Lawrence Lessig: Grazie mille. È bellissimo essere qui. Bello come quella volta che ho tenuto il discorso alla Pixar. Penso a questi due eventi come i momenti culminanti della mia carriera. Quindi, vi ringrazio molto per avermi invitato. Ho un paio di piccoli spunti che vorrei usare come introduzione ad una riflessione, sulla natura dell'accesso alla conoscenza scientifica nel contesto di Internet, e usare quella premessa come un punto di partenza verso una riflessione comune su cosa si dovrebbe fare. Così ecco la prima idea. Vorrei chiamarla l'"effetto-White" Denominandolo così dal Giudice Byron White, il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, nominato da John F. Kennedy - eccolo qui nel 1962 - conosciuto in precedenza come "Scheggia" White della squadra di football della Yale University. Quando fu nominato alla Corte Suprema, era un noto liberale, un rinomato liberale, l'unico incaricato che John Kennedy aveva alla Corte Suprema. Tuttavia "Scheggia" White invecchiò, ed è probabilmente più famoso per una sentenza infamante, che emise a nome della Corte Suprema, la 'Bowers contro Hardwick', un giudizio in cui la Corte Suprema confermò la penalizzazione delle leggi sulla sodomia, con il brano: 'In questo contesto, sostenere che il diritto ad assumere un comportamento del genere' - la sodomia omosessuale - 'sia "profondamente radicato nella storia e nella tradizione di questa Nazione" o addirittura "implicito nel concetto di libertà regolamentata" è, nella migliore delle ipotesi, faceto.' Ora, questo è quello a cui voglio pensare come "effetto-White". Essere un liberale o un progressista è sempre relativo a un momento, e quel momento può cambiare, e in troppi non sono più liberali o progressisti. Bene, questo era l'"effetto-White". Ecco la seconda idea. L'Harvard Gazette è una sorta di pubblicazione promozionale della Harvard University, che parla di tutte le cose felici di Harvard. Sicché, ecco un articolo che ha riportato, su di una eccezionale macro-economista, Gita Gopinath, da poco venuta a Harvard, ha ricevuto la cattedra l'anno scorso ed è uno dei macroeconomisti più influenti negli Stati Uniti in questo momento. Questo articolo parla del suo lavoro e della sua ricerca, e proprio alla fine, troviamo questo passaggio sconcertante, dove si dice: 'Praticamente, gli scaffali nel suo nuovo ufficio sono vuoti, poiché, ha detto Gopinath, "Tutto quello che mi serve è su internet ora"' Bene, questa è la seconda idea. Ecco la premessa. Dunque, la legge sul copyright è una normativa da parte dello Stato intesa a modificare un regolamento da parte del mercato. Si tratta di un diritto esclusivo, un diritto di monopolio, un diritto di proprietà concesso dallo Stato, che è necessario per ovviare a un'inevitabile fallimento del mercato. Ora, dicendo che è necessario per ovviare a un'inevitabile fallire del mercato, Mi sto autoetichettando come cultore pro-copyright, nel senso che credo che il copyright sia necessario. Anche nell'era digitale, in particolare nell'era digitale, il copyright è necessario per realizzare alcuni incentivi che altrimenti andrebbero perduti. Ma nell'era di Internet, quello che abbiamo visto come una lotta sul diritto d'autore, circa lo scopo del diritto d'autore, condotta in modo particolarmente assiduo nell'ambito della battaglia per i diritti degli artisti, in particolare, in campo musicale, dove un massiccia 'condivisione' - condivisione che è tecnicamente illegale - ha portato a una lotta combattuta dagli artisti e soprattutto da parte dei rappresentanti degli artisti. E noi del movimento Free Culture, abbiamo sfidato le persone che hanno sostenuto quella battaglia. E difendono il diritto d'autore nel contesto di quella battaglia. Ma se passiamo sopra al clamore di questo conflitto, la cosa importante da tenere a mente è che entrambe le parti in questa lotta riconoscono l'essenzialità del copyright per un determinato lavoro creativo, e che occorre rispettare il diritto d'autore per quel lavoro creativo. Noi, del movimento Free Culture, dobbiamo rispettare la proprietà intellettuale per quel lavoro Dobbiamo riconoscere che c'è spazio per una politica ragionevole del copyright al fine di tutelare e incentivare quel lavoro. Ma, tuttavia - ecco la distinzione importante - Non solo gli artisti fanno affidamento sul copyright, il copyright è anche invocato dagli editori, e gli editori sono una razza a parte. Non dobbiamo essere così negativi come John Milton quando ha scritto: gli editori sono "Titolari di vecchi brevetti e monopolizzatori nel settore dei libri - uomini che non si affaticano in una professione onesta, ai quali la cultura è in debito (loro sono in debito verso la cultura?) " Non c'è bisogno di andare molto lontano per riconoscere perché gli editori sono diversi, che il problema economico per gli editori è diverso dai problemi economici presentati dall'atto creativo. Allora, per chi è il copyright? Per gli editori o per gli artisti? Beh, fin dalla nascita del concetto di diritto d'autore nella tradizione anglo-americana, lo Statute of Anne del 1710, esiste questo dibattito sul fatto se il copyright fosse da intendersi per gli editori o per gli artisti. Quando lo Statute of Anne è stato originariamente introdotto, ha attribuito un termine perpetuo del diritto d'autore, che gli editori hanno inteso come una tutela nei loro confronti. E' stato poi corretto per dare solo un periodo limitato di copyright. Gli editori rimasero perplessi su questo, perché non avrebbe avuto senso dare un periodo limitato nel caso in cui fosse l'editore a dover essere tutelato. Nel 1769, un caso giudiziario, nella causa Millar contro Taylor sembrò suggerire che nonostante i limiti dello Statuto of Anne, il copyright avesse una durata perpetua. Ma nel 1774, in un caso molto famoso su questo libro, "Le Stagioni", di James Thomson, la House of Lords decretò che i diritti d'autore protetti dallo Statute of Anne erano limitati, ritenendo per la prima volta che le opere dell'ingegno potessero diventare di pubblico dominio. E per la prima volta nella storia inglese, delle opere, compreso Shakespeare, diventarono di pubblico dominio. E in quel momento, si può dire che è nata la Free Culture. Questo ha inoltre chiarito che il copyright non era destinato all'editore. Pur avendone beneficiato gli editori, era un diritto creativo e un diritto dell'autore. Nonostante ne traessero profitto gli editori, il copyright era per gli autori. Quindi, faccio notare questi ovvi confini circa la portata del copyright perché si tende a dimenticarli. Abbiamo combattuto una battaglia nel contesto del diritto d'autore laddove il copyright è essenziale, e stiamo prestando troppa poca attenzione a una battaglia in un contesto in cui il copyright non è essenziale. Intendo nel contesto della scienza, nel contesto a cui la Gopinath alludeva quando affermava la disponibilità di ogni cosa su Internet. E la conseguenza del calo di attenzione a questo secondo ambito entro il quale questa disputa viene contesa è che qui c'è un problema di cui troppo pochi si accorgono. Dunque, cerchiamo di pensare a questa affermazione che oramai c'è tutto su Internet. Che cosa vuol dire? Ecco un esempio particolare per valutare che cosa significa. Gran parte del mio lavoro, in questi giorni, si sta concentrando sulla corruzione nel contesto di questa istituzione, il Congresso. Così diciamo che volevamo studiare, volevate studiare con me, la corruzione in questo contesto. Andate su Google Scholar e impostate una ricerca per "campagna di finanziamento" Ecco i primi risultati che sarebbero estratti da tale ricerca. Quindi supponiamo che vogliate sfogliare questi articoli e farvi un'idea di cos'è una campagna di finanziamento e come potrebbe essere collegata alla corruzione nel Congresso. Ecco qui i primi 10 articoli. Il primo, molto famoso dei miei ex colleghi Pam Karlan e Sam Issacharoff. Scoprireste che, per avere accesso a questo articolo, dovreste pagare $ 29.95. Per il secondo articolo, archiviato in JSTOR, dovreste passare per avere il permesso dalla Columbia Law Review - non è del tutto chiaro come si dovrebbe fare. Terzo articolo, di nuovo, $ 29.95. Il quarto articolo, protetto da Questia, veniamo a sapere che è possibile ottenere una prova di 1 giorno gratuito per tutti questi articoli della Oxford University Press, devi solo pagare, quando quel giorno è finito, 99 dollari per continuare per un anno. Ancora, il quarto articolo, protetto da JSTOR. Il quinto articolo, è un articolo di economia, quindi il prezzo è bello in evidenza: 10 dollari per acquistare l'accesso a questo articolo. Ecco il settimo articolo, Columbia Law Review. ottavo articolo, Columbia Law Review, nono articolo, protetto ancora da JSTOR, decimo articolo, $ 29.95. Quindi, in che modo è accessibile questa informazione al pubblico? Ebbene, a uno solo di questi è possibile ottenere l'accesso a titolo gratuito, almeno per una volta, Per un altro di loro puoi pagare $ 10. Per 3 di loro, $ 29.95, e per 5 di loro, condizioni sconosciute, protetti da JSTOR. Così, quando Gopinath dice: "Tutto quello che mi serve è su internet", cosa vuol dire? Ciò che intende è che se - e questo è un grosso SE - sei un professore di ruolo presso un'università d'elite o magari un professore, o uno studente o docente in una università elitaria, o forse uno studente o docente in un'università degli Stati Uniti, se sei un membro dell'elite della conoscenza, allora avrai effettivamente accesso libero a tutte queste informazioni. Ma se fai parte del resto del mondo? Non altrettanto. Ora, la cosa da riconoscere è che abbiamo costruito questo mondo, abbiamo mutuato questa architettura per l'accesso, questi flussi, dall'apparato del copyright, ma in questo caso, il copyright è a beneficio degli editori. Non avvantaggia gli autori. Nessuno di questi autori ottiene denaro da diritti d'autore. Nessuno di loro ha interesse che la divulgazione dei propri articoli abbia una limitazione. Nessuno di loro ha un modello di business basato su restrizioni di accesso al proprio lavoro. Nessuno di loro dovrebbe sostenere questo sistema come una politica della conoscenza per i creatori di questa conoscenza, questo è una follia. E la follia non si ferma qui. Bene, la terza dei miei figli, questa meraviglia di bimba, Samantha Tess, alla nascita, i medici temevano che la sua situazione clinica potesse essere indice di ittero neonatale. Io ho avuto l'ittero da bambino, così non pensai che fosse grave, finché non mi venne detto con veemenza dal suo medico: questo è straordinariamente grave. Se questa condizione si manifesta nel suo maggiore grado di gravità, si potrebbe avere un danno cerebrale, forse la morte. Così, naturalmente, eravamo terrorizzati. Tornai a casa e feci quello che ogni accademico avrebbe fatto e fa: Ho tirato tutto quello che potevo dal web per esaminare cosa fosse l'ittero e quale fosse la situazione. Ora, poiché io sono un professore di Harvard, naturalmente, non ho dovuto pagare per ottenere l'accesso a queste informazioni, ma ho tenuto conto del costo corrispondente. Per avere accesso ai 20 articoli a cui volevo accedere il totale sarebbe stato di $ 435, per una persona qualunque, non un professore di Harvard. OK. Così raccolsi questi articoli e li misi da parte, pensando che il problema non si sarebbe manifestato in modo serio. Ma a tre giorni di vita, la bambina cadde in stato di incoscienza, e chiamammo il medico, e il dottore era nel panico e disse che dovevamo andare all'ospedale immediatamente. Così, alle 3 del mattino, prendemmo la neonata in fretta e furia e ci precipitammo in ospedale. Eravamo seduti nella sala d'attesa, e avevo portato gli articoli con me, perché volevo qualcosa da fare, per distrarmi dal terrore che mia figlia avesse questa malattia. Presi il primo di questi articoli, che è veramente gratuito, pubblicato sul web liberamente, presso la American Family Physician, e ho iniziato a leggere di questa patologia. E sono arrivato a questa tabella, una tabella che avrebbe dovuto descrivere quando ci si dovrebbe preoccupare se il bambino mostra segni troppo gravi (?) Ho voltato pagina, ed ecco cos'ho trovato: "Il titolare dei diritti non ha concesso le autorizzazioni per riprodurre questo elemento nei media elettronici. Per l'elemento mancante, vedere la versione originale cartacea di questa pubblicazione." Allora ebbi un momento di liberazione dalla paura per mia figlia, in quanto si mutò in paura per la nostra cultura. Ho pensato, questo è scandaloso! L'idea che noi stiamo controllando l'accesso verso un grafico in un articolo che era stato postato gratuitamente per aiutare, non i medici, ma i genitori a capire cosa fosse questa malattia. Siamo disciplinando l'accessibilità a parti di articoli. Ora, qui e in tutta la nostra architettura per l'accesso, stiamo costruendo una infrastruttura per questa regolamentazione. Pensate al progetto Google Books, che sta perfezionando il controllo fino alla frase, la capacità di regolare l'accesso fino alla singola frase. A proposito, ho quasi dimenticato di dire questo: la bimba sta bene, non aveva l'ittero, fu solo un falso allarme. Ma il punto è, siamo architettando l'accesso qui, a che pro? Per massimizzare i profitti. E perché? Le entrate per gli artisti? I ricavi necessari a produrre l'incentivo a creare? Si tratta di una limitazione utile a qualcuno degli obiettivi reali del diritto d'autore? La risposta è no. E' semplicemente la naturale conseguenza della produzione a fini di lucro per ogni bene che noi, tra virgolette, dobbiamo avere. Come Bergstrom e McAfee descrivono in un gran bel lavoro, Se si confronta il costo per pagina di editori a scopo di lucro e il costo per pagina di editori non-profit in questi diversi campi scientifici, è 4 volte e mezza il fattore differenza di costo per pagina. Che è una funzione di variabilità, di questi attori aventi obiettivi diversi Un obiettivo è quello di diffondere la conoscenza: questi sono gli editori non-profit, l'altro obiettivo, è massimizzare i profitti: questi sono gli editori a scopo di lucro. Ora, questa architettura di accesso sta iniziando a sviluppare delle resistenze. Quindi, pensiamo alla storia di JSTOR. JSTOR è stata lanciata nel 1995, con una quantità incredibile di finanziamenti dalla Mellon Foundation. Tale finanziamento ha prodotto un enorme archivio di articoli di riviste. Cosìcché ora ci sono più di 1200 riviste, 20 collezioni, 53 discipline, 303.000 pubblicazioni, circa 38 milioni di pagine in archivio JSTOR. Quando questo archivio è stato lanciato, tutti pensavano che fosse splendido. Tutti pensavano che l'accesso qui fosse straordinario. Ma oggi? Ci sono sempre più critiche là fuori a proposito di come JSTOR renda le sue informazioni accessibili. Si potrebbe pensare ad esso come a una sorta di "effetto-White" Era liberale quando è stato lanciato, ma come è diventato con il passare del tempo? Così, per esempio, ecco un articolo pubblicato nel California Historical Society Quarterly. Si tratta di sei pagine. Per averlo, si deve pagare $ 20 a JSTOR, questa organizzazione non-profit, cosa che ha portato Carl Malamud, che naturalmente è famoso per il suo sito Public Resource a scrivere su Tweeter: "JSTOR è moralmente offensivo. 20 dollari per un articolo di 6 pagine, a meno che non lavoriate in una scuola da fichetti. " Ora, si potrebbe obiettare: "Questo è un archivio accademico molto importante" , ma la questione è se questo importante archivio accademico stia per diventare una sorta di RIAA (Recording Industry Association of America, la nostra SIAE n.d.r.) per il mondo accademico. Suggerendo la domanda irrisolta che l'"effetto-White" porta sempre con sè, se avremmo potuto fare di meglio con presupposti diversi. Ora, ovviamente il movimento Open Access è il movimento che è stato lanciato per cercare di farlo meglio in diverse circostanze. Ora, ha una lunga storia, ma la sua vera spinta è stata ispirata da un drammatico aumento del costo delle riviste. Quindi, se questo è uno studio tra il 1986 e il 2004 ad opera dell'American Research Libraries, questo è l'aumento dell'inflazione, questo è l'aumento del costo dei periodici, è ovvio che il potere di mercato di questi editori viene valorizzato, perché gli acquirenti di questi periodici non hanno altra scelta che comprarli. In parte trova motivazione da questa preoccupazione per il costo, ma anche da un senso di ingiustizia. Noi facciamo tutto il lavoro, quelli prendono tutti i soldi, qui. Quindi le risposte a questi due tipi di preoccupazioni sono state due: # 1 un movimento open access di autoarchiviazione, dove la spinta è stata "Tiriamo fuori tutto ciò che possiamo dagli archivi del web, pre-prints e tutto ciò che riusciamo a ottenere, e assicuriamoci che il Web possa renderli accessibili" - e un movimento per l'editoria Open Access. Ora, qual è la differenza tra questi due movimenti? La differenza è il tipo di licenza. Qualche "open" è "libero", nel senso che Richard Stallman rese celebre con la sua definizione: "Il software libero è una questione di libertà, non di prezzo. Per capire il concetto, si deve pensare a libero come in libertà di parola, non come in birra gratis.", Così, qualche aspetto dell'editoria Open Access è libero come in libertà di parola, qualche "open" non lo è. Qualcuno è libero come in: "Puoi scaricarlo liberamente, ma i diritti che si ottengono dal download sono tanto ampi quanto rigidamente concessi da qualche norma implicita sul copyright. Ora, "libero", come in licenza libera, è stato l'obiettivo che il progetto Science Commons, che è un progetto che Creative Commons ha portato avanti, premendo come parte di una strategia più ampia per la produzione dell'architettura delle informazioni di cui la scienza ha bisogno, come annunciato nel loro "Principles for open science". Vi sono quattro principi. Il primo è: ci dovrebbe essere accesso aperto alla letteratura, col che Science Commons afferma: si dovrebbe essere su internet, la letteratura "dovrebbe essere in rete in forma digitale, con il permesso accordato in anticipo agli utenti di leggere, scaricare, copiare, distribuire, stampare, ricercare o linkare ai testi integrali degli articoli, indicizzarli, elaborarli come dati al software, o utilizzarli per qualsiasi altro scopo lecito, senza barriere finanziarie, giuridiche o tecniche diverse da quelle imprescindibili per accedere ad Internet stessa." Questo è ciò che "libero" qui, significa. Seconda questione, l'accesso agli strumenti di ricerca: ci dovrebbero essere "i materiali necessari per replicare la ricerca finanziata - linee di cellule, modelli animali , strumenti di analisi del DNA, reagenti, eccetera - dovrebbero essere descritti in formati digitali, messi a disposizione a condizioni standard di utilizzo o contratti, con le infrastrutture o le risorse per soddisfare le esigenze di scienziati qualificati, e con pieno credito fornito allo scienziato che ha creato gli strumenti." # 3 I dati dovrebbero essere di dominio pubblico. "Dati della ricerca, insiemi di dati, database, e protocolli dovrebbero essere di dominio pubblico." intendendo nessuna restrizione di copyright in assoluto. E 4, Open cyber-infrastruttura : "I dati privi di struttura e annotazione rappresentano una occasione persa." I dati della ricerca dovrebbero confluire in una infrastruttura aperta, pubblica ed estensibile che supporti la loro ricombinazione e riconfigurazione in modelli per computer, la loro tracciabilità da parte dei motori di ricerca, e il loro impiego sia da parte degli scienziati che del cittadino-contribuente. Questa infrastruttura è un pubblico bene essenziale. " Ora, la mia opinione è che questo sia la maniera giusta - si potrebbe pensare che sia una maniera di sinistra - ma è il modo corretto per definire questo movimento Open Access. I valori e l'efficienza e la giustizia in questa architettura sono i valori giusti, efficienza e giustizia per un movimento Open Access. Quindi chiamiamolo, come fa Stallman, Free Access Movement. E la questione cruciale del Free Access Movement è la licenza che regola l'accesso alle informazioni che vengono fornite. La licenza garantisce le libertà? E questa, naturalmente, è stata la motivazione all'interno del Public Library of Science - ognuno dei loro articoli è pubblicato sotto una licenza Creative Commons Attribution, la licenza più libera che abbiamo. E che è sempre più la pratica, sorprendentemente, dei maggiori editori, come descritto da questo meraviglioso progetto ospitato qui al CERN, che sta studiando l'editoria Open Access. Questa è la prima delle tre fasi di questo progetto. Nell'analizzare i grandi editori, questo studio conclude che "La metà dei grandi editori utilizza qualche versione di una licenza Creative Commons. Questi sette pubblicano il 72% dei titoli e il 71% degli articoli esaminati. E di questi, l'82% utilizza la più libera licenza CC-BY, e il 18% fa uso del cc-by-nc", non commerciale. E questo, naturalmente, è un ottimo indice sui progressi fatti da questo movimento per il libero accesso nel contesto dei più grandi editori. Ma ciò che non è eccellente in questa storia sono gli altri editori qui. Per questi altri editori, solo per il 73% è possibile determinare lo stato del copyright Il 69% trasferisce il copyright all'editore. Solo il 21% degli articoli è dotato di una qualche licenza Creative Commons. Ora, questo è perché questi altri editori utilizzano il copyright come un mezzo, mezzo per un fine di non-conoscenza, un fine di non-copyright. Così, per esempio, lo stanno utilizzando per sostenere quelle società che eventualmente siano associate con la pubblicazione di quel giornale particolare, quella società che potrebbe studiare un particolare campo della scienza. Quella società, naturalmente, ha un valore, ma quello che fanno è servirsi del copyright per sostenere quella società. E la conseguenza di questa strategia è quello di bloccare l'accesso a tutti, tranne a pochi. Noi non raggiungiamo gli obiettivi dell'Illuminismo, noi otteniamo la realtà di un élit-ismo, l'élit-ismo che descrive il modo in cui diffondiamo la conoscenza nonostante gli ideali dell'Illuminismo. E il punto che sottolineo qui è che non è per una buona ragione di copyright. Ora, la lentezza all'interno della scienza ad abbracciare questo principio più in generale, in particolare tra gli editori più piccoli, può sorprendere alcuni, o forse non sorprende. L'intero progetto della scienza è di essere moda-resistente, l'idea è di avere una infrastruttura che evita le mode, e la tradizione diventa allora la metrica di ciò che è giusto o di ciò che è buono nel campo della scienza. Ma penso che sia tempo di riconoscere che il Free Access, libero come in libertà di parola non è affatto una moda. Ed è il momento di inculcare questa non-moda più in generale nel contesto della scienza. Ora, solo perché sto parlando di quanto vadano male le cose in alcune aree della scienza, Non intendo suggerire che l'arte è messa meglio, giusto? Abbiamo pratiche nel contesto delle arti che sono altrettanto infelici, qui. Ad esempio, pensate ad un recente episodio in giro per YouTube. Vedete, non dovremmo minimizzare l'importanza di YouTube nell' infrastruttura della cultura in questo momento. YouTube ha ora 43 lingue diverse. C'è più materiale caricato in un mese su Youtube di quanto è stato trasmesso dalle reti principali negli Stati Uniti nel corso degli ultimi 60 anni. Ogni singolo giorno, 6 anni di nuovi video vengono caricati su YouTube. Ci sono 2 miliardi di visualizzazioni su YouTube all' anno anzi, ogni singolo giorno, scusate. Il 40% di aumento solo l'anno scorso. E io sono notoriamente un fan di questo straordinario sito perché celebra il genere di creatività di lettura-scrittura che ritengo YouTube abbia incoraggiato. E ho avuto questo senso di ciò a cui dovremmo pensare in termini di creatività di lettura-scrittura quando stavo leggendo una testimonianza in questo posto di questo uomo, John Philip Souza, nel 1906. quando è stato - io non l'ho letto nel 1906 ma la testimonianza è stata resa nel 1906 - quando Souza stava testimoniando su questa tecnologia, che lui chiamava "macchine parlanti". Ora, Souza non era certo un fan delle macchine parlanti. Questo è quello che aveva da dire su di loro: "Queste macchine parlanti stanno mandando in rovina lo sviluppo artistico della musica in questo paese. Quando ero ragazzo, davanti a ogni casa nelle sere d'estate si potevano trovare dei giovani che cantavano insieme gli ultimi successi del giorno o le vecchie canzoni. Oggi si sente queste macchine infernali andare notte e giorno. Non ci resterà nemmeno una corda vocale!", ha detto Souza, "Le corde vocali saranno eliminate da un processo di evoluzione, come la coda dell'uomo quando è disceso dalla scimmia". Ora, questo è il quadro che voglio mettiate a fuoco. Questa immagine di "giovani tutti insieme, cantando le canzoni del giorno o le vecchie canzoni". Questa è l'immagine di una cultura. Potremmo chiamarla, utilizzando la moderna terminologia del computer una sorta di cultura di lettura-scrittura. E' una cultura in cui le persone partecipano alla creazione e la ri-creazione della loro cultura: in tal senso, è in lettura-scrittura, RW. E il contrario di creatività di lettura-scrittura RW, allora, dovremmo chiamarla cultura "in sola lettura", RO. Una cultura dove si consuma la creatività ma il consumatore non è un creatore. Una cultura, in questo senso, che è top-down, dove le corde vocali di milioni di normali potenziali creatori sono state perse, e perse a causa, come ha detto Souza, a causa di queste macchine infernali: la tecnologia, la tecnologia di questo tipo, o una tecnologia come questa, per produrre una cultura come questa, una cultura che ha abilitato il consumo efficiente, che noi chiamiamo "lettura", ma una inefficiente produzione amatoriale, ciò che dovremmo chiamare "scrittura". Una cultura buona per ascoltare, ma non per parlare, una cultura buona per stare a guardare, ma non per fare. Ora, la prima esemplificazione popolare di Internet, molto tempo dopo che voi ragazzi ci avevate dato il World Wide Web, ma la prima a cui la gente ha veramente prestato attenzione, intorno al 1997-98, era una internet di sola lettura. Così, Napster, che com'è noto, mise insieme il più grande archivio musicale, è ancora un archivio musicale di musica creata da altri e la sua versione legale, iTunes Music Store, è stato un archivio della musica creata da altri, che si poteva acquistare per 99 centesimi. Queste sono state le tecnologie per consentire l'accesso, ma un accesso a una cultura creata altrove. Ma poi, a breve - dopo il giro di boa del secolo, credo, Internet è diventato fondamentalmente di lettura-scrittura. La gente ha cominciato a prendere, remixare e condividere la propria creatività su internet, e YouTube è stato la piattaforma adatta. Quindi, il mio esempio preferito, che ho visto la prima volta su YouTube, è questo: [Read my lips di: Atmo - http://www.youtube.com/watch?v=rhlHUTBgAMw] "Bush: My love, there's only you in my life, the only thing that's right. Blair: My first love: you're every breath that I take, you're every step I make. Bush: And I, I want to share Bush and Blair: all my love with you Bush: No one else will do. Blair: And your eyes Bush: Your eyes, your eyes Bush and Blair: they tell me how much you care for... annunciatore: ricordarsi di prendere appunti (?)" Lessig: OK. E poi, più di recente, non so se (?) Molti di voi hanno visto questo straordinario sito ThruYou. E' un sito che prende i contenuti solo da YouTube e li remixa per produrre album e video. E questo è l' ultimo, sapete. Voce: Questa è mia madre: Madre: Salve, Salve. OK. [Suona un continuo alla tastiera] Tenesan1 [vedi http://www.youtube.com/watch?v=-J8sSXO9VWk] Tenesan1: La canzone che sto per cantare, ho scritto, si chiama "Green" perché ... (?) I'm seeing beauty created on the land On Earth the third day, producing all the plants Mother Nature created by the most high God I'm seeing beauty and it's green to me [Altri strumenti entrano] Spotting tranquillity, peace and restoration Check all the water travelling from roots Then you will see roots digging deep, building a strong foundation Then finally a stem shoots through I'm seeing beauty, it's green.. Lessig: Quindi ecco cosa ho in mente come piattaforma di creatività di lettura-scrittura RW In seguito la seconda fase di questo, penso che sia in ultima analisi ancora più interessante. E' il modo in cui questa piattaforma è diventata una piattaforma per comunità RW il che significa creatività che viene poi elaborata da altri in risposta alla prima creatività RW Eccone un esempio. Questo video: ["Crank That" di Soulja Boy - http://www.youtube.com/watch?v=sLGLum5SyKQ + Superman:] È Soulja Boy ... Ho un nuovo ballo per tutti voi chiamato Soulja Boy... ... ... Lessig: e questo video ha ispirato questo video: [Video 2] È Soulja Boy ... Lessig: che a sua volta ha ispirato questo video [Video 3] Soulja Boy ... Lessig: Bene, qui c'è un altro esempio. Sono sicuro che molti di voi ricorderanno quei bei film commedia di John Hughes, quello che eravamo abituati a pensare come il Brat Pack, fino a quando abbiamo saputo che c'è stato un Rat Pack prima di questi ragazzi. Quindi questo è il primo pezzo di cultura e penso che quest'altro sia il secondo. Ecco un video musicale dei Phoenix, con la loro canzone Lisztomania: [Lisztomania: clip Phoenix ] Lessig (sopra la clip): Allora, classico stile di video musicale [Clip continua] So sentimental... Lessig: Qualcuno ha avuto l'idea di prendere il contenuto di John Hughes e remixarlo con la musica dei Phoenix. Il risultato è questo: [Remix] Così sentimentale... ... ... ... ... ... ... ... Lessig: Poi a qualcuno è venuto in mente di farne una versione locale di questo video remix. Quindi questa è la versione Brooklyn: [Brooklyn remix:] Lessig: E poi San Francisco ha deciso di replicare: [San Francisco remix:] Lessig: E poi l'Università di Boston ha deciso di farne una copia: [Boston U remix:] Lessig: Ce ne sono altri, letteralmente decine di questi su internet, da ogni luogo del mondo. (1 frase ???) ogni altro luogo ... persone che fanno lo stesso tipo di remix. Il punto è riconoscere che questo è poi ciò cui Souza alludeva romanticamente quando parlava dei giovani che si riunivano cantando i successi del giorno o le vecchie canzoni. Solo che non stanno cantando successi o vecchie canzoni nel loro cortile o all'angolo, ora le stanno cantando su questa piattaforma digitale gratuita che permette alle persone di cantare e di rispondere, e rispondere ancora una volta in tutto il mondo, a mio avviso, importante e di grande valore, nella comprensione di come questo tipo di cultura si sviluppa e si diffonde. Ora, è legale? Bene, YouTube ha appena fatto un passo in questa battaglia, se sia legale o meno. Hanno lanciato questa scuola di Copyright Vi faccio vedere un po' della loro scuola copyright. [Video da http://www.youtube.com/copyright_school - originale sottotitolato in circa 40 lingue] Non vediamo l'ora che esca il nuovo video da Lumpy e the Lumpettes. Anche Lumpy. Russell è un grande fan. Non vede l'ora di raccontarlo tutti i suoi amici. Ehi, Russell, tu non hai creato quel video! Hai solo copiato il contenuto di qualcun altro. Lessig: OK, questa prima parte è abbastanza standard, parlando di copiare il contenuto della gente, caricarlo, e anche registrare una performance live e caricarla. E questo è corretto, vero, e preciso nella sua dichiarazione di ciò che è legge sul copyright, e di cosa penso dovrebbe essere legge sul copyright. Ma voglio concentrarmi sul loro discorso sul remix, che potrebbe essere fonte di confusione per voi, e se è così, dovreste comprare più copie del mio libro, "Remix" per capire di cosa si tratta. Ma ecco la versione di YouTube della faccenda del remix [Continua video di YouTube.] Oh, Russell! Il tuo riutilizzo dei contenuti di Lumpy è intelligente, ma hai avuto il permesso per questo? Anche i mashup o remix di contenuti possono aver bisogno di autorizzazione da parte del detentore originale dei diritti d'autore, a seconda che l'uso sia un uso corretto o meno. Negli Stati Uniti [il testo sullo schermo è letto molto velocemente] ... ... Si dovrebbe consultare un legale esperto di copyright. Lessig: OK. "Consultare un legale esperto di copyright"? Questi sono ragazzi di 15 anni. Stai cercando di insegnare a dei 15enni, come obbedire alla legge, e ciò che fai è dare loro questa cosa chiamata uso corretto, e me lo leggi così in fretta che nessuno può capirlo. Tu credi che hai davvero spiegato qualcosa di sensato? E' una bestialità! Naturalmente alleniamo avvocati per comprenderli, e non pensare che siano bestialità Ma i non avvocati dovrebbero riconoscere che sono assurdità. E' un sistema assurdo qui. E, naturalmente, un sistema sensato direbbe: "Allora dovrebbe essere chiaramente legale per Russell fare un remix, fare un remix ad uso personale, non commerciale dei contenuti che vede là fuori, anche se non è legale per YouTube distribuirlo senza pagare una qualche royalty ai proprietari di diritti d'autore il cui lavoro è stato remixato. Ora il punto è che il significato di questo tipo di cultura, questa specie di cultura del remix, e l'opportunità per questa cultura del remix di prosperare è riconosciuto a sinistra e a destra. Ecco il mio pezzo preferito: E' un video non perfetto tecnicamente, ma è fatto da uno dei miei preferiti libertari del Cato Institute, che è uno dei più importanti think tank libertari negli Stati Uniti, e parla di questo: Libertario: Le politiche di copyright non trattano solo di come incentivare la produzione di un certo tipo di prodotto artistico. Trattano del livello di controllo che che vogliamo permettere sia esercitato sulla nostra realtà sociale, realtà sociali che sono ora inevitabilmente permeate dalla cultura pop. Penso che sia importante che teniamo a mente questi due generi diversi di uso pubblico in mente. Se ci focalizziamo soltanto su come massimizzare l'offerta di uno, Penso che si rischi di sopprimerne un altro diverso e più ricco e, per certi versi, forse ancora più importante. Lessig: Bingo. Questo è il punto. Ci sono due tipi di culture qui, due tipi di cultura: la cultura commerciale e la cultura amatoriale. E dobbiamo avere un sistema che cerchi di riconoscere e incoraggiare entrambe. E anche YouTube, ora, l'azienda più responsabile per questo revival di questa cultura del remix, anche YouTube, ora, sta criminalizzando i remixer. OK, ora ecco la mia tesi. Ecco che cosa penso che dobbiamo fare qui. In entrambi questi contesti, sia la scienza e la cultura, abbiamo bisogno di riforme. Il che non equivale a dire che abbiamo bisogno dell'abolizione del diritto d'autore. Ci sono abolizionisti del copyright là fuori, e io non sono uno di loro. Ciò di cui abbiamo bisogno sono riforme, sia del diritto che di noi stessi. Così, per quanto riguarda il diritto: io, l'anno scorso, ha avuto l'opportunità - cosa sorprendente, dal punto di vista di 10 anni fa - ma sono stato invitato da WIPO (World Intellectual Property Organization, Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale o OMPI) per parlare con l'OMPI, e sia la mia presentazione che l'attuale direttore generale hanno una concezione di ciò che l'OMPI dovrebbe fare qui ed è molto simile. Essi dovrebbero lanciare quello che si potrebbe considerare come una Commissione Blue Skies , una commissione per pensare al significato dell'architettura per il copyright nell'era digitale. Il presupposto è, il copyright è necessario, ma il presupposto è anche che l'architettura del 20° secolo non ha alcun senso in un contesto digitale. I soli elementi di questa architettura, a mio avviso, che avrebbero senso, sono 5. # 1 Il diritto d'autore deve essere semplice. Se si propone di dare delle regole a dei ragazzi di 15 anni, i 15 anni devono essere in grado di capirlo. Loro non le capiscono adesso. Nessuno lo capisce adesso. E abbiamo bisogno di rifarlo daccapo, per renderlo semplice, se tende a regolamentare in modo allargato quanto regola. # 2 Deve essere efficiente. Il copyright è un sistema di proprietà. Si dà il caso che sia anche il sistema di proprietà più inefficiente che esista. Non è possibile sapere chi possiede cosa con questo sistema, perché non abbiamo alcun sistema di registrazione delle proprietà e che ci permetta di assegnare la proprietà come vogliamo. E l'unico rimedio a quello di ripristinare una sorta di formalità, almeno una formalità necessaria per mantenere un diritto d'autore. E questa è una posizione che è anche supportata dalla RIAA come una delle riforme essenziali al diritto d'autore. # 3 Il copyright deve essere più mirato. Deve regolamentare in modo selettivo. Quindi, se si pensa alla distinzione tra copie e remix, e la distinzione tra il professionista e il dilettante, Naturalmente, otteniamo questa matrice - gli avvocati se ne occupano in due dimensioni, voi ragazzi in centinaia di dimensioni, ma ecco le mie due dimensioni - Ciò che la legislazione attuale dei diritti d'autore comporta è la supposizione che il diritto d'autore si regoli allo stesso modo tra queste quattro possibilità. Ma questo è un errore. Ovviamente il copyright ha necessità di regolamentare in modo efficiente, le copie di opere professionali, così 10.000 copie dell'ultimo CD di Madonna costituiscono un problema di cui la legislazione sul copyright deve preoccuparsi, Ma questa zona della cultura remix amatoriale deve essere libera dalla regolamentazione del diritto d'autore. Non uso corretto ma uso libero. Nemmeno causando la minima preoccupazione di copyright. E poi questi due casi di mezzo sono più complicati Hanno bisogno di un po' più di libertà, ma devono assicurare qualche tipo di controllo. Quindi, se condividi l'ultimo CD di Madonna con i tuoi 10.000 migliori amici, è un problema. Ci dev'essere qualche risposta a questo problema. Se si prende un libro e lo si trasforma in un film, Penso che sia ancora opportuno che si ottenga il permesso per farlo, anche se, ovviamente, è necessario essere capaci di remixare nel modo in cui abbiamo visto che Soderberg ha remixato quel video di Bush e Endless love. Il punto qui è che, se ci pensiamo bene, sto parlando di deregolamentazione di uno spazio significativo della cultura, e messa a fuoco della normativa del funzionamento del copyright e di fare qualcosa di buono. # 4 Deve essere efficace. Per efficacia si intende che deve davvero far sì che gli artisti percepiscano i compensi. Il sistema attuale non garantisce la remunerazione degli artisti. E # 5 deve essere realistico Pensiamo al problema del peer-to-peer, la cosiddetta "pirateria", a livello internazionale, Per l'ultimo decennio, abbiamo ingaggiato quella che viene definita come una guerra. Il mio amico, il compianto Jack Valenti, ex capo della Motion Picture Association of America era solito riferirsi ad essa come la suo, cito, "guerra terroristica", dove a quanto pare i terroristi in questa guerra sono i nostri figli. Ora, questa guerra è stata un fallimento totale. Non ha raggiunto il suo obiettivo di ridurre la condivisione di materiale protetto o il peer-to-peer illegale. Io so che il risultato di alcune guerre totalmente fallite è di continuare a condurre quella guerra ad oltranza, e sempre più ferocemente, ma io suggerisco di adottare l'opzione opposta. Noi chiediamo la pace. Chiediamo la pace in questa guerra, e prendere in considerazione proposte che ci diano l'opportunità per raggiungere gli obiettivi del diritto d'autore, senza portare avanti questo conflitto. Così, le licenze obbligatorie, le licenze volontarie collettive o il suggerimento dei Verdi tedeschi di una tariffa flat culturale che sarebbe raccolta e destinata agli artisti sulla base del danno subito a causa del P2P file-sharing, Tutte queste sono alternative al condurre una guerra per interrompere la condivisione, quando la condivisione è ovviamente al centro del modello architettonico della Rete, e tutti riconoscono che se otteniamo tali alternative, non abbiamo bisogno di bloccare questo sistema di condivisione. Ora, la cosa da pensare è, se avessimo avuto una di queste alternative 10 anni fa, che cosa sarebbe il mondo al giorno d'oggi, Come sarebbe diverso? Ora, una differenza è, gli artisti avrebbero ottenuto più soldi, avrebbero avuto più soldi, perché mentre noi siamo stati in guerra contro i pirati gli artisti non hanno avuto niente, solo gli avvocati. Le imprese avrebbero avuto più concorrenza, le regole sarebbe stato chiare, avremmo avuto più imprese rispetto alle sole Apple e Microsoft pensando a come avrebbero potuto sfruttare la nuove tecnologie digitali. Ma la cosa più importante per me, è, non avremmo una generazione di criminali che sono cresciuti con l'essere chiamati criminali perché sono tecnicamente pirati, secondo questa legge sul copyright obsoleta. Così questi 5 obiettivi andrebbero nella concezione di ciò che questa commissione Blue Skies dovrebbe pensare e credo che dovrebbe pensarci in un processo di 5 anni parlando di qualcosa che non entrerà in vigore per i prossimi 10 anni. Pensate ad esso come una sorta di Mappa per Berna II, ma Berna II come un sistema che potrebbe funzionare per conseguire gli obiettivi del diritto d'autore in un'era digitale. Questo è ciò che la legge deve fare. Ma la cosa più importante è che cosa dobbiamo fare al presente. Noi, sia nel contesto di business - e dunque in un contesto di business, abbiamo bisogno di riflettere su come consentire un migliore riutilizzo legale di materiale protetto da copyright. E le aziende come Google e Bing di Microsoft devono fare di più qui. Siamo nell'era del remix, in cui la scrittura è remix, dove gli insegnanti dicono agli studenti di andare in giro per il web e raccogliere quanto più contenuto possibile, al fine di scrivere un rapporto su qualsiasi argomento abbiano loro assegnato di scrivere i rapporti. Ciò significa che Google e Bing devono aiutare i nostri figli a farlo legalmente, cosa che in questo momento non possono fare. Per esempio, questo straordinario servizio, che Google ti dà quando si vuole fare una ricerca di immagini: diciamo che stai cercando un'immagine, una ricerca di immagini sui fiori, Questo menu qui - non so se ci giocate mai - è davvero straordinario: puoi anche restringere la ricerca sulla base di molte di queste categorie, compreso il colore delle fotografie. Così vuoi dei fiori rosa, puoi vedere tutti i fiori rosa, semplicemente cliccando sul link. Ma perché, in questa estrazione, non abbiamo anche una opzione del genere: show riutilizzabile? Mostra il contenuto che è esplicitamente autorizzato per essere riutilizzabile, perché Google indicizza le licenze Creative Commons associate a queste immagini. Perché non rendere a tutti gli effetti facile cominciare a filtrare quelli che è possibile utilizzare con il permesso dell'autore da quelli che richiedono presumibilmente un avvocato? Stessa cosa nel contesto di un sito come YouTube. Perché non consentire più facilmente la segnalazione da parte di un creatore che gli altri possano essere in grado di scaricare e riutilizzare i contenuti, non tanto per ridefinire ciò che è Uso Corretto - Credo ancora che ci sia una pretesa d'uso corretto, anche se non c'è un permesso espresso di re-impiego - ma almeno per incoraggiare la gente per cominciare a segnalare che la loro libertà di condividere è stata autorizzata dall'autore. E poi nel mondo accademico, del quale credo stiamo parlando a proposito adesso. Dobbiamo riconoscere nel mondo accademico, penso, un obbligo etico molto più forte di quello a cui Stallman si riferisce nel contesto del software. Un obbligo etico che è al fulcro della nostra missione. La nostra missione è l'accesso universale alla conoscenza. Accesso universale alla conoscenza: Non accesso alla conoscenza da parte dell'Università Americana, ma l'accesso universale alla conoscenza, in ogni parte del globo. E tale obbligo comporta alcune conseguenze. Conseguenza # 1 è che abbiamo bisogno di mantenere questo lavoro libero, dove per libero si intende licenza libera. Ora, questo deve essere parte di una questione etica su cosa facciamo. E' osteggiato da chi sostiene che l'archiviazione sia sufficiente. Ma questo è sbagliato, credo. Archiviare non è sufficiente, perché quello che fa è lasciare i diritti fuori là. E trascurando questi diritti incoraggia questa architettura di accesso chiuso. A sua volta incoraggia i modelli di accesso che bloccano l'accesso alla non-elite in tutto il mondo. E inibisce la non pianificata, imprevista e "non-cool" innovazione. Questa è la cosa che gli editori avrebbero detto di Google Books, quando Google Books ha avuto l'idea di prendere tutti i libri pubblicati e di metterli sul web. Certo, gli editori pensavano che fosse una pessima idea, ma è esattamente il tipo di innovazione che dobbiamo incentivare, e sappiamo che non saranno gli editori a promuovere questo tipo di rinnovamento. Non abbiamo bisogno per il nostro lavoro, di esclusività. E non dovrebbero praticare, con il nostro lavoro, l'esclusività. E dovremmo definire quelli che lo fanno, ingiusti. Quelli che lo fanno sono in contrasto con l'etica del nostro lavoro. Ora, come possiamo farlo? Penso tramite l'esercizio della leadership, leadership da parte di coloro che possono permettersi di prendere la guida gli studiosi senior, quelli di ruolo, coloro che possono affermare, nei comitati concessione di permanenza in carica, che non importa che non si sia pubblicato sulle riviste più prestigiose se poi quella rivista non è Open Access. Persone che possono cominciare a contribuire a una ridefinizione di cosa sia l'accesso alla conoscenza, sostenendo Open Access e rispettare Open Access e incoraggiando Open Access. Ora, io sono davvero onorato e felice di poter parlare di questo proprio qui, dove ovviamente ci avete dato il Web, e il CERN ha assunto un ruolo guida nel sostenere l'Open Access in uno spazio fondamentale della fisica. Il lavoro che state facendo adesso avrà un effetto cruciale sulla modifica il dibattito scientifico in tutto il mondo. Ma quello che dobbiamo fare è pensare a come sfruttare questa leadership nella leadership per il mondo, a beneficio di questo settore del mondo tanto quanto quella zona del globo. Grazie molte. (Applausi) [Credits per le foto di Flickr] [Questo lavoro ha una licenza: CC-BY] [[Sottotitoli: universalsubtitles.org/videos/jD5TB2eebD5d /]]