Quando veniamo a conoscenza di un segreto, generalmente stupiamo i bambini dicendo loro, "Me l'ha detto un uccellino". E in realtà chi è soltanto capace di ripetere le stesse cose viene in genere additato più o meno come un pappagallo. Secondo la cultura contadina, le rondini sono degli animali sacri, invece la civetta è portatrice di sventura. In Mozambico, alcune tribù hanno imparato a dialogare con i passeri per andare con loro alla ricerca di miele. Figure come Icaro, piuttosto che Leonardo da Vinci si sono ispirate al volo degli uccelli e hanno sognato di poter finalmente volare. I corvi della Nuova Caledonia hanno una capacità di astrazione incredibile. Loro si fabbricano, utilizzando rametti e foglie, gli strumenti necessari per andare alla ricerca di cibo. Ora, questo presuppone una capacità cognitiva enorme. Perché? Perché in realtà lo sanno fare semplicemente per aver visto altri corvi utilizzare gli strumenti, ovvero sanno costruire i loro strumenti di lavoro pur non avendo mai visto il processo necessario a poterli fabbricare. Questo fenomeno è interessantissimo, perché permette l'evoluzione stessa degli strumenti di lavoro e anche l'evoluzione stessa della specie dei corvi. E in realtà questo fenomeno si riteneva solo un puro appannaggio della specie umana. E basandomi su questo che vi chiedo di frugare all'interno della vostra borsa TED, cercate, guardate dentro, c'è una piccola busta. Ok? Su cui c'è scritto, "Aspetta ad aprire". Dentro questa busta ci trovate sei mattoncini colorati. Siccome, appunto vi ho detto, i corvi sanno fabbricarsi i loro strumenti pur non avendo mai visto le istruzioni necessarie a poterlo fare, l'esperimento che faremo qui dentro è di cercare di fare la stessa cosa. Pensate ad una papera. Voi avete mai visto una papera dal vivo? Se non l'avete vista dal vivo, di sicuro l'avete vista in qualche documentario, l'avete vista nei cartoni animati, l'avete vista nei fumetti, ok? Com'è fatta una papera? Come sono fatte le sue zampe, com'è fatto il suo petto, il suo collo? Vola o non vola una papera? Immaginatela, costruitela nella vostra mente. Ora vi chiedo con i sei pezzettini, con i sei mattoncini che avete tra le mani, di costruire una papera. Non copiate dai vostri vicini. Vi do tempo più o meno un minuto. Montate i vostri sei mattoncini e costruite una papera. Prego. Quando avete finito di costruirla, sollevatela in alto, così posso vedere chi ha finito. Ora vi chiedo un po' di attenzione, perché questa parte è estremamente divertente. Allora, osservate. Osservate le vostre papere, osservate le papere dei vostri vicini. Tenetele su, tenetele su. Ci sono papere uguali? I vostri vicini hanno fatto delle papere uguali alla vostra? (Trambusto) So che vi ho fatto fare è un esercizio estremamente interessante, ovvero vi ho fatte costruire una papera, non vi ho dato le istruzioni per poterlo fare, vi ho chiesto di osservare le papere, non vi ho detto che poteva esistere una papera giusta e una papera sbagliata, e probabilmente, se le osservassimo bene, gran parte delle papere all'interno di questo teatro sono diverse tra di loro. Ok? In realtà, ciò che vi ho chiesto di fare è qualcosa di più. Vi ho chiesto di sfruttare il vostro modello mentale di papera. Tutti voi avete in testa un modello mentale di che cosa sia una papera, ovvero avete osservato le papere nella realtà. Le papere nella realtà sono molteplici, ok? Ci sono papere di tanti tipi diversi, ma voi li avete sintetizzate nella vostra testa e semplificate in un modello. Ora, il vostro modello non contiene tutti i dettagli di una papera. Non sapete esattamente quante piume ha una papera, non lo so, ma il vostro modello è sufficiente da poter distinguere una papera da un airone o da un gallo. Ora ci sono persone che innovano esattamente come avete fatto voi, ovvero sanno osservare la realtà, si rendono conto che la realtà è molteplice e riescono a sintetizzare in testa dei modelli che gli permettono di produrre a loro volta dei prodotti o dei servizi da consegnare all'umanità che siano nuovi, che siano mai visti prima e soprattutto che migliorino la vita degli esseri umani. La creatività spinge in questo, la vostra creatività vi ha portato a fare un numero altissimo di papere diverse. Ora vi faccio fare un esercizio in più. Questo disegno è uno dei tanti studi di Pablo Picasso in cui ha cercato di studiare e semplificare il modo in cui potesse essere rappresentata la realtà e tramite un semplice tratto, una semplice linea, è riuscito a produrre quello che effettivamente può essere facilmente identificato come un gallo. Ok? Ora che processo è questo? È un processo di ulteriore semplificazione. I modelli mentali sono comodissimi perché ci permettono davvero, da un semplice tratto, da un semplice dettaglio, di poter decifrare la realtà. Ci sono persone che innovano in questo modo, ovvero sanno guardare nel profondo delle cose, o meglio sanno guardare nel profondo dell'animo delle persone. Sanno cogliere qual è l'essenza dei vostri sogni, qual è l'essenza di ciò che vi piace di più, qual è l'essenza della felicità e la riescono a sintetizzare in qualcosa che chiamiamo comunemente un'icona, ovvero un prodotto, un servizio, un qualcosa che utilizzate e che riconoscete da un semplice tratto. Rendiamo più complicato e divertente il nostro esercizio. Se vi avessi chiesto di costruire una non papera, che cosa avreste costruito? Sareste partiti da un progetto o avreste cominciato a muovere le mani? Aumento la difficoltà: se vi avessi chiesto di spiegare al vostro vicino di posto che cosa sia un aeroplano e lui non l'avesse mai visto? Gli avreste detto: "Un aeroplano è più o meno simile ad una papera". Può avere lo stesso colore di una papera, vola più o meno come una papera, non fa l'uovo. Quindi a volte cerchiamo di utilizzare i modelli mentali per spiegare agli altri qualcosa che loro non hanno mai visto. Aumento la difficoltà: se vi avessi chiesto di raccontare al vostro vicino di posto un qualcosa che non esiste nella realtà, ma che vorreste fare perché è il vostro prodotto innovativo. Che cosa gli avreste raccontato? Beh, la difficoltà aumenta. È difficile pensare nella vostra testa, decifrare ciò che state pensando, ed è ancora più difficile raccontarlo agli altri o farvi aiutare dagli altri. Ci sono persone che innovano in questo modo, ovvero riescono a concepire nella loro testa prodotti, servizi, innovazioni così nuove da essere non soltanto difficili da pensare ma anche difficili da raccontare agli altri. Ora, come fanno queste persone? Come fanno a riuscire a portare a bordo altre persone? Come fanno a raccontare tutto questo? Beh, sono persone che hanno capito appieno come funzionano i nostri tempi. Sono persone che li sanno cavalcare. Sono persone cha hanno capito che il cambiamento è la misura dei tempi di oggi. Perché? Perché i tempi di oggi sono caratterizzati dalla velocità. Che cosa significa "tempi veloci"? Tempi veloci sono tempi in cui ti sembra sempre, perennemente di essere in ritardo, certo. O sono quei tempi per cui chi si trova a dover fare prodotti e servizi arriva sul mercato sempre un po' troppo tardi. Se i nostri tempi sono veloci, ci hanno anche permesso di renderci conto di un'altra cosa, ovvero che i tempi in cui viviamo sono non lineari. Che cosa significa non lineari? Ve lo spiego con un esempio. Provate a pensare ai vostri nonni, quanti cambiamenti epocali avranno vissuto nella loro vita. Certo alcuni cambiamenti vissuti dai vostri nonni probabilmente sono stati davvero epocali e stravolgenti per l'intera umanità. Davvero impattanti. Ma quanti in tutto? Forse cinque? Forse dieci nella loro vita? I loro nonni quanti ne avranno vissuti? Forse di meno. Ora pensate a voi, pensate ai vostri figli. Gli analisti dicono che nei prossimi 20 anni, il genere umano cambierà più di quanto non abbia fatto negli scorsi 300. Quindi che cosa significa che il nostro tempo è non lineare? Significa che non segue a tutti i costi una linea retta. La linea retta è quella che ti fa pensare che domani andrà più o meno come oggi e come ieri. Ma è chiaro a tutti che alcune linee non sono rette, sono esponenziali, se non addirittura completamente imprevedibili e impreviste. I nostri tempi, poi, sono complessi. Che cosa significa complesso? "Complesso" significa che la quantità di relazioni tra le parti è talmente alta da non permetterci di semplificare. È complessa la natura: pensate alla foresta, pensate agli ecosistemi naturali. È complesso il corpo umano, è complesso il nostro cervello. Non è così facile, non è neppure possibile isolare una parte e semplificare. Ora, ciò che è importante all'interno della complessità è che appunto le reti e le relazioni ne sono la misura davvero importante e interessante. E ultima cosa, i nostri tempi sono caratterizzati dall'imprevedibilità. Ora, l'imprevedibilità è sempre stata considerata, o è spesso stata considerata dalle nostre aziende come un qualcosa di negativo. Abbiamo cercato di pianificare ogni cosa, ci ha sempre spaventato pensare che il futuro sia imprevedibile. In realtà l'imprevedibilità è un buonissimo motore di innovazione. Ce lo racconta Darwin, ci racconta che è l'imprevedibilità a permettere alle specie di evolversi e di adattarsi al mondo in cui stiamo vivendo. Ora quindi come fare? Io nella mia esperienza ho avuto modo di incontrare centinaia di imprenditori che si stanno facendo questa domanda. Alcuni hanno capito come fare, altri non lo sanno, alcuni ci riescono, altri non ci riescono. Tutti riconoscono che è estremamente difficile, ma c'è un'altra cosa che invece io riconosco in tutti loro e sono due caratteristiche che accomunano le persone che cercano di innovare oggi, e sono una deliberata, sconfinata, un desiderio fortissimo, una voglia fortissima di poter fare sperimentazione, e di nuovo un deliberato e sconfinato desiderio fortissimo di poter disimparare. Che cosa significano queste due cose? Ora, ci siamo detti, "Il mondo di oggi, i nostri tempi sono caratterizzati dall'incertezza e l'incertezza è una misura positiva dei nostri tempi". Se sei incerto che cosa puoi fare? Come ti puoi comportare? Cosa puoi fare, se non puoi prevedere sempre tutto? Un'idea buona è cominciare a scommettere, anziché promettere; e per scommettere bene, una buona idea è di cominciare a muoverci un passo dopo l'altro. Ovvero, faccio un piccolo passo verso la direzione in cui penso di voler andare, poi mi chiedo come sta andando. Se mi chiedo come sta andando, lo chiedo anche agli altri. Questo capite che presuppone una estrema gentilezza nei confronti di noi stesse e delle altre persone, ovvero devo davvero accettare di domandarmi come sta andando. Ora non vi sto dicendo che tutto è allo sbando, davvero non vi sto dicendo che andare a caso è più o meno come muoversi con un obiettivo, ma vi sto dicendo che gli obiettivi si raggiungono per piccoli passi tramite i quali continuare a imparare. Questa cosa dell'imparare è un secondo termine estremamente importante, ovvero per anni abbiamo trasformato le nostre organizzazioni in learning organisations, cioè abbiamo cominciato a pensare che imparare fosse una misura buona per poterci muovere nei nostri tempi, ed è vero. Per fortuna è stato così, per fortuna ci siamo resi conto che imparare è importante, ma ad un certo punto è anche successo, e lo fanno alcune delle aziende con cui lavoro, che tutto ciò che avevano imparato, chiamateli data o chiamateli big data, tutto ciò che avevano imparato ogni tanto gli ha fatto pensare di poter predire il futuro. L'uomo da sempre ha sperato di poter predire il futuro; ma in realtà predire il futuro, lo sappiamo, non si può fare. Non riusciamo neppure a predire che tempo farà domani, per cui probabilmente, anziché concentrarvi su come diventare learning organisation, ciò che vi voglio proporre è di concentrarvi su come diventare unlearning organisation, ovvero a volte è più difficile disimparare che imparare. Disimparare significa spostarsi in una condizione di leggero disagio. Guardare il mondo, guardare le cose che stai facendo e renderti conto che forse ciò che avevi imparato per ieri e per oggi, oggi non vale più per domani, ovvero non puoi riapplicare vecchie regole a mondi nuovi e disimparare fa spazio a un nuovo imparare. Serve molto coraggio per poterlo fare. È davvero una sfida entusiasmante per il mondo dell'imprenditoria ma anche per il mondo, al di fuori del mondo del lavoro. Magari ciò che fate normalmente nella vostra vita portatelo nel vostro mondo del lavoro, perché lo lasciate confinato allo spazio al di fuori del vostro lavoro? Ora, la domanda importante per tutti noi però è quella che ci siamo fatti all'inizio, ovvero, voi che tipo di innovatori siete? Siete innovatori che guardano il mondo e riconoscono quanto è variopinto e sanno aggiungere prodotti nuovi per creare ancora più felicità o siete innovatori che sanno guardare nel profondo dell'essere umano e riconoscerne i tratti fondamentali che accomunano tutte le persone e produrre quelle che chiamiamo appunto delle icone. Siete innovatori che sanno fare esperimenti? Sapete sperimentare ed essere gentili nei confronti dei risultati dei vostri esperimenti? O siete innovatori che sanno disimparare e che quindi ogni tanto riconoscono di poter lasciare alcune vecchie tradizioni per far spazio a nuove idee e nuove modalità. Qualsiasi tipo di innovatori voi siate, il motivo per cui lo fate è importante. Ovvero, nella mia esperienza vedo innovatori che in genere non innovano solo per sé stessi e non innovano neppure per l'innovazione fine a sé stessa. Non innovi solo per modificare dei processi e non innovi neppure soltanto per guadagnare di più. Il motivo principale per cui innovi è la linfa vitale dell'innovazione, è la quantità di relazioni che hai saputo creare attorno a te. È la linfa che ti spinge a voler innovare ed è anche la misura di quanto bravo sei stato a farlo. Più relazioni hai, più innoverai, e più relazioni hai, più hai innovato. Non è mai esistito prima, un periodo, un momento migliore per poter fare innovazione e in realtà, se non mi credete, ritirate su le vostre papere che avete costruito. Ascoltate questa cosa, ascoltate il sorriso che vi è nato sul volto quando le avevate costruite, ascoltate il sorriso che è nato sul volto delle persone che le avevano costruite vicino a voi. Ecco, questa è la misura di quanto oggi valga la pena di innovare e creare nuove relazioni. Grazie. (Applausi)