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Buon pomeriggio a tutti.
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Oggi tento di portarvi
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dentro un racconto utopico,
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su una comunità immaginaria
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capace di creare una scuola
che forma gli ideatori.
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Vale a dire, quelle persone
che nell'età della "conoscenza in azione"
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sono capaci di generare idee
che si trasformano in avventure.
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"Venture", si dice in inglese:
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non solo avventure imprenditoriali,
ma avventure di varia natura.
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E sono persone che fanno precedere
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il ben-avere dal ben-essere,
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ben-essere con se stessi
e con la comunità,
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nel senso di altruismo,
di cui parlava Adam Smith
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nel suo famoso saggio
"Teoria dei sentimenti morali".
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Gli ideatori sostituiscono i lavoratori
della Rivoluzione Industriale del vapore,
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e della Rivoluzione Industriale
della elettricità.
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Oggi abbiamo una nuova rivoluzione:
la "conoscenza in azione",
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che richiede persone in grado, appunto,
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di muovere la conoscenza
verso delle avventure.
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Il racconto ha delle premesse.
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Questa è una prima premessa:
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Le persone che hanno
tanta conoscenza, esperienza,
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sono nel settore della moda
e vedono un cappello.
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Ma i bambini dicono loro:
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"Oh, bisogna essere indulgenti
con voi persone adulte!"
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E perché essere indulgenti?
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Perché le persone adulte,
che hanno conoscenze e esperienza,
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non hanno l'occhio con la mente intuitiva.
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I bambini vedono questo:
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vedono un serpente boa
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il quale ha ingoiato un elefante.
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Seconda premessa: siamo nel 1919.
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L'intellettuale Giovanni Papini
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pubblica un saggio, un pamphlet,
"Chiudiamo le scuole".
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E chiede che le scuole siano trasformate
in laboratori di sperimentazione,
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dove insegnanti e studenti insieme
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possono sollevare interrogativi
prima impensabili,
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e imparare insieme dagli errori.
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Nel '21 il Mahatma Gandhi,
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su "Young Indian", un famoso
magazine indiano di allora,
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dice che
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"La scuola deve far sì che gli studenti
possono pensare con la loro testa".
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E tutti e due fanno riferimento
a David Hume, che nel Settecento scriveva:
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"L'apprendimento è perdente,
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è chiuso nei college
e nelle celle degli studenti,
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non frequenta più il mondo
in buona compagnia".
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E abbiamo un'altra premessa.
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Siamo nel '69, e Skinner
scrive esattamente quello che leggete:
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"Se le macchine cominciano a pensare,
noi umani continueremo a pensare... come?"
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Problema che oggi si pone drammaticamente,
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essendo noi di fronte
all'Intelligenza Artificiale.
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Pensare, pensare - come? 1969. Skinner.
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E per concludere queste premesse,
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negli anni '90 Tiziano Terzani,
famoso giornalista,
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si reca a Tokyo, va in una scuola
elementare di Tokyo.
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In questa scuola elementare,
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la maestra chiede ai bambini una cosa.
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E per la cosa che chiede,
c'è una risposta e una sola.
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Non contano le domande,
contano le risposte;
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contano le domande degli insegnanti,
non le domande degli studenti.
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E qual è la cosa che chiede?
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"Bambini, cosa accade alla neve
quando arriva il tempo caldo?"
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I bambini rispondono in coro:
"La neve si scioglie".
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"Ma non è così: la verità
è un'altra", dice un bambino.
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"È che è arrivata la Primavera".
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La risposta è estroversa,
la risposta è considerata sbagliata.
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Ecco quindi che io penso
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che da queste premesse dobbiamo arrivare
ad alcune narrazioni conclusive.
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Perché non creare un ponte
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tra le discipline umanistiche
e le discipline scientifiche,
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e addirittura fonderle?
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Perché non chiamare questo ponte "STEAM":
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dall'inglese,
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scienza, tecnologia, ingegneria,
matematica e arti insieme, fuse?
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In italiano la parola suona bene,
suona come "STIMA",
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essendo l'ingegneria con la lettera i
e non con la lettera e.
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E perché non intitolare questo ponte
a Madame du Chatelet,
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la grande polimath, la grande poliedrica
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che aveva familiarità, contemporaneamente,
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con il Latino, con il Greco
e con le scienze?
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Bene: e se facciamo questo,
che cosa accade?
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Accade che vediamo un nuovo panorama,
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e un panorama dove ci sono
colline della conoscenza.
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Ma via via che su queste colline saliamo,
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che cosa vediamo?
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Vediamo delle buche
di "ignoranza creativa".
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Non più le vecchie buche dell'ignoranza
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che ci spingeva a entrare
dentro un pozzo disciplinare
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e frequentarlo fino in fondo,
entrare nei dettagli;
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ma intanto, via via
che si conoscevano più dettagli,
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il mondo era cambiato:
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Tolomeo non è più vero,
Newton non ha più ragione.
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Non ha più ragione neanche Einstein,
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e perfino oggi la meccanica quantistica
presenta punti interrogativi.
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Quindi dobbiamo frequentare,
come le volpi, l'ignoranza creativa.
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Diventare ignoranti, non esserlo.
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L'ignoranza segue
la conoscenza, non la precede.
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Siamo volpi: conosciamo
tante cose piccole.
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Non siamo più dei porcospini
che conoscevano una cosa, ma grande.
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E poi, ancora, dobbiamo vedere
le scuole, le nuove scuole.
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Le radici dell'albero
sono più importanti dei frutti:
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l'albero rovesciato.
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La scuola di Musk, in America,
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che dice:
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i bambini debbono poter apprendere
secondo le loro abilità;
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la scuola multilinguista di Tokyo,
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che invita i bambini
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a scrivere la stessa frase
in diverse lingue,
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perché in questo modo
apprendono cose nuove.
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E così via, tante altre scuole
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che oggi stanno nascendo
in giro per il mondo,
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compresi i laboratori di sperimentazione
della mia Università di Atlanta.
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Per cui io invito tutti voi
a diventare poliedrici, polimath,
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e quindi a cambiare
lo stato dell'arte oggi esistente.
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Abbiamo bisogno
di "pensatori di cattedrali",
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pensatori che, come nel Rinascimento,
hanno cambiato il mondo.
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Vi ringrazio.
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(Applausi)