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Speranza e giustizia per le donne che sono sopravvissute all'ISIS

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    [Questo intervento contiene
    contenuti per adulti]
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    Quando avevo 14 anni,
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    i miei genitori volevano
    che sposassi un uomo scelto da loro.
  • 0:11 - 0:13
    Mi rifiutai.
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    La scelta di disobbedire alla mia famiglia
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    ha plasmato ogni aspetto della mia vita
  • 0:17 - 0:20
    e mi ha portata a diventare
    la persona che sono oggi.
  • 0:21 - 0:24
    Ma a volte è stato molto doloroso,
    e continua ad esserlo ancora oggi.
  • 0:25 - 0:29
    I miei genitori sono cresciuti in famiglie
    marocchine tradizionaliste e analfabete
  • 0:29 - 0:33
    in cui il principale valore di una bambina
    è misurato dalla sua verginità.
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    Emigrarono in Belgio,
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    dove sono nata e cresciuta,
    e dove ho ricevuto la mia istruzione.
  • 0:39 - 0:42
    Non accettavo la loro visione del mondo.
  • 0:42 - 0:44
    Quando dissi loro di no,
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    pagai il mio rifiuto a caro prezzo
    in termini di abusi fisici ed emotivi.
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    Alla fine, fuggii da casa
  • 0:51 - 0:53
    e divenni una detective
    della polizia federale
  • 0:53 - 0:56
    che contribuisce a proteggere
    i diritti delle altre persone.
  • 0:56 - 1:00
    Ero specializzata nelle indagini
    nei casi di antiterrorismo,
  • 1:00 - 1:03
    sottrazione di minori e omicidio.
  • 1:03 - 1:04
    Amavo il mio lavoro.
  • 1:04 - 1:07
    Lo trovavo estremamente appagante.
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    Avevo origini musulmane,
    conoscevo la lingua araba
  • 1:10 - 1:13
    ed ero interessata a operare
    a livello internazionale,
  • 1:13 - 1:16
    così decisi di cercare nuovi stimoli.
  • 1:16 - 1:18
    Dopo decenni di servizio come poliziotta,
  • 1:18 - 1:21
    venni reclutata come investigatrice
  • 1:21 - 1:23
    di casi di violenza sessuale
    e basata sul genere
  • 1:23 - 1:27
    da Justice Rapid Response e da UN Women.
  • 1:28 - 1:31
    Justice Rapid Response è un'organizzazione
  • 1:31 - 1:34
    che indaga sulle atrocità di massa.
  • 1:34 - 1:37
    Riceve finanziamenti pubblici e privati
  • 1:37 - 1:39
    e fornisce elementi di prova e rapporti
  • 1:39 - 1:42
    alle oltre 100 nazioni
    che partecipano al progetto.
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    Molti Paesi in guerra spesso non sono
    in grado di fornire un giusto processo
  • 1:46 - 1:49
    alle vittime di violenza di massa.
  • 1:49 - 1:51
    Per far fronte a questo,
  • 1:51 - 1:55
    è stato creato Justice Rapid Response
    in collaborazione con UN Women.
  • 1:55 - 1:56
    Insieme,
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    Justice Rapid Response e UN Women
    hanno reclutato, formato e certificato
  • 2:02 - 2:04
    oltre 250 professionisti
  • 2:04 - 2:08
    specializzati in violenza sessuale
    e basata sul genere,
  • 2:08 - 2:09
    come me.
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    Le nostre indagini vengono condotte
    nel quadro del diritto internazionale
  • 2:13 - 2:17
    e le nostre scoperte diventano prove
    per perseguire i criminali di guerra.
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    Questo meccanismo
    dà la speranza alle vittime
  • 2:21 - 2:25
    che un giorno si accertino
    le responsabilità e venga fatta giustizia,
  • 2:25 - 2:27
    all'indomani di una guerra
    o di un conflitto.
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    Lasciate che vi racconti del lavoro
    più difficile che abbia mai fatto.
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    Accadde in Iraq.
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    Dall'ascesa dello Stato Islamico
    dell'Iraq e della Siria, o ISIS,
  • 2:40 - 2:43
    questo gruppo ha sistematicamente
    aggredito e torturato
  • 2:43 - 2:46
    numerose minoranze religiose ed etnie,
  • 2:46 - 2:48
    come i cristiani,
  • 2:48 - 2:54
    i turcomanni sciiti, i musulmani sciiti,
    gli shabaki sciiti e gli yazidi.
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    La persecuzione degli yazidi
    è stata particolarmente raccapricciante.
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    Il 3 e il 15 agosto 2014,
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    l'ISIS ha attaccato all'incirca
    20 villaggi e città a Sinjar, in Iraq.
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    Hanno giustiziato
    tutti i maschi sopra i 14 anni,
  • 3:11 - 3:14
    compresi gli anziani e i disabili.
  • 3:14 - 3:16
    Hanno separato le donne dalle bambine,
  • 3:16 - 3:21
    le hanno stuprate e le hanno vendute
    come schiave sessuali e domestiche.
  • 3:21 - 3:24
    Un mese più tardi, una delibera
    del Consiglio per i diritti umani dell'ONU
  • 3:24 - 3:26
    ha portato a una missione
    d'inchiesta in Iraq
  • 3:26 - 3:30
    per indagare e documentare
    i presunti crimini e i presunti abusi
  • 3:30 - 3:33
    perpetrati dall'ISIS
    e dai gruppi associati.
  • 3:33 - 3:37
    Fui mandata a indagare
    sulle atrocità compiute contro gli yazidi,
  • 3:37 - 3:40
    in particolare sui crimini sessuali
    e basati sul genere.
  • 3:40 - 3:44
    Gli yazidi sono una comunità
    etnico-religiosa di lingua curda
  • 3:44 - 3:46
    del nord dell'Iraq.
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    Il loro sistema di credenze incorpora
    aspetti dell'Ebraismo, del Cristianesimo,
  • 3:51 - 3:54
    dell'Islam e dello Zoroastrismo.
  • 3:54 - 3:56
    Per centinaia di anni,
  • 3:56 - 3:59
    i musulmani e i cristiani
    che non comprendevano la loro fede
  • 3:59 - 4:03
    hanno condannato gli yazidi
    come adoratori del demonio.
  • 4:03 - 4:07
    L'ISIS li riteneva tali,
    e aveva giurato di distruggerli.
  • 4:08 - 4:12
    Facciamo un esperimento.
  • 4:12 - 4:16
    Voglio che pensiate alla vostra
    peggiore esperienza sessuale
  • 4:16 - 4:19
    e che la ricordiate nel dettaglio.
  • 4:20 - 4:23
    Ora giratevi verso la persona
    alla vostra destra
  • 4:23 - 4:25
    e descrivetele quell'esperienza.
  • 4:25 - 4:27
    (Risate)
  • 4:29 - 4:31
    È difficile, vero?
  • 4:31 - 4:33
    (Risate)
  • 4:33 - 4:35
    Ma, ovviamente non mi aspetto
    che lo facciate.
  • 4:35 - 4:38
    Vi sentireste a disagio e in imbarazzo.
  • 4:38 - 4:42
    Immaginate ora una bambina
    di 11 anni mediorientale
  • 4:42 - 4:45
    che non è stata educata alla sessualità,
  • 4:45 - 4:47
    che è stata strappata
    dal suo ambiente sicuro,
  • 4:47 - 4:48
    dalla sua famiglia,
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    che ha assistito all'esecuzione
    di suo padre e dei suoi fratelli
  • 4:52 - 4:55
    e che deve descrivere nel dettaglio
    lo stupro che ha subito
  • 4:55 - 5:00
    in una cultura in cui
    la sessualità è un argomento tabù.
  • 5:01 - 5:05
    L'unico modo in cui può recuperare
    il suo onore è nascondere il crimine,
  • 5:05 - 5:08
    credere di essersi sposata
    contro la sua volontà
  • 5:08 - 5:12
    o negare gli eventi per vergogna
    e paura di venire rifiutata.
  • 5:12 - 5:14
    Ho parlato con una bambina
    che chiamerò "Ayda".
  • 5:14 - 5:17
    Era stata comprata
    da un leader dell'ISIS, un emiro,
  • 5:17 - 5:22
    insieme ad altre 13 bambine
    di età compresa tra gli 11 e i 18 anni.
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    Nel gruppo c'erano anche
    le sue tre nipoti e due cugine.
  • 5:26 - 5:28
    Queste 14 bambine
    sono state portate in una casa
  • 5:28 - 5:30
    piena di combattenti dell'ISIS,
  • 5:30 - 5:31
    dove c'era anche un imam,
  • 5:31 - 5:34
    che ha detto chiaramente
    che la loro religione era sbagliata
  • 5:34 - 5:38
    e che il giusto cammino era accettare
    l'Islam e sposare un uomo musulmano.
  • 5:39 - 5:43
    L'emiro ha scritto i nomi delle bambine
    su 14 pezzettini di carta.
  • 5:44 - 5:48
    Due combattenti dell'ISIS hanno scelto
    un pezzettino di carta a testa.
  • 5:48 - 5:51
    Hanno chiamato il nome
    che c'era scritto sopra
  • 5:51 - 5:55
    e hanno portato le bambine
    in un'altra stanza con la forza.
  • 5:56 - 5:59
    Quando l'emiro e l'imam
    hanno sentito le due bambine urlare
  • 5:59 - 6:01
    mentre venivano stuprate,
  • 6:01 - 6:02
    hanno iniziato a ridere.
  • 6:03 - 6:05
    Entrambi hanno detto alle altre bambine
  • 6:05 - 6:08
    che le due bambine avrebbero dovuto
    godersi l'esperienza invece di urlare.
  • 6:09 - 6:12
    Dopo un po', hanno riportato
    le bambine nella stanza.
  • 6:12 - 6:15
    Erano sotto shock e stavano sanguinando.
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    Hanno confermato che si erano sposate
    e che avevano patito molto dolore.
  • 6:20 - 6:22
    È importante considerare il fatto
  • 6:22 - 6:25
    che sono cresciute credendo
    che avrebbero avuto rapporti sessuali
  • 6:25 - 6:28
    con un solo uomo
    nella loro vita: il marito.
  • 6:28 - 6:32
    L'unica connessione che potevano fare
    trovandosi in stato di shock
  • 6:32 - 6:35
    era ritenere il loro stupro un matrimonio.
  • 6:36 - 6:39
    Prima che altre due bambine
    venissero stuprate,
  • 6:39 - 6:42
    Ayda ha preso una straziante decisione.
  • 6:42 - 6:45
    Essendo la più grande del gruppo,
    ha convinto l'emiro
  • 6:45 - 6:48
    a lasciare usare loro il bagno
    per lavarsi prima del matrimonio.
  • 6:49 - 6:51
    Una bambina aveva detto ad Ayda
  • 6:51 - 6:54
    di aver visto del veleno
    per topi in bagno.
  • 6:55 - 6:58
    Le 14 bambine hanno deciso
    di porre fine alle loro sofferenze
  • 6:58 - 7:00
    bevendo il veleno per topi.
  • 7:00 - 7:02
    Prima che il veleno facesse effetto,
  • 7:02 - 7:05
    sono state scoperte dall'ISIS
    e portate in ospedale,
  • 7:05 - 7:07
    dove sono sopravvissute.
  • 7:07 - 7:10
    L'ISIS ha deciso di separare le bambine
  • 7:10 - 7:12
    e di venderle individualmente.
  • 7:13 - 7:17
    Ayda è stata portata in un'altra casa,
    dove è stata brutalmente stuprata
  • 7:17 - 7:20
    dopo aver cercato ancora di uccidersi,
    stavolta con il suo velo.
  • 7:20 - 7:23
    È stata picchiata e stuprata
    ogni due giorni.
  • 7:24 - 7:26
    Dopo quattro mesi di prigionia,
  • 7:27 - 7:29
    Ayda ha trovato il coraggio di scappare.
  • 7:29 - 7:32
    Non avrebbe più rivisto
    le altre 13 bambine.
  • 7:33 - 7:35
    Ho interrogato Ayda diverse volte.
  • 7:35 - 7:39
    Era disposta a parlare con me perché
    aveva sentito dire da altre vittime
  • 7:39 - 7:43
    che c'era una donna delle Nazioni Unite
    che comprendeva la sua cultura complicata.
  • 7:43 - 7:45
    L'ho guardata negli occhi
  • 7:45 - 7:48
    e ho ascoltato con attenzione
    le storie dei suoi momenti più bui.
  • 7:49 - 7:52
    Tra noi si è stabilito un legame
    personale che continua ancora oggi.
  • 7:53 - 7:55
    Grazie alla mia educazione,
    è stato facile per me
  • 7:55 - 8:00
    capire il suo estremo senso di vergogna
    e la sua paura di venire rifiutata.
  • 8:00 - 8:02
    Questo tipo di indagini
  • 8:02 - 8:04
    non sono soltanto la raccolta
    di informazioni e di prove,
  • 8:04 - 8:07
    ma anche offrire sostegno alle vittime.
  • 8:07 - 8:09
    Il legame che ho stabilito con le vittime
  • 8:09 - 8:13
    ha rafforzato la loro convinzione
    e la loro volontà di avere giustizia.
  • 8:14 - 8:15
    Mentre pensava di fuggire,
  • 8:15 - 8:18
    Ayda, esattamente come
    le altre yazide sopravvissute,
  • 8:18 - 8:20
    si è trovata di fronte a un dilemma:
  • 8:20 - 8:23
    doveva continuare a subire
    gli abusi dei suoi rapitori
  • 8:24 - 8:27
    o avrebbe fatto meglio a tornare a casa,
  • 8:27 - 8:30
    dove avrebbe dovuto far fronte
    alla vergogna, al rifiuto
  • 8:30 - 8:33
    e, forse, a un omicidio d'onore?
  • 8:34 - 8:36
    So fin troppo bene
    cosa significhi venire rifiutati
  • 8:36 - 8:38
    dalla comunità marocchina in Belgio,
  • 8:38 - 8:42
    e non volevo che lo stesso accadesse
    anche alla comunità yazida.
  • 8:42 - 8:44
    Così, un gruppo di soggetti interessati,
  • 8:44 - 8:46
    tra cui le Nazioni Unite, alcune ONG,
  • 8:46 - 8:49
    alcuni politici e alcuni membri
    della comunità yazida,
  • 8:49 - 8:52
    si sono rivolti a un leader religioso,
    Baba Sheikh.
  • 8:52 - 8:53
    Dopo numerosi incontri,
  • 8:53 - 8:57
    ha capito che queste bambine non avevano
    mancato di rispetto alla loro religione
  • 8:57 - 8:59
    venendo costrette a convertirsi all'Islam
  • 8:59 - 9:02
    e a sposare dei combattenti dell'ISIS,
  • 9:02 - 9:06
    ma che al contrario, erano state rapite,
    stuprate e ridotte a schiave sessuali.
  • 9:07 - 9:10
    Sono felice di dirvi che,
    dopo i nostri incontri,
  • 9:10 - 9:12
    Baba Sheikh ha annunciato pubblicamente
  • 9:12 - 9:14
    che le sopravvissute
    dovevano essere trattate come vittime
  • 9:14 - 9:16
    e accolte dalla comunità.
  • 9:17 - 9:19
    Questo messaggio è risuonato
    in tutta la comunità
  • 9:19 - 9:24
    ed è arrivato, infine, alle orecchie
    delle sopravvissute prigioniere dell'ISIS.
  • 9:24 - 9:26
    Dopo questa dichiarazione di sostegno,
  • 9:26 - 9:28
    le sopravvissute sono state motivate
    a fuggire dall'ISIS,
  • 9:28 - 9:30
    come aveva fatto Ayda,
  • 9:30 - 9:32
    e molte giovani donne yazide
  • 9:32 - 9:35
    sono coraggiosamente tornate
    nelle loro comunità.
  • 9:36 - 9:38
    L'annuncio pubblico di Baba Sheikh
  • 9:38 - 9:41
    ha salvato la vita
    a molte giovani donne yazide,
  • 9:41 - 9:44
    sia durante la prigionia che dopo la fuga.
  • 9:45 - 9:48
    Purtroppo, non tutti i leader religiosi
    hanno accettato di parlare con noi.
  • 9:48 - 9:52
    Ad alcune vittime è andata
    molto peggio che agli yazidi.
  • 9:52 - 9:56
    Ad esempio, solo 43 delle 500-600 vittime
  • 9:56 - 9:59
    della comunità dei turcomanni sciiti
  • 9:59 - 10:02
    sono riuscite a tornare a casa
    dopo essere fuggite dall'ISIS.
  • 10:02 - 10:04
    I famigliari hanno consigliato
    ad alcune di loro
  • 10:04 - 10:06
    di restare con l'ISIS
  • 10:06 - 10:10
    o di suicidarsi per salvare
    l'onore della famiglia.
  • 10:10 - 10:14
    La Germania ha istituito un progetto
    per sostenere le sopravvissute all'ISIS
  • 10:14 - 10:20
    offrendo supporto psicosociale e alloggi
    a 1.100 donne e bambine, compresa Ayda.
  • 10:20 - 10:23
    Sono andata a trovare Ayda
    molte volte durante il mio lavoro.
  • 10:23 - 10:26
    Sono così fiera di lei
    e delle altre vittime.
  • 10:26 - 10:29
    I progressi che hanno fatto
    sono straordinari.
  • 10:29 - 10:32
    È commuovente vedere quante di loro,
  • 10:32 - 10:33
    nonostante le loro sofferenze,
  • 10:33 - 10:36
    abbiano tratto beneficio
    da questo programma.
  • 10:36 - 10:39
    Il programma include
    consulenza individuale e di gruppo,
  • 10:39 - 10:41
    arteterapia, musicoterapia,
  • 10:41 - 10:44
    attività sportive, corsi di lingua,
  • 10:44 - 10:46
    scuola e altri sforzi per l'integrazione.
  • 10:47 - 10:49
    Quello che ho osservato
    è che trasferire le vittime
  • 10:49 - 10:52
    da una zona di conflitto
    a un Paese in cui regna la pace
  • 10:52 - 10:55
    ha avuto un impatto positivo
    su ciascuna di loro.
  • 10:56 - 10:58
    Il progetto ha attirato
    l'attenzione di altre nazioni
  • 10:58 - 11:01
    che sono interessate
    ad aiutare altri yazidi.
  • 11:02 - 11:05
    Le donne e le bambine yazide
    mi chiamano e mi mandano ancora messaggi
  • 11:05 - 11:07
    per dirmi quali voti hanno preso a scuola,
  • 11:07 - 11:12
    per raccontarmi delle gite che hanno fatto
    o per informarmi dei loro sogni futuri,
  • 11:12 - 11:15
    come scrivere un libro
    sulla loro esperienza con l'ISIS.
  • 11:15 - 11:16
    A volte sono tristi
  • 11:16 - 11:19
    e sentono il bisogno di parlare ancora
    di quello che è successo.
  • 11:20 - 11:21
    Non sono una psicologa,
  • 11:21 - 11:25
    e ho sofferto di DPTS secondario
    derivato dalle loro terribili storie.
  • 11:25 - 11:27
    Ma continuo a incoraggiarle a parlare
  • 11:27 - 11:28
    e continuo ad ascoltarle,
  • 11:28 - 11:32
    perché non voglio che si sentano sole
    nella loro sofferenza.
  • 11:32 - 11:36
    Vedo emergere un disegno più ampio
    da questi aneddoti.
  • 11:36 - 11:38
    Queste donne e bambine stanno guarendo.
  • 11:38 - 11:41
    Non hanno più paura di cercare giustizia.
  • 11:42 - 11:45
    Senza speranza
    non ci può essere giustizia,
  • 11:45 - 11:48
    e senza giustizia
    non ci può essere speranza.
  • 11:49 - 11:53
    Il 3 e il 15 agosto sono
    le mie giornate della memoria,
  • 11:53 - 11:57
    e contatto le yazide per far sapere loro
    che sono nei miei pensieri.
  • 11:57 - 11:59
    Sono sempre felici quando lo faccio.
  • 11:59 - 12:01
    Sono giornate molto intense per loro.
  • 12:01 - 12:04
    L'agosto scorso ho parlato con Ayda.
  • 12:04 - 12:09
    Era felice di dirmi che una delle nipoti
    che era stata rapita insieme a lei
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    era stata finalmente rilasciata
    dall'ISIS, in Siria,
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    e aveva fatto ritorno in Iraq.
  • 12:14 - 12:15
    Riuscite a crederci?
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    Dopo quattro anni?
  • 12:18 - 12:21
    Oggi, il suo desiderio più grande
    è riunirsi con la sua famiglia,
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    che ora è sparpagliata
    su tre diversi continenti.
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    Spero che ce la facciano.
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    Quando penso alle sopravvissute
    con le quali lavoro,
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    mi vengono in mente le parole
    della dottoressa egiziana,
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    scrittrice e attivista per i diritti umani
    Nawal El Saadawi.
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    Nel suo libro "Una donna al punto zero",
  • 12:39 - 12:42
    ha scritto: "La vita è molto dura,
  • 12:42 - 12:44
    e le uniche persone che la vivono davvero
  • 12:44 - 12:47
    sono quelle che sono
    più dure della vita stessa."
  • 12:48 - 12:52
    Queste vittime hanno sofferto
    un dolore inimmaginabile.
  • 12:52 - 12:53
    Ma, con un po' di aiuto,
  • 12:53 - 12:56
    hanno dimostrato quanto siano resilienti.
  • 12:56 - 13:00
    Ciascuna di loro ha la propria idea
    su quale tipo di giustizia cercare,
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    e io credo fermamente
    che un processo giudiziario attendibile
  • 13:03 - 13:06
    sia la chiave per reclamare
    la propria dignità
  • 13:06 - 13:09
    e per superare il proprio trauma.
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    La giustizia non è solamente
    punire i colpevoli;
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    per le vittime, è sentire
    che i crimini commessi contro di loro
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    sono stati annotati
    e riconosciuti dallo Stato di diritto.
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    Per me, lavorare con queste sopravvissute
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    è stata un'esperienza unica nella vita.
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    Condividendo il loro dolore,
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    la loro lingua e la loro cultura,
  • 13:30 - 13:32
    ci siamo connesse
    al livello umano più profondo.
  • 13:33 - 13:36
    Questo è in sé un atto di guarigione:
  • 13:36 - 13:39
    essere ascoltati, essere capiti,
  • 13:39 - 13:42
    ricevere empatia invece di biasimo.
  • 13:43 - 13:45
    Quando ci avviciniamo così tanto
    alle persone che soffrono,
  • 13:45 - 13:49
    soffriamo anche noi investigatori.
  • 13:49 - 13:53
    Il mio lavoro è difficile,
    straziante e traumatico.
  • 13:54 - 13:56
    Ma lasciate che vi dica perché lo faccio.
  • 13:57 - 14:00
    Quando incontro le sopravvissute
    a un'atrocità di massa,
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    quando tengo loro la mano
    e le guardo negli occhi
  • 14:04 - 14:06
    il mio dolore non viene eliminato,
  • 14:07 - 14:10
    ma sembra quasi che ne valga la pena.
  • 14:10 - 14:12
    E non c'è nient'altro che preferirei fare.
  • 14:13 - 14:15
    Quando vedo queste
    sopravvissute coraggiose
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    lottare per riconnettersi
    con la propria autostima,
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    le proprie famiglie, il proprio posto
    in una società che le apprezza,
  • 14:24 - 14:27
    è un onore poterne essere testimoni;
  • 14:27 - 14:30
    è un privilegio cercare giustizia.
  • 14:30 - 14:33
    Ed è anche terapeutico
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    per tutti noi.
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    Grazie.
  • 14:36 - 14:39
    (Applausi)
Title:
Speranza e giustizia per le donne che sono sopravvissute all'ISIS
Speaker:
Rabiaa El Garani
Description:

La protettrice dei diritti umani Rabiaa El Garani racconta la difficile e straziante storia della violenza sessuale commessa dall'ISIS contro le donne e le bambine yazide in Iraq e ci parla del suo lavoro per ottenere giustizia per le sopravvissute. Dice: "Queste vittime hanno sofferto un dolore inimmaginabile. Ma, con un po' di aiuto, hanno dimostrato quanto siano resilienti. È un onore poterne essere testimoni; è un privilegio cercare giustizia." (Questo intervento contiene contenuti per adulti).

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
15:01

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