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Tutti abbiamo degli obiettivi,
delle ambizioni, dei sogni.
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C'è chi vuole cambiare il mondo;
chi punta al successo;
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e chi, semplicemente, cerca la felicità.
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Spesso questi sogni,
questi obiettivi, queste ambizioni
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sembrano irrealizzabili, impossibili.
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Ma c'è un mondo
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dove l'impossibile
è la sfida quotidiana.
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Guardate questa foto: l'avete mai vista?
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Difficile.
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Quel puntino siamo noi.
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Questa foto rappresenta la Terra:
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è la foto più lontana
che sia mai stata scattata della Terra.
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È stata fatta dalla sonda
Voyager One della NASA, nel 1990,
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nello spazio interstellare,
oltre il sistema solare,
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a sei miliardi di chilometri di distanza.
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Be', se sei miliardi di chilometri
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vi sono difficili da capire,
e da immaginare,
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vi posso dire che questa foto
ci ha messo più di cinque ore
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per arrivare qui da noi, sulla Terra,
alla velocità della luce.
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Voyager One non era
un sogno, un'ambizione:
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Voyager One è stata una missione.
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Una missione pianificata
per ben dieci anni
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in ogni singola azione
in ogni singolo punto.
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Ogni passo, ogni rischio,
ogni minima azione
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era stata pianificata e gestita.
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E Voyager One continua
la sua missione oggi:
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lo sta facendo da ben 42 anni,
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e continua viaggiando verso l'ignoto,
nello spazio interstellare.
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Ma cos'è una missione?
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Be', per definizione
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è il compimento di una serie di azioni
per arrivare a raggiungere un obiettivo.
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Le missioni ci vengono assegnate
da quando siamo piccoli:
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un anno, per imparare a camminare;
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a scuola, passare gli esami;
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nel mondo del lavoro.
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Ci vengono assegnate,
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ma raramente assegniamo
una missione a noi stessi.
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Vi siete mai chiesti
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qual è la vostra missione
da qui a cinque anni, per esempio?
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O qual era la vostra missione
questa mattina,
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quando vi siete alzati per venire qui
a TEDxBassanoDelGrappa?
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Opero nel settore dell'aerospazio,
faccio missioni per lavoro.
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Ve ne racconto qualcuna.
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2011, Galileo.
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Ci lavoro da quasi 20 anni:
questa è la foto del primo lancio,
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che portava i primi due satelliti.
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Galileo è il nostro sistema
di navigazione satellitare europeo.
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Tutti conoscete
la navigazione satellitare,
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probabilmente per il GPS:
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la usate nel vostro telefonino,
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per navigare, quando
vi scambiate la posizione.
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Forse non sapete, [però],
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che i telefonini di ultima generazione
hanno anche il nostro Galileo, Europeo.
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E avete anche il Glonass, quello russo;
e Beidu, il sistema cinese.
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Il Galileo trasmette dei segnali radio.
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Questo lo sapete:
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trasmette un segnale radio,
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il telefonino riceve
la posizione, e la calcola.
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Quello che forse non sapete
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è che i satelliti sono posizionati
a 26.000 chilometri di distanza,
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e riusciamo a calcolare la posizione
con meno di un metro di precisione.
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Questo equivale a prendere due volte
il diametro della Terra,
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trasmettere un segnale radio da una parte
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e riuscire a misurare
il tempo di arrivo dall'altra
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con qualche nanosecondo di precisione.
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Questo significa
qualche miliardesimo di secondo:
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è incredibile ogni volta che ci penso.
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Io ho dedicato quasi
la metà della mia vita
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alla navigazione satellitare:
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la mia missione è sempre stata
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quella di lavorare sulla sicurezza,
sulla robustezza di questi sistemi.
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Pensate all'importanza della sicurezza
su applicazioni come l'Aeronautica,
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per esempio:
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quando viaggiate in aereo
durante le fasi di cruise,
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di viaggio, di approccio agli aeroporti,
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quando atterrate in mezzo alla nebbia
a 3-400 chilometri all'ora,
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i sistemi di navigazione satellitare
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sono uno dei principali mezzi
di posizionamento.
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O nel mondo della navigazione autonoma:
sono sempre più gli Stati
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che consentono, ad oggi,
auto a navigazione autonoma, senza pilota.
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In un futuro non molto lontano
potrete salire in macchina,
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bervi un caffè,
leggervi un giornale, dormire
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e arrivare tranquillamente a destinazione.
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Ma c'è qualcosa di più: negli ultimi anni,
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questo sistema, che era stato pensato
per funzionare sulla Terra,
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si è iniziato ad utilizzarlo nello spazio.
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Il principio è abbastanza semplice:
usiamo i satelliti, che sono nello spazio,
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per calcolare la posizione
di un altro oggetto
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che si trova nello spazio.
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Nella missione Garis, del 2018,
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NASA ed ESA ci avevano laìnciato una sfida
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per sviluppare il primo ricevitore
GPS / Galileo combinato
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che funzionasse sulla Stazione
Spaziale Internazionale.
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La Stazione Spaziale
Internazionale, la vedete,
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è grande quanto un campo da calcio.
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Vola in orbita
a 400 chilometri di altezza.
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Ospita astronauti.
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Non era mai stato fatto prima,
e la sfida è stata accettata.
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Era la prima volta
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che Stati Uniti ed Europa
cooperavano insieme con i due sistemi,
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che funzionassero insieme:
il GPS americano e il Galileo Europeo.
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Sembrava tutto abbastanza facile:
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fino a quando, all'inizio delle attività,
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abbiamo scoperto che non avevamo
più accesso all'hardware,
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alla replica di terra
che è quell'oggetto blu:
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questa è la foto
direttamente dalla Stazione.
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E abbiamo dovuto ricostruire
una replica locale:
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comprando pezzi,
integrando varie soluzioni,
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addirittura comprando
pezzi usati su Internet.
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Poi, a pochi mesi dell'attività,
si è rotto un componente della radio.
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E non è mancato
"Houston, we have a problem"
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perché era proprio da Houston
che caricavano i software sulla stazione.
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Siamo riusciti a riprogrammare l'hardware
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usando una seconda frequenza,
che è disponibile sui satelliti.
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Abbiamo lavorato giorno e notte,
per arrivare poi al successo:
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siamo usciti a calcolare
la posizione della stazione
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e in modo corretto,
e abbastanza preciso, le orbite.
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Della missione Gareo, 2019,
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la sfida era sviluppare
un ricevitore GPS Galileo
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che funzionasse su un razzo della Nasa
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che andava nello spazio
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in meno di un minuto
e con 18g di accelerazione.
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18g sono 18 volte
l'accelerazione di gravità
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che avete qui, sulla Terra, quando cadete.
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In tutto, avevamo due mesi di tempo
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per fare l'elettronica, il software
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e le campagne di test e qualifica.
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A pochi minuti dal lancio,
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il mission control ci comunica
un'anomalia su un nostro sistema di bordo.
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Avevamo pochi secondi per dare
il "go/no go" alla missione;
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e siamo riusciti, tramite
un piccolo terminale satellitare,
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a comunicare con i colleghi
dall'altra parte del mondo -
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eravamo nel deserto
del New Mexico, a novembre -
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per dare poi il "go" finale alla missione.
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Missione che è stato un successo:
il razzo è andato nello spazio,
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siamo riusciti a calcolare
tutta la traiettoria,
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è stato sganciato un pezzo,
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il ricevitore è ritornato a terra
tramite un paracadute
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ed è stato recuperato dai militari.
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Cosa ci aspetta nel futuro?
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Pensiamo che i sistemi
di navigazione satellitare
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si possano utilizzare anche sulla Luna.
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Le principali agenzie spaziali
stanno lavorando
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per costruire basi lunari.
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Per costruire "Gateway",
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che sarà una stazione spaziale
che orbiterà attorno alla Luna.
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Un sogno possibile?
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Forse: però una missione
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su cui stiamo lavorando
su ogni minimo dettaglio.
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Un singolo chip che possa:
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funzionare sulla Terra;
viaggiare sul razzo;
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arrivare sulla Stazione
Spaziale Internazionale;
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funzionare su tutto il transito cislunare,
fino alla luna, fino al gateway;
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funzionare sul gateway;
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e funzionare anche su un veicolo
che atterra sul suolo lunare.
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Ad oggi, Galileo è operativo:
abbiamo 24 satelliti.
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Garys: missione compiuta;
Gareo: missione compiuta;
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Luna: sfida accettata.
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Possiamo imparare dallo spazio
le lezioni della vita?
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E cosa si nasconde,
dietro il successo di una missione?
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La passione, prima di tutto:
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l'amore e la passione per quello che fate
è la prima chiave del successo.
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Se inseguite i vostri sogni,
se veramente lavorate per i vostri sogni,
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avrete già vinto in partenza.
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La perseveranza:
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non mollare mai,
non mollare mai la spugna;
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anche quando pensate
di aver perso del tutto,
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non mollate mai.
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Pensate al piano B, al piano C,
sbattete la testa, ma non mollate mai.
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La conoscenza:
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siamo i libri che leggiamo,
le persone che frequentiamo.
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Non possiamo pensare di smettere
di studiare, di apprendere, di conoscere.
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La conoscenza è potere,
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e potere non solo come sostantivo
ma potere come verbo:
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poter fare di più, poter dare di più.
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Non c'è missione in cui
[non] si debba tornare sui libri
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a studiare ed apprendere e conoscere.
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E infine, l'umiltà.
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Siate consapevoli dei vostri limiti,
delle vostre forze, delle vostre capacità.
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Accettate sfide
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che vi permettono di osare
fino ai limiti dell'impossibile,
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ma mai oltre.
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Se veramente vogliamo cambiare il mondo,
o semplicemente cercare successo,
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cercare la felicità,
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non dimentichiamo mai la passione,
la perseveranza, la conoscenza e l'umiltà.
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Cercate la vostra missione,
pianificate la vostra missione,
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perché è l'unica cosa che vi darà energia.
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E l'energia è l'unica cosa
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che lascerà una traccia
a chi verrà dopo di voi.
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Grazie.
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(Applausi)