La plastica monouso e la scoperta del vero valore delle cose | Emmanuel Auberger | TEDxHECParis

Si sente tanto parlare di riciclaggio, ma funziona davvero? L'esperto di packaging Emmanuel Auberger indaga i motivi per cui il riciclaggio non ha diminuito l'inquinamento e spiega come ridurre e riutilizzare possano essere il miglior modo per combattere lo spreco. Emmanuel, ex CEO di Verallia, vuole rivoluzionare le abitudini d'acquisto dei consumatori e reintrodurre i vuoti a rendere. Dopo gli studi alla HEC di Parigi dal 1991 al 1994, Emmanuel ha avuto una carriera di successo per oltre vent'anni con gruppi come Renault e Saint-Gobain. È un esperto di packaging e ha studiato a lungo i rischi della contaminazione da plastica nel cibo. Viaggiatore appassionato, dopo dieci anni di lavoro Emmanuel ha preso un anno sabbatico durante il quale ha girato il mondo, zaino in spalla, per nove mesi con la moglie.

Indignato dall'impatto ambientale del monouso e dell'overpackaging, Emmanuel ha iniziato a sperimentare nuovi metodi per ridurre i rifiuti della sua famiglia con l'aiuto dei figli. La sua coscienza ambientale l'ha spinto nell'impresa di reintrodurre le bottiglie del latte!

Questa conferenza si è tenuta ad un evento TEDx secondo il format di conferenze TED, ma è stata organizzata in modo indipendente da una community locale. Scopri di più su https://www.ted.com/tedx

Il problema della plastica monouso

è stato protagonista dei giornali
di tutto il mondo nel 2018.

Abbiamo visto tutti le campagne
e le immagini del WWF.

Conosciamo tutti le discariche
a cielo aperto colme di plastica.

Le confezioni in plastica pongono
problemi ambientali e di salute

che devono essere affrontati.

Le ONG aderenti al movimento Break Free
From Plastic hanno indicato i colpevoli.

Questi enti hanno rifiutato le accuse.

Sostengono di aver sempre
sostenuto il riciclo

e attribuiscono il problema
alla mancanza di informazione.

Io penso che siamo tutti colpevoli
di dipendenza da plastica monouso.

I marchi offrono
quello che il consumatore vuole:

maggior convenienza, prezzi più bassi,

zero preoccupazioni per le conseguenze.

Spinta da tutta questa
attenzione improvvisa,

l'industria della plastica
sta trovando delle nuove alternative.

Per prima cosa, ricicliamo di più.

Pensate che la confezione in plastica
che buttate nel bidone corretto

verrà riciclata?

Mi dispiace molto informarvi che,
al contrario di vetro, metalli e carta,

soltanto il 5% della plastica
ha una seconda vita,

ovvero, viene riciclata
e resa nuovamente utilizzabile,

e una parte ancora più piccola
diventerà un'altra confezione in plastica

in un ciclo chiuso.

Il motivo?

Non è facile riciclare la plastica,

e nemmeno economicamente sostenibile,

perché la plastica costa davvero poco.

L'unica confezione che potrebbe forse
diventare un'altra bottiglia

è questo tipo di PET trasparente.

Oggi, si dice possa contenere
il 50% di materiale riciclato,

e l'obiettivo è di raggiungere
il 100% entro il 2025.

Okay?

Fantastico.

Ma perché questa industria
ci ha messo così tanto a muoversi?

E chi pagherà il costo extra
della bottiglia?

L'industria della plastica
ha trovato un'altra grande idea:

produciamo plastica
di origine vegetale e compostabile.

Ci offrono piatti e bicchieri come questi.

Leggete la piccola
scritta su questo piatto

e scoprite che è fatto al 94% di cellulosa

e al 6% di misteriosi
componenti in plastica.

Questo bicchiere è fatto di una plastica
detta PLA, derivata dall'amido di mais.

Direte: "Che grande idea!

Posso buttare gli imballaggi
insieme al resto dei rifiuti organici".

Attenzione.

Questo vale soltanto
per i rifiuti organici industriali.

Non si può compostare
nel vostro giardino o nelle discariche.

"Beh", direte voi

"per lo meno questa confezione,
messa nel bidone giusto,

verrà riciclata o compostata".

Attenzione.

Il PLA contamina
il sistema di recupero della plastica

e le imprese di riciclaggio non vogliono
vederlo insieme ad altri tipi di plastica.

Certo, almeno questa plastica
non utilizza fonti fossili.

Di nuovo, attenzione.

Molte organizzazioni ambientaliste
la considerano peggiore.

Se useremo fonti agricole
per creare confezioni

non faremo che accelerare
la deforestazione.

Lo avete capito.

Non è una grande idea,
in questo momento e per i contenitori.

Forse in futuro,

e per borse e pellicole, la plastica
compostabile è una buona opzione.

A prescindere dai limiti odierni,
tutte le innovazioni vanno considerate.

La gestione dei rifiuti
si basa sulle tre "R":

Ridurre, Riutilizzare, Riciclare.

Siccome l'industria della plastica
è potente

e il riciclo è un potenziale business
in rapida crescita,

gran parte del denaro privato e pubblico
viene destinato allo sviluppo del riciclo.

Le altre due "R" per gestire i rifiuti,

Ridurre e Riutilizzare,

richiamano molti meno soldi
e meno attenzione.

Parliamo di ridurre.

Ci sono numerose belle iniziative
di cui parlare.

Ne ho scelte solo tre per oggi.

Il comune di Capannori, in Toscana,
vent'anni fa è stato il primo ad avviare

un dettagliato programma educativo
di riduzione dei rifiuti per i cittadini,

con risultati straordinari:

38% in meno di rifiuti in soli 10 anni,

di cui più dell'80% riciclato.

Ispirate da questo successo,

centinaia di città nel mondo
hanno fatto lo stesso.

Un altro esempio di riduzione efficace:

Biocoop, la principale
catena di prodotti biologici in Francia,

nel 2016 ha deciso
di non vendere più acqua in bottiglia

perché si tratta, cito,
di "una vera aberrazione ecologica".

Sostengono, giustamente, che in Francia
l'acqua di rubinetto sia sicura

o facile da filtrare.

Biocoop si spinge oltre
e ha recentemente annunciato

che aprirà il primo supermercato
a zero rifiuti a Parigi.

Certi attivisti sono pronti a combattere.

Lanciano delle "ribellioni di plastica",

lasciando nei supermercati
ogni imballaggio superfluo,

sensibilizzando gli altri acquirenti

e spingendo negozi e fornitori a ridurre.

Ridurre è, per definizione, quasi gratis,
quindi fate le vostre piccole ribellioni.

Scegliete i prodotti con meno imballaggi.

Comprate in grandi volumi,

barattoli di yogurt formato famiglia,
per esempio.

Scegliete le confezioni di pasta rovinate
che gli altri consumatori non prendono.

Anche la nostra fissazione
per la perfezione e le monoporzioni

ha un enorme impatto ambientale.

Ora, riutilizzare,

un vero progresso
verso l'economia circolare.

Quando parlo di confezioni riutilizzabili,
soprattutto bottiglie in vetro a rendere,

tutti si ricordano di averle usate
e di come fossero comode,

dagli anziani che ricordano il lattaio

ai viaggiatori che hanno visto paesi

che ancora usano bottiglie in vetro
su vasta scala.

Anche qui, nuove iniziative
si fanno strada,

supermercati con corsie senza plastica:

Loop, il primo supermercato online
con soli contenitori a rendere.

E sì, è solo un inizio,

limitato a poche città,

e dobbiamo stare attenti;

il riutilizzo di contenitori ha senso solo
in un piano di economia circolare locale.

Ma anche se inizialmente imperfette,

dobbiamo sostenere queste innovazioni.

Da poco, la città
di Berkeley in California,

un altro buon campus,

ha votato per vietare tutti i contenitori
di cibo e bevande monouso.

È molto chiaro, questa è la fine
dei bicchieri usa e getta,

rimpiazzati da quelli in vetro
e da cannucce in acciaio inox.

Il vostro Big Mac verrà servito
su un piatto riutilizzabile.

E sì, persino McDonald's ha dichiarato
di appoggiare l'iniziativa di Berkeley.

Durante questa presentazione di 8 minuti,

più di 8 milioni di bottiglie in plastica
sono state usate nel mondo.

L'85% finirà a terra
e ci metterà 400 anni per sparire.

Dobbiamo trovare il giusto
equilibrio tra le tre "R".

Riciclare la plastica ha limiti evidenti.

Ridurre e riutilizzare risultano
soluzioni ben più promettenti.

I governi devono regolamentare
l'uso della plastica.

Il WWF ha recentemente pubblicato
una serie di consigli,

in particolare, il prezzo della plastica
deve includere il costo reale

che la società dovrà sostenere
per smaltirla.

E questo prezzo reale è molto importante

se vogliamo far nascere altre opzioni.

Noi consumatori

dobbiamo essere pronti a rinunciare
a un po' di convenienza e di costo,

per la nostra salute e per l'ambiente.

Siete pronti?

(Grida)

Grazie.

(Applausi)