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Giornalismo sotto pressione | Diego Virgolini | TEDxMarDelPlata

  • 0:12 - 0:15
    Di quali elementi
    ha bisogno un giornalista
  • 0:15 - 0:18
    per riuscire a realizzare
    il proprio lavoro?
  • 0:18 - 0:21
    Un block notes, una penna,
  • 0:21 - 0:24
    una macchina fotografica, un registratore,
  • 0:24 - 0:28
    un cellulare e poco di più.
  • 0:28 - 0:31
    Ma se a questi elemento aggiungiamo
  • 0:31 - 0:34
    un paio di uomini armati che li vigilano,
  • 0:34 - 0:36
    un veicolo blindato
  • 0:36 - 0:40
    per muoversi in modo sicuro per la città,
  • 0:40 - 0:41
    giubbotti antiproiettili
  • 0:41 - 0:45
    per cercare di salvarsi
    da eventuali spari,
  • 0:45 - 0:48
    vuol dire che c'è qualcosa
  • 0:48 - 0:51
    che non funziona come dovrebbe.
  • 0:51 - 0:54
    Che dietro all'informazione
    ci sono interessi tanto oscuri
  • 0:54 - 0:58
    che ci sono persone disposte
    ad assassinare un giornalista
  • 0:58 - 1:01
    per fare in modo che
    una determinata informazione
  • 1:01 - 1:03
    non venga pubblicata,
    non venga diffusa.
  • 1:04 - 1:06
    Questa situazione si sta verificando
    in questo momento
  • 1:06 - 1:09
    in alcuni paesi del nostro continente,
  • 1:09 - 1:13
    con giornalisti che vanno a lavorare,
  • 1:13 - 1:18
    fanno una passeggiata, vanno
    a comprare il pane tornando a casa,
  • 1:18 - 1:22
    protetti con certe misure di sicurezza
    per evitare che vengano uccisi.
  • 1:23 - 1:26
    Quest'anno ho conosciuto
    alcuni di questi giornalisti
  • 1:26 - 1:28
    in Messico e Colombia,
  • 1:28 - 1:30
    i due paesi latino-americani
  • 1:30 - 1:33
    con più giornalisti assassinati
  • 1:33 - 1:34
    negli ultimi 15 anni.
  • 1:35 - 1:38
    Ed in una serie di interviste
  • 1:38 - 1:40
    sono riuscito a raccogliere testimonianze
  • 1:40 - 1:44
    su cosa vuol dire esercitare
    il giornalismo sotto pressione:
  • 1:45 - 1:46
    con narcotrafficanti,
  • 1:46 - 1:49
    con guerriglieri, con paramilitari
  • 1:49 - 1:52
    e principalmente
    con funzionari pubblici corrotti,
  • 1:52 - 1:55
    da un lato, e con un'incredibile volontà
  • 1:55 - 1:58
    nel continuare a esercitare
    il giornalismo, dall'altro.
  • 1:59 - 2:03
    Durante questo lavoro
    che mi ha portato in questi due paesi,
  • 2:03 - 2:07
    il primo paese che ho visitato dei due
    è stata la Colombia.
  • 2:07 - 2:10
    Arrivai lì nel mese di febbraio
  • 2:10 - 2:16
    e appena arrivato trovai
    le prime storie incredibili,
  • 2:16 - 2:22
    storie personali di giornalisti
    che potrebbero essere prese da un romanzo
  • 2:22 - 2:24
    o da un film d'azione.
  • 2:24 - 2:26
    Rodrigo Callejas
  • 2:26 - 2:29
    fu uno dei primi giornalisti
    che intervistai.
  • 2:29 - 2:32
    È un giornalista di Tolima.
  • 2:32 - 2:36
    Nel 2008 le FARC
    lo dichiararono obiettivo militare
  • 2:36 - 2:40
    e alcuni anni dopo
    fu minacciato dai paramilitari.
  • 2:40 - 2:43
    Da quel momento
    è sotto protezione dello Stato:
  • 2:43 - 2:46
    giubbotto antiproiettili, scorta,
  • 2:46 - 2:49
    un veicolo blindato, agenti armati...
  • 2:50 - 2:54
    Ma quando lo intervistai
    nella Plaza de los Periodistas di Bogotà
  • 2:54 - 2:57
    aveva solo un giubbotto antiproiettili
  • 2:57 - 2:59
    perché l'Unità Nazionale
    di Protezione della Colombia
  • 2:59 - 3:02
    sta attraversando un momento di crisi
  • 3:02 - 3:05
    e non ha fondi sufficienti
  • 3:05 - 3:09
    per fornire veicoli e agenti.
  • 3:10 - 3:14
    A Barrancabermeja
    intervistai Ademir Luna.
  • 3:14 - 3:16
    Barrancabermeja è un paese
  • 3:16 - 3:18
    situato in una zona piena di paramilitari,
  • 3:18 - 3:22
    che sono andati tre volte
    a cercarlo in casa per ucciderlo,
  • 3:22 - 3:25
    e siccome non l'hanno trovato,
    hanno minacciato sua moglie,
  • 3:25 - 3:27
    che era incinta.
  • 3:27 - 3:29
    E che in un'altra occasione,
  • 3:29 - 3:32
    per poco non diedero fuoco
    ad un impiegato di suo padre
  • 3:32 - 3:35
    perché si confusero
    e lo scambiarono per Ademir.
  • 3:35 - 3:38
    In questo caso, la risposta dello Stato
  • 3:38 - 3:40
    fu un dispositivo di allarme
  • 3:40 - 3:43
    e un giubbotto antiproiettile
    che gli stava piccolo.
  • 3:44 - 3:46
    Mari Luz Avendaño
  • 3:46 - 3:50
    è un'altra giornalista che intervistai
    e che fa parte di questo lavoro.
  • 3:51 - 3:54
    Mari Luz è una giornalista di Medellín
  • 3:54 - 3:58
    che una volta fu sequestrata
    per una settimana in una guerriglia
  • 3:58 - 4:02
    e dopo se n'è dovuta andare
    in Colombia, scappare dal paese,
  • 4:02 - 4:03
    perché la stavano cercando
  • 4:03 - 4:07
    i narcotrafficanti della banda
    di López de Jesús Londoño,
  • 4:07 - 4:09
    conosciuto come "Mi Sangre",
  • 4:09 - 4:13
    e considerato da molti come
    il narcotrafficante colombiano
  • 4:13 - 4:16
    più pericoloso dopo Pablo Escobar.
  • 4:17 - 4:21
    Ma da dove viene tutto questo?
  • 4:21 - 4:24
    Perché io,
    un giornalista di Mar del Plata,
  • 4:25 - 4:28
    ho lasciato il mio lavoro
    di produttore di radio,
  • 4:28 - 4:31
    ho venduto la mia auto e il mio kayak
  • 4:31 - 4:35
    e sono stato in viaggio,
    con lo zaino in spalla, un anno e mezzo
  • 4:35 - 4:40
    per visitare questi paesi
    intervistando queste persone?
  • 4:41 - 4:45
    La storia di tutto questo
    cominciò nel sud dell'Ecuador.
  • 4:46 - 4:49
    Mi trovavo lì nel settembre 2014
  • 4:49 - 4:53
    e vivevo in una comunità agro-ecologica,
  • 4:53 - 4:57
    mi svegliavo presto
    per dare da mangiare alle galline
  • 4:57 - 4:59
    e lavorare nell'orto organico.
  • 5:00 - 5:04
    Nello stesso periodo,
    l'organizzazione Reporter Senza Frontiere
  • 5:04 - 5:07
    pubblicava un breve rapporto,
    una serie di grafici,
  • 5:07 - 5:11
    nel quale stabiliva un ranking
    con i paesi latino-americani
  • 5:11 - 5:13
    in cui è più pericoloso fare giornalismo
  • 5:13 - 5:15
    prendendo come riferimento
  • 5:15 - 5:19
    la quantità di giornalisti assassinati
    per la loro professione
  • 5:19 - 5:23
    tra gennaio del 2000 e settembre del 2014.
  • 5:24 - 5:27
    Secondo questo rapporto,
    al primo posto c'è il Messico
  • 5:27 - 5:29
    con 80 giornalisti assassinati.
  • 5:30 - 5:34
    Al secondo posto la Colombia,
    con 56 giornalisti assassinati.
  • 5:35 - 5:40
    Quindi, solo in questi due paesi
    in questo periodo di tempo,
  • 5:40 - 5:46
    136 giornalisti,
    136 persone furono assassinate
  • 5:47 - 5:51
    per il loro lavoro di giornalisti,
    per la loro informazione.
  • 5:53 - 5:56
    Al terzo posto in questo rapporto
    c'è il Brasile,
  • 5:56 - 5:58
    al quarto l'Honduras,
  • 5:58 - 6:02
    dove il giornalismo ha cominciato
    a vivere il suo momento più buio
  • 6:02 - 6:04
    dopo il colpo di stato del 2009.
  • 6:05 - 6:07
    Se prendiamo come riferimento
    la quantità di giornalisti
  • 6:08 - 6:11
    assassinati per aver svolto
    la professione in questi luoghi,
  • 6:11 - 6:15
    dovremmo prestare attenzione
    anche a casi come quello del Guatemala,
  • 6:15 - 6:20
    o del Salvador o del Paraguay,
    dove nell'ultimo anno e mezzo
  • 6:20 - 6:23
    sono stati assassinati
    almeno cinque giornalisti.
  • 6:25 - 6:31
    Con questo rapporto come base,
    decisi di fare un documentario
  • 6:31 - 6:34
    che si chiama
    "Giornalismo sotto pressione"
  • 6:34 - 6:38
    e attualmente si trova
    in fase di creazione.
  • 6:38 - 6:40
    Quindi presi questo informe,
  • 6:40 - 6:45
    me ne andai dalla comunità
    agro-ecologica dove stavo vivendo,
  • 6:45 - 6:50
    mi tagliai barba e capelli, comprai
    una macchina fotografica di seconda mano
  • 6:50 - 6:53
    andai sulla costa dell'Ecuador a lavorare,
    a guadagnare soldi,
  • 6:54 - 6:58
    per poter cominciare a
    realizzare questo documentario.
  • 7:00 - 7:05
    Grazie a testimoni trovati
    in Colombia e in Messico,
  • 7:05 - 7:08
    si è formato una specie di "racconto"
    di storie di vita
  • 7:08 - 7:13
    che non parlano solo
    della situazione del giornalismo
  • 7:13 - 7:16
    in questi paesi, in Messico e in Colombia,
  • 7:16 - 7:19
    ma che sono anche
    una specie di avvertimento
  • 7:20 - 7:24
    sulle conseguenze dell'impunibilità,
  • 7:25 - 7:29
    sulle conseguenze della corruzione
  • 7:29 - 7:35
    e sulle conseguenze
    del progresso del narcotraffico.
  • 7:36 - 7:39
    Ma, chiaramente, è anche
    un "racconto" di storie
  • 7:39 - 7:42
    di uomini e donne giornalisti
  • 7:42 - 7:47
    che, anche se non ci sono
  • 7:47 - 7:50
    le condizioni per esercitare
    la loro professione in quei territori,
  • 7:50 - 7:54
    continuano a informare, denunciare,
    indagare e pubblicare.
  • 7:54 - 8:00
    E, naturalmente, moltissime volte
    ricorrono all'autocensura.
  • 8:00 - 8:03
    Ma non è un tipo di autocensura
  • 8:03 - 8:06
    che si può capire
    secondo l'etica giornalistica,
  • 8:06 - 8:10
    ma un tipo di autocensura
  • 8:10 - 8:12
    che va capita
  • 8:12 - 8:16
    dal punto di vista della sopravvivenza
    di chi lavora per la stampa.
  • 8:18 - 8:21
    Certo, quando
    incontravo questa gente,
  • 8:21 - 8:24
    quando ci trovavamo per chiacchierare
  • 8:24 - 8:28
    e poi prendevamo la telecamera
    e iniziavamo le interviste,
  • 8:28 - 8:33
    la domanda che secondo me era nascosta
    in ogni incontro era: perché?
  • 8:33 - 8:38
    Perché continuare a fare giornalismo
    quando non ci sono le condizioni,
  • 8:38 - 8:40
    quando anno dopo anno
  • 8:40 - 8:43
    si susseguono casi
    di giornalisti assassinati
  • 8:43 - 8:47
    perché non ci sono stati
    progressi nelle indagini,
  • 8:47 - 8:52
    quando il livello di impunibilità
    nelle minacce e gli assassini
  • 8:52 - 8:56
    in entrambi i casi è di oltre il 90%,
  • 8:56 - 8:59
    quando sia in Messico che in Colombia
  • 8:59 - 9:03
    il principale aggressore della stampa
    sono proprio i funzionari pubblici
  • 9:03 - 9:08
    o quando ci sono casi di violenza
    così istituzionalizzata
  • 9:08 - 9:11
    che in Messico, per esempio,
    ci sono imprese che non vendono
  • 9:11 - 9:13
    assicurazioni sulla vita ai giornalisti?
  • 9:14 - 9:18
    Quindi, chiaramente,
    la domanda obbligata per me era:
  • 9:18 - 9:20
    perché continuare a fare giornalismo?
  • 9:20 - 9:25
    E a questa domanda ottenni
    risposta molto diverse,
  • 9:26 - 9:30
    la maggior parte delle quali
    di tipo idealista,
  • 9:31 - 9:34
    ovvero che loro continuavano
    a fare giornalismo
  • 9:34 - 9:38
    perché praticamente era
    quello che gli piaceva fare,
  • 9:38 - 9:40
    perché si erano preparati per quello,
  • 9:40 - 9:43
    perché la pubblicazione di alcuni
    rapporti che avevano realizzato
  • 9:43 - 9:45
    aveva salvato delle vite
  • 9:45 - 9:49
    o semplicemente perché
    smettere di fare giornalismo
  • 9:49 - 9:52
    avrebbe significato
    un trionfo per la delinquenza,
  • 9:52 - 9:54
    per la criminalità organizzata,
  • 9:54 - 9:57
    per i funzionari pubblici corrotti.
  • 9:57 - 9:59
    Ma ebbi anche
    un altro tipo di risposte,
  • 9:59 - 10:02
    forse un po' più pragmatiche,
  • 10:02 - 10:05
    cioè che se smettevano
    di fare giornalismo,
  • 10:05 - 10:09
    lo Stato li avrebbe considerati
    fuori pericolo,
  • 10:09 - 10:11
    e considerandoli fuori pericolo
  • 10:11 - 10:14
    avrebbe ritirato le loro misure
    di protezione personale,
  • 10:14 - 10:19
    e ritirando le loro misure di
    protezione personale, li avrebbero uccisi.
  • 10:20 - 10:24
    Un caso come questo
    successe un anno fa in Colombia
  • 10:24 - 10:26
    con il giornalista Luis Cervantes,
  • 10:26 - 10:28
    per il quale l'Unità Nazionale
    di Protezione
  • 10:28 - 10:32
    valutò un rischio molto basso
  • 10:32 - 10:36
    e quindi ritirarono le misure
    di protezione nel mese di luglio
  • 10:36 - 10:40
    ed in agosto fu ucciso da dei sicari.
  • 10:40 - 10:44
    Quindi, per alcuni
    il giornalismo è un percorso di andata,
  • 10:45 - 10:49
    e forse un modo
    per poter continuare a vivere
  • 10:50 - 10:55
    è continuare a fare giornalismo,
    a pubblicare, a informare
  • 10:55 - 11:00
    e fare giornalismo con moltissimo impegno.
  • 11:01 - 11:03
    Dopo aver raccolto le prime testimonianze
  • 11:04 - 11:06
    nel primo paese, la Colombia,
  • 11:06 - 11:10
    e aver fatto caso ad una raccomandazione
    che mi avevano dato,
  • 11:10 - 11:14
    me ne andai dalla Colombia, me ne andai
    senza aver finito di registrare,
  • 11:14 - 11:17
    presi un traghetto e andai a Panama.
  • 11:17 - 11:20
    Avevo 30 dollari nel portafoglio,
  • 11:21 - 11:25
    quindi dovevo di nuovo
    guadagnare dei soldi.
  • 11:25 - 11:30
    Ho fatto alcuni lavori giornalistici
    e improvvisato altre cose,
  • 11:30 - 11:33
    lavorando in qualunque cosa
  • 11:33 - 11:36
    per poter finalmente
    avere i soldi per andare in Messico,
  • 11:37 - 11:41
    il paese latino-americano con più morti
    tra chi fa giornalismo
  • 11:41 - 11:46
    e uno dei più pericolosi al mondo
    per esercitare questa professione.
  • 11:47 - 11:50
    Anche lì chiaramente trovai
  • 11:50 - 11:52
    varie storie scioccanti,
  • 11:53 - 11:58
    come quella di Hiram Moreno
    e Gonzalo Monroy a Salina Cruz.
  • 11:58 - 12:01
    Questi due giornalisti,
    durante l'ultimo anno,
  • 12:01 - 12:03
    per aver pubblicato una serie di rapporti
  • 12:03 - 12:06
    che relazionavano dei funzionari pubblici
    con fatti di corruzione,
  • 12:07 - 12:10
    sono stati perseguitati, minacciati,
  • 12:10 - 12:13
    picchiati, e uno di loro sequestrato.
  • 12:15 - 12:21
    Ed anche oggi devono convivere
    nelle loro case e nella loro vita
  • 12:21 - 12:24
    con agenti armati della polizia federale.
  • 12:25 - 12:28
    Nella capitale messicana,
    nel Distretto Federale,
  • 12:29 - 12:32
    ho intervistato Marta Durán de Huerta,
  • 12:32 - 12:37
    una giornalista che vive già
    con certe misure di sicurezza
  • 12:37 - 12:40
    e che nel salotto di casa sua,
  • 12:40 - 12:45
    appeso ad una parete, ha un piccolo quadro
  • 12:45 - 12:48
    che ha attaccato al muro
    per nascondere i buchi delle pallottole
  • 12:48 - 12:53
    che le sparò un sicario
    dal tetto dell'abitazione di fronte.
  • 12:55 - 13:01
    Queste storie, le testimonianze
    di questa gente, di questi giornalisti,
  • 13:01 - 13:03
    sono...
  • 13:03 - 13:07
    ...storie di gente comune
    che svolge il proprio lavoro
  • 13:07 - 13:12
    ma allo stesso tempo sono giornalisti
    di una razza un po' strana,
  • 13:12 - 13:14
    gente di un altro pianeta,
  • 13:14 - 13:17
    che è piena di ideali,
  • 13:17 - 13:20
    che svolge la professione
    in maniera molto romantica.
  • 13:21 - 13:24
    Potrei dire che sono una specie di
    "Chisciotte" del giornalismo,
  • 13:24 - 13:26
    che forse senza saperlo
  • 13:27 - 13:29
    con quello che fanno e che amano fare,
  • 13:29 - 13:31
    cioè il giornalismo,
  • 13:31 - 13:34
    stanno aggiungendo
    il loro piccolo granello di sabbia
  • 13:34 - 13:35
    per migliorare le cose
  • 13:35 - 13:37
    perché quando loro denunciano,
  • 13:37 - 13:41
    quando mandano in prima linea
    un funzionario pubblico,
  • 13:41 - 13:43
    il mondo, questa piccola parte di mondo,
  • 13:43 - 13:48
    è un mondo più pulito
    e dove è più degno vivere.
  • 13:48 - 13:50
    Come diceva Eduardo Galeano:
  • 13:50 - 13:53
    "Molte piccole persone, in piccoli posti,
    facendo piccole cose
  • 13:53 - 13:55
    possono migliorare il mondo".
  • 13:55 - 13:57
    E questa gente lo sta facendo.
  • 13:58 - 14:00
    E non, chiaramente,
  • 14:00 - 14:02
    tutto il mondo, geograficamente parlando,
  • 14:02 - 14:04
    ma il loro piccolo mondo:
  • 14:04 - 14:06
    quello della loro comunità,
    del loro Stato,
  • 14:06 - 14:08
    quello della loro realtà,
  • 14:08 - 14:11
    ed è da lì che si comincia.
  • 14:11 - 14:15
    E non perché il giornalismo
    è una professione messianica
  • 14:15 - 14:18
    che risolverà
    i problemi dell'umanità.
  • 14:19 - 14:25
    Il giornalismo deve indagare,
    informare, divulgare,
  • 14:25 - 14:28
    deve focalizzarsi
    sui problemi concreti dei cittadini
  • 14:28 - 14:32
    per poter collocare
    questi temi sull'agenda mediatica
  • 14:32 - 14:36
    e perché magari da lì
    possano arrivare all'agenda politica
  • 14:36 - 14:39
    e finalmente si presti attenzione
  • 14:39 - 14:42
    a questi problemi concreti.
  • 14:42 - 14:44
    Quindi, queste persone,
  • 14:44 - 14:47
    attraverso il lavoro che svolgono
  • 14:47 - 14:49
    e il modo e l'impegno
  • 14:49 - 14:52
    con il quale esercitano il giornalismo,
  • 14:53 - 14:57
    hanno rivendicato
    l'esercizio della professione
  • 14:57 - 14:59
    come uno strumento
    per il cambiamento sociale,
  • 14:59 - 15:03
    come contributo per migliorare le cose
  • 15:03 - 15:05
    per migliorare la propria realtà.
  • 15:07 - 15:08
    Ed è giusto che si sappia
  • 15:08 - 15:13
    che c'è gente che ha capito
    la professione in questo modo.
  • 15:13 - 15:17
    Ed è giusto che si sappia
    che nonostante le minacce,
  • 15:17 - 15:20
    i sequestri e gli assassini,
  • 15:20 - 15:23
    c'è gente che nonostante tutto questo
  • 15:23 - 15:26
    continua a denunciare,
    divulgare e informare.
  • 15:27 - 15:30
    Ed è giusto che si sappia
    che fornendo un uomo armato
  • 15:30 - 15:33
    e un giubbotto antiproiettile
    ad un giornalista
  • 15:33 - 15:36
    si può riuscire a salvaguardare
    la vita di questo giornalista,
  • 15:36 - 15:39
    ma in nessun modo si può parlare
  • 15:39 - 15:42
    del fatto che si sta difendendo
    la libertà di espressione.
  • 15:42 - 15:46
    E oltre a queste cose,
    è giusto che si sappia
  • 15:46 - 15:49
    che non si uccide la verità
    uccidendo i giornalisti.
  • 15:50 - 15:54
    (Applausi)
Title:
Giornalismo sotto pressione | Diego Virgolini | TEDxMarDelPlata
Description:

Vediamo sempre giornalisti e articoli giornalistici, ma sappiamo quali sono i rischi che si corrono nella loro professione? Toccando determinati temi, come il narcotraffico, mettono a rischio le loro vite e quelle dei loro familiari.

Giornalista. Ha lavorato per diverse radio di Mar Del Plata, svolgendo i ruoli di direttore, reporter, editorialista e produttore. Nel febbraio del 2014 ha iniziato un viaggio in America Latina, scrivendo diversi articoli che sono stati pubblicati nei media argentini e spagnoli. Durante questo anno si è dedicato alla realizzazione del documentario indipendente "Giornalismo sotto pressione", sull'esercizio del giornalismo in Messico e Colombia, i due paesi latino-americani con più giornalisti assassinati negli ultimi 15 anni.

Questa conferenza è un evento TEDx, organizzato in modo indipendente dalle conferenze TED. Per ulteriori informazioni: http://ted.com/tedx

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Video Language:
Spanish
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
16:00

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