Perché il cittadino 2.0 ha bisogno del pensiero hacker | Gabriele Giacomini | TEDxUdine
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0:25 - 0:27Ci sono dei concetti
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0:27 - 0:32che vengono utilizzati soprattutto -
un po’ per pigrizia, un po’ per moda. -
0:32 - 0:36Uno di questi concetti
è quello di resilienza. -
0:36 - 0:38La resilienza è la proprietà di un metallo
-
0:38 - 0:43di ritornare allo stato iniziale,
dopo aver subito uno shock. -
0:43 - 0:44Ecco che, quindi,
-
0:44 - 0:47dopo la crisi economica,
soprattutto italiana, -
0:47 - 0:50tutti noi avevamo un sacco bisogno
di essere resilienti: -
0:50 - 0:53si andava ai convegni
degli imprenditori, delle associazioni, -
0:53 - 0:57e c'era appunto questa volontà
di essere resilienti. -
0:57 - 0:58Era "pensiero desiderante",
-
0:58 - 1:02si voleva tornare allo stato precedente
a quello della crisi economica. -
1:02 - 1:07Il problema, però, è che gli individui
e i gruppi di individui, le persone, -
1:07 - 1:09non sono mai resilienti.
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1:09 - 1:12Perché dopo uno shock, o dopo una crisi,
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1:12 - 1:15o involvono oppure evolvono.
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1:15 - 1:17Non sono mai resilienti, per definizione.
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1:18 - 1:22Un concetto simile è quello
di "disintermediazione". -
1:22 - 1:24In realtà il concetto
di disintermediazione -
1:24 - 1:27coglie degli aspetti
di realtà molto importanti: -
1:27 - 1:30non prenoto più il viaggio
in agenzia di viaggio, -
1:30 - 1:32ma lo faccio direttamente on line;
-
1:32 - 1:36non vado più allo sportello della banca,
ma uso l’home-banking; -
1:36 - 1:38non devo più andare
ad un comizio di un politico, -
1:38 - 1:43ma posso sentirlo in diretta,
ad esempio su Facebook. -
1:45 - 1:51Approfondiamo brevemente
il caso dell'home banking: -
1:51 - 1:56fino a 10 o 20 anni fa andavamo in banca,
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1:56 - 1:58dove c'erano un sacco di sportellisti:
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1:58 - 2:01utilizzavamo i contanti,
compilavano i moduli. -
2:01 - 2:03Ora, diciamo così,
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2:03 - 2:06la figura dello sportellista,
per una quota parte, -
2:06 - 2:08è stata disintermediata:
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2:08 - 2:10andiamo sull’home banking
e facciamo tutto lì. -
2:10 - 2:17Però l'home banking è un filtro:
non è nulla, è qualcosa, "Medium": -
2:17 - 2:20qualcosa che sta in mezzo fra noi
e quello che vogliamo fare, -
2:20 - 2:23quello di cui ci vogliamo informare.
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2:23 - 2:27E non è neutrale, lo sa benissimo
chi costruisce i siti Internet: -
2:27 - 2:30l'architettura del sito Internet
è fatta in maniera tale -
2:30 - 2:34da incentivare alcune decisioni,
alcuni comportamenti, piuttosto che altri. -
2:35 - 2:38Ecco quindi che, sì,
c'è una disintermediazione: -
2:38 - 2:41ma c'è anche una "neo-intermediazione":
-
2:41 - 2:44un’intermediazione molto diversa
da quella tradizionale, -
2:44 - 2:46ma non è che non esiste: c'è, è diversa.
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2:47 - 2:52Passiamo dall'esempio economico
a quello politico: "Occupy Wall Street". -
2:52 - 2:55Ve lo ricorderete, un movimento
di qualche anno fa di giovani -
2:55 - 2:57che protestava contro quelli
che loro ritenevano essere -
2:57 - 3:01gli abusi e gli eccessi
del capitalismo finanziario. -
3:01 - 3:03Erano giovani provenienti,
molto spesso, da New York, -
3:03 - 3:05poi da tante città e contesti urbani.
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3:05 - 3:07Volevano far passare
il loro messaggio politico: -
3:07 - 3:10twittavano, twittavano e twittavano.
-
3:10 - 3:13Però non riuscivano a finire sui "trend".
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3:13 - 3:16I trend sono quella sezione
del sito Twitter -
3:16 - 3:18in cui Twitter dice:
-
3:18 - 3:23"Be', questi tweet, questi hashtag,
sono interessanti, stanno bucando" -
3:24 - 3:27Quindi, se finisci sui trend
il tuo messaggio ha ancora più forza. -
3:27 - 3:30Eppure loro twittavano e twittavano
ma non riuscivano a passare, -
3:30 - 3:33tant'è vero che ad un certo punto
si è diffusa una voce: -
3:33 - 3:34"magari ci censurano".
-
3:35 - 3:38Diamo per scontato
che questo non sia accaduto - -
3:38 - 3:40in realtà non lo possiamo verificare,
-
3:40 - 3:43perché gli algoritmi
delle aziende private sono privati. -
3:44 - 3:47Però il punto non è questo:
il punto è che c'è una scelta editoriale. -
3:48 - 3:50E ci dice che probabilmente,
in quel periodo, -
3:50 - 3:54Twitter preferiva degli hashtag
molto diffusi sul territorio, -
3:54 - 3:56molto diffusi socialmente.
-
3:57 - 4:02Questi erano tutti ragazzi appartenenti
alla classe cosiddetta creativa, -
4:02 - 4:04erano tutti provenienti da contesti urbani
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4:04 - 4:07ed insomma non sono riusciti a passare
come avrebbero voluto. -
4:08 - 4:10È la "neo-intermediazione":
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4:10 - 4:12sono nuovi centri di potere
-
4:12 - 4:14che hanno un ruolo
nel plasmare la sfera pubblica. -
4:15 - 4:17Quali sono gli effetti?
-
4:17 - 4:21Uno degli effetti è quello che chiamano
il "paradosso del pluralismo". -
4:21 - 4:25Ora, con Internet, le voci disponibili
sono aumentate in maniera esponenziale. -
4:25 - 4:27Su questo non c'è alcun dubbio.
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4:27 - 4:31Ricorda un po' la stampa
a caratteri mobili di Gutenberg: -
4:31 - 4:33un'innovazione che portò
ad un sacco di libri, -
4:33 - 4:35un sacco di pamphlet, giornali e articoli
-
4:35 - 4:36e che fu molto importante
-
4:36 - 4:39perché costruì la sfera pubblica,
e il dibattito pubblico, -
4:39 - 4:43su cui poi si sono basate
le democrazie moderne e contemporanee. -
4:44 - 4:50Bene, questa sfera pubblica
viene rinforzata da Internet. -
4:50 - 4:54Internet, dal punto di vista quantitativo,
dà sempre maggiori informazioni. -
4:56 - 4:58Il pluralismo, però,
non è un concetto facile; -
4:58 - 5:01e Giovanni Sartori,
un grande politologo italiano, -
5:01 - 5:04dice che il pluralismo
non è soltanto "quantitativo" - -
5:04 - 5:06il numero di fonti di informazione -
-
5:06 - 5:09ma anche qualitativo,
e lo spiega con un esempio: -
5:09 - 5:12la differenza fra le fazioni medievali
e i partiti moderni. -
5:13 - 5:18Le fazioni medievali erano tantissime:
guelfi bianchi, guelfi neri, ghibellini. -
5:18 - 5:22Il problema è che quando c'era
la competizione elettorale -
5:22 - 5:23se le davano di santa ragione;
-
5:23 - 5:26e molto spesso,
chi perdeva finiva in esilio. -
5:26 - 5:30È successa una cosa simile
anche a Dante Alighieri, il Poeta. -
5:31 - 5:34Anche i partiti moderni
sono tanti, li conosciamo; -
5:34 - 5:36ma la differenza fondamentale
-
5:36 - 5:39è che se perdi le elezioni
non vieni cacciato: -
5:39 - 5:43hai il diritto di tribuna,
hai il diritto di parola, -
5:43 - 5:45puoi continuare a confrontarti.
-
5:46 - 5:50E questo è il pluralismo autentico:
non è "tante fonti di informazione" - -
5:50 - 5:53sì, è anche questo; ma non è il cuore.
-
5:53 - 5:55Il cuore è che ci sono tante voci,
-
5:55 - 5:58ma tante voci che non sono
delle monadi autoreferenziali, -
5:58 - 6:02ma che discutono, si confrontano
fra di loro, almeno in parte. -
6:04 - 6:09C'è quindi un pluralismo paradossale,
probabilmente, su Internet. -
6:09 - 6:11Perché su Internet
la quantità aumenta molto. -
6:11 - 6:12Ma la qualità?
-
6:13 - 6:14Be', della qualità hanno parlato
-
6:14 - 6:18tanti ricercatori e studiosi
americani e anche italiani. -
6:18 - 6:21Hanno parlato delle "eco chambers"
ovvero le camere dell'eco: -
6:21 - 6:25quando sono su Internet, sui social,
sulle piattaforme soprattutto, -
6:25 - 6:29la mia voce viene emessa
e mi ritorna indietro ancora più forte, -
6:29 - 6:31come se fosse appunto in una stanza vuota.
-
6:32 - 6:34E questo perché accade?
-
6:35 - 6:37Beh, gli esseri umani
tendono all’omeomofilia. -
6:37 - 6:38Cosa significa?
-
6:38 - 6:42Che frequentiamo persone o idee
che sono simili a noi, -
6:43 - 6:44e questo è naturale.
-
6:44 - 6:48Ma su Internet c'è qualcosa di più,
perché le piattaforme, innanzitutto, -
6:48 - 6:50hanno interesse a fare in modo
-
6:50 - 6:54che gli utenti delle piattaforme
stiano in questo contesto -
6:54 - 6:57perché significa più pubblicità,
-
6:57 - 7:02più dati da poter vendere,
magari aggregati, ad altre imprese. -
7:02 - 7:05Quindi l'obiettivo è che la gente
deve restare lì, il più possibile. -
7:06 - 7:07Quindi cosa bisogna dargli?
-
7:07 - 7:09Bisogna dargli quello che gli piace:
-
7:10 - 7:12se ti piacciono i cani,
ti do cani, non ti do gatti. -
7:14 - 7:20Ecco che quindi veniamo profilati,
veniamo studiati, anche con i Big Data. -
7:21 - 7:26E l'offerta che ci viene data
è un'offerta personalizzata: -
7:27 - 7:29una ricerca su Google
che faccio io su una parola -
7:29 - 7:32è diversa da quella
che farebbe un'altra persona. -
7:32 - 7:35Questo da un certo punto di vista
è molto bello, molto comodo; -
7:35 - 7:39ma per quanto riguarda la sfera pubblica
può creare dei problemi. -
7:39 - 7:40Qual è il problema?
-
7:40 - 7:41Riduce l'incontro casuale:
-
7:42 - 7:46badate bene, nella "realtà",
tra virgolette, le cose sono ben diverse. -
7:46 - 7:50Perché se io sono un dipendente pubblico,
e vado al lavoro la mattina, -
7:50 - 7:51trovo colleghi
-
7:51 - 7:58che sono stati selezionati con un bando
per le loro capacità amministrative -
7:59 - 8:02e quindi io posso essere
di centro sinistra, -
8:02 - 8:05posso incontrare
un collega del centrodestra -
8:05 - 8:06o un collega dei 5 Stelle.
-
8:06 - 8:09Magari non ci vado a bere la birra,
magari non li aggiungo su Facebook; -
8:09 - 8:11però intanto passo otto ore con loro.
-
8:12 - 8:15Il pluralismo è anche
in senso qualitativo; -
8:15 - 8:17su Internet la cosa è diversa.
-
8:17 - 8:21Ecco che quindi neo-intermediazione,
paradosso del pluralismo, -
8:21 - 8:24sono dei concetti che ci suggeriscono
-
8:24 - 8:27che ci sono dei poteri
con cui dobbiamo fare i conti -
8:27 - 8:30e che hanno delle conseguenze
sul nostro essere cittadini. -
8:31 - 8:32Quindi cosa bisogna fare?
-
8:32 - 8:34Secondo me, innanzitutto, come prima cosa
-
8:34 - 8:38bisogna non dimenticare le lezioni
della filosofia politica del passato. -
8:39 - 8:42La filosofia politica del passato
dice una cosa molto semplice: -
8:42 - 8:44che il potere cambia, ma rimane;
-
8:46 - 8:49che a spinte orizzontali
-
8:50 - 8:54vengono contrapposte
spinte centralizzate, verticistiche. -
8:55 - 8:59E fare finta che questo non ci sia
-
8:59 - 9:00non significa automaticamente vivere
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9:00 - 9:03in un mondo più libero,
più bello, più felice: -
9:03 - 9:05significa, semplicemente,
-
9:05 - 9:09non avere le chiavi di lettura
per leggere i nuovi flussi di potere. -
9:09 - 9:11I flussi di potere sono rilevanti:
-
9:11 - 9:14sono privati, le piattaforme,
le grandi aziende; -
9:14 - 9:15ma anche pubblici,
-
9:15 - 9:18perché anche lo Stato ed i Governi
-
9:18 - 9:22hanno degli strumenti di manipolazione
-
9:22 - 9:26e anche di gestione
delle masse, e degli individui, -
9:26 - 9:29sempre più forti e sempre più sofisticati.
-
9:31 - 9:33Di nuovo, però,
il passato può darci una mano, -
9:33 - 9:37può darci una chiave di lettura,
un modo in cui approcciare il problema. -
9:39 - 9:44Quello che vi propongo oggi
è il concetto di habeas corpus. -
9:45 - 9:52Parto da questo: l’habeas corpus
è stato il cardine della nostra libertà -
9:52 - 9:53e dei nostri diritti come cittadini.
-
9:55 - 9:58Il sovrano inglese, secoli fa,
-
9:58 - 10:02tentava di imporre un potere assoluto,
-
10:02 - 10:05un potere di vita e di morte
sui suoi sudditi, -
10:05 - 10:08un potere arbitrario
e slegato dalle leggi. -
10:08 - 10:13Ma a nobili e borghesi
questa cosa non andava bene -
10:13 - 10:20e imposero al sovrano di concedere
l’"Habeas corpus": "Abbi il tuo corpo". -
10:21 - 10:22L'"Habeas corpus"
-
10:22 - 10:26significa che ognuno di noi
è libero, può muoversi, è autonomo: -
10:29 - 10:34può essere bloccato solo in questioni
giustificate e non arbitrarie. -
10:35 - 10:38Però secoli fa,
quando è nato l’habeas corpus, -
10:38 - 10:40il potere era soprattutto fisico:
-
10:40 - 10:42l'erario di una monarchia, in gran parte,
-
10:42 - 10:44andava in esercito
e strumenti di repressione. -
10:44 - 10:45Ora il potere,
-
10:45 - 10:47soprattutto con le tecnologie digitali,
-
10:47 - 10:48non è soltanto fisico:
-
10:48 - 10:52è mentale, è simbolico,
è linguistico, è culturale. -
10:53 - 10:55Ecco che quindi bisogna passare
-
10:55 - 10:59da un "habeas corpus",
che resta importante e fondamentale, -
10:59 - 11:02ad un "Habeas mentem":
"Abbi la tua mente". -
11:02 - 11:04Bisogna cercare di capire
-
11:04 - 11:09quali sono i meccanismi istituzionali,
i pesi e i contrappesi, i diritti -
11:09 - 11:10che permettono ai cittadini
-
11:10 - 11:12di essere il più possibile
liberi e autonomi -
11:12 - 11:15nelle loro valutazioni
e nelle loro decisioni. -
11:15 - 11:16C'è tanto da fare.
-
11:17 - 11:18Fino a dieci anni fa,
-
11:18 - 11:21il diritto fondamentale,
quando si parlava di Internet, -
11:21 - 11:24era il diritto alla connessione,
alla connettività. -
11:24 - 11:26Il digital divide, il divario digitale:
-
11:26 - 11:28c'è chi è escluso
e chi è incluso in Internet, -
11:28 - 11:30e quindi portiamo Internet a tutti.
-
11:31 - 11:34Questa cosa è una cosa
molto importante, valevole ancora oggi; -
11:34 - 11:37ma è un po’ superata,
perché ormai con lo smartphone -
11:37 - 11:40ognuno di noi, con pochi soldi,
ha una buona connessione. -
11:41 - 11:43La sfida, ora, dei diritti
è diversa, è nuova, -
11:43 - 11:48e riguarda il diritto all'oblio,
riguarda il diritto alla privacy, -
11:48 - 11:52riguarda il diritto all'identità digitale
e alla portabilità dell'identità digitale, -
11:52 - 11:55riguarda diritti come quello
alla crittografia, -
11:55 - 11:58che ricollega agli hacker:
-
11:58 - 11:59una cosa un po’ oscura,
-
11:59 - 12:03però alla fine gli hacker sono coloro
che conoscono un sistema operativo, -
12:03 - 12:04sono consapevoli
-
12:04 - 12:07e poi sanno dove mettere le mani,
se è necessario mettere le mani. -
12:07 - 12:09La crittografia è interessante
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12:09 - 12:13perché di default, ora, la crittografia
nelle nostre comunicazioni su Internet -
12:13 - 12:15non c'è, in molti sistemi;
-
12:17 - 12:19ma questo crea nuove disuguaglianze,
-
12:19 - 12:21non è più la disuguaglianza
del digital divide. -
12:21 - 12:24È la nuova disuguaglianza basata sul fatto
-
12:24 - 12:26che c’è chi ha potere,
chi è una grande azienda -
12:26 - 12:28e ha consulenti che gli permettono
-
12:28 - 12:31di avere delle connessioni,
delle comunicazioni sicure; -
12:31 - 12:34e c’è chi è casalinga, operaio o studente
-
12:34 - 12:40e magari clicca la spunta sul regolamento
del social network, la prima volta, -
12:40 - 12:41e poi si dimentica.
-
12:42 - 12:45E questo è un problema, è un problema.
-
12:46 - 12:48E si potrebbe dire
-
12:50 - 12:53che però non abbiamo,
in fondo, nulla da nascondere. -
12:54 - 12:56Il che potrebbe essere vero,
-
12:56 - 13:01ma ora sarebbe curioso fare un esperimento
e chiamare la signora in prima fila, -
13:01 - 13:02farla venire qui
-
13:02 - 13:05e mostrarci le sue ultime
ricerche su Google. -
13:05 - 13:08Ecco, forse avrebbe qualcosa da ridire.
-
13:08 - 13:10Ma porto il concetto all'estremo,
-
13:10 - 13:14perché per afferrare un concetto
bisogna portarlo all'estremo. -
13:16 - 13:18Gli ebrei, nei secoli precedenti,
-
13:18 - 13:21frequentavano l'Europa,
si spostavano di città in città -
13:21 - 13:24e lasciavano dati, informazioni
quando si spostavano, -
13:24 - 13:26o quando facevano
una donazione in sinagoga. -
13:28 - 13:30Tutto bene
-
13:30 - 13:34Finché non arrivò il diavolo,
veramente il diavolo, -
13:34 - 13:36con i baffetti, a passo dell'oca;
-
13:38 - 13:41e vi lascio immaginare
cosa cercavano gli ufficiali nazisti, -
13:41 - 13:43quando conquistavano una nuova città.
-
13:44 - 13:47Ecco: questa cosa qui
è portata all'estremo, ovviamente. -
13:48 - 13:51Però ci suggerisce un punto fondamentale,
-
13:51 - 13:52il più importante:
-
13:52 - 13:56che quando progettiamo le istituzioni,
i diritti, i pesi e contrappesi -
13:56 - 13:59non li dobbiamo progettare
pensando ad un potere buono, -
13:59 - 14:03sempre buono, sempre gentile
e sempre generoso. -
14:03 - 14:06Perché se fosse sempre così,
non ci sarebbe bisogno di norme. -
14:06 - 14:12Dobbiamo pensare le istituzioni,
i pesi e contrappesi, i diritti -
14:12 - 14:16a quando il potere
rischia di essere cattivo, -
14:17 - 14:22rischia di approfittare
della sua posizione. -
14:23 - 14:25Io non dico, con questo discorso,
-
14:25 - 14:28che dobbiamo essere favorevoli
alla privacy e alla crittografia. -
14:28 - 14:30Non sto dicendo questo:
dico che dobbiamo pensarci, -
14:31 - 14:33che è una cosa molto diversa
e molto importante. -
14:36 - 14:42Io credo che la forma più alta di libertà,
-
14:42 - 14:44e di consapevolezza e di autonomia,
-
14:44 - 14:46sia avere la consapevolezza
-
14:46 - 14:50della fragilità della propria libertà
e della propria autonomia. -
14:51 - 14:53Non è un paradosso: è proprio così.
-
14:54 - 14:57E quindi credo che dobbiamo
ispirarci un po' al pensiero hacker: -
14:58 - 15:00essere consapevoli,
-
15:00 - 15:03e sapere dove mettere le mani
e metterle, se necessario. -
15:03 - 15:05Dobbiamo incominciare quindi
questo percorso, -
15:05 - 15:07che è tutto da costruire.
-
15:07 - 15:08Facciamo quindi in modo
-
15:08 - 15:12che le grandi potenzialità
delle tecnologie digitali -
15:12 - 15:17non siano soltanto un'involuzione,
ma siano soprattutto un'evoluzione -
15:17 - 15:20e che siano per tutti noi
un'occasione di progresso. -
15:20 - 15:22Grazie.
-
15:22 - 15:24(Applausi)
- Title:
- Perché il cittadino 2.0 ha bisogno del pensiero hacker | Gabriele Giacomini | TEDxUdine
- Description:
-
Le nuove tecnologie della comunicazione digitale stanno cambiando la sfera pubblica e la democrazia. Come dopo la scoperta della stampa a caratteri mobili si stanno aprendo inedite opportunità. Ma stanno emergendo anche grandi poteri - come quelli di Facebook o Google, ad esempio - che influenzano e condizionano con un sottile ma pervasivo “verticismo”. Sappiamo che gli algoritmi delle piattaforme, per scopi del tutto commerciali, fanno in modo che gli utenti siano esposti quasi esclusivamente alle notizie che gradiscono, sono le cosiddette echo chambers. Perché questa rivoluzione sia una evoluzione politica, e non una involuzione, i cittadini 2.0 devono diventare un po’ hacker, ovvero dei “dilettanti appassionati”: innanzitutto della propria libertà, e poi un po’ anche di informatica.
Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.
Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx
- Video Language:
- Italian
- Team:
- closed TED
- Project:
- TEDxTalks
- Duration:
- 15:32
Michele Gianella approved Italian subtitles for Perché il cittadino 2.0 ha bisogno del pensiero hacker | Gabriele Giacomini | TEDxUdine | ||
John Ockey accepted Italian subtitles for Perché il cittadino 2.0 ha bisogno del pensiero hacker | Gabriele Giacomini | TEDxUdine | ||
Michele Gianella edited Italian subtitles for Perché il cittadino 2.0 ha bisogno del pensiero hacker | Gabriele Giacomini | TEDxUdine | ||
Michele Gianella edited Italian subtitles for Perché il cittadino 2.0 ha bisogno del pensiero hacker | Gabriele Giacomini | TEDxUdine | ||
Laura Comand edited Italian subtitles for Perché il cittadino 2.0 ha bisogno del pensiero hacker | Gabriele Giacomini | TEDxUdine |