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Erimer

  • 0:07 - 0:11
    Stasera vorrei mettere in relazione
    due fenomeni complessi.
  • 0:12 - 0:15
    La complessità, spesso,
    non è statica e dinamica.
  • 0:15 - 0:16
    È un processo,
  • 0:16 - 0:19
    ed è un processo che,
    come abbiamo sentito prima,
  • 0:19 - 0:22
    è molto difficile da tradurre
    in una rappresentazione visiva,
  • 0:22 - 0:26
    perché si sviluppa nel tempo
  • 0:26 - 0:30
    e in tante dimensioni spaziali o di reti.
  • 0:31 - 0:32
    Questi due processi complessi
  • 0:32 - 0:38
    sono quelli dei sistemi e dei collegamenti
    della comunicazione sulla rete Internet
  • 0:39 - 0:41
    e delle basi neuronali della cognizione -
  • 0:41 - 0:44
    di come, in sostanza, funziona
    il nostro cervello umano.
  • 0:48 - 0:52
    Sono stato ispirato,
    nel mettere in relazione questi due temi,
  • 0:52 - 0:54
    di cui mi sono occupato
  • 0:54 - 0:56
    per la maggior parte
    della mia vita professionale,
  • 0:56 - 1:01
    da una presentazione che fece Kevin Kelly,
    che è l'editore di Wired Magazine,
  • 1:01 - 1:03
    a TEDGlobal 2 anni fa,
  • 1:04 - 1:08
    nella quale rifletté
    sui primi 5000 giorni del web
  • 1:09 - 1:12
    e in base a questo si poneva la domanda:
  • 1:12 - 1:16
    Cosa dobbiamo aspettarci
    dai successivi 5000 giorni?
  • 1:20 - 1:25
    E mise il dito sul fatto
    che il web in poco tempo, in qualche anno,
  • 1:25 - 1:29
    è diventato un sistema
    estremamente complesso,
  • 1:29 - 1:30
    sia per la sua struttura -
  • 1:31 - 1:36
    pensate, 55 trilioni
    di connessioni ipertestuali fra pagine,
  • 1:36 - 1:42
    un numero talmente ampio,
    che è poco significativo per noi -
  • 1:43 - 1:47
    sia a livello della quantità
    di informazione che veicola ogni momento:
  • 1:48 - 1:51
    100 miliardi di click al giorno,
  • 1:51 - 1:54
    e questo prima dell'esplosione
    delle reti sociali
  • 1:54 - 1:58
    e della quantità di informazioni
    che viene scambiata ogni momento.
  • 2:00 - 2:05
    Tant'è vero che questa dimensione
  • 2:05 - 2:09
    comincia ad essere paragonabile
    a quella del cervello umano:
  • 2:09 - 2:12
    se si guarda la numerosità dei componenti
  • 2:12 - 2:16
    che fanno parte di questa
    gigantesca macchina planetaria
  • 2:16 - 2:18
    e si confrontano i componenti,
  • 2:18 - 2:22
    almeno in termini di neuroni
    nel cervello umano,
  • 2:22 - 2:28
    se si guarda la connettività
    presente nella rete Internet,
  • 2:28 - 2:31
    comincia ad essere
    dell'ordine di grandezza
  • 2:31 - 2:35
    dei numeri che vediamo nel cervello umano,
    almeno a livello di rete neuronale.
  • 2:37 - 2:43
    Questo, quindi, ha portato Kelly
    a speculare sul fatto che, per di più,
  • 2:43 - 2:46
    questo sistema non solo sta diventando
  • 2:46 - 2:50
    un punto di accesso costante,
    per tutti gli esseri umani,
  • 2:50 - 2:52
    come fonte di informazione;
  • 2:53 - 2:54
    ma, alla rovescia,
  • 2:54 - 2:57
    noi stiamo diventando un raccoglitore,
  • 2:57 - 3:01
    un sensore permanente
    per questa grande macchina.
  • 3:01 - 3:07
    In ogni momento andremo in giro
    con questi "sixth sense" che avete visto,
  • 3:07 - 3:12
    mettiamo delle informazioni,
    dei messaggi sulla rete,
  • 3:12 - 3:16
    in sostanza stiamo dicendo alla rete
    cosa sta succedendo nel mondo.
  • 3:16 - 3:22
    Questo da centinaia di milioni di persone,
    presto miliardi di persone.
  • 3:23 - 3:26
    Lo stesso avviene, anche,
    con sensori artificiali,
  • 3:26 - 3:32
    che danno in ogni momento informazioni
    sulle condizioni-ambiente alla rete.
  • 3:32 - 3:33
    Allo stesso tempo,
  • 3:33 - 3:37
    la stessa quantità
    di persone e di apparati
  • 3:37 - 3:39
    diventano gli attuatori della rete,
  • 3:39 - 3:41
    e permettono alla rete
  • 3:41 - 3:45
    di andare a interagire
    e influire sul corso del mondo.
  • 3:45 - 3:48
    E quindi Kelly speculò sul fatto
  • 3:48 - 3:52
    che si sta sviluppando,
    di fatto, una grande macchina,
  • 3:52 - 3:54
    questo ONE, questo soggetto etereo,
  • 3:54 - 3:59
    che potrebbe cominciare ad avere
    alcune proprietà della coscienza umana.
  • 4:01 - 4:06
    Avendo studiato entrambi,
    mi sono interessato a questa domanda,
  • 4:06 - 4:07
    e devo deludervi.
  • 4:08 - 4:12
    Internet è una casa molto piena,
    ma non c'è nessuno dentro.
  • 4:12 - 4:17
    Non c'è un essere dentro
    che guarda a quello che sta succedendo,
  • 4:17 - 4:19
    è conscio quanto le mie scarpe.
  • 4:20 - 4:25
    Però, quello che vorrei cercare
    di illustrare stasera
  • 4:25 - 4:27
    è il fatto che sta
    acquisendo, gradualmente,
  • 4:27 - 4:31
    una serie di attributi,
    una serie di proprietà
  • 4:31 - 4:33
    che gli permettono, sempre di più,
  • 4:33 - 4:38
    di ospitare processi
    collettivi coordinati,
  • 4:38 - 4:41
    che hanno alcune delle proprietà
    della coscienza umana:
  • 4:41 - 4:43
    la capacità di anticipare;
  • 4:43 - 4:49
    la capacità di ragionare,
    di prendere decisioni;
  • 4:49 - 4:51
    la capacità, addirittura,
    di riflettere su sé stesso,
  • 4:51 - 4:53
    di essere autoreferenziale.
  • 4:53 - 4:55
    E questi processi collettivi -
  • 4:56 - 5:00
    che, come cercherò di illustrare,
    non sono uno, ma saranno vari -
  • 5:01 - 5:03
    avranno un impatto profondo
  • 5:03 - 5:07
    non solo sul modo in cui funzionano
    le nostre società,
  • 5:07 - 5:13
    ma il modo stesso con il quale concepiamo
    il concetto di coscienza sociale:
  • 5:13 - 5:17
    questa nozione di coscienza sociale
    si sta ridefinendo.
  • 5:19 - 5:22
    Guardiamo un po'
    di cosa è fatto il cervello
  • 5:22 - 5:28
    e quali sono gli ingredienti,
    se non sufficienti, per lo meno necessari
  • 5:28 - 5:32
    all'emergere di una coscienza,
    di un'esperienza cosciente.
  • 5:32 - 5:35
    Innanzitutto, la capacità
    di apprendimento:
  • 5:35 - 5:39
    la capacità, interagendo
    con il mondo esterno,
  • 5:39 - 5:44
    di assorbire proprietà, correlazioni,
  • 5:44 - 5:47
    rappresentazioni che si collegano
    al mondo esterno,
  • 5:47 - 5:52
    al modo in cui ci relazioniamo
    con il mondo esterno.
  • 5:52 - 5:57
    Questa capacità di apprendimento
    è in primo luogo materializzata
  • 5:57 - 6:01
    attraverso la selezione e modulazione
    delle connessioni fra neuroni,
  • 6:01 - 6:03
    queste sinapsi, che sono
    i punti di contatto
  • 6:03 - 6:08
    che permettono all'attività elettrochimica
    di propagarsi da un neurone all'altro
  • 6:08 - 6:12
    e di creare questi sistemi
    di rappresentazione nel cervello,
  • 6:12 - 6:16
    sulla base dei nostri sensi
    e dei nostri sistemi motori.
  • 6:17 - 6:18
    Ma questa plasticità,
  • 6:18 - 6:23
    questa capacità di modulare
    le connessioni fra neuroni nel cervello
  • 6:23 - 6:28
    non è lasciata a sé stessa,
    non è semplicemente un sistema passivo,
  • 6:28 - 6:34
    che va ad assorbire relazione
    e correlazione nel mondo esterno.
  • 6:34 - 6:38
    È un sistema di apprendimento
    che è guidato da valori,
  • 6:38 - 6:42
    da sistemi che di fatto
    sono sistemi valoriali.
  • 6:42 - 6:46
    Questi li troviamo in nuclei,
    in sistemi di neuroni
  • 6:46 - 6:50
    che sono nelle parti "infognate"
    del cervello, quelle arcaiche,
  • 6:50 - 6:54
    che troviamo in sostanza
    in tutti i mammiferi;
  • 6:54 - 6:58
    e questi neuroni proiettano
    in modo diffuso
  • 6:58 - 7:01
    sull'intera corteccia cerebrale.
  • 7:02 - 7:07
    E tendono a ricevere e a costruire
    un'interpretazione molto grezza,
  • 7:07 - 7:12
    molto meno dettagliata di quella
    che avviene a livello della corteccia,
  • 7:12 - 7:16
    ma un'interpretazione primaria
    di quello che succede nel mondo esterno,
  • 7:16 - 7:20
    e a dare, se volete, un sapore,
  • 7:20 - 7:23
    un giudizio di valore
    su quello che sta avvenendo.
  • 7:23 - 7:28
    Quindi, mentre la corteccia
    tende a costruire queste rappresentazioni
  • 7:28 - 7:31
    e a mettere in relazione
    il contenuto della coscienza,
  • 7:31 - 7:35
    questi sistemi danno
    un connotato valoriale.
  • 7:35 - 7:38
    Pensate alla loro attivazione
  • 7:38 - 7:44
    nei potenziali di soddisfare
  • 7:44 - 7:49
    i bisogni primari
    come cibo, sonno, riproduzione,
  • 7:49 - 7:52
    questi e il modo in cui
    questi sistemi, all'inizio -
  • 7:52 - 7:54
    e questo è ereditato geneticamente -
  • 7:54 - 7:55
    si attivano.
  • 7:55 - 8:00
    Poi la corteccia a sua volta
    va a proiettare su questi sistemi,
  • 8:00 - 8:01
    a modularli,
  • 8:01 - 8:05
    e si sviluppano dei sistemi
    di cosiddetti valori acquisiti,
  • 8:05 - 8:06
    non ereditati, ma acquisiti,
  • 8:06 - 8:10
    che sono poi alla base
    di alcuni dei meccanismi che vediamo
  • 8:10 - 8:13
    e di cui si è anche parlato stasera,
  • 8:13 - 8:18
    ad esempio lo sviluppo
    di concetti di etica, concetti condivisi,
  • 8:18 - 8:23
    che vengono in grande parte acquisiti
    attraverso l'interazione sociale.
  • 8:26 - 8:30
    Il terzo elemento, uno dei più cardinali
  • 8:30 - 8:34
    della base neuronale
    dell'esperienza conscia
  • 8:34 - 8:36
    è una grande capacità di integrare
  • 8:36 - 8:41
    tutti i moduli e i componenti
    di attività all'interno del cervello.
  • 8:41 - 8:42
    Perché?
  • 8:42 - 8:46
    Perché fondamentalmente,
    l'esperienza conscia è unitaria
  • 8:46 - 8:51
    ed è unitaria perché è molto collegata
    alla nostra capacità di pianificare,
  • 8:51 - 8:55
    di organizzare le nostre interazioni
    con il mondo esterno.
  • 8:55 - 8:58
    E abbiamo, purtroppo, un corpo unico.
  • 8:59 - 9:01
    Pensate a cosa succederebbe
  • 9:01 - 9:05
    se avessimo due esseri consci
    all'interno dello stesso corpo,
  • 9:05 - 9:08
    uno che decide di portare
    questo corpo a sinistra,
  • 9:08 - 9:09
    e l'altro a destra:
  • 9:09 - 9:11
    faremmo fatica a camminare!
  • 9:11 - 9:15
    Ma questa capacità, in casi estremi,
  • 9:15 - 9:19
    di dividere la coscienza in due
  • 9:19 - 9:22
    si può verificare sperimentalmente;
  • 9:22 - 9:26
    e questo è quello che si è visto
    nei cosiddetti "Split Brain",
  • 9:26 - 9:30
    lavoro in prima battuta di Roger Sperry,
  • 9:30 - 9:35
    che gli ha portato il premio Nobel
    circa 30 anni fa.
  • 9:35 - 9:36
    Cosa succede negli split brain?
  • 9:36 - 9:40
    Si va a fare un taglio,
    nel corpo calloso di queste connessioni,
  • 9:40 - 9:43
    che proiettano in modo massivo
    tra i due emisferi del cervello
  • 9:43 - 9:48
    e che veicolano i segnali neuronali
    tra i due emisferi,
  • 9:48 - 9:50
    che sono quindi alla base, il substrato
  • 9:50 - 9:56
    di questa integrazione dell'informazione
    fra le due metà del cervello.
  • 9:56 - 9:59
    Tagliando questi,
    in casi estremi di epilessia,
  • 9:59 - 10:00
    come intervento terapeutico,
  • 10:00 - 10:02
    ci si ritrova con un soggetto
  • 10:02 - 10:07
    che, nella maggior parte del tempo,
    sembra essere un essere umano unico.
  • 10:07 - 10:11
    In realtà ci sono
    delle condizioni particolari,
  • 10:11 - 10:12
    che si possono creare,
  • 10:12 - 10:15
    in cui si vede che ci sono
    due esseri che stanno ragionando.
  • 10:15 - 10:18
    Si mette, in sostanza, un divisore
  • 10:18 - 10:22
    fra il campo visivo di sinistra
    e quello di destra.
  • 10:22 - 10:24
    Come forse sapete,
  • 10:24 - 10:28
    il campo visivo di sinistra
    proietta sull'emisfero destro del cervello,
  • 10:28 - 10:29
    e viceversa.
  • 10:30 - 10:34
    E poi si danno delle istruzioni
    visive o col linguaggio:
  • 10:34 - 10:39
    "Sulla base di quello
    che vedi davanti a te come parola,
  • 10:39 - 10:45
    devi o fare un report verbale
    di quello che è scritto,
  • 10:45 - 10:48
    o devi prendere l'oggetto corrispondente".
  • 10:49 - 10:54
    La metà sinistra del cervello,
    che vede il campo destro visivo,
  • 10:54 - 10:56
    vede scritto RING, un anello.
  • 10:56 - 10:59
    E quella metà sinistra del cervello
  • 10:59 - 11:03
    è fondamentale, è necessaria
    per la produzione del linguaggio.
  • 11:03 - 11:06
    E quindi quella metà è in grado di dire:
    "Beh, quello che vedo è Ring",
  • 11:06 - 11:09
    e il soggetto dice "Ring".
  • 11:09 - 11:10
    Allo stesso tempo,
  • 11:10 - 11:14
    la metà destra del cervello
    vede scritto "chiave"
  • 11:14 - 11:17
    e non può, non ha neanche
    il concetto di verbalizzazione,
  • 11:17 - 11:18
    ma prende con la mano la chiave.
  • 11:18 - 11:20
    Quindi abbiamo un essere
  • 11:20 - 11:23
    che prende con una mano la chiave
    e con l'altra dice "Ring".
  • 11:23 - 11:27
    Dimostrazione, [questa],
    di quanto questa integrazione
  • 11:27 - 11:30
    sia fondamentale per l'esperienza
    e il comportamento conscio,
  • 11:30 - 11:32
    ma può anche essere spezzata
    in alcuni casi.
  • 11:35 - 11:39
    Serve una forte capacità
    non solo di integrare,
  • 11:39 - 11:42
    ma di riclassificare, ad ogni momento,
  • 11:42 - 11:47
    ciò che avviene all'interno del cervello.
  • 11:47 - 11:52
    In sostanza una riclassificazione
    fra quello che viene rappresentato,
  • 11:52 - 11:54
    che viene estratto dal mondo esterno,
  • 11:54 - 11:57
    a livello, nel caso visivo,
  • 11:57 - 12:02
    degli oggetti che riflettono luce,
  • 12:02 - 12:04
    che riceviamo sulla nostra retina,
  • 12:04 - 12:06
    e questo è messo in relazione
  • 12:06 - 12:09
    con i sistemi di valori
    che vengono associati.
  • 12:09 - 12:13
    Questa combinazione viene
    ad ogni momento riclassificata
  • 12:13 - 12:17
    con ciò che abbiamo vissuto nel passato,
  • 12:17 - 12:19
    anche qualche secondo, qualche istante fa,
  • 12:19 - 12:23
    che cambia ogni momento,
    mano a mano che ci muoviamo nel mondo.
  • 12:23 - 12:27
    Quindi ci ricordiamo, ci muoviamo
    e questo cambia la nostra prospettiva.
  • 12:27 - 12:31
    E c'è questo processo costante
    dove, se volete, il retro del cervello,
  • 12:31 - 12:34
    che è più impegnato
    nell'elaborazione originale
  • 12:34 - 12:38
    dei segnali, delle percezioni
    del mondo esterno,
  • 12:38 - 12:45
    dice al davanti del cervello cosa c'è,
    qual è la situazione attorno a sé.
  • 12:46 - 12:50
    E il davanti del cervello dice al retro
  • 12:50 - 12:54
    come deve interpretare questo mondo
    in base a quello che mi ricordo.
  • 12:54 - 12:57
    E quello che Edelman chiama
    il "presente ricordato",
  • 12:57 - 13:01
    questa riclassificazione,
    che è di fatto un processo dinamico
  • 13:01 - 13:05
    e che sembra veramente essere alla base
    di una forma primaria di coscienza.
  • 13:05 - 13:08
    Stiamo sempre parlando alla terza persona.
  • 13:09 - 13:12
    L'ultimo ingrediente
    è la capacità narrativa,
  • 13:12 - 13:18
    quella capacità di riclassificare
    questa rappresentazione
  • 13:18 - 13:21
    fra quello che c'è
    e quello che sto facendo,
  • 13:21 - 13:25
    o quello che c'è e quello
    che sta facendo questo cervello,
  • 13:25 - 13:27
    in una prospettiva egocentrica,
  • 13:27 - 13:30
    quindi rispetto a un concetto di sé
  • 13:30 - 13:34
    che, in prima battuta,
    è dato dal fatto che abbiamo un corpo
  • 13:34 - 13:37
    e che ogni percezione del nostro cervello
  • 13:37 - 13:42
    è legata al fatto che i suoi sensi,
    e i suoi attuatori,
  • 13:42 - 13:44
    sono legati al nostro corpo.
  • 13:44 - 13:47
    Questa narrazione, quindi,
    questa riclassificazione
  • 13:47 - 13:51
    rispetto alla prospettiva egocentrica
    avviene nel tempo.
  • 13:51 - 13:56
    E veramente non c'è un soggetto
    che guarda quello che sta succedendo,
  • 13:56 - 13:59
    c'è un processo
    che se la sta raccontando su,
  • 13:59 - 14:04
    si sta raccontando
    cosa vuol dire la situazione
  • 14:04 - 14:08
    nella quale l'essere, l'individuo si trova
  • 14:08 - 14:13
    e da qui, con rappresentazioni
    sempre più astratte, più simboliche,
  • 14:13 - 14:18
    emerge, si hanno dei concetti
    simbolici di situazione,
  • 14:18 - 14:20
    e si forma poi un concetto
  • 14:20 - 14:25
    di sé stesso, di identità
    e della definizione di sé stesso.
  • 14:25 - 14:27
    Ed è abbastanza chiaro,
  • 14:28 - 14:31
    non tanto cosa vuol dire questo,
    perché è un'esperienza soggettiva,
  • 14:31 - 14:35
    ma quali sono alcuni
    degli ingredienti fisici
  • 14:35 - 14:37
    che sono necessari
    per avere questo processo
  • 14:37 - 14:41
    e in particolare l'attività,
    e l'interconnessione,
  • 14:41 - 14:43
    fra l'insieme del cervello
  • 14:43 - 14:47
    e la regione prefrontale
    della corteccia cerebrale.
  • 14:50 - 14:53
    Se guardiamo i vari casi estremi
  • 14:53 - 14:57
    in cui la coscienza
    è drammaticamente alterata,
  • 14:57 - 14:59
    se non soppressa,
  • 14:59 - 15:03
    come nei casi clinici
    di coma e di stato vegetativo,
  • 15:03 - 15:07
    nel caso comune di sogno profondo,
  • 15:07 - 15:11
    o anche sotto anestesia profonda,
  • 15:11 - 15:13
    vediamo che, in tutti questi casi,
  • 15:13 - 15:17
    il denominatore comune è il fatto
    di vedere un'ipoattività,
  • 15:17 - 15:21
    quindi un'attività diminuita
    nelle regioni prefrontali
  • 15:21 - 15:26
    rispetto al pattern di attività
    che si vede in soggetti normali,
  • 15:26 - 15:31
    e che possono dare dei riscontri verbali
    della loro coscienza.
  • 15:34 - 15:38
    Infine, questa coscienza
    e questa coscienza di sé
  • 15:39 - 15:44
    non a caso emerge,
    e sembra emergere esclusivamente,
  • 15:44 - 15:46
    negli animali sociali.
  • 15:46 - 15:51
    Una componente fondamentale
    dello sviluppo di un senso di sé,
  • 15:51 - 15:53
    e dell'apprendimento di un senso di sé,
  • 15:53 - 15:56
    è la possibilità di distinguere
    il sé dal non-sé.
  • 15:56 - 15:58
    E questo è un processo di apprendimento
  • 15:58 - 16:01
    che viene mediato, in gran parte,
  • 16:01 - 16:06
    dall'interazione con altri membri
    della propria specie.
  • 16:06 - 16:10
    C'è un club molto ristretto di animali,
  • 16:10 - 16:15
    tra cui i grandi primati,
    e in particolare gli umani,
  • 16:15 - 16:19
    e ultimi arrivati in questo club
    sono gli elefanti,
  • 16:19 - 16:23
    che sono in grado di superare
    il cosiddetto "test dello specchio",
  • 16:23 - 16:26
    cioè, messi davanti a uno specchio
  • 16:26 - 16:29
    capiscono che hanno
    una riflessione di sé stessi,
  • 16:29 - 16:31
    e non un altro essere.
  • 16:31 - 16:33
    E se, mentre l'elefante dorme,
  • 16:33 - 16:37
    gli si mette una croce sulla fronte
    e va davanti allo specchio,
  • 16:37 - 16:41
    prende la sua proboscide
    e cerca di cancellarla.
  • 16:41 - 16:44
    Altri animali vanno
    a interagire sullo specchio.
  • 16:46 - 16:50
    Quindi, il senso di sé
    è un senso individuale,
  • 16:50 - 16:54
    ma è un senso sociale
    ed è un senso che emerge in società.
  • 16:54 - 16:56
    Torniamo a Internet.
  • 16:58 - 17:02
    Internet ha sviluppato un meccanismo
  • 17:02 - 17:06
    e ha una serie di stimoli d'ingresso
  • 17:06 - 17:10
    e di capacità di influire
    i comportamenti all'esterno,
  • 17:10 - 17:12
    di dimensione estrema.
  • 17:13 - 17:17
    Lo vediamo in particolare
    nel caso delle reti sociali.
  • 17:17 - 17:19
    È in costante riorganizzazione,
  • 17:19 - 17:21
    un effettivo rewiring [riscrittura]
  • 17:21 - 17:23
    del grafico sociale
    e delle connessioni fra persone,
  • 17:23 - 17:27
    che quindi influisce sul modo
    in cui l'informazione
  • 17:27 - 17:32
    si propaga fra i vari nodi di questa rete,
    che spesso siamo noi stessi.
  • 17:34 - 17:38
    Dei valori che sono, di base,
  • 17:38 - 17:44
    i valori che i padri fondatori di Internet
    hanno inseriti, disegnati nel sistema:
  • 17:44 - 17:47
    il concetto di equivalenza end-to-end,
  • 17:47 - 17:51
    cioè non ci sono
    punti particolari, differenziati,
  • 17:51 - 17:52
    la gestione è fatta
  • 17:52 - 17:55
    fra i punti estremi
    di ingresso e di uscita
  • 17:55 - 17:58
    di un segnale nella rete,
  • 17:58 - 18:02
    e quindi di apertura, di federalismo:
  • 18:02 - 18:06
    e questo è alla base di valori acquisiti,
  • 18:06 - 18:12
    che sono poi i feedback costanti
    che gli utenti, gli utilizzatori,
  • 18:12 - 18:15
    i partecipanti di questa rete,
    i nodi di questa rete,
  • 18:15 - 18:20
    danno ad ogni pezzo di informazione
    che viene sottoposto alla rete.
  • 18:20 - 18:25
    Lo danno attraverso questi meccanismi,
    che avete visto ormai in tutti i siti,
  • 18:25 - 18:27
    di poter condividere
    un pezzo di contenuto,
  • 18:27 - 18:29
    di poter dare un voto, un giudizio;
  • 18:29 - 18:32
    e questi sono dei giudizi di valore,
  • 18:32 - 18:35
    che vengono in modo aggregato
  • 18:35 - 18:39
    a dare un'organizzazione e un sapore
  • 18:39 - 18:43
    ai contenuti che girano,
    all'informazione che gira nella rete.
  • 18:45 - 18:51
    Poi, se andiamo avanti,
  • 18:51 - 18:53
    vediamo che ci sono
    dei processi di integrazione
  • 18:53 - 18:57
    che si osservano, che si possono misurare,
    che si possono tracciare,
  • 18:57 - 19:00
    i cosiddetti processi
    di information cascading,
  • 19:00 - 19:03
    dove cioè la probabilità
  • 19:03 - 19:06
    che io vada a ripropagare
    un pezzo di informazione
  • 19:06 - 19:09
    diventa proporzionale a quante volte
  • 19:09 - 19:14
    qualcuno ha già propagato o rimandato
    questa informazione.
  • 19:14 - 19:17
    Questi processi di information cascading,
  • 19:17 - 19:23
    che portano a una diffusione
    in alcuni momenti virale e molto coerente
  • 19:23 - 19:26
    di alcuni messaggi nella rete,
  • 19:26 - 19:27
    sono alla base di fenomeni,
  • 19:27 - 19:31
    come abbiamo visto recentemente
    durante le elezioni in Iran,
  • 19:31 - 19:38
    dove la rivolta, la sommossa popolare
    è iniziata prima sulla rete.
  • 19:38 - 19:39
    Perché?
  • 19:39 - 19:43
    Perché non c'era una percezione collettiva
    del livello di dissenso,
  • 19:43 - 19:46
    e [fu] soltanto attraverso
    questo accumulo di informazioni
  • 19:46 - 19:49
    che un numero sempre più grande di persone
  • 19:49 - 19:52
    si è reso conto che c'era
    un dissenso collettivo;
  • 19:52 - 19:56
    e questo ha portato poi
    a dimostrazioni di massa.
  • 19:58 - 20:00
    Infine, si stanno aggiungendo
    dei componenti
  • 20:00 - 20:02
    che permettono di fare
  • 20:02 - 20:05
    una riclassificazione
    sempre più articolata
  • 20:05 - 20:10
    dell'informazione che viene introdotta
    e trasportata nella rete,
  • 20:10 - 20:14
    attraverso questi sistemi
    di relazione fra persone,
  • 20:14 - 20:18
    fra oggetti sia astratti
    che nel mondo esterno,
  • 20:18 - 20:24
    e questo riclassificando ogni momento
    quello che viaggia sulla rete.
  • 20:25 - 20:32
    Però manca oggi questa narrazione,
    questo self che se la racconta su.
  • 20:32 - 20:36
    Il sistema è, ancora,
    intrappolato nel presente.
  • 20:36 - 20:42
    Non ci sono questi processi
    di elaborazione e di sviluppo nel tempo,
  • 20:42 - 20:46
    che permettono poi di creare decisioni,
    anticipazioni dalla rete stessa.
  • 20:47 - 20:49
    Però qualcuno ci sta lavorando,
  • 20:49 - 20:52
    qualcuno che è abituato
  • 20:52 - 20:57
    a gestire e a organizzare
    l'informazione su grande scala.
  • 20:57 - 21:04
    Quindi, per cercare di concludere,
    non credo che Internet sia conscio.
  • 21:04 - 21:09
    Semmai potrà evolvere
    verso delle forme di prescienza,
  • 21:09 - 21:12
    delle forme di organizzazione collettiva,
  • 21:12 - 21:15
    che possono anticipare e influire
  • 21:15 - 21:19
    sui comportamenti di grandi segmenti
    della popolazione.
  • 21:19 - 21:21
    Non sarà uno, ma saranno
    probabilmente vari,
  • 21:21 - 21:27
    e questi vari potranno incidere
    in modo abbastanza drammatico
  • 21:27 - 21:29
    sulla nostra civiltà.
  • 21:29 - 21:36
    Quindi, credo che ogni pezzo
    di informazione creato nel mondo
  • 21:36 - 21:38
    in un modo o l'altro finirà nella rete.
  • 21:38 - 21:41
    Questa rete sta diventando
    sempre più intelligente,
  • 21:41 - 21:47
    nel senso che si sta staccando
    dal dato e dal presente
  • 21:47 - 21:49
    per costruire delle elaborazioni;
  • 21:49 - 21:52
    e non sarà un processo
    collettivo, ma più di uno.
  • 21:53 - 21:56
    Questi vari [processi] cambieranno
  • 21:56 - 22:02
    la nostra concezione
    della coscienza sociale,
  • 22:02 - 22:04
    di cosa intendiamo per coscienza sociale;
  • 22:04 - 22:08
    e alcuni di questi processi,
    credo, sono già in atto.
  • 22:09 - 22:11
    Vi ringrazio per la vostra attenzione.
  • 22:11 - 22:15
    (Applausi)
Title:
Erimer
Video Language:
Italian
Duration:
22:19
Michele Gianella edited Italian subtitles for Erimer
Michele Gianella edited Italian subtitles for Erimer
Michele Gianella edited Italian subtitles for Erimer

Italian subtitles

Incomplete

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