Il balletto che provocò una rivolta - Iseult Gillespie

Per la visione della lezione completa: https://ed.ted.com/lessons/the-ballet-that-incited-a-riot-iseult-gillespie

Si pensa al balletto come tipicamente armonioso, aggraziato e raffinato, sicuramente non qualcosa che potrebbe provocare una rivolta.
Ma alla prima rappresentazione de "La sagra della primavera" di Igor Stravinsky, il pubblico si sentì così oltraggiato che sovrastava l'orchestra. Il pubblico lanciò oggetti sul palco, iniziò ad azzuffarsi e ci furono arresti. Cosa provocò quest'incredibile reazione? Iseult Gillespie ci spiega la controversia.

Lezione di Iseult Gillespie, diretta dallo WOW-HOW Studio.

Di solito si pensa al balletto come
a qualcosa di armonioso, elegante e fine;

difficile immaginare
che possa innescare una rivolta.

Ma alla prima rappresentazione
de "La sagra della primavera"

di Igor Stravinsky,

il pubblico si sentì così oltraggiato
che sovrastava l'orchestra.

Resoconti dell'evento parlano di oggetti
lanciati da parte del pubblico,

di zuffe e di arresti,

tutto per quella che era cominciata
come una sofisticata serata di balletto.

Rappresentato per la prima volta
nel maggio del 1913

al Théâtre des Champs-Elysées a Parigi,

"La sagra della primavera"
è ambientato in tempi preistorici.

La storia racconta
di un'antica comunità pagana

che adorava la Terra e si preparava
al sacrificio di una donna

per propiziare il cambio delle stagioni.

Ma il balletto riguarda molto di più
la relazione violenta

tra esseri umani, natura e cultura

che il personaggio o la trama.

Questi temi prendono forma
in una produzione davvero impressionante,

che combina musica aspra, danza convulsa
e un allestimento bizzarro.

Si apre con il risveglio dei ballerini
a un assolo di fagotto

che suona in un registro
molto acuto e sinistro.

Questo dà il via a sequenze discordanti
intercalate da pause inaspettate,

mentre i ballerini si agitano
a suon di musica.

Queste spaventose figure

mettono in scena
la brutale premessa del balletto,

che mette a disagio il pubblico

e frantuma le convenzioni
della musica classica.

In questo modo e in molti altri,

"La sagra della primavera"

sfida l'orchestrazione tradizionale
del XIX secolo.

Composta alle soglie
sia della Prima Guerra Mondiale

che della Rivoluzione Russa,

"La sagra della primavera"
ribolle di urgenza.

Questa tensione si esprime
in diversi esperimenti formali

con usi innovativi della sincope,
cioè un ritmo irregolare;

atonalità cioè l'assenza
di una sola chiave

e la presenza di un'indicazione
di tempo multipla.

Assieme a questi tratti
incredibilmente moderni,

Stravinsky inserì aspetti
della musica folcloristica russa,

una combinazione che turbò deliberatamente

le aspettative del suo sofisticato
pubblico cittadino.

Non era la prima volta che Stravinsky
usava la musica popolare.

Nato nel 1882 in una piccola città
vicino a San Pietroburgo,

la reputazione di Stravinsky
fu consolidata dal seducente balletto

"L'uccello di fuoco".

Basata su una fiaba russa,

questa produzione era immersa
nella passione di Stravinsky

per la cultura popolare.

Ma pianificò un progetto più ampio
ne "La sagra della primavera",

spingendo i confini popolari e musicali
per delineare la crudezza del rito pagano.

Stravinsky diede vita a questa fantasia

in collaborazione
con l'artista Nicholas Roerich.

Roerich era ossessionato dalla preistoria.

Aveva pubblicato dei saggi
sul sacrificio umano

e aveva lavorato
a degli scavi di tombe slave,

oltre a essere costumista e scenografo.

Per "La sagra della primavera"
attinse dall'arte medievale russa

e dagli indumenti contadini

per creare costumi appesi goffamente
sui corpi dei ballerini.

Roerich li collocò
su vividi fondali di natura primordiale,

pieni di rocce frastagliate,
profili d'alberi e colori angoscianti.

Assieme alla scenografia abbagliante
e alla partitura virulenta,

la coreografia originale
de "La sagra della primavera"

era molto provocatoria.

Era opera del leggendario
ballerino Vaslav Nijinsky,

che sviluppò la danza per ripensare
"le radici stesse del movimento".

Anche se più tardi Stravinsky
espresse frustrazione

per le estenuanti prove di Nijinsky

e le interpretazioni
a senso unico della musica,

la sua coreografia si dimostrò
tanto all'avanguardia

quanto il lavoro di Stravinsky.

Distorse il balletto tradizionale

tra lo stupore e l'orrore del suo pubblico

che si aspettava
raffinatezza e romanticismo.

La danza de "La sagra della primavera"
è agitata e ruvida

con i ballerini che si rannicchiano,
contorcono e balzano come posseduti.

Spesso i ballerini non seguono la musica,

ma sembrano piuttosto andarle contro.

Nijinsky disse loro di girare
verso l'interno le dita dei piedi

e atterrare con forza dopo un salto,
spesso fuori tempo.

Per la frenetica scena finale,
una donna danza fino alla morte

al suono di forti colpi
e archi discordanti.

Il balletto termina di colpo
con un accordo duro e inquietante.

Oggi "La sagra della primavera"

rimane spaventoso
come al controverso debutto,

ma le vibrazioni
dello scandaloso lavoro originale

continuano a risuonare e ispirare.

Si può sentire l'influenza di Stravinsky

nei ritmi contrastanti del jazz moderno

nella musica classica
di ispirazione popolare

e anche nelle colonne sonore
dei film horror,

che suscitano ancora
una forte reazione del pubblico.