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Essere comunità | Enzo Maria Le Fevre | TEDxBustoArsizio

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    Buongiorno a tutti.
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    Sono venuto a raccontarvi
    non la mia storia,
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    ma un insieme di storie,
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    a partire dalla storia
    di questa persona qui.
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    Qualcuno la riconosce?
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    Questa persona, un bimbo che vedete qui,
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    a 13 anni ha iniziato
    a lavorare in azienda,
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    pur non dovendo farlo per necessità;
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    e poi, a 20 anni,
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    ha preso ed è partito per l'America,
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    ha studiato come funzionavano le imprese.
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    E poi, a poco più di 30 anni,
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    il padre lo mette a capo
    della sua azienda.
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    È Adriano Olivetti.
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    Adriano Olivetti è stato -
    118 anni fa, nasceva -
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    un enorme imprenditore.
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    Un imprenditore innovativo,
    ma è stato anche tantissime altre cose:
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    è stato un politico; è stato un editore;
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    è stato un innovatore sociale.
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    Perché da lui sono nate tante cose
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    che oggi ritroviamo
    nella nostra quotidianità.
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    Quella dietro di lui è la Olivetti.
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    La Olivetti è stata,
    negli anni del dopoguerra,
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    la fabbrica simbolo
    del rinascimento industriale italiano.
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    Ha creato cose magnifiche:
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    la "Lettera 22",
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    che credo molti di voi,
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    o molti dei vostri papà,
    o genitori, hanno a casa,
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    e che è diventato simbolo
    di un design di massa;
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    la "Programma 101",
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    il primo personal computer
    nella storia dell'uomo:
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    dieci di questi calcolatori
    furono presi dalla NASA
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    per programmare la missione
    "Apollo 11" sulla Luna.
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    Ma anche oggetti di design
    che oggi fanno invidia,
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    per le forme, per la toccabilità,
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    a grandi marche
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    che provocano sentimenti di design
    e di bellezza in tutti noi.
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    Il più grande esperimento sociale,
    e forse il più grande prodotto, però,
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    l'ha lasciato suo padre Camillo,
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    che vedete al centro di questa fotografia,
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    assieme a tutti i suoi operai.
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    Camillo ha creato l'impresa della Olivetti
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    partendo dalle campagne del Canavese,
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    andando a prendere,
    nelle campagne appunto, gli operai
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    e dandogli una nuova opportunità
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    in un momento in cui l'Italia, l'Europa,
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    si avvicinava a un forte
    cambiamento industriale.
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    E questa foto rappresenta, però,
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    anche la grande sfida
    che Camillo dà a suo figlio Adriano,
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    che appunto era andato in America
    a assorbire la potenza dell'innovazione
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    e del nuovo meccanismo
    industriale americano,
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    che lui trasporta in Italia.
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    Gli dice: puoi innovare
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    e mettere nuovi metodi
    all'interno della tua azienda:
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    ma non puoi licenziare nessuno,
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    perché il licenziamento involontario
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    è la più grande disgrazia
    che può accadere a una persona.
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    L'innovazione che porta avanti Adriano
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    non è solamente
    un'innovazione tecnologica,
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    non è solamente un'innovazione di metodo:
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    è un'innovazione anche sociale.
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    L'innovazione sociale che porta avanti
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    parte anche da quella sfida
    che gli ha lasciato il padre.
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    E quindi, con l'inserimento
    di nuovi metodi,
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    l'inserimento di nuove catene industriali,
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    si rende conto che l'uomo,
    all'interno della fabbrica,
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    non è solamente
    una pedina di un meccanismo,
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    ma fa parte di un disegno
    molto più grande.
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    È quello destinato al benessere
    della stessa comunità che lui vive.
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    Ed è su questo punto
    che nasce il pensiero olivettiano.
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    Lui, in esilio, crea il libro
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    "Il nuovo ordine delle comunità"
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    che dà spinta alla volontà
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    di porre la comunità al centro
    del pensiero sociale che lo attraversa.
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    E quindi, l'impresa non è più
    operaio - dirigente - imprenditore:
  • 5:51 - 5:55
    ma fa parte di una comunità
    molto più ampia,
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    determinata anche dalla necessità
    di avere progetti educativi,
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    progetti culturali che possano arricchire
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    anche gli operai, i dirigenti
    e gli imprenditori.
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    Per permettere loro, anche,
    di innovare in modo più umano.
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    Questo disegno che fa Adriano,
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    nel retro di una copertina di un libro,
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    racchiude in sé, anche,
    un altro importante tassello:
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    quello di avere la comunità al centro;
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    ma poi, accanto, lo spazio agricolo.
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    Una delle cose a cui
    tiene tantissimo Adriano
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    è permettere ai propri operai
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    di andare, il weekend,
    a coltivare le proprie terre,
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    a prendersi cura del proprio orto.
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    I momenti all'interno dell'azienda
    dove c'è più assenteismo
  • 7:01 - 7:05
    sono infatti il periodo della semina,
    il periodo della mietitura;
  • 7:07 - 7:13
    e questo ci fa capire quant'è importante
    il disegno di comunità.
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    Ma una comunità oggi la dobbiamo vedere
  • 7:18 - 7:22
    attraverso una nuova chiave di lettura
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    che trasmette, sicuramente,
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    quell'impulso olivettiano
    che ha plasmato molti di noi.
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    Una di queste è l'idea
    di costruire un Paese a regola d'arte,
  • 7:38 - 7:40
    e quindi una comunità a regola d'arte.
  • 7:41 - 7:42
    Questo motto,
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    "Costruire un paese a regola d'arte"
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    l'ho conosciuto durante
    una summer school nel 2011 a Matera.
  • 7:52 - 7:56
    Una summer school
    fatta da un'associazione,
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    la "Rete per l'eccellenza nazionale",
  • 8:00 - 8:04
    che ci ha insegnato -
    e io l'ho fatto mio -
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    che Arte sta per apertura.
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    Apertura all'altro. Apertura al diverso.
  • 8:12 - 8:16
    Non rinchiudersi mai
    nelle proprie certezze,
  • 8:16 - 8:20
    perché da lì si determina
    una chiusura totale
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    verso il nuovo e anche il bello.
  • 8:24 - 8:28
    Responsabilità: R come responsabilità.
  • 8:28 - 8:31
    Vi è una responsabilità, da parte nostra,
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    a stare all'interno
    della comunità [in cui] viviamo.
  • 8:35 - 8:38
    Non a caso, oggi, ho messo il pin
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    degli obiettivi
    per lo sviluppo sostenibile:
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    17 obiettivi - vi prego, leggeteli,
  • 8:45 - 8:49
    perché sono parte integrante della regola
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    che permette al nostro futuro di essere.
  • 8:54 - 8:56
    E quindi, questa
    grandissima responsabilità
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    che abbiamo come individui
    ma anche come comunità.
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    Trasparenza: la T di trasparenza
    è importantissima,
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    perché ci permette, anche,
    di comprendere quanto importante è
  • 9:11 - 9:18
    poter contare su qualcosa che conosciamo,
    che condividiamo, che co-costruiamo.
  • 9:19 - 9:24
    Il vantaggio di avere
    delle politiche costruite dal basso,
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    dove le istituzioni cooperano
    con l'ambiente che hanno attorno.
  • 9:32 - 9:35
    Ambiente di Società Civile,
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    ambiente di impresa e ambiente di ricerca.
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    Questa quadrupla elica,
  • 9:42 - 9:48
    fondamentale per il rinnovamento
    della nostra possibilità di accogliere:
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    l'innovazione, oggi;
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    l'intelligenza artificiale domani,
    il quantum computing.
  • 9:56 - 10:03
    Ci permettono di vedere
    qualcosa in più nel nostro futuro,
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    basandoci però sulla capacità
    di poterlo assorbire.
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    Ed "E" come equilibrio, perché ovviamente
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    abbiamo bisogno di un equilibrio
    in tutte le cose che facciamo.
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    Ci dev'essere un equilibrio puro
    nella quadrupla elica,
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    ma anche nella nostra capacità
    di essere membri di una comunità.
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    E poi c'è un altro elemento:
    l'elemento della fiducia,
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    su cui noi dobbiamo riscoprire
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    i valori che questa parola ci trasmette.
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    Dobbiamo essere in grado
    di riprendere fiducia nelle istituzioni.
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    Dobbiamo essere in grado
    di riprendere fiducia
  • 10:55 - 10:57
    che il vicino di casa
  • 10:58 - 11:02
    è intenzionato a migliorare
    la nostra esistenza.
  • 11:03 - 11:05
    E la sua, esistenza.
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    Ma da solo non lo può fare,
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    così come noi, da soli,
    non lo possiamo fare.
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    La fiducia mi porta a parlarvi di Matera.
  • 11:16 - 11:23
    Matera è stata, nella prima metà
    dello scorso secolo,
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    un incubo per molti.
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    Il simbolo del degrado,
    di un'Italia arretrata,
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    che non aveva fatto il salto
    che Ivrea aveva fatto,
  • 11:40 - 11:43
    ma che anche il resto d'Italia
    stava compiendo.
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    Il sasso materano - i sassi materani,
  • 11:49 - 11:51
    il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano
  • 11:51 - 11:54
    che comportano la struttura
    di questi due quartieri
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    all'interno della città di Matera,
  • 11:56 - 12:03
    erano delle strutture abitative
    che avevano secoli di storia
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    e dove convivevano insieme
    animali e uomini,
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    dando, ovviamente,
    uno squilibrio igienico sanitario
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    molto evidente nella società.
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    E questo comporta, da parte dello Stato,
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    la volontà di imporre una dislocazione
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    all'interno della città di Matera,
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    portando via le persone dai sassi
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    e mettendole a lato, diciamo, della città
  • 12:39 - 12:46
    in nuovi quartieri,
    assolutamente di design, per l'epoca,
  • 12:46 - 12:51
    o comunque urbanisticamente
    molto ben strutturati;
  • 12:52 - 12:53
    ma c'è un problema.
  • 12:54 - 13:01
    Il progetto della Martella è un progetto
    imposto, principalmente, dall'alto;
  • 13:02 - 13:08
    e quindi ha tolto le persone
    da un luogo disperato,
  • 13:09 - 13:13
    ma non le ha ricostruite come comunità.
  • 13:14 - 13:19
    E questo porta la comunità materana
  • 13:19 - 13:23
    a riscoprire il valore
    dell'esistenza dei Sassi
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    solamente nei primi anni Ottanta.
  • 13:26 - 13:32
    E lì comincia una storia nuova,
    per Matera, una sfida fortissima:
  • 13:32 - 13:35
    ricostruire il senso dei sassi,
  • 13:36 - 13:40
    ricostruire la propria
    appartenenza alla storia,
  • 13:40 - 13:43
    e anche ricostruire la comunità.
  • 13:44 - 13:47
    E inizia così un viaggio molto importante,
  • 13:47 - 13:49
    arrivato ai giorni nostri.
  • 13:50 - 13:52
    Dieci anni fa, più o meno,
  • 13:52 - 13:56
    inizia una grandissima sfida,
    che viene proprio dal basso.
  • 13:57 - 14:00
    Vogliamo porre una sfida enorme a Matera:
  • 14:01 - 14:04
    candidarla a "Città europea della cultura"
  • 14:05 - 14:09
    Un simbolo ovviamente importantissimo
    non solo per il nostro Paese,
  • 14:09 - 14:14
    ma perché rappresenta
    una cultura totalmente eterogenea,
  • 14:14 - 14:16
    che è quella europea;
  • 14:17 - 14:22
    e quindi è l'unione
    di tantissimi segmenti culturali.
  • 14:24 - 14:29
    E qui nasce la sfida di Matera
  • 14:29 - 14:33
    "Capitale della Cultura Europea 2019".
  • 14:33 - 14:36
    Ce l'abbiamo fatta, ce l'ha fatta:
  • 14:37 - 14:41
    Matera ha ritrovato il suo senso
    di appartenenza nel mondo,
  • 14:41 - 14:48
    ha incredibilmente ripulito
    la sua identità
  • 14:48 - 14:52
    partendo proprio
    dalla volontà della comunità.
  • 14:55 - 15:01
    Oggi sentirete, così come
    si sente sempre nei TEDx,
  • 15:03 - 15:05
    l'importanza delle azioni individuali.
  • 15:06 - 15:10
    Le azioni individuali,
    come quella di Adriano Olivetti,
  • 15:10 - 15:14
    o come quella di chi
    si è inventato il motto
  • 15:14 - 15:16
    "Facciamo un paese a regola d'arte";
  • 15:17 - 15:20
    o le nostre personali esperienze
  • 15:20 - 15:26
    all'interno del nostro essere comunità
  • 15:26 - 15:33
    sono importantissime solo, e laddove,
    ci riconosciamo come comunità stessa.
  • 15:35 - 15:39
    Oggi possiamo creare valore
    solo attraverso la comunità.
  • 15:40 - 15:46
    E dev'essere una comunità aperta,
    responsabile, trasparente ed equilibrata.
  • 15:47 - 15:48
    Grazie.
  • 15:48 - 15:51
    (Applausi)
Title:
Essere comunità | Enzo Maria Le Fevre | TEDxBustoArsizio
Description:

Enzo Maria Le Fevre, Consigliere di Amministrazione della Fondazione Adriano Olivetti e Professore a contratto presso la LUISS e l’Università della Tuscia. da sempre coltiva due passioni: l’innovazione e le relazioni internazionali. Nel connubio tra le due si è sviluppato il suo impegno per la costruzione di un futuro in cui la cultura sia la trama del progresso.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
15:57

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