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Hendrik Poinar: Facciamo ritornare i mammut lanosi!

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    Quando ero ragazzo,
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    guardavo attraverso il microscopio di mio padre
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    gli insetti nell'ambra che teneva in casa.
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    Erano straordinariamente ben conservati,
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    morfologicamente fenomenali.
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    Eravamo soliti immaginare che un giorno,
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    sarebbero davvero tornati a vivere
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    strisciando fuori dalla resina,
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    e se avessero potuto, sarebbero volati via.
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    Se mi aveste chiesto dieci anni fa se
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    saremmo mai stati capaci di sequenziare
    il genoma di animali estinti,
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    vi avrei risposto che era improbabile.
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    Se mi aveste chiesto se saremmo stati realmente capaci
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    di far rivivere specie estinte,
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    vi avrei detto che era un sogno irraggiungibile.
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    Ma sorprendentemente, sono qui oggi
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    per dirvi che non solo sequenziare
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    i genomi estinti è una possibilità, anzi una realtà,
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    ma far rivivere specie estinte è davvero possibile,
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    magari non dagli insetti nell'ambra --
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    infatti, questa zanzara è stata usata
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    come ispirazione per "Jurassic Park" --
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    ma dai mammut lanosi, i resti ben conservati
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    nel permafrost dei mammut lanosi.
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    Quelli lanosi sono particolarmente interessanti,
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    sono la tipica immagine dell'Era Glaciale.
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    Erano grossi. Erano pelosi.
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    Avevano grosse zanne, e pare che abbiamo
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    una profonda connessione con loro, come con gli elefanti.
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    Forse perché gli elefanti hanno
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    molte cose in comune con noi.
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    Seppelliscono i morti. Educano la generazione successiva.
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    Instaurano legami sociali molto forti.
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    O forse davvero siamo legati da tempi remoti,
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    perché gli elefanti, come noi,
    sono anche loro originari dell'Africa
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    circa sette milioni di anni fa.
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    Con il cambiamento dell'habitat e dell'ambiente,
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    noi, come gli elefanti, siamo migrati
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    verso l'Europa e l'Asia.
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    Il primo grande mammut apparso sulla scena
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    è il mammut meridionale, che era alto quattro metri,
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    pesava 10 tonnellate, era una specie che viveva nei boschi
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    e si è diffusa dall'Europa Occidentale
    attraverso l'Asia Centrale,
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    attraverso la Beringia
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    e in parti del Nordamerica.
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    E poi, di nuovo, con il solito cambio del clima,
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    si sono creati nuovi habitat,
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    c'è stato l'arrivo delle specie da steppa in Asia Centrale
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    chiamate Mammut delle steppe
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    che hanno spinto i mammut meridionali
    verso l'Europa Occidentale.
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    Si sono aperte le grandi praterie del Nord America
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    portando nel Nordamerica il Mammut columbiano,
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    una grande specie senza pelliccia.
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    Ed è stato solo 500 000 anni più tardi
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    che abbiamo visto arrivare quelli lanosi,
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    quelli che conosciamo tutti e che ci piacciono tanto.
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    Si sono diffusi dalla Beringia orientale, zona di origine,
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    attraverso l'Asia Centrale, spingendo di nuovo
    i Mammut delle steppe
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    verso l'Europa Centrale.
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    In centinaia di migliaia di anni
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    sono migrati avanti e indietro attraverso lo Stretto di Bering
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    durante i picchi di glaciazione
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    e sono venuti a diretto contatto
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    con i parenti columbiani che vivevano a sud,
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    Lì sono sopravvissuti per centinaia di migliaia di anni
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    durante mutamenti climatici traumatici.
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    Abbiamo quindi un animale altamente adattabile
    a grandi transizioni
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    di ambiente e temperatura che se la cava
    molto, molto bene.
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    E sopravvivono sulla terraferma fino a 10 000 anni fa,
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    e sorprendentemente, in piccole isole al largo della Siberia
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    e dell'Alaska fino a 3000 anni fa.
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    Quindi mentre gli Egiziani costruiscono piramidi
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    i mammut vivono ancora su quelle isole.
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    E poi scompaiono.
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    Come il 99 per cento di tutti gli animali che vivevano allora,
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    si estinguono, probabilmente a causa del clima
    che si fa più caldo
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    e la rapida crescita di dense foreste
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    che migrano verso nord.
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    Inoltre, come il fu Paul Martin disse,
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    probabilmente la potenza distruttiva del Pleistocene,
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    quindi i grandi cacciatori che li hanno sterminati.
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    Fortunatamente, troviamo milioni di resti
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    sparsi nel permafrost sepolti in profondità
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    in Siberia e Alaska, e possiamo andare lassù
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    e tirarli fuori.
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    Di nuovo, la conservazione è fenomenale,
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    come quegli insetti nell'ambra.
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    Ci sono denti, ossa con sangue
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    che sembra sangue, ci sono peli,
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    e ci sono carcasse intatte o teste
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    che contengono ancora il cervello.
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    La conservazione e la sopravvivenza del DNA
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    dipende da molti fattori, e devo ammetterlo,
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    la maggior parte ancora non li capiamo,
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    ma a seconda di quando un organismo muore
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    e quanto velocemente viene sepolto,
    la profondità della sepoltura,
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    la costanza della temperatura
    nell'ambiente in cui è sepolto,
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    ci dirà quanto tempo sopravviverà il DNA
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    su intervalli di tempo geologicamente significativi.
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    E probabilmente sorprenderà molti di voi
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    seduti in questa sala che non è il tempo che conta,
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    non è il periodo di conservazione,
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    è la costanza della temperatura di conservazione
    che ha maggiore importanza.
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    Se dovessimo entrare in profondità all'interno delle ossa
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    e dei denti sopravvissuti al processo di fossilizzazione,
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    il DNA che una volta era intatto, avvolto strettamente
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    intorno agli istoni, è ora sotto attacco
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    dei batteri che sono vissuti in simbiosi con il mammut
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    per anni durante la sua vita.
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    Questi batteri, insieme ai batteri ambientali,
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    con acqua e ossigeno, rompono il DNA
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    in frammenti sempre più piccoli,
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    finché non rimangono che frammenti
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    che vanno da 10 coppie di basi
    a qualche centinaio di coppie di basi,
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    nel migliore dei casi.
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    Molti fossili in archivio
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    sono in realtà completamente privi
    di qualunque firma organica.
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    Ma alcuni di loro hanno frammenti di DNA
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    sopravvissuti per migliaia,
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    se non milioni di anni.
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    Usando tecnologie di punta in ambienti sterili,
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    abbiamo ideato dei sistemi per estrarre questi DNA
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    dal resto della roba che c'è dentro.
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    Non sorprenderà nessuno di voi in questa sala
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    che se prendo un osso o un dente di mammut
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    e estraggo il suo DNA, otterrò il DNA di un mammut,
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    ma anche quello di tutti i batteri che una volta
    vivevano con il mammut,
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    e, cosa ancor più complicata, otterrò tutti i DNA
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    sopravvissuti in quell'ambiente,
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    quindi i batteri, i funghi, e così via.
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    Di nuovo, non sorprende che un mammut
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    conservato nel permafrost avrà qualcosa
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    come il 50 per cento del suo DNA che sarà di mammut,
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    mentre un mammut columbiano
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    che viveva ad una temperatura ed è stato sepolto
    in un ambiente temperato
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    sui suoi resti ne avrà solo dal 3 al 10 per cento.
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    Ma abbiamo ideato modi molto intelligenti
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    con cui catturare e differenziare
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    il DNA del mammut da quello che non lo è,
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    e con i progressi del sequenziamento ad alta capacità,
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    possiamo estrarre e separare in maniera bioinformatica
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    tutti questi frammenti di mammut
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    e posizionarli sulla struttura
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    di un cromosoma di elefante asiatico o africano.
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    Così facendo, possiamo ottenere tutti i punti
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    che differenziano un mammut da un elefante asiatico,
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    e cosa sappiamo allora di un mammut?
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    Il genoma del mammut è quasi completo
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    e sappiamo che è enorme. È un mammut.
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    Il genoma di un ominide è fatto di circa
    tre miliardi di coppie di basi,
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    mentre il genoma di un elefante o di un mammut
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    è più grande di circa due miliardi di coppie di basi,
    e la maggior parte
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    è composta da sequenze di DNA piccole e ripetitive
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    che rendono difficile la ricomposizione
    dell'intera struttura del genoma.
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    Avere queste informazioni ci permette di rispondere
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    ad una delle interessanti domande sulla relazione
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    tra i mammut e i suoi parenti viventi,
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    l'elefante africano e asiatico,
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    che hanno tutti in comune un antenato
    di 7 milioni di anni fa,
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    ma il genoma del mammut mostra di avere
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    un antenato in comune più recente con gli elefanti asiatici
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    circa 6 milioni di anni fa,
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    quindi più vicino all'elefante asiatico.
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    Con i progressi nella tecnologia di analisi del DNA antico,
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    possiamo iniziare a sequenziare
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    i genomi di queste altre forme estinte
    di mammut che ho citato,
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    e voglio citarne due:
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    il mammut lanoso e il mammut columbiano,
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    che hanno vissuto entrambi molto vicini
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    durante i picchi di glaciazione.
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    Quando i ghiacciai erano enormi in Nordamerica,
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    i mammut lanosi sono stati spinti
    in questi ecotoni subglaciali,
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    e sono entrati in contatto con i parenti che vivevano a sud,
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    e lì hanno condiviso un rifugio,
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    anzi, qualcosa di più di un rifugio.
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    Sembra che si siano incrociati.
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    Ed è un aspetto non raro
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    nei proboscidati, perché si è scoperto
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    che i grandi elefanti maschi della savana battevano
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    i più piccoli elefanti della foresta per le femmine.
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    Quindi i grandi mammut columbiani senza pelliccia
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    surclassavano i maschi lanosi più piccoli.
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    Mi ricorda un po' il liceo, purtroppo.
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    (Risate)
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    Non è di poco conto, considerato che vogliamo
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    risuscitare specie estinte, perché si scopre
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    che un elefante africano e uno asiatico
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    possono di fatto incrociarsi e avere dei piccoli,
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    ed è successo casualmente in uno zoo
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    a Chester, nel Regno Unito, nel 1978.
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    Questo significa che possiamo prendere
    i cromosomi di un elefante asiatico,
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    modificarli in tutte le posizioni in cui siamo riusciti
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    a distinguerli con il genoma del mammut,
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    metterli in una cellula enucleata,
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    differenziare quest'ultima in una cellula staminale,
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    di conseguenza differenziarla magari nello sperma,
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    inseminare artificialmente un uovo di elefante asiatico,
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    e tramite una procedura lunga e faticosa,
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    riportare una cosa che somiglia a questa.
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    Non sarebbe una replica esatta,
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    perché i corti frammenti di DNA di cui vi ho raccontato
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    ci impediranno di costruire la stessa esatta struttura,
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    ma assomiglierebbe molto
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    a un mammut lanoso.
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    Quando ne parlo con gli amici,
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    discutiamo spesso di dove lo metterei.
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    Dove metterai un mammut?
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    Non esiste un ambiente o un habitat adatto.
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    In realtà non è vero.
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    Ci sono habitat
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    nel nord della Siberia e nello Yukon
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    che potrebbero ospitare un mammut.
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    Ricordate, era un animale molto adattabile
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    che viveva in climi estremamente variabili.
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    Questo paesaggio sarebbe facilmente in grado di ospitarlo,
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    e devo ammettere che non c'è
    una parte del bambino in me,
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    il ragazzo in me, che non vorrebbe vedere
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    queste creature maestose attraversare ancora una volta
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    il permafrost del nord, ma devo ammettere
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    che parte dell'adulto che è in me qualche volta si chiede
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    se dovremmo farlo o no.
  • 9:21 - 9:22
    Grazie infinite.
  • 9:22 - 9:27
    (Applausi)
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    Ryan Phelan: Non se ne vada.
  • 9:29 - 9:31
    Ci ha lasciato con una domanda.
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    Sono sicura che se lo chiedono tutti.
    Quando dice, "Dovremmo?"
  • 9:34 - 9:37
    sembra che lei sia riluttante,
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    eppure ci ha dato l'idea che sia possibile.
  • 9:40 - 9:41
    Perché è riluttante?
  • 9:41 - 9:42
    Hendrik Poinar: Non credo sia riluttanza.
  • 9:42 - 9:46
    Credo solo che dovremmo pensare molto
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    alle implicazioni, alle ramificazioni delle nostre azioni,
  • 9:49 - 9:51
    e quindi finché manteniamo una buona,
    profonda discussione
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    come stiamo facendo ora, credo
  • 9:53 - 9:56
    che possiamo arrivare a una soluzione
    del perché lo facciamo.
  • 9:56 - 9:57
    Ma voglio solo assicurarmi prima di tutto
    che dedichiamo tempo
  • 9:57 - 9:59
    a pensare al perché lo facciamo.
  • 9:59 - 10:02
    RP: Perfetto. Risposta perfetta. Grazie infinite, Hendrik.
  • 10:02 - 10:04
    HP: Grazie. (Applausi)
Title:
Hendrik Poinar: Facciamo ritornare i mammut lanosi!
Speaker:
Hendrik Poinar
Description:

È il sogno dei bambini di tutto il mondo vedere animali giganti camminare di nuovo sulla terra. Potremmo, o dovremmo, realizzare quel sogno? Hendrik Poinar fa un intervento informativo sulla prossima grande scoperta: il tentativo di riportare una creatura che assomiglia molto al nostro amico peloso, il mammut lanoso. La prima fase, sequenziare il genoma lanoso, è quasi completa. (Filmato a TEDxDeExtinction).

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
10:22
Anna Cristiana Minoli approved Italian subtitles for Bring back the woolly mammoth!
Anna Cristiana Minoli edited Italian subtitles for Bring back the woolly mammoth!
Anna Cristiana Minoli edited Italian subtitles for Bring back the woolly mammoth!
Ana María Pérez accepted Italian subtitles for Bring back the woolly mammoth!
Ana María Pérez edited Italian subtitles for Bring back the woolly mammoth!
Anna Cristiana Minoli edited Italian subtitles for Bring back the woolly mammoth!
Anna Cristiana Minoli edited Italian subtitles for Bring back the woolly mammoth!
Teresa Varlotta added a translation

Italian subtitles

Revisions

  • Revision 6 Edited (legacy editor)
    Anna Cristiana Minoli