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Non mettiamo fine alle nostre città | Daniel Medvedovsky | TEDxParqueSanCarlos

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    Tutti coloro che sono cresciuti
    in piccole città
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    sono sicuro che almeno una volta
    hanno detto:
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    ''Qui non ci sono opportunità.
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    Non c'è niente da fare.
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    Non posso trovare un lavoro fisso.
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    Non riesco a realizzarmi come vorrei.''
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    Attenzione! In quel momento
    entra in scena una persona,
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    di solito anziana, capelli grigi e pancia
    grande quanto le sue esperienze,
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    senza offendere nessuno,
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    per ricordarci che le cose
    erano meglio prima.
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    È davvero così?
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    Oppure, non sappiamo approfittare
    di ciò che le città possono offrirci?
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    Pensando a questo,
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    mi vengono in mente i miei vecchi amici:
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    Juancho, Franco ed Emanuel.
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    La foto che state vedendo
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    fu scattata nel 2009,
    quando eravamo al liceo.
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    Che posso dirvi dei miei amici?
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    Voglio loro bene,
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    sono come i miei fratelli
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    e sono tre ragazzi molto intelligenti
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    che, solo perché non avevano
    le risorse necessarie
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    per poter studiare quello che volevano,
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    rimaserò qui in città, e,
    sorprendentemente,
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    fin ad oggi, non sono stati in grado
    di trovare un lavoro
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    che avrebbe permesso loro di trasformare
    i sogni in realtà.
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    Per quanto mi riguarda,
    sono il quarto in questa foto,
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    la mancanza delle opportunità
    si è sentita anche per me.
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    I miei genitori, che lavorano duramente
    hanno fatto tanti sforzi
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    per far sì che io studiassi
    quello che volevo,
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    perché lo sapevano,
    lo sapevo anch'io,
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    che se fossi rimasto qui in città,
    anche se avrei studiato qualcosa,
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    era probabile che il mio futuro
    sarebbe stato privo di opportunità.
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    Vi siete mai chiesto perché
    succede tutto questo?
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    Nel ventunesimo secolo.
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    Viviamo in questo fenomeno
    che conosciamo come globalizzazione,
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    in cui accadono eventi e progressi
    ad una velocità che ci sorprende,
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    abattendo confini e barriere
    che esistono tra le persone.
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    In questo contesto, le città
    saranno sempre più importanti.
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    Siamo onesti: sono la nostra casa.
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    E le creiamo e ricreiamo
    ad ogni passo che facciamo.
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    Si stima che entro il 2050,
    68 per cento della popolazione mondiale
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    vivrà nelle città.
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    Per aiutarvi a capire meglio,
    significa quasi 7 persone su 10
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    in tutto il mondo.
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    Sette persone su dieci.
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    Se il numero delle persone
    che scelgono di vivere in città aumenta,
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    significa che è lì che abbiamo
    maggiore possibilità di fare progressi.
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    Allora perché,
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    mentre alcune città
    sembrano intrappolate nel passato
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    altre progrediscono, sono vivaci,
    tutti vogliono visitarle
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    e tutti vogliono viverci?
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    Vi darò una parola chiave
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    e voglio che la ricordiate
    dopo che ve ne andrete
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    per tornare a casa.
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    Strategia.
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    Se vogliamo che la globalizzazione
    sia utile per le nostre città
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    per offrire maggiori opportunità
    alle persone,
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    dobbiamo uscire nel mondo
    in modo strategico.
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    Una delle cose che mi preoccupa
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    come futuro professionista
    nel settore delle relazioni internazionali
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    è proprio questo:
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    collegando le città
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    alle opportunità
    che il mondo ha da offrirci.
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    Non in modo indiscriminato,
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    ma evidenziando le nostre qualità,
    il nostro potenziale,
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    e cercando di ridurre l'impatto
    che il mondo può avere
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    sulle nostre debolezze.
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    Ora, si potrebbe dire:
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    Come si può realizzare tutto questo?
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    Attraverso progetti concreti che migliorano
    la qualità della vita della gente
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    e evitando la migrazione altrove
    alla ricerca di un futuro migliore.
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    Di nuovo, mi vengono in mente
    i miei amici.
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    Questa è una foto di qualche mese fa.
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    Al primo impatto,
    si notano un paio di cose.
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    Innanzitutto, abbiamo aggiunto
    un quinto amico, fedele al gruppo.
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    Sapete chi?
  • 5:48 - 5:50
    L'alcol.
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    Secondo, possiamo dire anche
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    che esiste un rapporto inversamente
    proporzionale tra di loro.
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    Mentre la qualità delle foto migliora,
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    le persone rappresentate peggiorano.
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    (Risate)
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    Alcuni hanno preso qualche chilo,
    altri hanno meno capelli,
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    ma sapete cosa condividiamo,
    fino ad oggi,
  • 6:13 - 6:17
    oltre il profondo affetto
    che proviamo l'uno per l'altro?
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    Il segno di mancanza di opportunità.
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    Franco, per esempio,
    quello nella mia destra in questa foto,
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    era un campione nazionale
    alle Olimpiadi di Geografia nel 2012.
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    Il campione nazionale.
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    Ma oggi,
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    per quanto si dedichi a studiare
    per diventare un insegnante di geografia,
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    non ha tempo perché
    deve lavorare da lunedì a lunedì
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    solo per guadagnarsi da vivere.
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    Poi c'è Juancho,
    quello alla mia sinistra nella foto.
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    Qui era il suo compleanno.
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    Juancho voleva studiare qualcosa
    relativo al settore della difesa
  • 7:01 - 7:04
    per potersi unire alle forze dell'ordine
    del nostro paese.
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    Ma, siccome non ha avuto
    questa possibilità,
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    lui continua a cambiare lavoro,
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    incapace di trovare ciò che ama davvero.
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    E non riesce a trovare neanche un lavoro
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    per avere una sufficiente
    indipendenza economica.
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    L'ultimo, questo è Emanuel,
    un genio del computer.
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    Non potete imaginare quanto è bravo.
    Riesce a sistemare tutto.
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    Ma dopo aver lavorato tutto il giorno
    nel suo negozio,
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    il negozio che ha costruito da zero,
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    va in università a studiare
    programmazione,
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    e non può raggiungere il suo potenziale
    e continuare a imparare ciò che gli piace
  • 7:41 - 7:43
    perché gli mancano gli strumenti necessari
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    per mancanza di fondi all'università.
  • 7:47 - 7:49
    Il ragazzo studia programmazione
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    e non ha nemmeno i programmi giusti
    sul computer per farlo.
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    La cosa peggiore di questo
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    è che noi, in quanto giovani,
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    non siamo inferiori al resto del mondo
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    non siamo affatto diversi.
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    Sapete, di recente
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    ho avuto la fortuna di essere stato scelto
    tra un gruppo selezionato
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    di otto giovani leader mondiali
    per partecipare a un seminario
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    a Nuova Delhi, la capitale dell'India,
    per una settimana.
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    Ho rappresentato l'Argentina,
    ero l'unico argentino,
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    è stata un'esperienza incredibile,
    a dir poco.
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    Cioè, mi è rimasta impressa.
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    Ho imparato tante cose.
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    Oggi vorrei condividere con voi
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    due cose:
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    la prima, ci sono milioni di cose,
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    e questo non sarò mai in grado
    di dirlo con sufficiente enfasi
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    affinché possiate capirlo,
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    ma ci sono milioni di opportunità là fuori
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    per tutti.
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    Bisogna cercarle, non arrivano da sole.
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    E la seconda, ma non meno importante,
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    le nostre risorse da argentini,
    sono brillanti.
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    Non abbiamo niente da invidiare
    ai giovani americani
  • 9:20 - 9:22
    né ai cinesi, né a nessun altro.
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    Sapete cosa li contraddistingue da noi?
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    Hanno uno stato che li aiuta
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    e offre delle opportunità in modo
    che possano svilupparsi.
  • 9:36 - 9:42
    Di nuovo, vogliamo città migliori?
    Dobbiamo uscire nel mondo strategicamente.
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    Mi ricordo quando andai
    per la prima volta a Rosario,
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    per studiare,
    tre giorni prima di compiere 18 anni.
  • 9:53 - 9:57
    Ero un bambino, un bambino spaventato,
    avevo tanta paura.
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    Non sono mai riuscito a dirlo in pubblico,
    perché è molto difficile per me,
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    ma tutti quelli intorno a me sanno
    quello che ho dovuto passare.
  • 10:10 - 10:13
    È molto difficile lasciare
    la propria città, la propria casa.
  • 10:14 - 10:16
    È come lasciare un pezzo di cuore.
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    Anche se sono passati sei anni,
    mi sento ancora così.
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    Quindi se non volete che questo
    accada a voi, né ai vostri amici,
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    o a chiunque voi conosciate,
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    è necessario fornire strumenti
    ai nostri giovani
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    affinché stiano nelle loro città
    e possano crescere lì.
  • 10:39 - 10:40
    Dopotutto,
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    cosa può essere meglio
    che aiutare la città dove sei nato?
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    E con una strategia possiamo farcela.
  • 10:51 - 10:56
    Imaginate quanto geniale
    sarebbe stato Franco
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    se avesse potuto dedicarsi
    completamente alla geografia.
  • 11:02 - 11:06
    O Juancho, se oggi facesse parte
    delle forze dell'ordine
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    del nostro paese.
  • 11:08 - 11:12
    O nel caso di Emanuel,
    se avesse i programmi necessari
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    per poter studiare quello che gli piace.
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    Così ...
  • 11:19 - 11:20
    Così eh? ...
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    Così vedete
    la mancanza delle opportunità.
  • 11:26 - 11:30
    Nel caso in cui quello che dico
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    non vi convinca
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    e volete un altro esempio --
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    Guardate.
  • 11:40 - 11:41
    Guardate questo.
  • 11:43 - 11:49
    Questo è il tatuaggio che feci quando
    fui finalmente in grado di superare
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    la profonda depressione che mi distrusse
    quando dovetti lasciare la mia città,
  • 11:57 - 12:03
    dopo due tentativi di suicidio
    e sostegno psicologico,
  • 12:04 - 12:08
    è stato molto,
    molto difficile da superare.
  • 12:10 - 12:12
    Se vogliamo che queste cose
    smettano di accadere,
  • 12:13 - 12:16
    dobbiamo uscire nel mondo strategicamente.
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    Vi prego, non mettiamo fine
    alle nostre città.
  • 12:21 - 12:23
    Grazie.
Title:
Non mettiamo fine alle nostre città | Daniel Medvedovsky | TEDxParqueSanCarlos
Description:

Daniel è uno studente di relazioni internazionali presso l'Università Nazionale di Rosario e, in giovane età, ha avuto l'opportunità di socializzare con i giovani leader da tutto il mondo in vari eventi, in Austria, Cile e, di recente, in India, dove ha viaggiato come rappresentante dell'Argentina in un importante programma di diplomazia. Tuttavia, non ha mai dimenticato le sue radici e ciò che considera una pietra miliare nella sua vita: i suoi amici del liceo. Ecco perché trasforma la sua esperienza in questo discorso, in cui ci racconta come le piccole città possono generare più opportunità per tutti, ma senza dimenticare Juancho, Franco ed Emanuel.

This talk was given at a TEDx event using the TED conference format but independently organized by a local community. Learn more at https://www.ted.com/tedx

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Video Language:
Spanish
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
12:32

Italian subtitles

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