Questo è Dom.
È un piccolo robot amichevole
che sa far bene solo una cosa.
Sistemare una montagna di domino
molto velocemente.
Ci sono voluti cinque anni
per arrivare fin qui
ma secondo i test iniziali
c'è speranza che possa diventare
dieci volte più veloce
dell'essere umano più veloce.
Oggi lo metteremo alla prova
in un testa a testa
con la massima esperta di domino al mondo
che sfortunatamente è una semplice umana.
Poi tenteremo di battere
un record mondiale e lui proverà
a riempire tutta questa stanza
con un murale
di centomila tessere di domino.
Tanto per intenderci,
un murale di tessere così grande
richiederebbe a sette persone
una settimana di lavoro.
Dom cercherà di farlo
da solo in 24 ore.
So cosa stai pensando.
"Niente di che, Mark."
Perché da piccolo
avevi un giocattolo
che assomigliava a questo.
O anche questo robot
creato da KiwiCo e che posiziona
venti tessere in fila.
Quindi, non è un po' esagerato
usare un robot autonomo,
più di 800 metri di piste Hot Wheels,
e un braccio meccanico?
Lo capisco dato che i nostri progetti
sono tipo questo, dove abbiamo provato
a modificare un aspirapolvere
quando abbiamo affrontato il problema
cinque anni fa.
Ma poi sono emersi
alcuni fastidiosi problemi di scala
a iniziare da quante sono effettivamente
centomila tessere.
Il robot deve venire e caricare le tessere
almeno mille volte.
Ma come si fa esattamente?
E come fa a sapere esattamente
dove lasciare ogni tessera e di che colore
deve essere?
E come lo rendi così affidabile,
da non sbagliare nemmeno una volta
su centomila?
Un sistema che affronta i problemi
in maniera affidabile
su una scala come questa
deve essere per forza super complesso.
Tipo dieci volte più complesso
del mio bersaglio per freccette automatico
che fino ad ora è stato
il più complicato
che ho costruito sul mio canale.
Dopo vari fallimenti
nel corso di tre anni,
durante un'intervista alla Makerfair
dissi al pubblico che se qualcuno
voleva aiutarmi in questa impresa
poteva contattarmi.
E con mia grande gioia
due studenti di Stanford
e un ingegnere informatico
della Bay Area,
hanno accettato la mia sfida.