Avvoltoi: eroi dal vomito acido che eliminano le malattie e salvano l'ecosistema - Kenny Coogan

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Nelle praterie africane, una gazzella malata di tubercolosi esala il suo ultimo respiro. La carcassa dell'animale rischia di contaminare l'acqua, ma per l'avvoltoio questa carogna non è un problema: è un banchetto. Con uno stomaco d'acciaio in grado di digerire carne e scarti infetti, gli avvoltoi sono essenziali per rimuovere agenti patogeni pericolosi dagli ecosistemi. Kenny Coogan illustra l'importanza della squadra di pulizia del deserto.

Lezione di Kenny Coogan, diretta da Katarina Jukić.

Nelle praterie della Mauritania,

una gazzella affetta da tubercolosi
esala il suo ultimo respiro.

Giacendo vicino a un piccolo stagno,

la carcassa dell'animale
rischia di contaminare l'acqua.

Ma per la squadra di pulizia del deserto
non è un problema: è un banchetto.

Arrivando a pesare fino a 10 kg

e con un'apertura alare
di circa tre metri,

l'avvoltoio orecchiuto
è il re indiscusso delle carcasse.

Questi uccelli dal becco possente
e un forte collo

strappano facilmente la pelle dura
e il tessuto muscolare,

creando vie d'accesso dove possono scavare
gli avvoltoi più deboli.

Per il piccolo avvoltoio egiziano,
quest'immensa sfida è troppo pericolosa.

Con un'apertura alare di soli 180 cm,

quest'avvoltoio, lasciato il nido
familiare in Portogallo, migra in Africa,

usando le correnti termiche ascensionali
per rimanere in volo ore e ore.

Ma una volta arrivato, si trova ai piedi
della scala gerarchica.

Per fortuna, quel che gli manca in misure
lo recupera in intelligenza.

Individua, a pochi metri da lui,
un nido di struzzo incustodito,

pieno di uova enormi, ma impenetrabili.

Usando una grossa pietra, ne rompe una
ottenendo un meritatissimo pasto,

ma quando saranno andati via
gli uccelli più grandi,

ripasserà anche dalla gazzella.

Al di sopra del trambusto
ci sono gli avvoltoi di Rueppell.

Librandosi a un'altitudine
di oltre 11.000 metri,

questi uccelli volano più in alto
di qualunque altro animale.

Da quell'altezza non riescono a vedere
le singole carcasse.

Ma la vista dei loro colleghi avvoltoi
li guida verso il cibo.

La testa senza piume li aiuta a regolare

l'improvviso aumento della temperatura
nel momento della discesa,

oltre a mantenerli puliti quando
squarciano le carcasse delle gazzelle.

Nel giro di poche ore la carcassa
viene totalmente ripulita,

ben prima che lo specchio d'acqua
venga infettato dalla carne putrefatta.

E la tubercolosi non ha alcuna possibilità
di infettare gli avvoltoi.

Questi uccelli hanno sviluppato il pH
gastrico più basso del regno animale,

in questo modo possono digerire carcasse
e scarti infetti senza contrarre malattie.

Infatti, specie come
l'avvoltoio barbuto di montagna

hanno lo stomaco talmente acido

che arrivano a digerire la maggior parte
delle ossa in appena 24 ore.

Quest'adattamento aiuta i piccoli avvoltoi
a integrare la loro dieta con lo sterco,

mentre quelli più grandi

possono mangiare carne infetta
di animali morti fino a tre giorni prima.

L'acidità del loro stomaco li protegge
anche dagli animali vivi:

col vomito rancido scacciano
la maggior parte dei predatori.

Questo stomaco di ferro è essenziale
per rimuovere patogeni come il colera,

l'antrace e la rabbia
dall'ecosistema africano.

Sebbene possano digerire
facilmente i rifiuti naturali,

non riescono a fare lo stesso
con gli agenti chimici artificiali.

Il Diclofenac, comune farmaco veterinario
somministrato negli allevamenti in India,

è letale per gli avvoltoi.

E per via delle usanze religiose
che vietano di consumare carne di manzo,

i saprofagi spesso mangiano
le carcasse dei bovini.

Dagli anni Novanta, il farmaco,

insieme ai piloni dell'elettricità
e alla scomparsa dell'habitat,

ha fatto diminuire del 95%
la popolazione di avvoltoi della regione.

Nella vicina Africa, i bracconieri
avvelenano intenzionalmente le carcasse

per evitare che le autorità li rintraccino
tramite la presenza degli uccelli.

Una carcassa avvelenata
può uccidere oltre 500 avvoltoi.

Oggi più del 50% delle specie
di avvoltoi è in pericolo.

Nelle regioni in cui gli avvoltoi
si sono estinti,

le carogne impiegano
il triplo del tempo a decomporsi.

Le carcasse contaminano
le acque potabili,

e cani randagi e ratti portano malattie
all'interno delle comunità umane.

La crisi indo-africana degli avvoltoi
ha causato un'epidemia di rabbia in India,

dove le infezioni uccidono
circa 20.000 persone all'anno.

Fortunatamente,

alcune comunità si sono già rese conto
dell'importanza degli avvoltoi.

Gli ambientalisti sono riusciti a mettere
al bando farmaci come il Diclofenac,

mentre altri ricercatori cercano
di ripopolare le comunità di avvoltoi

mediante programmi di allevamento.

Alcune regioni hanno perfino aperto
dei "ristoranti per avvoltoi",

dove gli allevatori possono smaltire
il bestiame non trattato con farmaci.

Se aiutato, l'avvoltoio
continuerà ad assolvere il proprio compito

preservando la salute del pianeta,
trasformando morte e putredine in vita.