Non penso ci sia bisogno
di un'introduzione.
Graham Hancock!
(Applausi)
GH: Grazie.
(Sospira) Ah!
Grazie signore e signori.
Consideriamo una possibilità
fuori dall'ordinario.
Potrebbe esserci una civiltà perduta,
nascosta e passata inosservata
da qualche parte, molto tempo fa,
nella preistoria più remota?
E se i miti di un'antica età dell'oro,
distrutta da un immenso
cataclisma globale, fossero veri?
Platone ce ne dà un archetipo
con la storia di Atlantide,
per la quale lui è la fonte
più antica giunta a noi.
Descrive Atlantide come una civiltà
con avanzate tecniche di architettura,
agricoltura, cantieristica e navigazione
insieme a una complessa
organizzazione sociale e politica.
Un tempo è stata una cultura
ispirata alla bellezza e alla generosità,
ma negli anni divenuta arrogante,
crudele e materialista.
Con una frase memorabile, che ricorda
il comportamento delle società di oggi
tecnologicamente avanzate,
Platone ci dice che ha cessato di portare
la propria prosperità con moderazione
e, come punizione per questa arroganza,
l'universo inabissò Atlantide
in un giorno e una notte terribili
di fuoco, terremoti e inondazioni.
Fu inghiottita dal mare e svanì.
L'umanità dovette ricominciare daccapo,
come bambini senza memoria di ciò che fu.
Gli storici e gli archeologi pensano
che Platone abbia inventato questa storia.
Oggi, chiunque consideri
seriamente Atlantide
può aspettarsi di essere accusato
di fantasia archeologica
o peggio, di frode.
Gli archeologi hanno calcolato
linee temporali
per costruire ciò che io chiamo
la "Casa della Storia".
Queste linee temporali delineano
un'evoluzione lenta e continua
e sono usate per sostenere
che non siano potuti esistere
una civiltà preistorica
avanzata come Atlantide
o un cataclisma abbastanza grande
da averla spazzata via.
Ma nuove prove scientifiche,
non ancora valutate da storici e archeologi
dovrebbero darci motivo di riflettere.
Come vedremo, aumenta il numero
di coloro che credono
che un cataclisma globale
si sia verificato molto recentemente,
proprio agli albori
della Casa della Storia,
fra i 20.800 e gli 11.600 anni fa.
È possibile che questo cataclisma
sia legato in qualche modo
al cataclisma causa di terremoti,
inondazioni e fuoco
che Platone dice
abbia distrutto Atlantide?
Gli eventi catastrofici smuovono
e rimodellano il mondo
e permettono a nuove storie
di emergere.
65 milioni di anni fa i dinosauri
furono eliminati da un cataclisma globale.
Se la loro stirpe sopravvive oggi,
lo fa solo in polli e altri uccelli.
Ma nello stesso momento
una creatura simile a un toporagno,
antenato della stirpe dei mammiferi
si aggirava nelle foreste primordiali
senza meta precisa.
Però, una volta tolti di mezzo i dinosauri
quel toporagno iniziò a evolversi
e, 65 milioni di anni dopo,
siamo noi a dominare il mondo.
A rischio di semplificare troppo,
ciò che accadde 65 milioni di anni fa
fu così enorme
da trasformare i dinosauri in polli
e i toporagni in esseri umani.
Ora tutti convengono sul fatto
che il cataclisma fu causato
da una roccia di circa 9,5 km
proveniente dallo spazio
che colpì la Terra
a circa 112.000 km all'ora.
Se il colpevole sia stato un asteroide
o una cometa fa discutere gli scienziati,
ma che sia stato l'uno o l'altra,
ha lasciato un'impronta
distinta sulla Terra,
uno strato di cenere e fuliggine
che definisce il Limite K-T,
il Limite Cretacico-Terziario,
pieno di iridio, microsfere di carbonio
nano-diamanti, vetro fuso
simile alla trinitite
e altri minerali sottoposti
a temperature che superano i 2.200°C,
il punto di ebollizione del quarzo,
in aree molto estese della Terra.
Queste sono le caratteristiche chimiche
tipiche di un impatto cosmico colossale.
Non possono essere spiegate altrimenti
e sono definite "Indicatori di impatto".
Luis e Walter Alvarez, padre e figlio,
hanno rivelato
la vera natura dell'evento K-T.
Per più di un decennio
sono stati bersaglio di attacchi feroci
da parte degli altri scienziati
che rifiutavano di riconoscere
le prove rivelatrici dell'impatto.
Soltanto quando il cratere
lasciato dall'impatto
fu trovato sepolto in profondità
sotto il Golfo del Messico,
le critiche cessarono.
La tesi degli Alvarez a favore
dell'impatto cosmico
e della relativa estinzione
avvenuta 65 milioni di anni fa
è ora ritenuta confermata.
Tenetelo a mente
mentre vi presento il lavoro
di un altro gruppo
di scienziati altamente qualificati.
La loro squadra è formata
da più di 30 persone.
Le menti alla sua guida incluse
in questa diapositiva sono Jim Kennett,
Allen West, Richard Firestone,
James Wittke e Albert Goodyear.
Inizialmente hanno unito le loro forze
per fare luce su un mistero
del millennio che chiudeva
l'ultima era glaciale.
L'ultimo picco glaciale,
se guardate il grafico,
fu raggiunto 21.000 anni fa.
In seguito, le temperature
iniziarono ad alzarsi.
Ma all'improvviso, con lastre di ghiaccio
spesse ancora 2 km,
nelle zone più a nord
dell'America e dell'Europa
si verificò un impressionante
e drammatico calo delle temperature,
una breve ma profonda glaciazione
approssimativamente
fra i 20.800 e gli 11.600 anni fa.
Questo periodo di freddo
estremo e anomalo
è indicato dai geologi
come il "Dryas recente".
Il mistero è: cosa l'ha causato?
È saltato fuori che proprio
al limite del Dryas recente
c'è uno strato di cenere
e fuliggine nel suolo
chiamato "viluppo nero" (black mat),
distribuito su una vasta area
della superficie terrestre
e riempito in abbondanza
con gli stessi indicatori di impatto
che testimoniano l'evento K-T.
Al contrario dell'evento K-T,
il cataclisma del Dryas recente
è sorprendentemente vicino:
soltanto 12.800 anni fa.
Inizialmente, l'evento è stato
fatto risalire a 12.900 anni fa,
ma ricerche successive
l'hanno riposizionato a 12.800 anni fa.
Questo è il primo articolo pubblicato
dalla squadra del Dryas recente.
È apparso sulla rivista PNAS,
(Atti dell'Accademia
Nazionale delle Scienze)
nell'ottobre del 2007.
Il titolo parla da sé:
"Prove di un impatto extra-terrestre
avvenuto 12.900 anni fa,
concorrente all'estinzione
della megafauna
e al raffreddamento
nel Dryas recente".
Vi mostro degli articoli di altri membri
di quella squadra per chiarire
che si tratta di ricerca approvata
dal resto della comunità scientifica
e non di idee di fanatici.
PNAS 2009: "Diamanti esagonali
sintetizzati per impatto
nei sedimenti del limite
del Dryas recente".
"Prodotti di alte temperature da impatto
provano un'esplosione cosmica
e degli impatti avvenuti 12.900 anni fa".
Prove dal Messico e da carote
di ghiaccio in Groenlandia.
"Prove della sedimentazione
di 10 milioni di tonnellate
di sepolture da impatto,
in 4 continenti, 12.800 anni fa".
Questo è il Journal of Geology
del 5 settembre 2014:
"Uno strato ricco di nano-diamanti
in tre continenti,
compatibile con un considerevole
impatto cosmico di 12.800 anni fa".
Atti della National Academy
of Sciences, luglio 2015.
Le prove presentate in questo articolo
escludono ogni possibilità
che gli indicatori di impatto
del Dryas recente siano frutto
di un processo graduale
di centinaia di anni.
L'analisi cronologica bayesiana mostra
che il cataclisma si scatenò
in un istante geologico
di fatto, in un giorno
e una notte terribili.
Con queste prove si può identificare
l'impronta del cataclisma
su più di 50 milioni di chilometri
quadrati della superficie terrestre.
Molteplici palle di luce,
ritenute frammenti
di una gigante cometa disintegratasi,
percorsero una traiettoria
da nord-ovest a sud-est.
Gli impatti primari avvennero
sulla calotta glaciale americana
e giunsero a più di 2 km di profondità.
Ci furono altri impatti
sulla calotta glaciale europea.
Le tracce più a est degli impatti,
al momento sono state trovate in Siria.
Visto che i primi impatti
sono stati sulla calotta americana,
è stato difficile trovare crateri,
per via della transitorietà degli stessi,
scavati a 2 km di profondità
in ghiaccio scioltosi successivamente.
A dispetto dell'abbondanza
di indicatori di impatto,
l'assenza di crateri ha esposto
la squadra allo stesso tipo di attacchi
toccati a Luis e Walter Alvarez.
Però, negli ultimi anni
sono stati trovati dei crateri
in aree oltre i confini
dell'ex calotta glaciale
o dove il ghiaccio era più sottile.
I crateri, gli ultimi pezzi del puzzle,
dovrebbero terminare il dibattito.
12.800 anni fa
molteplici frammenti di una gigante cometa
in disintegrazione colpirono la Terra
e l'epicentro del cataclisma
fu la calotta glaciale americana.
Perché gli impatti di 12.800 anni fa
causarono il calo globale
di temperature
riscontrato all'inizio del Dryas recente?
La spiegazione migliore
è che inondazioni di acqua gelida,
scioltasi per via del calore
e dell'energia cinetica degli impatti,
sia rifluita dalla calotta glaciale
americana verso l'Oceano Atlantico
dove ha interferito
con la Corrente del Golfo,
un elemento chiave
nel riscaldamento del nostro pianeta.
Ed ecco spiegato il raffreddamento
repentino e drammatico.
Perché il Dryas recente terminò
ugualmente all'improvviso, 11.600 anni fa,
con un aumento drammatico
delle temperature?
Tempo fa, negli anni '80,
l'astrofisico britannico
Sir Fred Hoyle rimase affascinato
dal brusco aumento delle temperature
alla fine del Dryas recente.
Propose che l'impatto della cometa
in un oceano avrebbe causato
non solo maremoti,
ma avrebbe anche spedito nell'atmosfera
superiore una vasta nuvola di vapore
la quale avrebbe avvolto la Terra
creando un effetto serra
così intenso da essere responsabile
per il drammatico riscaldamento.
È possibile che altri frammenti
della scia di detriti
della stessa cometa disintegrata
che colpì la Terra 12.800 anni fa
siano coinvolti anche negli eventi
di 11.600 anni fa.
Gli astronomi hanno calcolato
che la cometa,
in origine entrò nel sistema solare
interno circa 20.000 anni fa
e iniziò a sgretolarsi
in molteplici frammenti,
che si sparsero intorno alla sua orbita
e formarono un toro di detriti letali
che ha attraversato l'orbita della Terra
e ha interagito in maniera catastrofica
con la storia umana
in più di un'occasione
negli ultimi 13.000 anni.
Le cause scientifiche della fine
del Dryas recente, 11.600 anni fa,
non sono tanto chiare
quanto quelle del suo inizio.
Però, indipendentemente dalle cause,
i fatti dispiegati
non sono messi in discussione.
Il Dryas recente terminò
bruscamente 11.600 anni fa.
Le temperature mondiali salirono
e i residui delle calotte di ghiaccio
collassarono rapidamente nel mare,
causando un drammatico
innalzamento del livello del mare
chiamato dai geologi "MWP-1B"
(Meltwater pulse 1B).
È una coincidenza che 11.600 anni fa,
la data dell'MWP-1B,
sia anche la data che Platone assegna
alla distruzione
e all'inabissamento di Atlantide?
Ricontrolliamo le date di Platone.
La storia che ci racconta
fu tramandata nella sua famiglia
dal suo antenato, il famoso
legislatore greco Solone,
che visitò l'Egitto intorno al 600 a.C.,
e affermò di aver sentito
la storia di Atlantide dai sacerdoti
del tempio di Neith, a Sais, nel Delta.
Solone chiese ai sacerdoti
quando accadde il disastro,
ed essi, senza esitare, risposero:
"9.000 anni fa".
Ricordate che era il 600 a.C.
Nel 600 a.C., 9.000 anni fa corrispondono
al 9.600 a.C. del nostro calendario.
In altre parole, 11.600 anni fa,
l'epoca precisa a cui la scienza moderna
data il disgelo MWP-1B
e l'improvviso aumento
del livello del mare.
Se Platone si fosse inventato tutto,
come ci dicono gli storici,
allora era straordinariamente al passo
con la scienza del XXI secolo,
che ha datato a 11.600 anni fa
un'inondazione globale.
Un altro fatto interessante
è che la stessa data
viene ora additata dagli archeologi
con grande interesse come la data
a cui, per la prima volta nel mondo,
l'invenzione sia dell'architettura,
sia dell'agricoltura megalitica,
vada fatta risalire.
Il luogo in cui ciò accadde
è Göbekli Tepe, in Turchia.
E questo sono io a Göbekli Tepe,
con il defunto professor Klaus Schmidt,
che scoprì il sito
e iniziò gli scavi per conto
dell'Istituto archeologico germanico
dalla seconda metà degli anni '90 in poi.
Mi sta dicendo tre cose.
La prima è che i megaliti di Göbekli Tepe,
ritrovati durante gli scavi,
non sono stati coperti negli anni
da sedimentazione naturale.
Invece, dopo essere stati usati
per circa mille anni,
sono stati deliberatamente
e meticolosamente sepolti
da una collina artificiale
di terra e detriti.
Infatti, proprio il nome
"Göbekli Tepe", in turco
significa "collina panciuta".
Poi mi dice che la sommità del sito
non è contaminata da culture successive,
cosa che permette di essere sicuri
della data di fondazione di Göbekli Tepe:
11.600 anni fa, quindi 7.000 anni
prima della fondazione di Stonehenge
e circa 6.000 anni addietro
rispetto ai più antichi siti megalitici
finora individuati ovunque sulla Terra.
La terza cosa è che 50 volte più di quanto
è stato dissotterrato nel sito
aspetta di essere portato alla luce.
Il georadar ha rivelato
che centinaia e centinaia di giganti
pilastri megalitici giacciono sepolti,
facendo di questo sito megalitico
il più grande e il più antico.
Eppure sembra saltare fuori dal nulla,
senza una storia alle spalle
e nessuna prova dell'evoluzione
delle tecniche architettoniche necessarie.
La cosa più strana di tutte
è che l'Istituto archeologico germanico
ritiene anche che Göbekli Tepe
fungesse da centro di innovazione
da cui le conoscenze agricole
furono distribuite a una popolazione
che fino a quel momento era stata composta
solo da cacciatori e raccoglitori nomadi.
Piuttosto che un'invenzione repentina
e misteriosamente precoce,
7.000 anni prima del suo tempo,
ciò che accadde a Göbekli Tepe
mi sembra molto più simile
alle tecnologie tramandate
dai sopravvissuti di una civiltà perduta
che sapevano già come lavorare
megaliti di grosse dimensioni
e che già capivano appieno l'agricoltura.
Prima degli scavi di Göbekli Tepe
non avevamo nessun contesto per capire
i siti megalitici scoperti
di recente, in questa diapositiva.
È sommerso a una profondità
di 40 metri sotto il Mediterraneo,
ed è rimasto emerso,
per l'ultima volta, più di 9.000 anni fa.
Non sappiamo per quanto tempo
il sito sia stato lì
prima che i mari in rialzo lo coprissero.
Fin dai primi anni '90
le domande si sono susseguite
riguardo all'età della grande Sfinge
di Giza in Egitto.
Gli egittologi pensano
che risalga a circa 4.500 anni fa
sebbene non ci sia
uno straccio di iscrizione
a confermare questa data.
Il ricercatore indipendente,
John Anthony West,
e Robert Schoch, professore
di geologia all'Università di Boston,
hanno sostenuto la tesi che la sfinge
deve essere molto più antica
sulla base del suo distintivo
tipo di erosione.
Schoch afferma che la sfinge sopportò
un periodo molto lungo di piogge pesanti
e che tali piogge non sono precipitate
in Egitto negli ultimi 5.000 anni.
Infatti, per trovare in Egitto
il tipo di piogge pesanti
che potrebbero aver creato
queste profonde fessure verticali,
tipiche di erosione
causata da precipitazioni,
bisogna tornare indietro
ai disordini climatici del Dryas recente,
fra i 12.800 e gli 11.600 anni fa.
Quando Shock e West proposero la loro tesi
furono respinti dagli egittologi
con la motivazione
che nessun altro sito megalitico
risale a quel periodo.
Ma era il 1992, quando si potevano
ancora dire queste cose.
In seguito,
nella seconda metà degli anni '90,
iniziarono gli scavi a Göbekli Tepe,
che datarono il sito a 11.600 anni fa.
Inutile dirlo, se vale per Göbekli Tepe,
allora può valere anche per la Sfinge.
Questi due siti non erano molto distanti.
In sintesi, suggerisco che,
sebbene molte delle costruzioni
più recenti siano di alta qualità,
l'edificio del nostro passato,
fabbricato da storici e archeologi
si erge su fondamenta
che potrebbero rivelarsi difettose
e pericolosamente malferme.
Un cataclisma, causa di estinzione,
si riversò sul nostro pianeta
fra i 12.800 e gli 11.600 anni fa.
L'evento ebbe conseguenze globali
e influenzò profondamente l'umanità.
Poiché le prove scientifiche
a sostegno di questa tesi
hanno iniziato a emergere solo dal 2007,
e poiché le loro implicazioni
non sono ancora state prese
in considerazione da storici e archeologi,
ci vediamo costretti
a contemplare la possibilità
che tutto quello che ci è stato insegnato
sull'origine della civiltà
potrebbe essere errato.
Grazie.
(Applausi)