. -
3:42 - 3:46Ma stiamo dicendo che i paesaggi
vanno generati dall'uomo o rigenerati: -
3:46 - 3:50non sono dati per sempre,
alle volte sono dati solo per un periodo. -
3:50 - 3:52Bene, nelle prime fabbriche,
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3:52 - 3:55nelle prime immagini che avete visto,
che abbiamo affrontato nei primi due anni, -
3:55 - 3:57è accaduto questo:
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3:57 - 4:01giacevano, dopo aver funzionato
per il territorio, -
4:02 - 4:04e poi qualcuno ha provato a muoverle:
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4:04 - 4:08sono arrivati degli enti
tendenzialmente pubblici, o anche privati, -
4:08 - 4:09e cosa hanno fatto?
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4:09 - 4:10Un restauro.
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4:10 - 4:12E cosa è successo dopo il restauro?
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4:12 - 4:15Che sono rimasti fermi
come prima del restauro. -
4:15 - 4:17Cosa vuol dire questo?
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4:17 - 4:22Che sono arrivate le risorse economiche,
ma non sono arrivate le risorse vere! -
4:22 - 4:24In questo modo il patrimonio
è stato tradito -
4:24 - 4:27perché era deficitario
il corredo di risorse -
4:27 - 4:30che si tentava di applicare
per risvegliare il bene. -
4:30 - 4:32E cosa mancava? Un'idea.
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4:32 - 4:37Perché se ti limiti a restaurare un bene,
ma non hai l'idea di cosa ne vorrai fare, -
4:38 - 4:42lo tradirai, e farai un male,
che tra l'altro è costato molto. -
4:42 - 4:46Bene, con un progetto culturale
ma con una logica funzionale, -
4:46 - 4:48perché il test è
anche quello di verificare -
4:48 - 4:55se la cultura sia un apparato didascalico,
o diciamo, esornativo. -
4:55 - 4:58Oppure se possa essere
un attivatore reale, concreto -
4:58 - 5:00e un driver,
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5:00 - 5:02una parte della coprogettazione
dei paesaggi e dei territori, -
5:02 - 5:04abbiamo affrontato questi siti.
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5:04 - 5:08Avete capito, erano finiti
ma non sfiniti a nostro giudizio. -
5:10 - 5:14Sicuramente c'era una
grande potenzialità, in questi siti. -
5:14 - 5:16Cos'è questa potenzialità?
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5:16 - 5:18Considerate che, come state vedendo,
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5:18 - 5:21sono straordinari
per valori estetici propri, -
5:23 - 5:25per il loro contesto;
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5:26 - 5:28poi sicuramente sono fermi,
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5:28 - 5:32e forse la cosa che importa di più
è che devi selezionare quelli giusti: -
5:32 - 5:37non tutti i siti sono suscettibili
di essere rigenerati e di tornare utili, -
5:37 - 5:42devono avere una consistenza logistica,
per usare questa parola pratica, -
5:42 - 5:46e quindi ci deve essere un'idea funzionale
-
5:46 - 5:49nell'approccio e nel tentativo
di rigenerarli. -
5:49 - 5:52Cioè, alcuni siti
è meglio non affrontarli, -
5:52 - 5:55diciamo che bisogna
soppesarli correttamente; -
5:55 - 6:00altri, se valgono davvero molto in potenza
e niente nella realtà, -
6:00 - 6:02è opportuno e necessario affrontarli.
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6:02 - 6:07È una questione di responsabilità,
e poi anche di sostenibilità, vedremo. -
6:07 - 6:10Bene, i siti di cui ci occupiamo
sono solo alcuni non tutti: -
6:10 - 6:16non è l'archeologia industriale,
è una selezione ristretta ma ampia. -
6:16 - 6:21Abbiamo lavorato su una ventina
di siti dal 2011 ad oggi: -
6:21 - 6:24siti, appunto, che valgono
sicuramente moltissimo, -
6:24 - 6:25ma nulla nella realtà.
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6:25 - 6:28Quindi c'è una ampia misura da colmare.
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6:28 - 6:32Perché se di un sito diciamo tutti
che vale molto, vale 100 - -
6:32 - 6:34qui siamo nell'ex villaggio Eni
di Borca di Cadore -
6:34 - 6:37che fece il Signor Enrico Mattei
negli anni Cinquanta, -
6:37 - 6:42con l'architetto Edoardo Gellner
anche insieme a Carlo Scarpa in una parte, -
6:42 - 6:44se diciamo che vale molto
ma non vale niente nella realtà, -
6:44 - 6:47vuol dire che noi
non riusciamo mai a risvegliare -
6:47 - 6:48il potenziale di questo sito.
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6:48 - 6:51E a cosa serve il suo potenziale?
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6:51 - 6:52Al legittimo proprietario?
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6:53 - 6:56No, tutti i siti hanno
un legittimo proprietario, -
6:56 - 6:59pubblico o privato;
-
6:59 - 7:03ma come ora state vedendo
il forte di Monte Ricco a Pieve di Cadore, -
7:04 - 7:07poi rivedrete il Vajont -
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7:07 - 7:13i siti che scegliamo sono talmente forti,
formidabili ed eccezionali, -
7:13 - 7:18da essere o esemplificativi
di temi più vasti di loro stessi -
7:19 - 7:21o veramente, diciamo,
-
7:21 - 7:23bisogna essere ciechi
per non vederne il potenziale. -
7:23 - 7:27Allora il loro valore di patrimonio
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7:27 - 7:31è di tutti, non solo dell'ente
che ne possiede la fisicità. -
7:31 - 7:35E su questo lavoriamo noi:
con un progetto di responsabilità e riuso, -
7:35 - 7:40lavoriamo per riprendere
il valore patrimoniale, -
7:40 - 7:43in senso culturale,
di questo bene, per tutti. -
7:43 - 7:45Cosa possono tornare
a essere, questi siti? -
7:45 - 7:46Dipende.
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7:46 - 7:50Dai primi casi, delle fabbriche
che avete visto nelle prime immagini, -
7:50 - 7:52sono tornati a essere fabbriche.
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7:52 - 7:54Cosa abbiamo fatto?
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7:54 - 7:55Li abbiamo approcciati.
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7:55 - 7:56Erano falliti.
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7:56 - 7:59Abbiamo costruito una serie di relazioni.
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7:59 - 8:01Abbiamo quasi 500 partner.
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8:01 - 8:02Chi sono questi partner?
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8:02 - 8:05Sono partner territoriali
ed extra territoriali, -
8:05 - 8:11pubblici e privati, imprese, aziende,
partner scientifici o della ricerca. -
8:11 - 8:15In sostanza si compie un grande momento
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8:15 - 8:19di attivazione di reti territoriali
ed extra territoriali -
8:19 - 8:24e si cerca di far di nuovo vedere
l'appeal e il potenziale dei siti. -
8:25 - 8:30È un po' come avere un gran cesto
di frutta eccezionale in cucina, -
8:30 - 8:31ma la luce spenta.
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8:32 - 8:37Nessuno mangia la frutta che va a male,
è sufficiente accendere la luce. -
8:37 - 8:42Non è facile "accendere la luce"
in un sito che è fermo da anni o decenni, -
8:42 - 8:45dove, diciamo, la società particolare,
in quel contesto peculiare, -
8:45 - 8:46ha perso speranza.
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8:46 - 8:48Tutti la perderebbero:
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8:48 - 8:51prima funzionava,
poi non ha funzionato più, -
8:51 - 8:54poi l'abbiamo restaurato
e ancora non è andato. -
8:54 - 8:56È un maledetto inghiottitoio?
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8:56 - 8:59No, è una risorsa
che bisogna rimettere in rete. -
8:59 - 9:03Come fai a metterla in rete,
se non accendendo le reti? -
9:03 - 9:07Prima si parlava di dopamina,
ricordate stamattina? -
9:07 - 9:14C'è un saggio del '74, mi sembra,
di un neuropsichiatra, Oliver Sacks. -
9:14 - 9:17S'intitola "Awakenings", "Risvegli".
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9:17 - 9:20Si parla di malattia, letargia, e di cura.
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9:21 - 9:22Io sono un curatore.
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9:22 - 9:24"Dolomiti Contemporanee" è un progetto
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9:24 - 9:28di cura e curatela
del paesaggio, del patrimonio. -
9:28 - 9:31Serve la dopamina culturale,
serve un'iniezione, -
9:31 - 9:34serve una neuro-trasmissione.
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9:34 - 9:38Serve insufflare la fiducia
nei territori che l'hanno persa, -
9:38 - 9:40per riaccendere loro stessi.
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9:40 - 9:44Questi siti appartengono
a questo territorio che li contiene: -
9:44 - 9:48ma poi sono talmente importanti,
vedete il Vajont, -
9:48 - 9:52che superano ampiamente
la propria collocazione geografica -
9:52 - 9:53in seno al territorio.
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9:53 - 9:56Il punto è che sono esclusi
dal flusso della storia. -
9:56 - 10:00Sapete cosa è successo nel Vajont,
il 9 ottobre del '63? -
10:00 - 10:02Non sono morte 2.000 persone,
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10:02 - 10:05sono morti un po'
tutti gli uomini della Terra. -
10:05 - 10:07Quindi quel luogo è lì e non è lì.
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10:08 - 10:10È di tutti gli uomini della Terra.
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10:10 - 10:12È un luogo emblematico,
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10:12 - 10:17è al tempo stesso un luogo particolare,
collocato in un punto dello spazio-tempo, -
10:17 - 10:18e un luogo universale.
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10:18 - 10:20Per cui riaccendere la scuola,
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10:20 - 10:24la vecchia scuola elementare
chiusa dal Vajont -
10:24 - 10:26e farne un centro
per la cultura contemporanea -
10:26 - 10:28della montagna e del paesaggio,
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10:28 - 10:32vuol dire affrontare un sito spento,
terribilmente spento, -
10:32 - 10:36perché il Vajont per certi aspetti
è la terra dei morti viventi: -
10:36 - 10:38è un luogo dove c'è una diga
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10:38 - 10:42che richiama ogni anno
migliaia e migliaia e migliaia di persone, -
10:42 - 10:46che tendenzialmente vedono
una lapide, un muro del pianto. -
10:46 - 10:50Affrontare questo paesaggio,
non volendo ammettere il fatto -
10:50 - 10:53che esso possa coincidere
con il paesaggio della tragedia, -
10:53 - 10:55questo vuol dire tradire gli uomini.
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10:55 - 10:59I paesaggi sono per i vivi
che li devono costruire. -
10:59 - 11:05C'è una definizione di Edoardo Gellner,
il realizzatore dell'ex Villaggio Eni, -
11:05 - 11:08cioè del programma sociale
di welfare di Enrico Mattei -
11:08 - 11:10e di molte altre cose,
-
11:10 - 11:11Gellner dice che
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11:11 - 11:15"Il paesaggio è la sommatoria
di ambiente naturale e azione dell'uomo. -
11:15 - 11:16Buona azione, buon paesaggio;
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11:16 - 11:20cattiva azione, pessimo paesaggio,
non un luogo per l'uomo". -
11:21 - 11:26Dunque il Vajont non può essere
un paesaggio dimenticato, retroverso, -
11:26 - 11:29ostaggio di una tragedia
che c'è stata e non c'è più, -
11:29 - 11:33o paralizzato nella memoria,
che può essere anche un patogeno. -
11:33 - 11:36Perché non consente, se non la elabori,
-
11:36 - 11:41di prefigurare il paesaggio,
altro paesaggio, paesaggio proiettivo. -
11:41 - 11:45Nel Vajont è necessaria
una situazione proiettiva, -
11:45 - 11:48per cui se venite a vedere cos'è
il nuovo spazio di Casso -
11:48 - 11:54è un presidio culturale
che si oppone alla predatoria egemonia -
11:54 - 11:58di una tragedia che non può essere
l'identità dei vivi di oggi. -
11:59 - 12:02Non c'è dimenticarsi,
non c'è assenza di memoria: -
12:02 - 12:07c'è una visione che vuole restituire
questi siti agli uomini, -
12:07 - 12:10che sono coloro che li hanno fatti
e poi li hanno persi. -
12:10 - 12:12Bene, tutto ciò si fa come vi sto dicendo:
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12:12 - 12:15in ogni sito si realizza una residenza,
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12:15 - 12:19vengono artisti, anche architetti,
designer, paesaggisti, -
12:19 - 12:23economisti della cultura,
scienziati, filosofi. -
12:23 - 12:24Viene Marc Augé,
-
12:24 - 12:27che abbiamo portato nel Vajont,
come a Borca di Cadore -
12:27 - 12:31a riflettere su questi luoghi,
altro che non luoghi! -
12:31 - 12:34Ma siamo in grado
di riproiettarli nel presente -
12:34 - 12:35in modo utile o no?
-
12:36 - 12:40Sì, credo, nel momento in cui riusciamo
non a suggestionare una platea, -
12:40 - 12:43ma convincere il territorio
che quella è roba sua, -
12:43 - 12:45che può tornare ad essere utile.
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12:45 - 12:47Nel Vajont bisogna vivere,
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12:47 - 12:51l'ex villaggio Eni di Borca di Cadore
può servire a molte cose, -
12:51 - 12:52non serve a se stesso.
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12:52 - 12:54Questi siti non bastano a loro stessi,
-
12:54 - 12:57non centra quanto belli
o importanti sono stati. -
12:57 - 12:58Non bastano.
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12:58 - 13:01Serve un'azione vigorosa dell'uomo.
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13:01 - 13:04È deliberata, l'azione:
a noi nessuno ci ha obbligati. -
13:04 - 13:08Io lavoro con una trentina
di ragazzi giovani, del territorio, -
13:08 - 13:11che vogliono fare qualcosa
per il territorio, -
13:11 - 13:14e quindi affrontiamo i siti.
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13:14 - 13:19Attraverso le strategie delle reti
attiviamo il territorio, -
13:19 - 13:21di cui siamo il reattore, diciamo.
-
13:21 - 13:24Convinciamo il territorio
a riprendere fiducia -
13:24 - 13:26in un'impresa del rilancio.
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13:26 - 13:30Per questo abbiamo 500 partner,
dal territorio e da fuori il territorio, -
13:30 - 13:33ce ne sono molti di internazionali,
molti di nazionali, -
13:33 - 13:36molti di locali, grandi e piccoli.
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13:36 - 13:39Tutti indispensabili, anche perché noi
non abbiamo i soldi. -
13:39 - 13:41Vi ricordate prima?
-
13:41 - 13:43Erano venuti i soldi senza le idee.
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13:43 - 13:45Non era patrimonio, non era risorsa.
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13:45 - 13:49Poi arriviamo noi, senza i soldi
ma con un patrimonio di idee, -
13:49 - 13:50e i siti ripartono.
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13:50 - 13:52I primi siti sono ripartiti,
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13:53 - 13:55sono entrate attività
commerciali e produttive -
13:55 - 14:00perché hanno riscoperto
la logistica intelligente di quei siti, -
14:00 - 14:02non erano affatto morti.
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14:02 - 14:06Alcuni siti sono più importanti di altri
perché "pesano" di più, -
14:06 - 14:12nel volume fisico, storico,
nel valore estetico e così via, -
14:12 - 14:15come l'ex villaggio Eni,
dove torniamo tra poco. -
14:15 - 14:18Lì si attivano
piattaforme più strutturali, -
14:18 - 14:19come nel Vajont.
-
14:19 - 14:21Non vai a riaprire
una fabbrica nel Vajont, -
14:21 - 14:26abbiamo dovuto vivere due anni nel Vajont
e farci capire dagli abitanti: -
14:26 - 14:30potevamo essere gli ultimi stupidi
o cannibali, invece no. -
14:30 - 14:33Per quello che ho detto prima,
-
14:33 - 14:37ragioniamo in una logica
di funzionalità pubblica, non privata. -
14:37 - 14:41Non ci sono egoismi
dei curatori o degli artisti: -
14:41 - 14:44tutti concorrono e fanno un pezzo
del programma di rilancio. -
14:44 - 14:47E questo non tradisce l'arte,
che è sempre se stessa. -
14:47 - 14:51Solo che l'artista è intelligente,
sensibile, ingegnoso, -
14:51 - 14:54è un enzima, attiva processi,
-
14:54 - 14:57non si accontenta
di definizioni né di sentenze, -
14:57 - 15:02per cui per lui il sito non è morto:
contribuisce a rigenerarlo. -
15:02 - 15:05I siti diventano cantieri
della produzione artistica e culturale, -
15:05 - 15:07dove si innescano le reti,
-
15:07 - 15:10anche perché portiamo le genti
molto diverse tra loro. -
15:10 - 15:12Ci sono gli scienziati della foresta.
-
15:13 - 15:15Sapete cos'è la tempesta Vaia?
-
15:15 - 15:20Quattordici milioni di alberi
portati giù dal vento, Ottobre del 2018. -
15:20 - 15:22Se venite nei siti che state vedendo,
-
15:22 - 15:25in particolare a Casso,
e al forte di Monte Ricco, -
15:25 - 15:28trovate delle mostre collettive
di arte contemporanea -
15:28 - 15:31con 30 artisti che lavorano
su temi di Vaia, -
15:31 - 15:37insieme a scienziati del clima,
della foresta, biologi, chimici. -
15:37 - 15:43Quindi l'arte non fa una caprioletta,
non è l'apparato esornativo, -
15:43 - 15:46è parte del meccanismo
della strategia di rigenerazione. -
15:46 - 15:48I siti ripartono, dunque,
-
15:48 - 15:50e li mettiamo anche
nelle piattaforme a disposizione. -
15:50 - 15:53Tornando a Borca,
sapete che da un po' di tempo -
15:53 - 15:58ci siamo guadagnati le Olimpiadi
del 2026, Milano-Cortina. -
15:58 - 16:00Si dice che hanno da essere sostenibili.
-
16:00 - 16:05Sono sostenibili se non costruisci
dell'architettura nuova -
16:05 - 16:10e ti sai responsabilmente render conto
di cosa c'è già a disposizione. -
16:10 - 16:13Il Villaggio Eni di Borca
sono 100 mila metri quadri -
16:13 - 16:16costruiti molto bene
perché c'erano Mattei e Gellner. -
16:16 - 16:20Non c'erano limiti di spesa
ma soprattutto di ingegno. -
16:20 - 16:22Quello è uno spazio
-
16:22 - 16:25su cui dobbiamo spendere
considerazioni serie. -
16:25 - 16:26Lo riprendiamo o no?
-
16:26 - 16:28È fatto talmente bene
che non è un rudere. -
16:29 - 16:30È vicino a Cortina,
-
16:30 - 16:34non è una logica antagonista:
Borca o Cortina. -
16:34 - 16:38Le Olimpiadi, d'altro canto,
non sono le gare di sci del 2026, -
16:38 - 16:41sono un'opportunità di sviluppo
per il territorio da qui a lì. -
16:42 - 16:44E quindi occorre, ancora,
-
16:44 - 16:48prendere il patrimonio
e rinsavirlo, e ritrovarlo. -
16:48 - 16:52E anche, se diciamo sostenibilità
e basso consumo di suolo, -
16:52 - 16:56veder quel che c'è,
prima di fare del nuovo. -
16:56 - 16:57È semplice.
-
16:57 - 16:59Diceva una cosa il signor Mattei,
-
16:59 - 17:02diceva che "l'ingegno che accomuna
gli scienziati e gli artisti, -
17:02 - 17:05è la capacità di vedere cose
dove non le vedono gli altri". -
17:07 - 17:11Occorre essere orbi per non vedere
il potenziale di questi siti, credo io. -
17:11 - 17:12Quindi non basta vederle -
-
17:12 - 17:15e in effetti Mattei non si limitava
a vedere: faceva molto. -
17:15 - 17:20Se questi siti valgono
davvero molto in potenza, come diciamo, -
17:20 - 17:22vanno visti e poi vanno fatti.
-
17:22 - 17:25Dobbiamo costruire i paesaggi
della contemporaneità, -
17:25 - 17:27lo sguardo del contemporaneo è questo:
-
17:27 - 17:30non è nostalgico,
non è retroverso, vi dicevo. -
17:30 - 17:33Cerca di proiettare
i propri potenziali avanti: -
17:33 - 17:37non immemore del dietro, avanti.
-
17:38 - 17:39Questa è una cosa che va considerata,
-
17:39 - 17:42dobbiamo capire se noi siamo
effettivamente in grado -
17:42 - 17:44di risvegliare questo patrimonio,
-
17:44 - 17:46o se ci accontentiamo di dire
-
17:46 - 17:48che le Dolomiti sono
patrimonio dell'umanità, -
17:48 - 17:51senza poi entrare
all'interno del territorio -
17:51 - 17:54a vedere cosa possiamo davvero fare
con le nostre armi - -
17:54 - 17:57la cultura, la sensibilità
e l'intelligenza - -
17:57 - 17:59per riattivare questi siti
a favore di tutti. -
18:01 - 18:05(Applausi)
- Title:
- Rigenerare il patrimonio costruendo paesaggi | Gianluca d'Incà Levis | TEDxMestre
- Description:
-
Gianluca d’Inca Levis, ideatore e curatore di Dolomiti Contemporanee, a partire dal 2010 ha avviato una riflessione culturale sulla montagna, sviluppando una serie di pratiche sperimentali di rigenerazione del patrimonio, il rilancio di siti industriali o civili dismessi, l’arte contemporanea quale vettore trasformativo efficace. Siti altamente emblematici ormai abbandonati giacciono inerti nel Paesaggio, attendendo che l'uomo li affronti per risvegliarli, per rigenerare il loro grande potenziale latente, per rimetterlo in rete. Senza l'impegno responsabile degli uomini infatti, nessuna risorsa potrà essere mai ripresa e rilanciata: il Patrimonio non basta a sé stesso.
Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.
Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx Gianluca d’Inca Levis è ideatore e curatore di Dolomiti Contemporanee; laureato in architettura all’Università IUAV di Venezia, a partire dal 2010 ha avviato una riflessione culturale sulla montagna, sviluppando una serie di pratiche sperimentali di rigenerazione del patrimonio, il rilancio di siti industriali o civili dismessi, l’arte contemporanea quale vettore trasformativo efficace.
Nel 2013 ha avviato il Concorso Internazionale Two Calls for Vajont e nel 2014 ha avviato la piattaforma di rigenerazione Progettoborca. This talk was given at a TEDx event using the TED conference format but independently organized by a local community. Learn more at https://www.ted.com/tedx - Video Language:
- Italian
- Team:
- closed TED
- Project:
- TEDxTalks
- Duration:
- 18:12