All'E3 del 2014, Ubisoft, un'azienda di programmazione di videogame ha mostrato in un trailer la modalità co-op del suo prossimo gioco "Assassin's Creed Unit". La gente ha presto notato che nel trailer tutti gli assassini erano uomini. Per chiarire perché i personaggi femminili non esistessero come opzione il direttore creativo del gioco ha detto che all'inizio la modalità conteneva delle donne ma poi il team di programmazione le ha tolte per evitare "il doppio delle animazioni delle voci e delle risorse visive". Nel frattempo, un disegnatore del gioco ha affermato che aggiungere delle donne comportava 8000 animazioni da ricreare su uno scheletro nuovo. Questi commenti hanno scatenato polemiche e critiche su Twitter, e molti hanno usato l'hashtag sarcastico "le donne sono troppo difficili da animare". Alcuni programmatori avanzati si sono uniti al coro rimproverando alla Ubisoft le dichiarazioni assurde. L'animatore Jonathan Cooper che aveva lavorato su Assassins Creed III per Ubisoft, ha twittato: "Lo ritengo fattibile in uno o due giorni. Non serve rifare 8000 animazioni." E Manveer Hair di Bioware ha riassunto la posizione di Ubisoft: "Non abbiamo voglia metterci a creare un'assassina." In passato Ubisoft aveva già snobbato i personaggi femminili. Inoltre, alla E3 del 2014, il direttore di "Far Cry 4" ha ammesso che la modalità co-op online non è diversa: "Mancava pochissimo per avere l'opzione di scelta tra ragazza e ragazzo come compagno di co-op." E di nuovo, la scusa è stata che ci sarebbe voluto troppo lavoro. Eppure, di nuovo, quello che intendevano era che non avevano semplicemente voglia di lavorare per fornire quell'opzione. Va comunque detto che nei due anni successivi a questa polemica, Ubisoft si è impegnata sul fronte della rappresentazione nei giochi di "Assassin's Creed". L'ultima uscita, "Assassin's Creed Syndicate" dà come opzione Evie Frye per la maggior parte della campagna. È chiaro che Ubisoft non è stata la sola a trascurare a questo modo l'inclusione di genere. Anzi: l'esclusione delle donne è sempre stata la norma nell'industria videoludica. I videogame di calcio FIFA, esorditi nel 1993, ci ha messo 20 anni per inserire delle squadre femminili in FIFA 2016. "Nel gioco ci sono anch'io." A "Call of Duty" c'è voluto un decennio per avere delle soldatesse nel multiplayer competitivo in "Call of Duty: Ghosts" del 2013. Il longevo franchise "Battlefield" d'altro canto non ha mai accettato personaggi femminili nei suoi multiplayer. Urge una discussione di un certo livello sul come gli sparatutto militari istighino alla violenza ma anche su come questi giochi siano migliori quando hanno delle combattenti donne. Ora vi starete chiedendo "Ma avere un nemico donna non istiga alla violenza di genere?" E fate bene a chiederlo. Per "rappresentazioni di violenza di genere" di solito intediamo situazioni in cui le donne vengono attaccate perché sono donne il che le fa percepire come vittime. Questi scenari sono molto diversi da quelli in cui le donne partecipano in modo attivo. Negli "Street Fighter" ad esempio quando Chun-Li e Ryu combattono non è violenza contro le donne perché i due personaggi sono più o meno pari e Chun-Li partecipa in modo attivo non viene presa di mira e attaccata unicamente in quanto donna. Inoltre, gli avversari maschi in moltissimi giochi non sono vittime passive. Partecipano in modo attivo al conflitto e soprattutto la violenza che subiscono non è di genere. Ci si combatte contro perché sono nemici non perché sono degli uomini. Purtroppo, le combattenti donna spesso vengono oggettificate e così il fatto di attaccarle sembra violenza di genere. Nelle cosiddette "Whored mode" di "Saints Row The Third" bisogna sconfiggere ondate di donne oggettificate a volte picchiandole a morte con un grosso dildo viola. In "Wolfenstein", del 2009, il nemico è la guardia d'élite, un'unità speciale tutta femminile la cui uniforme, assurda, oggettifica non solo i personaggi femminili in sé ma anche la violenza che subiscono dal giocatore. Anche in "Hitman Absolution" del 2012 le Sante sono un'unità speciale di assassine che sotto la tonaca portano una tenuta fetish in latex. Questa scelta di design assurda serve chiaramente a oggettificare le nemiche. E in "Metal Gear Solid 4" il reparto "Beauty and the Beast" è un gruppo nemico di cinque soldatesse da combattere durante il gioco. A un certo punto, quando le si incontra ognuna si strappa l'armatura e si rivela una donna in abiti attillati. "Come mi diverto." Se si riesce a evitare di essere uccisi dalla Beauty per qualche minuto, senza ucciderla o neutralizzarla il gioco