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Naufraghi nel Mediterraneo: spettatori o cittadini? | Bérengère Matta | TEDxRennes

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    12 luglio 2017.
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    È notte fonda.
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    Una barchettina di legno lascia la costa.
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    Si allontana dalle coste libiche.
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    A bordo, si ammassano
    un centinaio di passeggeri,
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    quasi tutti uomini giovani.
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    Molti non hanno mai visto il mare.
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    La maggior parte di loro
    non sa nuotare,
  • 0:50 - 0:52
    e non indossa giubbotti di salvataggio.
  • 0:54 - 0:57
    Dopo qualche ora di navigazione,
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    il motore si guasta,
    la barca va alla deriva,
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    i viaggiatori sono sperduti, spauriti,
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    senza alcun punto di riferimento,
    nel buio sconfinato del Mediterraneo.
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    Tra loro, raggomitolata a poppa,
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    si trova Constance.
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    Ha 22 anni.
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    Viaggia da sola.
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    E quella notte, davanti
    a un centinaio di sconosciuti,
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    sta per partorire.
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    (In inglese) Aquarius, Aquarius, questa è
    un'operazione di salvataggio in mare,
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    veniamo verso di voi
    con il nostro barchino.
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    (Incomprensibile) OK. OK.
  • 1:51 - 1:52
    Sono le sei del mattino
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    quando i soccorritori di SOS Méditerranée
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    scorgono da lontano, coi binocoli
  • 1:57 - 1:58
    varie imbarcazioni in difficoltà.
  • 1:59 - 2:01
    Scatta l'allarme.
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    In fretta e furia
    infilano caschi, tute e giubbotti.
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    Si calano i gommoni di salvataggio.
  • 2:10 - 2:12
    È il primo pomeriggio.
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    Dalla mattina, i salvataggi
    si susseguono.
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    Il mare è calmo, il sole picchia forte.
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    Regna un grande silenzio nell'imbarcazione
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    sulla quale Constance ha messo al mondo,
    già da qualche ora, un bambino.
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    Degli uomini l'aiutano ad alzarsi.
  • 2:30 - 2:32
    Rocco, il pilota
    del gommone di salvataggio,
  • 2:32 - 2:34
    è certamente il primo
    a incrociare il suo sguardo
  • 2:34 - 2:37
    e non scorderà mai quell'immagine.
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    Mamma e bambino sono ancora uniti
    dal cordone ombelicale.
  • 2:46 - 2:49
    Bisogna trasbordarli
    dalla barca al gommone,
  • 2:49 - 2:51
    l'una e l'altro assieme.
  • 2:51 - 2:53
    E questo sull'acqua,
    coi due natanti che ballano.
  • 2:54 - 2:56
    L'operazione è delicatissima.
  • 2:56 - 2:58
    Tutti guardano, col fiato sospeso.
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    Una volta al sicuro sullo Zodiac,
  • 3:06 - 3:08
    vengono portati a bordo dell'Aquarius.
  • 3:08 - 3:11
    A bordo, li accoglie un'ostetrica
  • 3:11 - 3:13
    che li accompagna nella clinica
  • 3:13 - 3:17
    e può infine separarli,
    tagliando il cordone.
  • 3:18 - 3:21
    Christ è il quinto bambino
    nato a bordo della nave-ambulanza
  • 3:21 - 3:24
    di SOS Méditerranée
    e di Medici Senza Frontiere
  • 3:24 - 3:28
    dopo Alex, Newman, Favour e Mercy.
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    Per i soccorritori, ogni volta
    è un piccolo miracolo
  • 3:33 - 3:35
    all'interno di un dramma annunciato.
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    In totale, quel giorno,
  • 3:40 - 3:42
    vengono soccorse 860 persone
  • 3:42 - 3:45
    che poi saranno sbarcate
    in un porto sicuro, in Italia.
  • 3:49 - 3:51
    Anche voi forse, come me, vi chiederete
  • 3:51 - 3:54
    cosa possa spingere
    una donna giovane, incinta,
  • 3:54 - 3:56
    ad attraversare il Mediterraneo
    in condizioni simili.
  • 3:58 - 4:01
    Della storia di Constance
    io conosco solo qualche frammento
  • 4:01 - 4:04
    che ci ha riportato
    un fotografo, Bruno Fert,
  • 4:04 - 4:06
    imbarcato sull'Aquarius nel luglio 2017.
  • 4:07 - 4:09
    L'abbandono da parte del padre.
  • 4:10 - 4:14
    L'incontro col suo compagno,
    dal quale poi è stata separata.
  • 4:14 - 4:16
    La detenzione in Libia.
  • 4:16 - 4:18
    I maltrattamenti subiti.
  • 4:18 - 4:21
    La notte in cui è riuscita
    a sfuggire ai suoi carcerieri.
  • 4:22 - 4:25
    Sono migliaia le testimonianze
    raccolte a bordo dell'Aquarius
  • 4:25 - 4:28
    dall'inizio delle operazioni,
    nel febbraio del 2016.
  • 4:30 - 4:33
    Eritrea, Sudan, Nigeria.
  • 4:35 - 4:37
    I naufraghi soccorsi
    nel Mediterraneo centrale
  • 4:37 - 4:40
    vengono per lo più
    dall'Africa subsahariana.
  • 4:40 - 4:42
    Sono fuggiti da un conflitto armato,
  • 4:43 - 4:47
    da una dittatura, dal terrorismo,
  • 4:47 - 4:49
    da una grande instabilità
    politica o economica,
  • 4:49 - 4:52
    da condizioni di maltrattamento
    o da un matrimonio forzato.
  • 4:52 - 4:55
    Alcuni hanno vissuto
    per mesi, se non per anni,
  • 4:55 - 4:58
    in un campo per rifugiati,
    in condizioni molto precarie.
  • 4:58 - 5:01
    Impossibile, là, portare avanti gli studi
  • 5:01 - 5:03
    o guadagnare qualcosa
  • 5:03 - 5:05
    per far fronte alle necessità
    dei familiari rimasti a casa.
  • 5:06 - 5:09
    E allora, han deciso di andarsene.
  • 5:10 - 5:13
    E, pur rendendosi conto, in parte,
    dei rischi cui andavano incontro,
  • 5:13 - 5:18
    hanno intrapreso un viaggio
    lungo e pericoloso.
  • 5:20 - 5:22
    Prima di arrivare in Libia
  • 5:22 - 5:25
    hanno dovuto percorrere
    migliaia di chilometri
  • 5:25 - 5:27
    lungo il continente africano,
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    attraversare il deserto del Sahara,
    dove la temperatura può toccare i 50°C.
  • 5:31 - 5:33
    Quando i loro camioncini si guastano,
  • 5:33 - 5:36
    trafficanti senza scrupoli
    abbandonano i passeggeri nel deserto,
  • 5:36 - 5:38
    senza cibo né acqua.
  • 5:38 - 5:43
    E se qualcuno, ahimè,
    cade da un camion stracarico,
  • 5:43 - 5:45
    ben di rado viene recuperato.
  • 5:48 - 5:51
    Contrariamente a quanto si crede,
  • 5:51 - 5:54
    alla partenza non intendono
    andare tutti in Europa.
  • 5:54 - 5:55
    Tutt'altro.
  • 5:55 - 5:58
    L'anno scorso fu ricordato
    da un rappresentante dell'ONU
  • 5:58 - 6:02
    che il 64% delle persone arrivate in Libia
    aveva raggiunto la destinazione finale.
  • 6:04 - 6:08
    Questo ricco Paese petrolifero
    è sempre stato una fonte di impiego
  • 6:08 - 6:11
    per i lavoratori migranti,
    soprattutto nell'edilizia.
  • 6:15 - 6:18
    Una volta in Libia, però,
    molti sono rapiti
  • 6:18 - 6:21
    e sequestrati in centri
    gestiti da bande armate
  • 6:21 - 6:24
    o da milizie riconvertite
    nel lucroso traffico di esseri umani.
  • 6:25 - 6:28
    Sono ridotti ai lavori forzati,
  • 6:28 - 6:32
    torturati per ottenere
    un riscatto dalle loro famiglie,
  • 6:33 - 6:37
    affamati, e a volte venduti come schiavi.
  • 6:39 - 6:41
    La maggior parte
    delle donne e delle ragazze
  • 6:41 - 6:44
    sono vittime di stupri
    e di violenze sessuali,
  • 6:44 - 6:48
    e anche molti uomini e ragazzi,
    benché sia meno noto.
  • 6:50 - 6:53
    A tutt'oggi, restano bloccati
    in Libia 700.000 migranti.
  • 6:53 - 6:58
    Un Paese che conosce, già da un mese,
    una nuova esplosione di violenza armata.
  • 6:58 - 7:02
    Di questi, 45.000 ricadono
    sotto la Convenzione di Ginevra del 1951,
  • 7:02 - 7:05
    vale a dire che possono chiedere
    lo status di rifugiati.
  • 7:07 - 7:10
    Ma questo status, in Libia,
    non è riconosciuto.
  • 7:11 - 7:15
    Per sfuggire a questo inferno, quindi,
    spesso hanno una sola strada:
  • 7:16 - 7:17
    il Mediterraneo.
  • 7:23 - 7:25
    Quella notte del 12 luglio del 2017,
  • 7:25 - 7:28
    quando i trafficanti han gridato
    a Constance e agli altri viaggiatori
  • 7:28 - 7:30
    di correre verso le barche di legno,
  • 7:30 - 7:33
    molti hanno esitato a farlo.
  • 7:33 - 7:37
    Quelle imbarcazioni non assomigliavano
    affatto a quanto era stato promesso.
  • 7:37 - 7:39
    La pericolosità della traversata
    diventava palese.
  • 7:39 - 7:42
    Come sperare di raggiungere
    l'altra sponda del Mediterraneo
  • 7:42 - 7:47
    su simili imbarcazioni, stracariche,
    senza capitano, giubbotti di salvataggio,
  • 7:47 - 7:50
    con così poca acqua,
    poco cibo e carburante?
  • 7:52 - 7:55
    Ma non potevano più tirarsi indietro.
  • 7:55 - 7:56
    Avevano pagato.
  • 7:58 - 8:01
    Quei soldi, raccolti a fatica,
    non glieli avrebbero restituiti
  • 8:01 - 8:03
    e i riottosi sarebbero stati picchiati.
  • 8:03 - 8:05
    Uccisi, forse
  • 8:05 - 8:09
    Dicono loro di andare sempre dritto
  • 8:10 - 8:12
    per uscire rapidamente
    dalle acque territoriali libiche,
  • 8:12 - 8:16
    di puntare alle luci che si scorgevano
    abbastanza chiare all'orizzonte,
  • 8:16 - 8:18
    che l'Italia era appena
    a tre ore di navigazione.
  • 8:19 - 8:21
    Ma ben presto si sono resi conto
  • 8:21 - 8:23
    che quelle erano le luci
  • 8:23 - 8:26
    delle piattaforme petrolifere
    in mare aperto.
  • 8:26 - 8:28
    E nessuno aveva detto loro
  • 8:28 - 8:31
    che in realtà ci sarebbero voluti
    dai tre ai cinque giorni
  • 8:31 - 8:33
    per raggiungere
    il porto sicuro più vicino,
  • 8:34 - 8:38
    a condizione di saper navigare
    e di avere un'imbarcazione adeguata,
  • 8:38 - 8:42
    e che, senza soccorsi,
    non sarebbero mai potuti arrivare.
  • 8:44 - 8:45
    Negli ultimi cinque anni,
  • 8:45 - 8:49
    quasi 20.000 persone,
    tra uomini, donne e bambini,
  • 8:49 - 8:51
    sono morte annegate nel Mediterraneo.
  • 8:55 - 8:57
    E poiché non è accettabile
  • 8:57 - 8:59
    lasciar morire degli esseri umani
    alle porte dell'Europa,
  • 8:59 - 9:02
    Klaus Vogel, capitano
    della marina commerciale tedesca,
  • 9:02 - 9:04
    e la francese Sophie Beau,
    operatrice umanitaria,
  • 9:04 - 9:06
    hanno deciso di creare, assieme,
  • 9:06 - 9:11
    un'associazione civile europea
    di salvataggio in mare: SOS Méditerranée.
  • 9:13 - 9:15
    Con un drappello di altri cittadini,
  • 9:15 - 9:18
    io ho risposto al loro appello
    all'inizio del 2015,
  • 9:18 - 9:21
    e mi sono lanciata nell'avventura.
  • 9:23 - 9:26
    Avevo già lavorato parecchi anni
    nel settore umanitario,
  • 9:26 - 9:28
    ma oggi non opero più sul campo:
  • 9:28 - 9:31
    non sono un marinaio,
    non salvo vite in mare.
  • 9:32 - 9:35
    Ma con altri dipendenti
    e molte centinaia di volontari,
  • 9:35 - 9:37
    cittadini impegnati,
  • 9:37 - 9:40
    contribuisco a un'altra missione
    dell'associazione,
  • 9:40 - 9:41
    altrettanto essenziale:
  • 9:41 - 9:44
    testimoniare, informare,
    sensibilizzare la gente
  • 9:44 - 9:47
    al dramma umano in atto nel Mediterraneo.
  • 9:49 - 9:52
    Nelle scuole, ci rivolgiamo
    soprattutto ai più giovani.
  • 9:54 - 9:56
    E questo è estremamente motivante.
  • 9:56 - 9:59
    Sono curiosi, avidi d'informazioni.
  • 9:59 - 10:02
    E nelle nostre visite di sensibilizzazione
    le domande arrivano a raffica.
  • 10:02 - 10:05
    Ce n'è una ricorrente:
  • 10:05 - 10:10
    "Di fronte alla situazione che descrivete,
    perché gli Stati europei non fanno nulla?"
  • 10:13 - 10:15
    Occorre tornare indietro di qualche anno:
  • 10:15 - 10:17
    Il tre ottobre 2013,
  • 10:17 - 10:20
    un pescherecchio si capovolge
    al largo di Lampedusa,
  • 10:20 - 10:22
    facendo 366 vittime.
  • 10:22 - 10:24
    A bordo erano stipate 500 persone.
  • 10:25 - 10:29
    Questo dramma si svolge all'alba,
    vicinissimo alle coste siciliane;
  • 10:29 - 10:31
    ed è talmente forte,
    l'emozione dell'opinione pubblica,
  • 10:31 - 10:34
    che il Governo italiano
    decide di mettere in piedi
  • 10:34 - 10:37
    un'operazione di salvataggio
    su grande scala.
  • 10:38 - 10:43
    Un'operazione militare e umanitaria
    ribattezzata Mare Nostrum,
  • 10:43 - 10:47
    che permette, in meno di un anno,
    di salvare 150.000 vite.
  • 10:48 - 10:51
    Ma nell'ottobre del 2014,
  • 10:51 - 10:53
    in mancanza di sostegno
    degli altri Paesi europei,
  • 10:53 - 10:55
    l'Italia decide di mettervi fine.
  • 10:55 - 10:59
    Da allora, non esistono più mezzi statali
  • 10:59 - 11:03
    dedicati alla ricerca e al soccorso
    delle imbarcazioni in mare.
  • 11:06 - 11:11
    Eppure, nel novembre 2014,
    dalle coste turche e africane,
  • 11:11 - 11:14
    si continua a prendere il mare,
    rischiando la vita.
  • 11:14 - 11:19
    E l'inverno seguente sarà il più tragico
    della storia del Mediterraneo.
  • 11:20 - 11:23
    Nonostante l'emergenza umanitaria
    nel Mediterraneo,
  • 11:23 - 11:26
    l'Europa continua a non predisporre
    strumenti adeguati e coordinati
  • 11:26 - 11:30
    per soccorrere i naufraghi
    e portarli al sicuro.
  • 11:30 - 11:32
    Ancor peggio, si criminalizzano
  • 11:32 - 11:35
    le organizzazioni non governative
    di soccorso in mare,
  • 11:35 - 11:37
    accusandole d'attirare ancor più migranti.
  • 11:37 - 11:39
    La presenza di navi civili
  • 11:39 - 11:41
    nelle acque internazionali
    al largo della Libia
  • 11:41 - 11:43
    inciterebbe i clandestini
    a correre dei rischi!
  • 11:43 - 11:47
    Ma chi oserebbe dire che le ambulanze
    incoraggiano gli incidenti stradali?
  • 11:49 - 11:52
    Tutte le ONG di soccorso in mare
    sono oggetto di diffamazione,
  • 11:52 - 11:55
    di molestie amministrative,
  • 11:55 - 11:57
    di procedure giudiziarie,
  • 11:58 - 12:00
    navi sequestrate,
  • 12:00 - 12:02
    revoca delle bandiere,
  • 12:02 - 12:04
    accuse di favorire
    l'immigrazione clandestina;
  • 12:04 - 12:07
    addirittura di complicità
    con i trafficanti.
  • 12:09 - 12:15
    Eppure, assistere le persone in pericolo,
    in mare come a terra, è un dovere.
  • 12:15 - 12:17
    È non tendere la mano,
    semmai, che è criminale.
  • 12:17 - 12:21
    Chi rimette in discussione
    questo dovere di assistenza,
  • 12:21 - 12:25
    rimette in discussione
    il fondamento stesso delle nostre società:
  • 12:25 - 12:30
    l'umanità, la fraternità,
    il rispetto della dignità umana
  • 12:30 - 12:34
    non sono tutti valori fondamentali
    dell'Unione Europea?
  • 12:34 - 12:37
    Il Mediterraneo centrale
    è diventato una zona franca
  • 12:37 - 12:41
    perché vi si irride, in totale impunità,
    il diritto marittimo internazionale.
  • 12:42 - 12:44
    Chiusura dei porti italiani
  • 12:44 - 12:47
    alle persone soccorse
    al largo della Libia: illegale.
  • 12:47 - 12:51
    Superstiti respinti nell'inferno
    da cui tentano, giustamente, di fuggire:
  • 12:51 - 12:52
    illegale.
  • 12:52 - 12:55
    Il sostegno logistico,
    e finanziario, degli Stati UE
  • 12:55 - 12:57
    alle autorità marittime libiche:
  • 12:57 - 12:58
    inaccettabile.
  • 12:58 - 13:02
    Inaccettabile, quando sappiamo
    che dei guardiacoste libici
  • 13:02 - 13:04
    hanno messo in pericolo,
    deliberatamente, la vita
  • 13:04 - 13:07
    di chi avrebbero dovuto
    soccorrere in mare,
  • 13:07 - 13:12
    rispingendoli in acqua
    e minacciandoli con le armi.
  • 13:12 - 13:15
    E poi le testimonianze dei superstiti,
  • 13:15 - 13:18
    che spiegano che quelli
    che li avevano intercettati in mare
  • 13:18 - 13:21
    erano spesso gli stessi
    che ce li avevano spinti.
  • 13:21 - 13:23
    Allora, come spiegare
  • 13:23 - 13:27
    agli adolescenti che incontriamo
    nelle scuole e nei licei francesi
  • 13:27 - 13:28
    che i nostri dirigenti,
  • 13:28 - 13:32
    per i quali il traffico organizzato
    di esseri umani e la schiavitù in Libia
  • 13:32 - 13:34
    sono dei crimini contro l'umanità,
  • 13:34 - 13:38
    sostengono con le loro politiche
    chi perpetra questi crimini?
  • 13:46 - 13:48
    Con la forte riduzione
  • 13:48 - 13:52
    delle capacità di ricerca
    e salvataggio nel Mediterraneo
  • 13:52 - 13:56
    c'è stato un drammatico aumento
    del tasso di mortalità.
  • 13:57 - 14:00
    Oggi, chi si imbarca
    da una spiaggia libica
  • 14:00 - 14:04
    ha una probabilità su otto
    di morire annegato.
  • 14:06 - 14:10
    L'anno scorso, 2.300 persone -
    uomini, donne e bambini -
  • 14:11 - 14:14
    sono annegate tentando
    di raggiungere l'Europa.
  • 14:14 - 14:15
    Che lo vogliamo o no,
  • 14:15 - 14:17
    dobbiamo tutti fare i conti
  • 14:17 - 14:19
    con questa tragedia umana
    nel Mediterraneo:
  • 14:19 - 14:21
    nessuno può ignorarla.
  • 14:22 - 14:28
    Con l'Aquarius, abbiamo portato soccorso
    a quasi 30.000 persone
  • 14:28 - 14:33
    nel corso di 250 operazioni
    condotte senza tregua per quasi tre anni.
  • 14:34 - 14:37
    Abbiamo dovuto rinunciare all'Aquarius:
  • 14:37 - 14:40
    ma ripartiremo, appena possibile,
    con una nuova nave,
  • 14:40 - 14:43
    per portare avanti, costi quel che costi,
    la nostra missione:
  • 14:43 - 14:44
    salvare delle vite,
  • 14:44 - 14:46
    proteggere i superstiti
  • 14:46 - 14:48
    e testimoniare.
  • 14:49 - 14:55
    Non serve essere marinai,
    medici o ostetriche per agire.
  • 14:56 - 15:00
    Ciascuno di noi, nel suo piccolo,
    può contribuire a salvare vite in mare.
  • 15:02 - 15:04
    Vi chiedete come?
  • 15:04 - 15:07
    Le traversate e i naufragi
    nel Mediterraneo continuano.
  • 15:07 - 15:09
    Non giratevi dall'altra parte.
  • 15:09 - 15:11
    Parlatene nella vostra cerchia:
  • 15:11 - 15:15
    ai figli, ai genitori,
    agli amici, ai colleghi.
  • 15:16 - 15:19
    Unitevi alle nostre squadre di volontari
  • 15:19 - 15:25
    per partecipare alla sensibilizzazione
    e alla mobilitazione della società civile.
  • 15:25 - 15:30
    Fate un dono per contribuire
    ai costi d'armamento di una nuova nave
  • 15:30 - 15:32
    e alle operazioni di salvataggio.
  • 15:32 - 15:35
    Tutti questi gesti, queste iniziative
  • 15:35 - 15:37
    sono mani tese verso coloro
  • 15:37 - 15:40
    che rischiano quotidianamente la vita
    nella speranza di un futuro migliore.
  • 15:42 - 15:46
    Di fatto, è soprattutto
    una questione di scelta.
  • 15:47 - 15:50
    Scegliamo di rimanere spettatori?
  • 15:50 - 15:52
    O scegliamo di impegnarci come cittadini?
  • 15:57 - 15:59
    Un anno dopo il suo salvataggio in mare,
  • 16:01 - 16:04
    abbiamo avuto notizie di Constance.
  • 16:05 - 16:08
    Lasciata l'Italia,
  • 16:08 - 16:10
    aveva varcato il Col de l'Échelle,
  • 16:10 - 16:13
    col bimbo tra le braccia,
    a più di 1.700 metri d'altitudine,
  • 16:13 - 16:15
    per entrare in Francia.
  • 16:18 - 16:21
    Ho dimenticato di dirvi
    che Constance veniva dal Camerun.
  • 16:22 - 16:25
    Ma è davvero importante?
  • 16:26 - 16:29
    Per i soccorritori
    che le hanno teso la mano,
  • 16:29 - 16:33
    quel 12 luglio 2017, in alto mare,
  • 16:33 - 16:38
    non era una camerunese,
    né una rifugiata, né una migrante:
  • 16:38 - 16:42
    era solo una persona
    in difficoltà in mare.
  • 16:43 - 16:45
    Quali che siano le nostre differenze,
  • 16:45 - 16:48
    quello che ci unisce a Constance,
    e a tutti i superstiti,
  • 16:48 - 16:51
    è un solo e unico sentimento.
  • 16:52 - 16:55
    Un sentimento intenso,
  • 16:55 - 16:57
    un sentimento prezioso,
  • 16:57 - 17:00
    un sentimento universale:
  • 17:00 - 17:02
    la voglia di vivere.
  • 17:02 - 17:04
    Grazie.
  • 17:04 - 17:08
    (Applausi)
Title:
Naufraghi nel Mediterraneo: spettatori o cittadini? | Bérengère Matta | TEDxRennes
Description:

L'associazione SOS Méditerranée ha salvato 30.000 vite nel corso di 250 operazioni eseguite senza tregua per quasi tre anni. Bérengère Matta, delegata della regione Grand Ouest, spiega le ragioni geopolitiche alla base di queste tragedie umane nel Mediterraneo centrale. In fuga dall'inferno della Libia, uomini, donne e bambini non hanno altra possibilità se non cercare di attraversare il mare su barche di fortuna.

Che ci piaccia o no, tutti noi dobbiamo fare i conti con questa tragedia umana e nessuno può ignorarla. Ne va del nostro senso civico. Quali che siano le nostre differenze, condividiamo lo stesso sentimento con queste persone in difficoltà: la voglia di vivere!

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
French
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
17:18

Italian subtitles

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