Lo squalo elefante, o cetorino, è una creatura incredibile. E' magnifico.
Cresce fino a 10 m di lunghezza.
Alcuni dicono anche di più.
Può pesare fino a 2 tonnellate.
Alcuni dicono fino a 5 tonnellate.
È il secondo pesce più grande del pianeta.
È anche un animale innocuo che si nutre di plancton.
E si pensa che sia anche in grado
di filtrare 1 km cubo di acqua all'ora
e nutrirsi di 300 kg di zooplancton al giorno per sopravvivere.
Sono delle creature fantastiche.
Qui in Irlanda siamo molto fortunati. Ci sono moltissimi squali elefante
e moltissime opportunità per studiarli.
Parecchie centinaia di anni fa, questi squali
furono molto importanti per le comunità costiere
specialmente quelle intorno alla zona di Claddagh, Duff, Connemara,
in cui i pescatori di sussistenza salpavano
sui loro pescherecci e sulle loro barche,
andando a volte in mare aperto, altre verso un luogo detto Sunfish Bank,
situato a circa 30 miglia a ovest di Achill Island,
per catturare gli squali elefante.
Questa è un'incisione su legno del 1700-1800.
Avevano molta importanza questi squali, per l'olio estratto dal loro fegato.
Il fegato costituisce 1/3 delle loro dimensioni, ed è pieno di olio.
Si ricavano litri e litri di olio dal suo fegato.
Quell'olio serviva soprattutto per l'illuminazione
ma anche per curare le ferite e per altri usi.
Infatti, nel 1742, i lampioni
di Galway, Dublino e Waterford,
funzionavano con l'olio del pesce sole.
"Pesce sole" è un appellativo dello squalo elefante.
Erano animali incredibilmente importanti.
Esistono da tempi immemorabili e sono stati importanti per le comunità costiere.
Forse la fabbrica di lavorazione più nota al mondo di squali elefante
è quella di Achill Island.
Questa è Keem Bay, su Achill Island.
Gli squali entravano nella baia,
e i pescatori legavano una rete, che dal promontorio
si estendeva fino alla rete successiva.
Appena lo squalo arrivava e urtava la rete, questa gli si richiudeva addosso,
e impigliandolo spesso lo soffocava.
Altre volte i pescatori uscivano nelle loro piccole caracche
e lo uccidevano trafiggendolo al capo con una fiocina.
E poi trainavano le prede fino a Purteen Harbor,
le bollivano e ne usavano l'olio.
La carne dello squalo, privato delle pinne,
serviva anche come fertilizzante.
Si tratta forse della peggiore minaccia per tutti gli squali,
la pratica di amputargli le pinne.
Spesso il nostro terrore degli squali nasce dal film "Lo squalo".
Forse 5 o 6 persone all'anno
vengono uccise da uno squalo.
È successo di recente, vero? Solo un paio di settimane fa.
Noi uccidiamo100 milioni di squali all'anno.
Io non so quale sia il bilancio finale,
ma credo che gli squali abbiano più ragione di temere noi, che noi loro.
È stata un'industria ittica ben documentata.
Come vedete qui, raggiunse l'apice negli anni '50,
quando si uccidevano 1.500 squali all'anno.
Ma subì un rapido declino a causa di una scarsa regolamentazione,
che ha forse provocato una decimazione della specie
o cicli riproduttivi alterati.
In quel periodo sono stati uccisi circa 12.000 squali,
tendendo una fune di canapa letteralmente
dalla punta di Keem Bay
ad Achill Island.
Questo tipo di pesca proseguì fino agli anni '80,
specialmente in luoghi come Dunmore East, nella contea di Waterford.
Fino al 1985 sono stati uccisi 2.500-3.000 squali,
e molti da pescherecci norvegesi.
Qui non si vede, ma queste sono barche norvegesi per la caccia al cetorino,
e la linea nera sulla coffa
indica che pescano squali
e non balene.
L'importanza degli squali elefanti per le comunità costiere
viene attestata anche dal linguaggio.
Io non pretendo di parlare irlandese,
ma a Kerry erano spesso noti come "Ainmhide na seolta",
i mostri con le vele.
Un altro appellativo è "Liop an da lapa",
l'ingombrante bestia a due pinne.
"Liabhan mor" indica un grosso animale.
Il mio preferito è "Liabhan chor greine",
il grande pesce del sole.
Una bella definizione, molto evocativa.
A Tory Island, un luogo comunque bizzarro, erano noti come muldoon,
e nessuno sembra sapere perché.
Spero che in sala non ci sia nessuno di Tory Island. Luogo splendido.
Ma in generale, sull'isola
erano noti come pesce sole.
Ciò indica la loro abitudine di crogiolarsi in superficie sotto i raggi del sole.
È forte la preoccupazione che i cetorini siano stati decimati
in tutti i mari del mondo.
Alcuni dicono che non si tratti di una diminuzione.
Potrebbe trattarsi di una ridistribuzione del plancton.
Si ritiene che gli squali elefante sarebbero ottimi indicatori
dei cambiamenti climatici,
dato che registrano continuamente le condizioni del plancton,
nuotando con la bocca sempre aperta.
Ora sono nell'elenco delle specie vulnerabili dell'UICN.
In Europa si sta cercando di mettere fine alla loro pesca.
Ora c'è il divieto di catturarli e anche di portarli a riva,
inclusi quelli pescati non intenzionalmente.
Da noi, in Irlanda, non sono protetti.
Anzi, non godono proprio di alcuno status legislativo
nonostante la nostra importanza per la specie
e il contesto storico in cui si trovano gli squali elefante.
Noi sappiamo pochissimo su questi squali.
E molto di quello che sappiamo
si basa sulla loro abitudine a salire in superficie.
Noi cerchiamo di intuire il loro comportamento
da come agiscono in superficie.
Ho scoperto solo l'anno scorso, a una conferenza nell'Isola di Man,
quanto sia insolito vivere in un luogo
in cui i cetorini vengono spesso, regolarmente e prevedibilmente
a "crogiolarsi" in superficie.
È un'opportunità scientifica incredibile
vedere e essere a contatto con i cetorini,
che sono creature fantastiche.
È una grandissima opportunità per riuscire a studiarli e avvicinarli.
Perciò negli ultimi due anni - ma soprattutto l'anno scorso -
abbiamo iniziato a marcarli
per ottenere un'idea più chiara
sull'accuratezza degli avvistamenti e dei loro spostamenti.
Ci siamo concentrati soprattutto
sul North Donegal e il West Kerry,
le due zone in cui io ero principalmente operativo.
La marcatura è molto semplice, nessuna tecnologia sofisticata.
Usiamo un'asta molto lunga.
Una canna da pesca da riva
con un'etichetta all'estremità.
Si sale in barca e si marca lo squalo.
Ed è molto efficace.
La scorsa estate abbiamo marcato 105 squali.
50 in tre giorni, al largo
della Penisola di Inishowen.
Metà del lavoro consiste nell'avvicinarli, trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
Ma si tratta di una tecnica molto semplice.
Vi mostro come funziona.
Utilizziamo una videocamera subacquea
per filmare lo squalo.
Vogliamo anche determinare il sesso dello squalo.
Ci siamo serviti anche di un paio di marcatori satellitari, di alta teconologia.
Sono dei marcatori
in grado di archiviare le informazioni.
Un marcatore satellitare funziona solo quando è fuori dall'acqua
e può mandare il segnale al satellite.
Ma, ovviamente, gli squali, i pesci, stanno principalmente sott'acqua.
Questa etichetta rileva la posizione dello squalo
a seconda dei tempi e del tramonto del sole,
della temperatura dell'acqua e della profondità.
E bisogna cercare di ricostruire il loro percorso.
Si programma l'etichetta in modo che si stacchi dallo squalo dopo un certo periodo,
in questo caso dopo 8 mesi,
e nel giorno stabilito l'etichetta si stacca, arriva in superficie, saluta il satellite,
e invia i dati, non tutti, ma sufficienti per i nostri scopi.
E questo è l'unico modo in cui studiare
il loro comportamento e i loro movimenti quando sono in immersione.
Abbiamo tracciato un paio di mappe.
Su questa è tracciato il percorso di due squali che parte da Kerry -
in pratica uno ha passato tutto il tempo, gli ultimi 8 mesi, in acque irlandesi.
A Natale aveva raggiunto il limite della piattaforma.
Qui ce n'è una che non abbiamo ancora analizzato in dettaglio
con la temperatura di superficie e la profondità,
comunque il secondo squalo ha passato la maggior parte del tempo
nella zona delle acque del Mar d'Irlanda.
Lo scorso anno, colleghi dell'Isola di Man
hanno marcato uno squalo
che, in 90 giorni, ha nuotato dall'Isola di Man fino alla Nuova Scozia.
Parliamo di 9.500 km. Mai avremmo pensato che fosse possibile.
Un altro collega negli Stati Uniti
ha marcato circa 20 squali al largo delle coste del Massachusetts, senza successo.
Sa solo dove li ha marcati
e dove le etichette si sono staccate.
E si sono staccate nei Caraibi
e perfino in Brasile.
E noi pensavamo che i cetorini fossero animali da zone temperate
e che vivessero solo alle nostre latitudini.
Al contrario, i fatti ci dimostrano che questi squali attraversano anche l'Equatore.
Sono proprio queste semplici cose
che sitamo cercando di scoprire sui cetorini.
Un fatto che io ritengo
davvero sorprendente e bizzarro
è quanto sia minima la diversità genetica tra gli squali.
Io non sono un genetista, e non voglio fingere di capire la genetica.
È per questo che la collaborazione è importante.
Io sono uno che lavora sul campo.
Mi prendono gli attacchi di panico se devo passare troppe ore
in laboratorio, col camice - fatemi uscire!
Per questo lavoriamo coi genetisti, che ci capiscono.
E così, dopo aver analizzato i tratti genetici dei cetorini,
hanno scoperto una diversità incredibilmente bassa.
Guardate questa prima linea,
e vedrete che tutte queste specie differenti sono in realtà molto simili.
Fondamentalmente significa che sono tutti squali
provenienti da un antenato comune.
Se osservate la diversità dei nucleotidi,
che sono sprattutto i tratti genetici provenienti dai genitori,
vedrete che lo squalo elefante, se guardate il primo studio,
presentava un grado di diversità inferiore
rispetto alle altre specie di squalo.
Vedete che lo studio risale al 2006.
Prima del 2006 non sapevamo nulla sulla variabilità genetica dei cetorini.
Non sapevamo se si distinguevano in popolazioni differenti,
se c'erano sottopopolazioni.
E, ovviamente, sono dati preziosi per capire
le dimensioni della popolazione e le condizioni degli animali.
Les Noble, ad Aberdeen,
ha ritenuto tutto ciò piuttosto incredibile,
pertanto ha condotto un altro studio
servendosi di microsatelliti,
che sono molto più costosi e richiedono molto più tempo.
Ma, con sua grande sorpresa, ha ottenuto risultati pressoché identici.
Quindi sembra proprio
che i cetorini, per ragioni non note, presentino una diversità molto bassa.
Si è pensato a una specie di confluenza genetica
risalente a 12.000 anni fa
che ha portato a una diversità molto bassa.
Tuttavia, se osserviamo lo squalo balena,
l'altro grande squalo che si nutre si plancton,
la sua diversità è molto maggiore.
Quindi non si trova una logica comune.
Non si è rilevata alcuna differenziazione genetica
tra i cetorini che popolano i vari oceani del pianeta.
Quindi, sebbene gli squali elefante si trovino in tutti i mari,
non è possibile individuare differenze genetiche
tra quelli del Pacifico, dell'Atlantico, di Nuova Zelanda, Irlanda o Sud Africa.
Fondamentalmente sembrano identici.
E comunque è sorprendente. Nessuno se lo immaginerebbe.
Io non lo capisco. E nemmeno fingo di capirlo.
Sospetto che la maggior parte dei genetisti non lo capiscano,
ma loro ci danno le cifre.
Si può stimare la dimensione di una popolazione
sulla base delle diversità genetiche.
Rus Hoelzel ha calcolato un numero plausibile:
8.200 esemplari.
È tutto:
8.000 esemplari al mondo.
Vi direte: "E' assurdo. Non è possibile".
L'analisi di Les, più dettagliata,
parla di circa 9.000 esemplari.
E l'utilizzo di microsatelliti diversi ha dato risultati diversi.
Ma la media di tutti questi studi ammonta
a circa 5.000 esemplari.
Personalmente non ci credo,
ma io sono scettico di natura.
Comunque, giocando un po' con le cifre,
probabilmente si parla di una popolazione effettiva di circa 20.000 esemplari.
Ricordate quanti se ne uccidevano al largo di Achill
tra gli anni '50 e '70?
Quindi lo studio ci sta dicendo
che la specie è a rischio di estinzione
poiché la popolazione attuale è ridottissima.
Inoltre, di quei 20.000, si ritiene che 8.000 siano femmine.
Esistono solo 8.000 esemplari di cetorino femmina al mondo?
Non lo so. Io non ci credo.
Il problema di questi studi
è il numero limitato di campioni.
Non si hanno abbastanza campioni a disposizione
per analizzare in maniera dettagliata
i tratti genetici.
Ma allora, dove troviamo i campioni
per le analisi genetiche?
Una fonte ovvia sono gli squali morti
portati a riva dalle correnti.
In Irlanda troviamo due o tre squali spiaggiati all'anno,
se siamo fortunati.
Un'altra fonte è costituita dalle catture accidentali.
Ne trovavamo molti impigliati nelle reti da posta.
Ora questa pesca è vietata. Buone notizie per gli squali.
Alcuni rimangono presi nelle reti a strascico.
Questo squalo è stato sbarcato ad Howth poco prima di Natale.
Illegalmente, perché le leggi dell'U.E. lo proibiscono,
ed è stato venduto per 8 euro al kg come taglio per bistecche.
Hanno persino messo la ricetta sul muro, prima di venire a sapere che era illegale.
E sono anche stati multati.
Se osservate gli studi che vi ho mostrato,
il totale dei campioni, in tutto il mondo,
al momento è di 86.
È un lavoro molto importante,
e possono suscitare le domande più corrette
per capire le dimensioni della popolazione,
le sottopopolazioni e la loro struttura,
ma il limite è la carenza di campioni.
Quando noi marchiamo i nostri squali
lo facciamo in questo modo, velocemente, dalla prua di un gommone.
A volte gli squali reagiscono.
Una volta, a Malin Head, nel Donegal,
uno squalo ha colpito la fiancata con la coda,
credo, più che altro, sorpreso dalla vicinanza dell'imbarcazione
piuttosto che dall'inserimento dell'etichetta.
Tutto bene, comunque. Ci siamo solo bagnati.
Poi, quando io ed Emmett siamo tornati
a Malin Head, al molo,
io ho notato del muco nero sulla prua del gommone.
E mi sono ricordato - io ho passato molto tempo sui pescherecci commerciali -
che i pescatori mi dicevano che si poteva sempre capire
quando un cetorino era stato preso nella rete
perché si lascia dietro un muco nero.
Ho pensato quindi che quello provenisse dallo squalo.
Ora avevamo interesse
a raccogliere campioni di tessuto per la genetica
perché ne riconoscevamo il grande valore.
E utilizzavamo i metodi tradizionali,
come la balestra che mi vedete tenere in mano,
che serve a raccogliere campioni da balene e delfini per analisi genetiche.
Ho provato quella e molte altre tecniche.
Il risultato erano solo frecce spezzate
perché la pelle dello squalo è molto dura.
Non avremmo mai ottenuto dei campioni in quel modo.
Non avrebbe funzionato.
Quindi, quando ho notato il muco nero sul gommone,
ho pensato: "Se ti arrangi con quel che il mondo ti offre ..."
L'ho raschiato dalla prua
e l'ho messo in una provetta con dell'alcol per mandarlo al genetista.
Ho raschiato il muco e l'ho spedito ad Aberdeen,
e ho detto loro: "Provate con questo".
Mi hanno fatto aspettare dei mesi.
Solo perchè avevamo una conferenza sull'Isola di Man.
Ma io continuavo a mandare email:
"Sei riuscito ad analizzare il muco?".
E lui mi rispondeva: " Sì, sì, sì. Non ancora, non ancora, non ancora".
Ma pensava che avrebbe fatto meglio a darmi retta,
dato che non mi conosceva,
altrimenti avrebbe fatto una figuraccia se non l'avesse analizzato.
Ed è rimasto incredulo vedendo che dal muco si otteneva del DNA.
Hanno approfondito, fatto delle analisi,
e hanno scoperto che, sì, in effetti era DNA di squalo elefante,
quello che si otteneva dal muco.
Erano davvero emozionati.
È stato denominato "muco dello squalo di Simon",
e io ho pensato: "Sai cosa? Posso partire da qui".
Quindi ci siamo detti: "Usciamo in mare
e raccogliamo del muco".
Dopo aver speso 3.500 [euro] in etichette satellitari,
ho deciso di investirne 7,95 - il prezzo è ancora visibile -
nella ferramenta locale di Kilrush,
per un manico di spazzolone,
e ancora meno per delle pezze per pulire il forno.
Quindi ho avvolto le pezze intorno all'estremità del manico.
Ero davvero disperato.
Volevo avere l'opportunità
di trovare degli squali.
Questo accadeva in agosto,
ma il picco delle presenze si ha tra giugno e luglio.
E li si vede di rado.
Devi trovarti nel punto giusto al momento giusto per vederli ad agosto.
Eravamo veramente disperati.
Appena abbiamo sentito che c'erano squali a Blasket ci siamo precipitati,
e ne abbiamo trovato qualcuno.
Perciò facendo passare il bastone sotto lo squalo
quando passava accanto al gommone
- ecco qui uno squalo che passa sotto il gommone -
siamo riusciti a raccoglierne il muco.
Eccolo qui.
Guardate questo stupendo muco nero.
Nel giro di mezz'ora
abbiamo ottenuto 5 campioni, da 5 squali diversi,
sottoposti al metodo di campionatura del "muco di squalo di Simon".
(Risate)
(Applausi)
Io lavoro su balene e delfini, in Irlanda, da 20 anni,
e con loro la faccenda è più complessa.
Forse avete visto le riprese della megattera
che abbiamo trovato circa 2 mesi fa al largo di County Wexford.
Si pensa sempre di poter lasciare un proprio retaggio al mondo,
e io avevo in mente le megattere che saltano fuori dall'acqua
e i delfini.
Ma a volte certe cose ti capitano all'improvviso
e tu le devi afferrare al volo.
Quindi questo sarà forse il mio retaggio:
il muco di squalo di Simon.
Quest'anno abbiamo più fondi
per proseguire la raccolta di campioni.
E una cosa molto utile è l'ausilio
di videocamere subacquee - ecco la mia collega Joanne che la utilizza -
con le quali puoi effettivamente vedere sotto lo squalo.
Cerchiamo di individuare le appendici tipiche dei maschi,
che pendono all'esterno, nella zona posteriore del corpo.
In tal modo è facile determinare il sesso degli esemplari.
Se possiamo determinare il sesso dello squalo
prima di raccoglierne il muco,
possiamo dire al genetista se appartiene a un maschio o a una femmina,
dato che al momento, geneticamente, non c'è modo
di distinguere un maschio da una femmina.
Io lo trovo del tutto sconcertante.
Non sanno quali elementi primari cercare,
e riuscire a individuare il sesso di uno squalo
ha assunto enorme importanza
per monitorarne il commercio,
sia per i cetorini che per le altre specie,
poiché il commercio di qualsiasi squalo è illegale.
Ma vengono ancora catturati e messi sul mercato.
Quindi, da biologo sul campo,
desidero solamente incontrare questi esemplari.
E imparare tutto quello che posso.
Spesso sono incontri molto brevi, limitati dalle stagioni.
E tutto quello che desidero è imparare tutto il possibile al più presto.
E non è fantastico
poter offrire questi campioni,
queste opportunità ad altre discipline, per esempio alla genetica,
che ne può ricavare molto di più.
Come dicevo,
queste cose ci arrivano in modi insapettati. Prendiamole al volo!
Io lo considero il mio lascito alla scienza.
Spero di poter ottenere qualcosa di più memorabile e romantico prima di morire.
Ma per adesso sono grato di ciò che ho.
E occhio agli squali!
Se siete interessati, abbiamo un nuovo sito web sugli squali elefante.
Grazie. Grazie per la vostra attenzione.
(Applausi)