L'uomo che sussurrava alle orche: Roberto Bubas a TEDx Rosario 2012

TEDxRosario si svolge nella città di Rosario, in Argentina
http://www.tedxrosario.com.ar

Roberto ci mostra la sua incredibile relazione con le orche della Patagonia e ci invita a pensare al nostro effetto sul pianeta.

Roberto è nato a Esquel, Provincia di Chubut, Patagonia Argentina, il 20 agosto 1970.
Agente per la protezione delle aree marine costiere. Guardia forestale dell'area protetta provinciale della penisola di Valdés, nel 1992 ha iniziato il suo progetto di ricerca sulle Orche della Patagonia settentrionale.
Ospite permanente del Center for Whale Research degli Stati Uniti, ha più di 3.500 ore di osservazione delle orche in Patagonia, nel Pacifico settentrionale e in Antartide. I suoi rapporti hanno contribuito alla creazione di leggi per la protezione delle specie nel Mar Argentino.
È stato selezionato dall'Agenzia di cooperazione internazionale del Giappone per partecipare a un programma di formazione sull'educazione ambientale (Osaka, 2010).
Il suo lavoro si svolge con obiettivi generazionali, essendo lo scopo principale quello di creare consapevolezza ambientale, proponendo il ritrovamento di valori che guidano l'uomo ad integrarsi armoniosamente nello spazio naturale che lo circonda.
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Buona sera.

Grazie a TEDx di aver invitato

questa guardia forestale
del Chubut, molto al sud,

ad ascoltare e a condividere cose
con voi e con tanti geni,

in questa occasione.

Oggi, alla lavagna, ho letto:

"Prima di morire
voglio cavalcare un'orca".

Chi l'ha scritto?

(Risate)

Lì qualcuno ha alzato la mano.

Puoi alzarti?

(Applausi)

Se non lo fai, non avrai il coraggio
di cavalcare un'orca.

(Applausi)

Credo, da bambino,

di aver scritto una cosa simile
tra i miei sogni.

E penso che, in un certo senso,
si sia avverato.

Vorrei condividere con voi alcune immagini

in cui le orche si presenteranno
un po' da sole,

e un po' del lavoro che svolgo
da oltre 20 anni.

Da più di 15 anni.

E dopo vi parlerò dell'idea
che menzionava Hernán

di trasformare questo mondo
in un mondo migliore.

(Musica)

(Canto delle orche)

(Applausi)

Grazie.

Le orche sono, senza dubbio,
gli animali più potenti

e più intelligenti dell'oceano.

Hanno un cervello molto evoluto,
strutture sociali complesse

e una sorprendente
capacità di adattamento

alle mutevoli condizioni
dell'ambiente marino.

Le diverse popolazioni di orche
in tutto il mondo

mostrano modelli di comportamento

che rispondono
alle dinamiche delle risorse

che si sono specializzate a sfruttare.

E le loro strategie
di alimentazione costituiscono

vere e proprie tradizioni culturali

tramandate di generazione in generazione.

In molte regioni del mondo,

le orche hanno sviluppato
metodi di caccia sbalorditivi,

che rivelano
un alto livello di intelligenza.

Ma sono le orche della Patagonia
del Nord, qui nel nostro paese,

in particolare le residenti
della provincia del Chubut,

a mostrare la strategia
di alimentazione più spettacolare

e più specializzata di sempre:

lo spiaggiamento intenzionale

per catturare giovani foche
ed elefanti marini sulla battigia.

Questo metodo di caccia
non è istintivo nelle orche:

lo spiaggiamento intenzionale,
che avete appena visto nel video,

non è un comportamento
naturale nelle orche, alla nascita,

ma un comportamento acquisito
attraverso l'apprendimento.

E padroneggiare questa tecnica richiede
un'istruzione prolungata

da parte degli esemplari adulti
ai figli, alla prole.

La conclusione principale
delle mie osservazioni

dopo più di un decennio,

è il fatto che questo straordinario
comportamento di caccia

viene eseguito solo da otto animali,
otto orche.

E di queste otto orche,
solo cinque orche, cinque femmine,

sono responsabili del passaggio
intergenerazionale

di questa tecnica,
della trasmissione di questa conoscenza.

Sono responsabili di trasmettere
questa cultura unica sul pianeta.

Stiamo parlando di cinque femmine locali,
argentine, che sviluppano -

Otto sono gli animali
che utilizzano la tecnica

e cinque le femmine che la insegnano.

Nel mondo, è su queste cinque femmine
che ricade la responsabilità

di mantenere viva questa cultura
dell'alimentazione.

Come custode e naturalista,

ora so che, più di ogni altra cosa,
con le preoccupazioni di un umanista,

ho cercato di dare un contributo iniziale
alla conoscenza di queste orche

con le quali ho avuto il privilegio
di convivere per più di 15 anni.

Motivato dalla convinzione personale
che i fenomeni naturali

possono e devono essere trasmessi
da una prospettiva diversa

rispetto alla solita
visione antropocentrica,

nel mio messaggio è sottesa
non solo l'intenzione di contribuire

a una maggiore comprensione
dell'ecologia della specie,

ma piuttosto, lo scopo di generare,

attraverso la storia
della vita delle orche,

motivazioni che ci incoraggino
a riscoprire un luogo di equilibrio

nel fragile e complesso schema generale
della vita su questo pianeta.

Cercando di risolvere problemi tecnici,
all'inizio della mia ricerca,

e non avendo né binocolo,
né macchina fotografica,

ma solo carta, matita e molto tempo,

mi sono avvicinato alle orche nell'acqua.

Con mia grande sorpresa,
le orche del Chubut mi hanno offerto

non solo una vicinanza pacifica,
ma anche la loro amicizia.

Una volta superato
il mio stupore iniziale,

da allora abbiamo creato un legame

che ha trasformato la mia ricerca

in qualcosa che è andato
ben oltre i limiti della ricerca formale.

Per me non si trattava più
solo di raccogliere dati

e analizzarli alla luce fredda
del pensiero logico,

ma piuttosto, e prima di tutto,
di cercare un'idea di base

che legasse le mie scoperte quotidiane
dando loro un senso di maggior importanza.

Si può dire che in tutti questi anni,
le orche sono diventate

la mia famiglia del mare,

e io per loro, molto probabilmente,
sono l'amico umano della costa.

E anche se questo modo di pensare
potrebbe essere considerato,

e lo è stato,

estraneo ai rigidi protocolli scientifici,

io l'ho portato avanti

con la certezza interiore che un giorno
potesse dare un contributo maggiore

al mondo intero.

In oltre un decennio,
ho riempito diversi taccuini

con vari aspetti della loro vita.

Ma, ancora più importante,

abbiamo condiviso albe,
tramonti, notti al chiaro di luna,

giocando con le alghe
o schizzando sulla battigia.

E penso che sia stato proprio
grazie a quei momenti

che ho trovato delle risposte,

e con loro, una minima
e fugace comprensione

del posto che gli uomini e le orche

occupano nel formidabile schema,

nella formidabile trama della vita.

Come l'uomo, le orche
occupano uno dei posti più alti

nello schema delle creature viventi.

Tuttavia, a differenza di noi oggi,

il loro comportamento si concentra
sulle stesse verità essenziali

su cui l'umanità
si concentrava nel passato:

fame, paura, freddo, caldo, sopravvivenza.

Una migliore comprensione
delle loro storie di vita

potrebbe avvicinarci
a riscoprire la nostra,

e finalmente riterremo giusto

iniziare a correggere il corso
della nostra esistenza di esseri umani.

Nel frattempo, una cosa sappiamo:

orche e esseri umani
sono compagni di viaggio,

in un mondo in cui tutto
è strettamente collegato.

In questo senso, forse,
il legame stabilito tra me e le orche

significa più di un curioso esempio
di empatia tra due specie diverse.

Forse è, soprattutto, un simbolo
che ci consente di ricordare

che al mondo non siamo soli,
né superiori alle altre creature viventi,

che condividiamo la stessa casa

e, pertanto, non possiamo
ignorare una verità inconfutabile.

Che qualunque cosa accadrà alle orche
o a qualsiasi altro essere vivente,

accadrà a noi, prima o poi.

Grazie.

(Applausi)