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È possibile sfruttare l'energia di un buco nero? - Fabio Pacucci

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    Immaginate un lontano futuro
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    in cui gli umani siano andati oltre
    il nostro pallido puntino azzurro,
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    abbiano costruito città su pianeti
    lontani migliaia di anni-luce
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    e gestiscano una rete galattica
    di commerci e trasporti.
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    Di cosa avrebbe bisogno
    la nostra civiltà per fare questo salto?
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    Ci sono molte cose da considerare:
    come comunicheremmo?
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    Come sarebbe un governo galattico?
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    E una questione fondamentale:
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    dove prenderemmo l'energia necessaria
    per alimentare questa civiltà,
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    le industrie, le operazioni
    per terraformare e le navi spaziali?
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    Un astronomo di nome Nikolai Kardashev
    ha proposto una scala
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    per quantificare la crescente richiesta
    energetica di una civiltà in evoluzione.
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    Nel primo stadio evolutivo,
    in cui noi siamo attualmente,
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    le fonti energetiche del pianeta,
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    come i combustibili fossili,
    i pannelli solari e le centrali nucleari,
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    sono forse sufficienti
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    per raggiungere gli altri pianeti
    del sistema solare
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    ma non per andare molto oltre.
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    Per una civiltà al terzo e ultimo stadio,
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    l'espansione su scala galattica
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    richiederebbe circa 100 miliardi di volte
    più energia di tutti i 385 yottajoule
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    che il nostro sole rilascia ogni secondo.
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    Salvo una svolta nella fisica esotica,
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    c'è una sola fonte di energia
    che potrebbe essere sufficiente:
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    un buco nero supermassiccio.
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    Pensare ai buchi neri come fonti
    di energia è controintuitivo,
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    ma questo è esattamente ciò che sono,
    grazie ai loro dischi di accrescimento,
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    strutture piatte e circolari
    formate dalla materia
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    che cade nell'orizzonte degli eventi.
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    A causa della conservazione
    del momento angolare,
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    le particelle lì non precipitano
    direttamente nel buco nero,
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    ma si muovono lentamente a spirale.
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    Per effetto dell'intenso
    campo gravitazionale del buco nero,
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    le particelle convertono la loro energia
    potenziale in energia cinetica
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    mentre si avvicinano
    all'orizzonte degli eventi.
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    L'interazione fra particelle
    permette all'energia cinetica
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    di essere irradiata nello spazio
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    a una stupefacente efficienza
    di conversione della materia in energia:
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    6% per i buchi neri non rotanti
    e fino al 32% per quelli rotanti.
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    Questo mette drasticamente
    in ombra la fissione nucleare,
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    attualmente il meccanismo
    più efficiente e largamente disponibile
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    per estrarre energia dalla massa.
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    La fissione converte solamente lo 0,08%
    dell'atomo di uranio in energia.
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    Il segreto per sfruttare questa energia
    potrebbe trovarsi in una struttura
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    ideata dal fisico Freeman Dyson,
    conosciuta come la sfera di Dyson.
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    Negli anni '60, Dyson propose l'idea
    che una civiltà planetaria avanzata
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    potesse creare una sfera artificiale
    in cui racchiudere la stella principale,
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    acquisendo tutta l'energia
    irradiata dalla stella
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    per soddisfare i propri bisogni.
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    Un progetto simile, ma ben più complesso,
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    potrebbe, in teoria, essere
    applicato ai buchi neri.
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    Per produrre continuamente energia i buchi
    neri devono essere continuamente nutriti.
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    Quindi, non sarebbe il caso
    di coprirli con una sfera.
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    Anche se lo facessimo, i getti
    di plasma sparati dai poli
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    di molti buchi neri supermassicci
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    farebbero esplodere in mille pezzi
    qualsiasi struttura.
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    Invece, potremmo progettare
    una sorta di anello di Dyson
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    fatto di poderosi collettori
    controllati a distanza
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    che orbiterebbero attorno al buco nero,
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    sul piano del disco di accrescimento,
    magari, ma più lontano.
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    Questi dispositivi potrebbero usare
    pannelli a specchio
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    per trasmettere l'energia
    raccolta a una centrale
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    o a una batteria per conservarla.
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    Avremmo bisogno di assicurarci
    che i collettori siano costruiti
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    alla giusta distanza:
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    se troppo vicini si scioglierebbero
    per l'energia irradiata;
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    se troppo lontani, raccoglierebbero
    solo una piccola frazione dell'energia
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    e potrebbero essere
    disturbati dalle stelle
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    orbitanti attorno al buco nero.
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    Ci servirebbe una quantità
    equivalente a vari pianeti Terra
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    di materiale altamente
    riflettente, come l'ematite,
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    per costruire l'intero sistema,
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    più qualche pianeta smantellato
    per fare una legione di robot costruttori.
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    Una volta costruito, l'anello di Dyson
    sarebbe un capolavoro della tecnologia
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    che fornirebbe energia a una civiltà
    diffusa in ogni angolo della galassia.
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    Tutto questo può sembrare
    solo un'ipotesi fantasiosa.
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    Eppure, perfino ora,
    durante la crisi energetica,
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    dobbiamo confrontarci con la limitatezza
    delle risorse del nostro pianeta.
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    Ci sarà sempre bisogno di nuovi metodi
    per produrre energia sostenibile,
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    specialmente perché l'umanità
    lavora per la sopravvivenza
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    e il progresso tecnologico
    della nostra specie.
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    Magari esiste già una civiltà
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    che ha raggiunto
    questi giganti astronomici.
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    Potremmo anche capirlo
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    vedendo la luce dal loro buco nero
    offuscarsi periodicamente
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    quando parti dell'anello di Dyson
    passano fra noi e loro.
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    O forse queste superstrutture
    sono destinate a rimanere pura teoria.
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    Solo il tempo, e la nostra
    ingenuità scientifica, sapranno dircelo.
Title:
È possibile sfruttare l'energia di un buco nero? - Fabio Pacucci
Speaker:
Fabio Pacucci
Description:

Guarda la lezione completa: https://ed.ted.com/lessons/could-we-harness-the-power-of-a-black-hole-fabio-pacucci

Immaginate un lontano futuro in cui gli umani siano andati oltre il pianeta Terra, abbiano costruito città su pianeti lontani migliaia di anni-luce e gestiscano una rete galattica di commerci e trasporti. Di cosa avremmo bisogno per fare questo salto? E dove prenderemmo abbastanza energia per sostenere questa civiltà? Fabio Pacucci analizza la possibilità di sfruttare l'energia di un buco nero per alimentare una civiltà galattica.

Lezione di Fabi Pacucci, diretta da TOTEM Studio.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TED-Ed
Duration:
05:19

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