Salve.
Vorrei che respirassimo con la cannuccia.
Ci alziamo, se preferite. Forza.
Muoviamoci
respirando con questa cannuccia.
Si parte!
Forza!
♪ Tum Chiki Cha Chiki Tum Chiki Cha ♪
Forza.
♪ Tum Chiki Cha Chiki Tum Chiki Cha ♪
Forza, muovetevi!
Sempre respirando con la cannuccia. Forza.
♪ Tum Chiki Cha Chiki Tum Chiki Cha ♪
Muovetevi!
♪ Tum Chiki Cha Chiki Tum Chiki Cha ♪
Fantastico!
Grazie!
È stato facile?
L'abbiamo fatto solo per un minuto.
Se lo facessimo per settimane,
per mesi, per il resto della vita...
Se fossimo nati con questa cannuccia in bocca,
cosa accadrebbe?
Di certo ci dimenticheremmo di averla
e inventeremmo una filosofia della scarsità,
diremmo che l'aria è scarsa
perché ci siamo dimenticati dello strumento
che ci porta all'aria che invece è abbondante,
siamo in relazione di sufficienza con essa,
ma l'oggetto, l'abbiamo dimenticato,
quindi costruiamo
una visione del mondo di scarsità.
Un minuto è un po' poco,
ma ci si rende conto che,
respirando con la cannuccia,
tutta la nostra energia fisica,
emozionale, mentale,
la nostra ispirazione,
sono dedicate solamente a respirare.
Non pensiamo ad altro,
non scriveremo una sinfonia o un libro,
non correremo o balleremo,
in realtà ogni respiro è la conquista
del successivo.
Questo soffocamento
ci spingerà a fregare la cannuccia al prossimo,
o comunque ce ne farà venire voglia.
Inoltre, se accumulo molte cannucce,
magari chiederò a qualcuno
di avere la sua
e poi di lavorare per me
e di distribuirle.
Questa situazione di soffocamento in presenza di aria
è la stessa che vive
oggi la maggior parte dell'umanità
con lo strumento per accedere alla ricchezza,
ossia il denaro.
Il denaro manca,
questo prova la maggior parte
dei nostri contemporanei
in misura diversa, ma la maggior parte.
Perché il denaro manca?
Sappiamo che la quantità in sé è enorme,
ma il denaro si concentra.
Questa concentrazione la troviamo già
da piccoli giocando a Monopoli,
che è una specie di semplificazione
del nostro sistema economico,
le fondamenta sono le stesse:
più guadagno denaro, più posso investirne,
più posso investire, più guadagno
e così via...
Cioè si ha un fenomeno di accumulo,
è il termine tecnico, della moneta,
che si concentra nelle mani di alcuni.
E mentre si accumula qui,
sparisce altrove.
Si ha quindi una carenza di denaro.
Ed è qui che si realizza questa asfissia.
Questo fenomeno di accumulo
si chiama principio di Pareto
ed è lo stesso del Monopoli.
Possiamo trarre interessanti conclusioni
di cui non si parla nei manuali,
né sulla stampa economica.
Innanzitutto, in questo sistema monetario
non c'è un vincitore,
quello che ha tutte le banconote,
perché se io ho tutte le banconote
e gli altri non hanno niente
sono economicamente morto
come gli altri!
Posso fare ciò che voglio delle mie banconote,
posso pure usarle come carta igienica,
come dicono alcuni,
ma non posso più farci niente.
Oppure cambio le regole del gioco
e così ricomincia la partita.
È un gioco a morte collettiva.
È insito nella struttura monetaria del Monopoli
e in quella che usiamo oggi nel mondo.
È così,
qualunque sia la volontà dei partecipanti,
cioè, se delle persone
vogliono fare degli scambi benefici,
e non per forza uccidersi a vicenda,
nonostante tutto,
il sistema nel suo insieme
andrà incontro al suo destino,
a prescindere dalla volontà degli attori.
È il meccanismo della scarsità,
ed è per questo che lo chiamiamo
"denaro scarso".
Non è un giudizio,
è un termine tecnico per descrivere
il tipo di moneta che usiamo oggi.
Non importa che siano euro o altro,
è lo stesso.
Oggi c'è una risposta a tutto questo.
È semplice: la moneta manca sul territorio,
la gente si accorge che il denaro è altrove,
allora creeremo la nostra moneta locale.
Migliaia di luoghi sul pianeta pulluleranno
di monete locali.
Gli scambi riprendono,
il corpo sociale riprende la sua attività,
il suo dinamismo, e si riparte!
Ci sono delle monete chiamate sociali,
monete complementari sociali.
Per esempio, in Giappone:
mettiamo che io sono uno studente
e ho una vicina di casa, una donna anziana,
le faccio la spesa, le pulizie,
magari l'aiuto a lavarsi.
Guadagnerò dei Fureai-Kippu
che posso mandare
al mio vecchio prozio
all'altro capo del Paese
che potrà a sua volta usarli
con una persona di prossimità.
Questa moneta ha una funzione sociale,
crea un legame, e lo yen in sé,
non è adeguato a questa funzione.
Inoltre, questo fa risparmiare miliardi di yen al governo.
Ci sono anche monete commerciali.
Ce n'è una mondiale,
che conosciamo bene, le miglia aeree,
che consente di comprare biglietti aerei,
soggiorni, noleggi auto.
Ci sono anche delle monete specifiche,
cioè che hanno una funzione particolare,
come i crediti di anidride carbonica o
le monete kilowatt,
monete che favoriscono un settore
in particolare: l'istruzione, l'energia...
Ecco il quadro generale
delle monete complementari.
Si è aperta quindi una breccia,
se cercate su Internet,
si è aperta una breccia
nel monopolio del denaro scarso.
Esiste una risposta.
Tuttavia,
non è qui che ci fermeremo,
perché questa moneta complementare
è solo una tappa di transizione.
È una risposta a...
complementare,
quindi vuol dire proprio questo,
che completa il sistema,
ci mette una pezza,
serve a colmare le lacune.
Ma quello che sta succedendo
prefigura un momento storico,
come ce ne sono stati talvolta,
specialmente quando si è detto:
ciascuno ha diritto a pensare ciò che vuole,
alla libertà d'espressione.
È un diritto universale e inalienabile.
Prima la libera espressione era
un concetto regale.
Non ci si poteva esprimere senza l'avallo
dell'autorità costituita,
il Re, Dio, chi vi pare.
E si parla ancora oggi
di moneta... regale.
Si dice, è nel nostro spirito,
è indiscutibile, la moneta è di fatto
legata all'autorità, non importa sia Dio,
lo stato, le banche...
Questa transizione
è il passaggio
dalla moneta regale
ALLE monete cittadine.
Ovunque si inizia a vedere
gente che dice: Ma sì!
Creiamo una moneta
per sviluppare il tal settore,
l'istruzione,
un'altra per le acque grezze,
con quell'altra creiamo solidarietà sociale
e così via.
Tutta questa dinamica che sta nascendo
si definisce come monete libere.
Oltre al fatto di risolvere
delle questioni sociali,
queste monete prefigurano un'evoluzione
importante quanto lo sviluppo del linguaggio,
o la scrittura.
Cioè diventeremo capaci
di creare grandi collettivi,
piccoli, locali, grandi,
specialistici, destinati al grande pubblico,
che avranno una lingua
che consentirà loro
di capire la loro dinamica,
la dinamica degli scambi, dei flussi.
Da ciò deriva il termine originale,
la parola "currency" in inglese.
Locke diceva "currency": ci vedi le correnti
e ci sono migliaia di correnti intorno a noi.
Alcune ci interessano di più
e dobbiamo avere la libertà di giocarci,
con queste correnti.
Adesso vorrei condividere un sogno,
questo sogno su cui sto lavorando
Vorrei che...
Sogno che qualunque essere umano
possa impegnarsi con i suoi pari,
in base alle sue forze, alle sue capacità,
ai suoi talenti,
senza essere bloccato
solamente per colpa della moneta,
solamente a causa di ciò.
Lavoro perché vorrei creare
il migliore sistema di scambio
e condivisione della ricchezza
e le monete libere sembrano andare
in questa direzione.
Questo sistema non è imposto
da alcuni su tutti,
le persone se lo creeranno da sole
lì dove si trovano.
La tal città, la tal rete sociale,
la tale impresa,
il tal gruppo che condivide gli stessi valori,
sono milioni di circoli diversi:
piccoli, grandi, locali, globali...
Ciascuno deve poter creare monete libere
che permetteranno gli scambi.
Vorrei che questo sistema
fosse facile da usare,
ludico, che funzioni su qualsiasi cellulare.
Ci lavoriamo, ci sono già i primi esperimenti,
vanno benissimo.
E questo darà
a più del 50 per cento dell'umanità
l'accesso alle monete libere.
Il 50 per cento dell'umanità
non ha accesso alla moneta in modo così libero
oggi...
Sogno che usciate di qui
con questo piccolo seme:
la moneta è un diritto dei cittadini.
E chiunque in questa sala
può farlo. E qui in questa sala
c'è già un'economia potenziale
che può cominciare.
Se lo volete, tutto questo può partire.
Forse anche TED, in quanto
incredibile scambio di idee, di talenti,
di persone che condividono
e che seminano ovunque,
potrà essere uno straordinario
punto di partenza
anche per le monete libere.
Quando le monete libere saranno ovunque
allora sceglierete.
La vecchia moneta, a pagamento, unica,
o le monete plurali, cittadine, gratuite.
Per realizzare questo sogno,
lavoro su due piani.
Un piano tecnico:
bisogna realizzare la tecnologia,
scriviamo il software, il codice.
Andate sul sito per orientarvi,
se volete, si chiama thetransitioner.org,
lavoriamo in inglese,
lì troverete tutte le informazioni.
Al di là del codice, dei protocolli,
delle interfaccia, dei cellulari...
ho fatto la scelta personale
di abbandonare il denaro
per diventare "ricco".
Di diventare ricco senza denaro,
ma grazie alle monete libere.
"Ricco" non in senso consumistico,
ma nel senso più profondo del termine:
ricco di relazioni,
ma anche in senso materiale.
Questa miseria di cui parlo al mondo,
non ne parlo solo in teoria,
l'ho incontrata io stesso.
Il denaro: l'ho guadagnato,
l'ho ereditato,
l'ho anche rubato una volta,
anch'io sono stato all'interno
di questo meccanismo predatorio,
sono andato due volte in prigione per questo.
Ho visto che la maggior parte delle persone
che erano in prigione
erano persone che come me
avevano un rapporto predatorio con il denaro:
l'avevano rubato o con la droga, con i furti...
Grazie a tutti questi viaggi per il mondo, poi
ho visto che alla fine la vera miseria,
la vera umiliazione per un essere umano,
non è tanto
non avere accesso a qualcosa.
È soprattutto non poter dare.
Adesso abbiamo i mezzi
per cambiare tutto ciò, grazie a questo
lavoro sull'economia,
di cui non si parla sulla stampa.
Il mondo di domani non scaturirà dalle nostre reazioni,
ma dalle nostre creazioni.
Ci lavoriamo,
c'è bisogno degli uni e degli altri per farlo.
Siamo un piccolo team globale molto risoluto,
abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Grazie.
(Applausi)
Jean-François!
Ho preso la X di TEDx
per non dover più pronunciare "TEDex",
l'ho cambiata con mille grazie e ora
te la do.
Grazie! E poi sembra che la X frutti...
(Applausi)