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Brene Brown: Il potere della vulnerabilità.

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    Inizierò con questo:
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    un paio d'anni fa, un organizzatrice d'eventi mi chiamò
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    perché stavo per partecipare ad una conferenza.
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    E mi chiamò e disse:
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    "Ho davvero delle difficoltà a
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    descriverti sul volantino."
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    E io pensai: "Be', dov'è la difficoltá?"
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    E lei rispose: "Be', ti ho vista parlare,
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    e ti chiamerei ricercatrice, credo,
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    ma credo che chiamandoti ricercatrice, nessuno verrà,
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    perché penseranno che sei noiosa ed irrilevante."
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    (Risate)
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    OK.
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    E disse: " Ma la cosa che mi è piaciuta del tuo discorso
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    è che sei una narratrice.
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    Per cui quello che farò è chiamarti narratrice"
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    E naturalmente quella parte di me accademica ed insicura
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    pensava: "Come mi chiamerai?"
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    E lei disse: "Ti chiamerò narratrice "
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    E io pensavo: "Perché non chiamarmi folletto?"
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    (Risate)
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    E pensai: "Lasciamici pensare un attimo."
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    Ho provato a fare un profondo appello al mio coraggio.
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    E ho pensato, io sono una narratrice.
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    Sono una ricercatrice qualitativa.
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    Colleziono storie; questo è ció che faccio.
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    E forse la storie sono semplicemente dei dati con un'anima.
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    E forse io sono semplicemente una narratrice.
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    Per cui risposi: "Sai che c'è?
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    Perché non scrivi semplicemente che sono una ricercatrice-narratrice."
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    E lei rispose: "Ah ah. Ma questo non esiste."
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    (Risate)
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    Per cui: io sono una ricercatrice-narratrice,
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    ed oggi sto per fare un discorso --
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    e parleremo di espansione della percezione --
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    e voglio parlarvi e raccontarvi alcune storie
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    su una parte della mia ricerca
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    che fondamentalmente ha espanso la mia percezione
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    ed ha effettivamente cambiato il mio modo di vivere ed amare
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    e lavorare ed essere genitore.
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    E qui comincia la mia storia.
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    Quando ero una giovane ricercatrice, una dottoranda,
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    il primo anno avevo un professore ricercatore
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    che ci disse:
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    "Il fatto è questo,
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    se non potete misurarlo, non esiste."
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    e pensavo che mi stesse facendo una sviolinata.
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    Ed io feci "Davvero?" e lui rispose "Assolutamente".
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    Per cui dovete comprendere
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    che io ho una laurea in servizi sociali, un master in servizi sociali,
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    e stavo per ottenere il mio dottorato in servizi sociali,
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    e che la mia intera carriera accademica
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    era circondata da persone
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    che in qualche modo pensavano
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    che la vita è disordinata, amatela.
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    Ed io sono più un tipo da: la vita è disordinata,
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    ripuliscila, organizzala,
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    e mettila in una scatola bento.
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    (Risate)
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    Per cui pensai di aver trovato la mia strada,
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    di aver trovato una carriera che mi prendesse --
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    in realtà, una delle grandi massime dei servizi sociali
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    è: accetta il malessere del lavoro.
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    Ed io pensavo, rigira il malessere
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    mettilo da parte e prendi il massimo dei voti.
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    Quello era il mio mantra.
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    Per cui ero molto gasata.
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    E pensai, sai che c'é? Questa é la carriera per me,
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    perché io sono interessata ad argomenti un po' confusi.
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    Ma voglio riuscire a renderli non complicati
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    Li voglio capire.
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    Voglio entrare dentro queste cose
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    che so che sono importanti
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    e svelare il codice affinché tutti possano vederle.
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    Ed iniziai con la connessione.
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    Perché, dopo essere stato una ricercatrice di servizi sociali per 10 anni
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    capisci che
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    la connessione è la ragione per cui siamo qui.
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    E ciò che dà uno scopo ed un significato alle nostre vite.
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    E questo è tutto.
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    Sia che tu parli con persone che lavorano
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    per la giustizia, e la sanità mentale, e con abusi e abbandoni,
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    quello che sappiamo è che la connessione,
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    la capacità di sentirsi connessi è --
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    neurobiologicamente è come siamo fatti --
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    è la ragione per la quale siamo qui.
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    Per cui pensai, sai che c'è? Inizieró con i rapporti umani.
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    Conoscerete quella situazione
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    quando si riceve una valutazione dal proprio capo,
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    e lei vi dice che avete fatto veramente bene 37 cose,
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    e che una cosa è un'opportunità di crescita?
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    (Risate)
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    E tutto ciò a cui riuscite a pensare è quell'opportunità di crescita, no?
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    Pare che questo sia il modo in cui anche il mio lavoro è andato,
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    perché, quando fai alle persone domande sull'amore,
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    ti raccontano le loro afflizioni.
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    Quando chiedi alle persone del loro senso di appartenenza,
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    ti racconteranno le loro peggiori esperienze
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    di esclusione.
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    E quando chiedi alle persone di parlarti di rapporti umani,
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    le storie che mi raccontano sono storie di disconnessione.
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    Per tagliar corto -- dopo circa sei settimane di ricerca --
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    mi ritrovai per caso con questa cosa innominata
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    che svelò in maniera chiara i rapporti umani,
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    in una maniera che mai avevo capito o che mai avevo visto.
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    Per cui ho deviato dalla ricerca
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    e pensato: "Devo capire di cosa si tratta."
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    Ed ho scoperto che si trattava della vergogna.
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    E la vergogna é veramente percepita come
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    la paura di disconnessione.
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    C'è qualcosa nella mia vita
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    che, se scoperta da altre persone,
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    farà si che non meriterò più il rapporto con loro?
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    Le cose che vi posso dire su di essa sono:
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    è universale; la proviamo tutti.
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    Le uniche persone che non provano vergogna
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    non hanno capacità di immedesimarsi o di connessione.
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    Nessuno ne vuole parlare,
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    e meno ne parli, più ne hai.
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    La base su cui poggia la vergogna,
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    è "Non valgo abbastanza, ""--
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    un sentimento che noi tutti conosciamo:
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    "Non sono abbastanza pulito. Non sono abbastanza magro.
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    o ricco, o bello, o intelligente,
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    o non ho avuto abbastanza promozioni."
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    La base di tutto questo
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    è una vulnerabilità lancinante,
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    questa idea che abbiamo
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    per cui, affinché il rapporto si crei,
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    dobbiamo fare in modo di essere visti,
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    visti davvero.
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    E sapete come mi sento riguardo la vulnerabilità. Io odio la vulnerabilità.
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    Per cui pensai, questa è la mia occasione
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    per dargliele con il mio righello.
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    Voglio entrarci dentro, voglio capirla,
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    passerò un anno a smontare la vergogna,
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    capirò come funziona la vulnerabilità
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    e la vincerò con l'astuzia.
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    Ero pronta e davvero gasata.
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    E come sapete, non è finita bene.
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    (Risate)
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    Lo sapete.
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    Per cui potrei raccontarvi una sacco di cose sulla vergogna,
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    ma dovrei prendere a prestito un sacco di tempo di altre persone.
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    Ma posso dirvi qual è il succo --
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    e questa potrebbe essere una delle cose piú importanti che io abbia mai imparato
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    in un decennio di ricerca.
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    L'anno che avevo in mente
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    divenne sei anni,
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    migliaia di storie,
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    centinaia di lunghe interviste, gruppi di discussione.
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    Ad un certo punto la gente mi mandava pagine di diari
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    e mi mandavano le loro storie
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    migliaia di dati in sei anni.
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    Ed io, diciamo, ci ho capito qualcosa.
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    Ho capito cos'è la vergogna
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    e come funziona.
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    Ho scritto un libro,
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    pubblicato una teoria,
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    ma qualcosa non era ancora a posto --
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    e cioè che
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    se prendevo a caso le persone che avevo intervistato
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    e le dividevo tra persone
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    che hanno davvero un senso di dignità, di merito,
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    perché tutto si riduce a questo,
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    un senso di merito --
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    hanno un forte senso di amore ed appartenenza --
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    e persone che hanno difficoltà con questo,
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    persone che si domandano sempre se sono all'altezza,
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    C'era una sola variabile che
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    separava le persone che hanno
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    un forte senso di amore e di appartenenza
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    e le persone che hanno difficoltà a raggiungerlo.
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    E cioè, le persone che hanno
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    un forte senso di amore e appartenenza
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    credono di meritarsi amore ed appartenenza.
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    Tutto qui.
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    Credono di meritarselo.
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    E per me, la parte difficile
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    della cosa che ci tiene fuori connessione
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    è la nostra paura di non meritarci questa connessione,
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    ed era qualcosa che, personalmente e professionalmente,
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    sentivo di dover comprendere meglio.
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    Per cui ciò che ho fatto
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    è stato prendere tutte le interviste
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    dove avevo visto dignità, dove avevo visto le persone vivere in quel modo,
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    e ho esaminato solo quelle.
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    Cosa hanno queste persone in comune?
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    Ho una leggera dipendenza da cancelleria,
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    ma questa è un'altra storia.
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    Quindi, avevo una cartellina ed un pennarello,
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    e pensavo, come posso chiamare questa ricerca?
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    E la prima parola che mi è passata per la mente
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    è stata - di tutto cuore.
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    Queste sono persone di tutto cuore, che vivono con questo profondo senso di dignità
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    Cosí ho scritto sulla cartellina,
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    e ho iniziato a dare uno sguardo ai dati.
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    In effetti, ho condotto all'inizio
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    quattro giorni di
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    intensa analisi dei dati
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    durante la quale ho estratto interviste, storie ed avvenimenti.
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    Qual è il tema ricorrente? Qual è lo schema?
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    Mio marito era andato via coi bambini
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    perché mi ritrovo sempre in uno stato alla Jackson Pollock,
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    nel quale non faccio altro che scrivere
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    e comportarmi da ricercatrice.
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    Ed ecco cosa ho scoperto.
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    la cosa che avevano in comunue
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    era un senso di coraggio.
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    E voglio distinguere per voi tra coraggio ed audacia per un minuto.
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    Coraggio, la definizione originale di coraggio
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    quando inizio ad essere utilizzato nella lingua inglese
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    viene dal termine latino cor, che significa cuore --
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    e la definizione originale
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    serviva a raccontare la storia di chi tu sei con tutto il tuo cuore.
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    Per cui queste persone
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    avevano, semplicemente, il coraggio
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    di essere imperfetti.
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    Avevano la compassione
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    di essere gentili con se stessi prima, e poi con il mondo,
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    perché, come dimostrato, non possiamo essere compassionevoli con altre persone
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    se non riusciamo a trattare bene noi stessi.
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    E l'ultima cosa che avevano era -- connessione
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    e qui viene la parte difficile --
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    come conseguenza dell'autenticità,
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    avevano la volontà di abbandonare il sé ideale
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    per essere se stessi
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    cosa che va assolutamente fatta
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    per la connessione.
  • 9:28 - 9:30
    L'altra cosa che avevano in comune
  • 9:30 - 9:32
    era questa.
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    Accettavano completamente la vulnerabilità.
  • 9:40 - 9:43
    Credevano che
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    quello che li rendeva vulnerabili
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    li rendeva belle persone.
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    Non parlavano della vulnerabilità
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    in maniera confortevole,
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    né ne parlavano come qualcosa di straziante --
  • 9:57 - 9:59
    come ne avevo sentito parlare in precedenza nelle interviste sulla vergogna.
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    Ne parlavano come di una cosa necessaria.
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    Parlavano della volontà
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    di dire "ti amo" per primi,
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    la volontà
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    di fare qualcosa
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    quando non ci sono garanzie (di successo, ndt)
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    la volontà
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    di respirare mentre attendi che il medico
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    chiami dopo la tua mammografia.
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    Hanno la volontà di investire in una relazione
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    che potrebbe funzionare, o no.
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    Pensavano che fosse fondamentale.
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    Io personalmente pensavo che fosse tradimento.
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    Non potevo credere di aver giurato fedeltà
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    alla ricerca --
  • 10:40 - 10:42
    la definizione di ricerca
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    è controllare e prevedere, studiare fenomeni,
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    per la ragione dichiarata
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    di controllare e prevedere.
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    E la mia missione
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    di controllare e prevedere
  • 10:53 - 10:56
    ora si è rivelata essere che il modo di vivere è con la vulnerabilitá
  • 10:56 - 10:59
    e smettere di controllare e prevedere.
  • 10:59 - 11:02
    La conseguenza fu un piccolo esaurimento di nervi --
  • 11:02 - 11:06
    (Risate)
  • 11:06 - 11:09
    -- che in effetti sembrava più qualcosa del genere
  • 11:09 - 11:11
    (Risate)
  • 11:11 - 11:13
    E lo era.
  • 11:13 - 11:16
    Io lo chiamavo esaurimento, il mio analista lo chiama un risveglio spirituale.
  • 11:17 - 11:19
    Un risveglio spirituale suona meglio di esaurimento,
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    ma vi posso assicurare che si trattava di esaurimento.
  • 11:21 - 11:23
    Così dovetti mettere da parte i miei dati e cercare un terapeuta.
  • 11:23 - 11:26
    Lasciate che vi dica qualcosa: sapete chi siete
  • 11:26 - 11:29
    quando chiamate gli amici e gli dite:" Credo di aver bosogno di vedere qualcuno"
  • 11:29 - 11:32
    Hai qualche nome da raccomandarmi?"
  • 11:32 - 11:34
    Perché circa 5 dei miei amici pensarono,
  • 11:34 - 11:36
    "Mmh, non vorrei essere il tuo terapeuta."
  • 11:36 - 11:39
    (Risate)
  • 11:39 - 11:41
    Ed io "Cosa vuol dire?"
  • 11:41 - 11:44
    E loro risposero: "Voglio solo dire.
  • 11:44 - 11:46
    Non portare con te il tuo righello."
  • 11:46 - 11:49
    Ed io: "Ok"
  • 11:51 - 11:53
    Per cui ho trovato un terapeuta.
  • 11:53 - 11:56
    Al mio primo incontro con lei, Diana,
  • 11:56 - 11:58
    ho portato la mia lista
  • 11:58 - 12:01
    delle qualità delle persone di cuore, e mi sono seduta.
  • 12:01 - 12:03
    E lei mi disse: "Come stai?"
  • 12:03 - 12:06
    Ed io risposi: "Benissimo. Sto bene."
  • 12:06 - 12:08
    E lei disse: "Cosa sta succedendo?"
  • 12:08 - 12:11
    E questa è una terapeuta per i terapeuti
  • 12:11 - 12:13
    perché dobbiamo andare da quelli
  • 12:13 - 12:16
    perché i loro radar per identificare le balle sono buoni.
  • 12:16 - 12:18
    (Risate)
  • 12:18 - 12:20
    Per cui dissi,
  • 12:20 - 12:22
    "Il fatto è, che sono in difficoltà."
  • 12:22 - 12:24
    E lei fa:" Cosa trovi difficile?"
  • 12:24 - 12:27
    Ed io:" Be', ho un problema con la vulnerabilità.
  • 12:27 - 12:30
    E so che la vulnerabilità è il cuore
  • 12:30 - 12:32
    della vergogna e della paura
  • 12:32 - 12:34
    e della nostra lotta per la dignità
  • 12:34 - 12:37
    ma sembra essere anche la culla
  • 12:37 - 12:40
    della gioia, della creatività,
  • 12:40 - 12:42
    del senso di appartenenza, dell'amore.
  • 12:42 - 12:44
    E credo di avere un problema,
  • 12:44 - 12:47
    e ho bisogno di aiuto."
  • 12:47 - 12:49
    E ho detto, " Ma per favore,
  • 12:49 - 12:51
    lasciamo da parte la famiglia,
  • 12:51 - 12:53
    niente cazzate sull'infanzia."
  • 12:53 - 12:55
    (Risate)
  • 12:55 - 12:58
    "Ho solo bisogno di alcune strategie"
  • 12:58 - 13:02
    (Risate)
  • 13:02 - 13:05
    (Applausi)
  • 13:05 - 13:07
    Grazie.
  • 13:09 - 13:12
    E lei fa così.
  • 13:12 - 13:14
    (Risate)
  • 13:14 - 13:17
    E poi io dico: "Andiamo male, eh?"
  • 13:17 - 13:20
    E lei dice: "Non va né bene, né male."
  • 13:20 - 13:22
    (Risate)
  • 13:22 - 13:24
    "É quello che è."
  • 13:24 - 13:27
    Ed io dico:"O signore, sarà terribile."
  • 13:27 - 13:30
    (Risate)
  • 13:30 - 13:32
    E lo è stato, e non lo è stato.
  • 13:32 - 13:35
    E ci è voluto un anno.
  • 13:35 - 13:37
    E come sapete, ci sono delle persone
  • 13:37 - 13:40
    che, quando capiscono che la vulnerabilità e la tenerezza sono importanti,
  • 13:40 - 13:43
    si arrendono e si fanno trascinare.
  • 13:43 - 13:45
    A: io non sono cosí
  • 13:45 - 13:48
    e B: nemmeno frequento gente così.
  • 13:48 - 13:51
    (Risate)
  • 13:51 - 13:54
    Per me, è stato un anno di lotte.
  • 13:54 - 13:56
    É stata un'autodistruzione.
  • 13:56 - 13:58
    La vulnerabilità faceva pressione, ed io la respingevo.
  • 13:58 - 14:01
    Ho perso la battaglia,
  • 14:01 - 14:03
    ma ho avuto indietro la mia vita.
  • 14:03 - 14:05
    Ed a quel punto sono tornata alla mia ricerca
  • 14:05 - 14:07
    ed ho passato i due anni successivi
  • 14:07 - 14:10
    provando veramente a capire cosa, le persone di cuore,
  • 14:10 - 14:12
    facessero, quali scelte facessero,
  • 14:12 - 14:14
    e che cosa facciamo tutti noi
  • 14:14 - 14:16
    con la vulnerabilità.
  • 14:16 - 14:18
    Perché ci crea così tanti problemi?
  • 14:18 - 14:21
    Sono l'unica ad avere problemi con la vulnerabilità?
  • 14:21 - 14:23
    No.
  • 14:23 - 14:25
    Questo è quanto ho imparato.
  • 14:26 - 14:29
    Noi addormentiamo la vulnerabilità --
  • 14:29 - 14:31
    quando siamo in attesa della chiamata.
  • 14:31 - 14:33
    É stato divertente quando ho pubblicato qualcosa su Twitter e Facebook
  • 14:33 - 14:35
    che diceva: " Come definiresti la vulnerabilità?
  • 14:35 - 14:37
    Cosa ti fa sentire vulnerabile?"
  • 14:37 - 14:40
    E nell'arco di un'ora e mezza, ho ricevuto 150 risposte.
  • 14:40 - 14:42
    Perché volevo sapere
  • 14:42 - 14:44
    cosa c'è là fuori.
  • 14:45 - 14:47
    Dover chieder aiuto a mio marito,
  • 14:47 - 14:50
    perché sono malata e ci siamo sposati da poco;
  • 14:50 - 14:53
    l'iniziativa sessuale con mio marito
  • 14:53 - 14:55
    l'iniziativa sessuale con mia moglie;
  • 14:55 - 14:58
    essere rifiutato; chiedere a qualcuno di uscire con me;
  • 14:58 - 15:00
    attendere che il medico chiami con i risultati;
  • 15:00 - 15:03
    essere licenziato; licenziare persone;
  • 15:03 - 15:05
    questo è il mondo in cui viviamo.
  • 15:05 - 15:08
    Viviamo in un mondo vulnerabile.
  • 15:08 - 15:10
    Ed uno dei modi con cui lo affrontiamo
  • 15:10 - 15:12
    è rendere la vulnerabilità insensibile.
  • 15:12 - 15:14
    E credo che esistano prove --
  • 15:14 - 15:16
    e non è l'unica ragione per cui queste prove esistono,
  • 15:16 - 15:18
    ma credo che sia una ragione importante --
  • 15:18 - 15:22
    siamo la leva più indebitata,
  • 15:22 - 15:25
    obesa,
  • 15:25 - 15:28
    dipendente da droghe e medicine
  • 15:28 - 15:30
    nella storia statunitense.
  • 15:33 - 15:36
    Il problema è -- ed è qualcosa che ho imparato dalla ricerca --
  • 15:36 - 15:39
    che non si possono sopprimere le emozioni in maniera selettiva.
  • 15:40 - 15:43
    Non si può dire, questa è la roba cattiva.
  • 15:43 - 15:45
    Ecco la vulnerabilità, il dolore, la vergogna,
  • 15:45 - 15:47
    la paura, la delusione,
  • 15:47 - 15:49
    non voglio provare questi sentimenti.
  • 15:49 - 15:52
    Mi faccio un paio di birre ed un muffin con noci e banane.
  • 15:52 - 15:54
    (risate)
  • 15:54 - 15:56
    Non voglio provarle.
  • 15:56 - 15:58
    E so che ridete perché è vero.
  • 15:58 - 16:01
    Entro nelle vostre vite per mestiere.
  • 16:01 - 16:03
    Dio.
  • 16:03 - 16:05
    (risate)
  • 16:05 - 16:08
    Non si possono addormentare questi sentimenti negativi
  • 16:08 - 16:10
    senza sopprimere gli affetti, le nostre emozioni.
  • 16:10 - 16:12
    Non puoi selezionare cosa sopprimere.
  • 16:12 - 16:15
    Per cui, quando sopprimiamo questi,
  • 16:15 - 16:17
    sopprimiamo anche la gioia,
  • 16:17 - 16:19
    addormentiamo la gratitudine,
  • 16:19 - 16:21
    siamo insensibili alla felicità.
  • 16:21 - 16:24
    E poi stiamo male,
  • 16:24 - 16:26
    e cerchiamo un significato ed una ragione,
  • 16:26 - 16:28
    e allora ci sentiamo vulnerabili
  • 16:28 - 16:31
    ed allora ci facciamo due birre ed un muffin con noci e banane.
  • 16:31 - 16:34
    E si innesca un ciclo pericoloso.
  • 16:36 - 16:39
    Una delle cose a cui credo dobbiamo pensare
  • 16:39 - 16:41
    è come e perché addormentiamo (i nostri sentimenti).
  • 16:41 - 16:44
    E non deve essere solamente una dipendenza.
  • 16:44 - 16:46
    L'altra cosa che facciamo
  • 16:46 - 16:49
    è rendere tutto ciò che è incerto, certo.
  • 16:50 - 16:53
    La religione è passata da una credenza nella fede e mistero
  • 16:53 - 16:55
    alla certezza.
  • 16:55 - 16:58
    Io ho ragione, tu hai torto. Stai zitto.
  • 16:58 - 17:00
    Tutto qui.
  • 17:00 - 17:02
    Solo certezza.
  • 17:02 - 17:04
    Quanto più abbiamo paura, tanto più siamo vulnerabili.
  • 17:04 - 17:06
    tanto più spaventati siamo.
  • 17:06 - 17:08
    Questo è come la politica appare oggigiorno.
  • 17:08 - 17:10
    Non c'è più dialogo.
  • 17:10 - 17:12
    Non c'è conversazione.
  • 17:12 - 17:14
    C'è solo biasimo.
  • 17:14 - 17:17
    Sapete come si descrive il biasimo nella ricerca?
  • 17:17 - 17:20
    Un modo per scaricare il dolore e il disagio.
  • 17:21 - 17:23
    Siamo dei perfezionisti.
  • 17:23 - 17:26
    Se c'è qualcuno a cui piacerebbe che la vita fosse così, questa sono io,
  • 17:26 - 17:28
    ma non funziona.
  • 17:28 - 17:30
    Perché quello che facciamo è prendere grasso dai nostri didietro
  • 17:30 - 17:32
    e metterlo sulle nostre guance.
  • 17:32 - 17:35
    (Risate)
  • 17:35 - 17:37
    E spero che in un centinaio di anni,
  • 17:37 - 17:39
    le persone si guarderanno indietro e diranno "Wow!"
  • 17:39 - 17:41
    (risate)
  • 17:41 - 17:43
    E quello che è pericoloso, è che cerchiamo di
  • 17:43 - 17:45
    rendere perfetti i nostri bambini.
  • 17:45 - 17:47
    Ascoltate quello che pensiamo dei bambini.
  • 17:47 - 17:50
    Sono predisposti per lotta quando arrivano qui.
  • 17:50 - 17:53
    E quando tieni in braccio questi piccoli bimbi perfetti
  • 17:53 - 17:55
    il nostro lavoro non è dire "Guardala, è perfetta.
  • 17:55 - 17:57
    Il mio compito è tenerla perfetta --
  • 17:57 - 18:00
    fare in modo che sia parte della squadra di tennis a 10 anni e di Yale a 12."
  • 18:00 - 18:02
    Questo non è il nostro lavoro.
  • 18:02 - 18:04
    Il nostro lavoro è guardare e dire,
  • 18:04 - 18:07
    "Sai che c'è? Non sei perfetta, e sei fatta per lottare,
  • 18:07 - 18:09
    ma meriti amore e senso di appartenenza."
  • 18:09 - 18:11
    Questo è il nostro compito.
  • 18:11 - 18:13
    Mostratemi una generazione di bambini cresciuti in questa maniera,
  • 18:13 - 18:16
    e credo che vedremo la fine dei problemi che vediamo oggigiorno.
  • 18:16 - 18:20
    Facciamo finta che quello che facciamo
  • 18:20 - 18:23
    non ha un effetto sulla gente.
  • 18:23 - 18:25
    Lo facciamo nelle nostre vite --
  • 18:25 - 18:27
    Lo facciamo a livello aziendale
  • 18:27 - 18:29
    che si tratti di un salvataggio finanziario o di una macchia di petrolio
  • 18:29 - 18:31
    un richiamo --
  • 18:31 - 18:33
    facciamo finta che quello che facciamo
  • 18:33 - 18:36
    non abbia un enorme impatto su altre persone.
  • 18:36 - 18:39
    Vorrei dire alle compagnie, questo non è il nostro primo rodeo, gente.
  • 18:40 - 18:42
    Abbiamo bisogno che siate autentici e veri
  • 18:42 - 18:44
    e che diciate "Ci dispiace.
  • 18:44 - 18:47
    Sistemeremo le cose."
  • 18:50 - 18:52
    Ma c'è un altro modo, e con questo vi lascio.
  • 18:52 - 18:54
    Questo è quanto ho scoperto:
  • 18:54 - 18:56
    lasciatevi osservare,
  • 18:56 - 18:58
    profondamente,
  • 18:58 - 19:01
    e in maniera vulnerabile;
  • 19:01 - 19:03
    amate con tutto il cuore
  • 19:03 - 19:05
    anche se non esiste garanzia --
  • 19:05 - 19:07
    ed è davvero molto difficile,
  • 19:07 - 19:10
    e vi posso dire, da genitore, che è estremamente difficile --
  • 19:12 - 19:15
    siate grati e gioiosi
  • 19:15 - 19:17
    in quei momenti di terrore,
  • 19:17 - 19:19
    quando ci chiediamo "Posso amare così tanto?"
  • 19:19 - 19:21
    Posso credere in questo cosí appassionatamente?
  • 19:21 - 19:24
    Posso essere così agguerrito su questa cosa?"
  • 19:24 - 19:26
    Essere capaci di fermarsi e, invece di vedere una catastrofe come possibile risultato,
  • 19:26 - 19:29
    dire "Sono così grata,
  • 19:29 - 19:32
    perché sentirsi così vulnerabile significa che sono viva."
  • 19:33 - 19:36
    E l'ultima cosa, che credo sia probabilmente la più importante,
  • 19:36 - 19:39
    è credere che siamo abbastanza.
  • 19:39 - 19:41
    Perché quando lavoriamo da un luogo
  • 19:41 - 19:44
    dal quale possiamo dire "Sono abbastanza"
  • 19:45 - 19:48
    allora smettiamo di urlare ed iniziamo ad ascoltare,
  • 19:49 - 19:51
    siamo più gentili con la gente che ci sta attorno,
  • 19:51 - 19:54
    e con noi stessi.
  • 19:54 - 19:56
    Questo è quanto. Grazie.
  • 19:56 - 19:59
    (Applausi)
Title:
Brene Brown: Il potere della vulnerabilità.
Speaker:
Brené Brown
Description:

Brene Brown studia i rapporti umani -- la nostra capacità di immedesimarci, appartenere, amare. In un discorso intenso e divertente a TEDxHuston, condivide una visione profonda della sua ricerca, visione che l'ha portata ad una ricerca personale di conoscenza di sé stessa e dell'umanità. Un discorso da condividere.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
19:59
Roberta Mura added a translation

Italian subtitles

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