La luce, da dove viene la luce? Tutta la luce che abbiamo attorno a noi, anche quella che viene da questi oggetti illuminati viene dal cielo. In un modo o nell'altro ci ha raggiunto, magari tempo fa, dal cielo. La luce viene solamente dal cosmo. Da quale cosmo? Da quello che ci circonda. Da questo cielo, che non possiamo vedere da questa città. Bergamo non può vedere questo cielo, questo cielo si vede solamente in Africa. Si vede quando è buio, quando la città non illumina il cielo di notte. Se vi capita di andare nel sud del mondo, vedete questo cielo. Bene, immaginiamoci di essere qualche tempo fa, Due milioni e mezzo di anni fa. Ci sarà pur stato un primo momento in cui un ominide nella fase evolutiva abbia alzato gli occhi da terra e abbia realizzato che cosa aveva sopra la sua testa. Immaginatevi quell'istante, un istante importante della nostra storia che va remota nei tempi lontanissimi. Da quel momento in poi, l'uomo ha sempre avuto con sé nella sua cultura la coscienza dell'universo e della luce che ci arriva dal cielo. Facciamo un grande salto. Questo profilo lo conoscete benissimo. È il profilo di Stonehenge. Cos'è Stonehenge? È una realizzazione di un popolo primitivo. Siamo a 4,500 anni fa, quindi praticamente siamo prima della Storia. È uno degli esempi di come lo studio, l'osservazione del cielo, abbia plasmato la cultura dell'umanità. Per fare questo particolare sistema costruttivo, quella popolazione antica ha fatto uno sforzo immenso ha portato dei massi pesantissimi da decine, forse centinaia di km di distanza, per strutturarli in una struttura circolare di grandissime dimensioni. Per quale motivo? Per far guardare le stelle. Per vedere il moto dei pianeti, per capire quando seminare, quando raccogliere. Per fare dei riti legati alle mitologie, legati appunto alle informazioni che venivano dal cielo. Il cielo ha sempre plasmato la cultura: maia, egizia e tutta la storia dell'umanità e, secondo questo esempio, usando la tecnologia, le caratteristiche più avanzate dell'epoca. Facciamo un altro salto, di 2,300 anni. Siamo nel Mediterraneo, una nave greco-romana trasporta del materiale tra la Grecia e l'Italia e affonda davanti all'isola di Kythera, un'isola del Peloponneso. Nel 1906, all'inizio del secolo scorso, questo relitto viene trovato e raccogliendo il materiale trovato nel relitto, nella stiva di una nave vecchia 2,200 anni a quel punto, a parte le solite anfore, si trovano delle strutture come questa, delle specie di rotelle completamente coperte di calcare, che vengono portate al museo di Atene e lasciate lì per 60 anni. Non si sa cosa fossero. 60 anni dopo fanno le radiografie con i raggi x e scoprono all'interno di queste rotelle degli ingranaggi sottilissimi tipo gli orologi del 1600, ma siamo nel 200 a.C. Questo è una sorta di astrolabio, un sistema che permetteva ai potenti di allora di calcolarsi il moto dei pianeti, soprattutto le eclissi di sole e di luna. Immaginatevi cosa vuol dire per un generale, o per un politico, sapere quando il sole sta per scomparire, quando la luna sta per essere oscurata. Una tecnologia incredibilmente sofisticata. Cicerone ci racconta che c'erano due di queste macchine, a quel tempo disponibili, nell'allora civiltà greco-romana. Una l'abbiamo ritrovata in fondo al mare, una fortuna straordinaria. Un altro esempio di come la tecnologia, la più sofisticata, fosse stata messa a disposizione, per che cosa? Studiare, prevedere, capire il cielo. Facciamo un altro salto. Questa è una pagina dell'Almagesto. L'Almagesto era una sorta di Treccani, di Enciclopedia Britannica, in cui era raccolta tutta l'informazione nota all'umanità nei mille anni che sono intercorsi fra la fine dell'impero romano e la metà del primo millennio. Come potete vedere da queste immagini, la Terra è perfettamente formata ha tutti i continenti, l'America del Nord, del Sud, perfino l'Australia. Qual è il problema? È al centro del mondo. Tutte quante le sfere celesti la circondano. Quella che trasporta il sole, quella che trasporta la luna, i vari pianeti, via via fino alla sfera che porta alle stelle fisse. Infatti siamo nel 1550, l'America è scoperta da Colombo nel 1492, ma non c'è ancora la comprensione di dov'è questo pianeta all'interno dell'universo. Infatti occorre aspettare il 1609, quando Galileo, con questo piccolo cannocchiale che oggi comprate dalla Lidl per 50€, capì che c'erano dei satelliti che giravano intorno a un pianeta, Giove, e che stavano perforando, stavano rovinando, stavano distruggendo l'armonia delle sfere celesti. Finalmente la Terra trovò il suo posto nell'Universo. Non era che il Sole girava intorno alla Terra, ma la Terra attorno al Sole. Il cannocchiale, la tecnologia del momento, attualmente, lo sviluppo tecnologico ha portato a dei progressi straordinari. Questo è un cannocchiale del secolo scorso, è il cannocchiale con cui Hubble guardò a lungo la nostra galassia prese delle immagini del nostro insieme di stelle, che si pensava allora che fosse tutto l'universo e studiando alcune piccole stelle, un po' sfocate capì da una notte all'altra, che erano altre galassie, molto, molto lontane. Da una notte all'altra l'universo si espanse di un fattore più di mille e da allora abbiamo continuato ad espanderlo, fino ad arrivare, praticamente, alle sue origini. Questo con un telescopio chiaramente molto più potente di quello di Galileo. Oggi abbiamo nello spazio il telescopio dei telescopi: il telescopio di Hubble, che guarda l'universo usando le condizioni straordinariamente favorevoli di potere fare le osservazioni dallo spazio e questa immagine che vedete sulla destra è una capocchia di spillo del cosmo sulla nostra testa ingrandita in una quantità enorme di volte da Hubble e vediamo le prime galassie, le prime protostelle, vediamo un universo di miliardi e miliardi di anni fa. Dicevo che la tecnologia è fondamentale per capire l'universo attorno a noi ma vedrete com'è sorprendente la velocità con cui la tecnologia è evoluta in quest'ultimo secolo. Il secolo che è passato ci ha permesso di fare dei progressi molto più grandi che in millenni e in milioni di anni che ci hanno anticipato. Vedete questa immagine, siamo alla cappella degli Scrovegni e vediamo come Giotto nel 1301 dipingesse una bellissima serie di pitture fra cui la natività e si può apprezzare la bellezza di questa pittura perché vediamo la forma, le immagini delle persone, gli animali, una prospettiva della capanna ma sopra la capanna vediamo una brutta stella cometa una sorta di palloccola rossastra e ci domandiamo come mai un grande pittore come Giotto avesse disegnato una stella cometa così brutta. Perché l'aveva vista nel cielo, perché vedeva in quell'istante quella stella passare sulla sua testa. È la cometa di Halley, che passa ogni 76 anni e nel 1301 passava sulla testa di questo pittore che l'ha copiata fedelmente. Infatti queste foto del 1910, le prime foto di questa cometa, ci mostrano una struttura del tutto analoga a quella che Giotto dipingeva nel 1300. E nel 1986, 76 anni dopo, l'uomo era in grado di fare i suoi satelliti artificiali i suoi robot telecomandati che sono andati letteralmente a pizzicare la coda della cometa di Giotto per vedere come è fatta. 600 anni per passare dall'occhio alla fotografia, 76 anni per passare dalla fotografia alla capacità di raggiungere la cometa di Halley. Tecnologia, tecnologia. Questi signori sono Penzias e Wilson, due ingegneri diventati famosi perché hanno sostanzialmente pubblicato un articolo dicendo: abbiamo cercato di fare uno strumento elettronico di bassissimo rumore ambientale che praticamente dovesse misurare nessun tipo di rumore e sentiamo un rumore continuo, assordante, che viene da tutte le parti dell'universo. Questo ha un suo orecchio, che è un'antenna, una sorta di grande antenna radio, che gli ha permesso di capire che il loro rumore veniva dappertutto. Non sapevano che cosa avevano trovato, hanno pubblicato questo risultato e poche settimane dopo, altri hanno interpretato che loro stavano ascoltando l'eco del Big Bang e hanno avuto il premio Nobel per questo. Un rumore che di fatto è l'eco della grande esplosione iniziale. Oggi questo tipo di studi si fanno con strumenti molto più potenti. Questo pallone stratosferico ha studiato quell'eco del Big Bang capendo che è strutturato in un modo molto particolare. Se voi mettete gli occhiali per guardare il Big Bang sono una specie di occhiali google un po' particolari, che fanno gli scienziati che studiano queste cose e uscite fuori a guardare il cielo, lo vedreste butterato, come se avesse il morbillo. Quel morbillo è il dettaglio dell'esplosione legata al Big Bang, visto 300 mila anni dopo. E forse voi avete visto un'immagine come questa nelle prime pagine dei principali quotidiani un satellite chiamato Planck ha completato questa immagine del cielo col morbillo, col morbillo del Big Bang, è un cielo, appunto, che si è rivelato 280 mila anni, 300 mila anni dopo il Big Bang. Ma recentemente sui giornali avete sentito questa cosa incredibile, che uno strumento posto al Polo Sud ha fatto ancora di più. Ha trovato in questa immagine di 300 mila anni una traccia di qualche cosa che è successo 1 miliardesimo di secondo dopo l'esplosione iniziale. Questi cerchi della luce polarizzata nel cielo ci stanno raccontando cosa è successo proprio all'inizio dei tempi. Tecnologia. Ma che cosa è successo negli ultimi 50 anni? Una grandissima rivoluzione. Abbiamo imparato a guardare i colori dell'universo che non sono visibili all'occhio umano e soprattutto non sono visibili dalla Terra. L'universo che ha visto Galileo, Hubble, con i telescopi, ci manda quella luce che passa nell'atmosfera. Questa luce è una luce visibile che attraversa bene l'aria. Le onde radio viste da Penzias e Wilson, sono come quelle dei telefonini, passano bene attraverso l'aria. Ma ci sono moltissime altre onde che non riescono a passare attraverso l'aria, per vedere le quali dobbiamo uscire, letteralmente, dall'atmosfera. In questi ultimi 50 anni siamo riusciti a fare questo sistematicamente e siamo riusciti ad avere tutti i colori di un universo altrimenti invisibile. Per esempio questa immagine che voi vedete se andiamo sul visibile è l'universo, la Via Lattea, che domina il punto di vista, visto dalla Terra, vista con gli occhi del primo ominide, con gli occhi di Galileo, di Hubble, nel visibile. Ha una certa struttura, chiaramente non riusciamo a vederla tutta quanta, ma ha queste caratteristiche. Se andiamo nell'infrarosso, che è una frequenza che non passa attraverso l'atmosfera, vediamo una figura completamente diversa. Se andiamo nelle microonde, che sono quelle del forno a microonde che abbiamo in cucina, di nuovo cambia completamente. Se andiamo nel radio, che è quello che si riesce a vedere anche dalla Terra con le misure di Penzias e Wilson, cambia di nuovo; dei grandi insiemi di gas freddo che appaiono ed emettono quel tipo di luce radio. Se andiamo nell'ultravioletto, che è un colore che non passa facilmente l'atmosfera, nascono tutta una serie di stelle altrimenti invisibili nel visibile. Nei raggi x, cambia di nuovo il nostro universo, appare completamente diverso con delle sorgenti caldissime. Per andare a finire ai raggi gamma, che sono quelle delle esplosioni nucleari, esistono degli oggetti che esplodono tipo nucleare senza sosta, da milioni e milioni di anni. Questo è l'universo che oggi noi abbiamo davanti agli occhi un universo pieno di colori, che 50 anni fa non conoscevamo. Questa è la parte di universo invisibile che è diventato visibile, che si è disvelato negli ultimi 50 anni, grazie al lavoro di persone come Riccardo Giacconi un italiano che ha avuto il Nobel nel 2002 perché ha scoperto l'universo fatto di sorgenti di raggi x, nessuno ci credeva, "Non fare questo esperimento." Lui insistette cocciutamente, andò in America costruì questo satellite, lo mise in orbita e vide le prime sorgenti di raggi x. Oppure questo satellite che si chiama Fermi, in onore del nostro grande fisico degli anni '40-'50, che letteralmente osserva l'universo caldissimo in continua esplosione nucleare. Oppure questi strumenti ancora più moderni che si chiamano strumenti a luce Cherenkov che guardano della luce di un colore così estremo che non siamo nemmeno in grado di produrla nei nostri laboratori un'energia spaventosamente alta che viene prodotta in alcuni casi dalle sorgenti, dei mostri di energia, che sono in alcune parti del nostro universo. Questo vi spiega un pochettino perché in orbita abbiamo tanti satelliti, ciascuno sono occhi che guardano in colori diversi che guardano a distanze diverse, che guardano vicino o così lontano da toccare i bordi dell'universo visibile, da arrivare fino a toccare il Big Bang. E oggi abbiamo quindi queste meravigliose immagini della Via Lattea, ma anche dell'universo, in tutti i colori possibili immaginabili. Questo è il nostro universo, diventato visibile negli ultimi 60 anni, prima il 90% era completamente irraggiungibile. Abbiamo finito, abbiamo raggiunto il compimento della scienza? Abbiamo raggiunto i limiti dell'osservabile? No. Non conosciamo ancora davvero quello che è il vero universo oscuro. C'è un universo che è talmente oscuro che non riesce neanche ad emettere la luce non solamente la luce che emette non passa dall'atmosfera. C'è un universo che è sostanzialmente invisibile a qualsiasi forma di luce. E quindi abbiamo imparato recentemente, negli ultimi 50 anni, tante cose riguardanti l'universo. Sappiamo che è piatto, omogeneo, isotropo, è composto da radiazione, da materia, da protoni, da neutroni, come noi, ma sappiamo che è solamente il 4% del totale. Esiste una componente, che si chiama materia oscura, che sappiamo essere il 23%, sei volte più abbondante della materia normale ed è in questa stanza, ci attraversa, ma non riusciamo a vederla. Non solo, abbiamo capito che c'è un altro 73%, che è energia nascosta nel vuoto, di cui non sappiamo assolutamente niente se non che esiste. E tra le altre cose, l'antimateria primordiale che rappresenta il Big Bang se n'è andata e non sappiamo che fine ha fatto. Per cui abbiamo imparato a guardare tutti i colori dell'universo ma mentre facevamo questo, abbiamo scoperto che c'è un 95% di universo, che è letteralmente presente, ma invisibile, con tutte le tecniche che noi abbiamo potuto inventare in questi ultimi 50 anni. Per cui sappiamo di non sapere, non siamo mai stati così ignoranti in modo cosciente, relativamente alla natura. Quindi, dopo un secolo di straordinaria crescita dopo una tecnologia che è letteralmente esplosa e ci ha aperto tutti i colori dell'universo, siamo arrivati ad un nuovo bordo, a un nuovo confine, sappiamo che il 95% di ciò che ci circonda dev'essere ancora scoperto. E quindi siamo alle soglie di un nuovo millennio in cui ci rimane da scoprire la maggior parte delle cose che ci circondano. E quindi il mio pensiero per questa chiacchierata di TEDx è: "AAA. Sappiamo che il 95% dell'universo è assolutamente invisibile. Si cercano idee per capire di cosa sia fatto." Grazie. (Applausi)