Il topic di questo evento TED
sono le eterotopie.
Tuttavia, non so in quanti speaker
hanno parlato, o parleranno,
esplicitamente di eterotopie.
Comincio dunque, per ragioni di chiarezza,
con una definizione di eterotopia.
Una definizione mia,
che a me sembra chiara e ragionevole.
Eterotopia è un sottospazio
dello spazio generico in cui viviamo.
Un sottospazio anche in senso lato,
o in senso figurato,
ad esempio il sottospazio del web.
Un sottospazio in cui
le regole dello spazio generico,
i divieti, le aspettative eccetera,
sono ribaltati, modificati,
snelliti, rispecchiati,
in base al tipo di eterotopia.
Ora, facciamo un esempio
di eterotopia: il carnevale.
Qualcuno parlerebbe di eterocronia,
ma secondo me dopo Einstein
non c'è differenza fra spazio e tempo.
Il carnevale mi sembra,
chiaramente, un'eterotopia,
e ha una caratteristica
che è molto comune nelle eterotopie:
è uno spazio di sfogo,
uno spazio dove le contraddizioni,
anziché esplodere
in una rivoluzione vera e propria,
trovano spazio in una rivoluzione
delimitata, socialmente accettata,
con confini temporali ben precisi.
In questo modo la società
non fa la rivoluzione, non esplode,
e questo è assolutamente un male.
Anche il porno è un'eterotopia:
quando entrate in un sito porno,
siete avvisati:
è uno spazio dove certe regole
sono sospese, oppure invertite.
Ad esempio, su un sito porno
potete vedere una ragazza
in posizioni, comportamenti,
atteggiamenti,
che normalmente non vedete
su un sito comune.
Anzi, questi sono vietati,
sui siti comuni.
E anche il carnevale sembra un po'
il mondo al contrario:
ad esempio, a un bambino
è negato vestire da Batman
per andare a lezione.
E il porno, anche, sembra un po'
un mondo al contrario: non è forse vero?
È appunto il rovesciamento
dei rapporti usuali
che spesso troviamo nelle eterotopie.
E ahimè, anche il porno,
come il carnevale,
è uno spazio di sfogo, e questo è male.
Perché impedisce alle contraddizioni,
date da come normalmente funziona
il sesso nello spazio comune,
di esplodere.
Quindi il porno,
se come il carnevale
resta confinato, delimitato,
è un fenomeno negativo.
Credo che dovremmo avere
la libertà di vestirci da supereroi,
e per libertà intendo la libertà sociale,
in qualsiasi contesto,
anche per andare a lavoro,
anche se occupiamo cariche di autorità.
Il porno però tende a sconfinare,
a invadere lo spazio comune.
Esempi? Nudo su riviste comuni,
anche di gossip;
oppure scene di sesso in film d'autore.
E lo sconfinamento del porno
nello spazio comune
è fortemente contrastato.
Ad esempio, per quanto riguarda
le regole dei social network.
Quante volte mi sento dire:
"Ah, ti occupi di porno, va bene;
però non parlarne, stai zitta".
Non posso nemmeno parlare
di porno in quanto tale.
E tra i nemici dello sconfinamento
del porno nello spazio comune
ci sono femministe, cattolici, islamici,
ma anche intellettuali, anche atei,
progressisti e conservatori,
tutti contro lo sconfinamento del porno
nello spazio comune.
A mio avviso,
il fatto che il porno
tenda a sconfinare nello spazio comune
è indice di progresso,
anche per un banale motivo:
tende a mettere il dito nella piaga
dell'irrazionalità della gente.
Esempio: perché un bambino
non dovrebbe vedere un amplesso,
proiettato su uno schermo gigante,
a Piccadilly Circus a Londra,
oppure in Piazza del Popolo a Roma?
Dove sarebbe il problema?
Il problema sta non solo nel fatto
che le religioni
ancora hanno il loro peso,
ma soprattutto in quelle discrasie
tra prassi e ragione.
Esempio: coppia di genitori atei
che decide di battezzare il proprio figlio
per tradizione, o per far sì
che la nonna non si dispiaccia.
O ancora, negli Stati Uniti,
un genitore che decide
di circoncidere il proprio figlio,
e quindi parliamo
di una mutilazione genitale..
..così, perché si è sempre fatto così.
Qualcuno tirerebbe in ballo
le solite argomentazioni, del tipo:
"Non è vero, ognuno fa
come vuole e come crede".
Ma non è così.
Perché è lecito, anzi è legale
inculcare ad un bambino
le irrazionalità religiose.
È legale rifiutare
una trasfusione ad un bambino,
magari in nome di Geova,
e far si che perda un arto.
È già capitato.
Ma non è legale far vedere
a un minore di 14 anni
un film nella categoria
"Vietato ai minori di 14 anni",
magari solo perché ci sono
scene di nudo integrale.
E allora dov'è, la libertà, in tutto ciò?
La verità è che togliamo
la libertà ai razionali
per darla agli irrazionali.
Altro esempio: l'aborto
in Italia è legale,
eppure la maggior parte
delle donne che vuole abortire
ha difficoltà a farlo
in una struttura pubblica,
perché i ginecologi
sono perlopiù obiettori,
nelle strutture pubbliche.
La verità è che la libertà
non è mai qualcosa
di neutrale alla razionalità,
c'è sempre un nucleo di verità condivise.
Allora la domanda che dobbiamo farci è:
quale libertà vogliamo?
Vogliamo la libertà
che invocano i capi religiosi, i papi,
o vogliamo una libertà razionale?
Secondo questa libertà relativistica,
loro possono fare
le loro processioni medioevali
con la gente che si fustiga per strada,
mentre io non ho il diritto
di girare liberamente nuda.
Non c'è nessuna simmetria
in questa libertà,
in questo relativismo acefalo.
C'è soltanto la voglia
di proteggere l'irrazionalità,
di non fare i conti
con le proprie contraddizioni.
Oggi sembrano fronteggiarsi
due tipi di pensiero.
Un pensiero forte,
che è quello delle religioni;
e un pensiero debole, laico.
Io invece credo che dovrebbe affermarsi
un pensiero forte razionalista
in base al quale sia lecito
far vedere un film
con scene di nudo integrale
a un minore di 14 anni,
e non sia lecito inculcargli
le irrazionalità religiose.
(Applausi)
The topic of this TEDx event
is "heterotopia",
although I don’t know how many speakers
will explicitly talk
about heterotopias today.
Thus, for the sake of clarity,
I’ll start with a definition
of heterotopia,
a personal definition, one that sounds
clear and sensible to me.
A heterotopia is a subspace
of the generic space we live in,
a subspace even in a broader sense:
for example, a subspace of the Web.
A subspace where the rules
of the generic space --
prohibitions, expectations, and so on --
are overturned, modified,
simplified or mirrored,
depending on the
type of heterotopia.
Now, let’s make an example
of heterotopia: carnival.
Someone may call it a heterochronia --
although I think that, after Einstein
time and space are one.
The carnival is clearly a heterotopia,
and has a feature
heterotopias typically share:
it’s a "discharge" moment,
a space where contradictions,
instead of exploding
in a full-blown revolution,
find their place in a contained,
socially accepted revolution,
with well-defined temporal boundaries.
This way, society prevents
revolutions and outbursts --
and this is bad.
Porn is also a heterotopia:
when you visit a porn website,
you are warned.
It’s a place where some rules
are suspended, or reversed --
on a porn website, for example,
you can see a girl
in postures, attitudes, and behaviors
you can hardly find on common websites;
they're actually forbidden
everywhere else.
Carnival also looks
like an upside-down world.
A child, for example,
is forbidden to dress up as Batman
and go to school.
Porn is an upside-down world
as well, isn’t it?
It embodies the same subversion
of usual relations
that we can find in heterotopias.
Alas, much like carnival,
porn is also an outlet, and that’s bad.
That’s bad because
it keeps contradictions,
arising from how sex is treated
in the common space,
from exploding.
Therefore, when porn --
like carnival -- stays
confined, delimited,
it becomes a negative phenomenon.
I believe that we should have the freedom
to dress like superheroes --
I mean, social freedom --
in any context, even when going to work,
even if we hold a position of power.
And yet, porn tends to trespass,
to invade the common space.
Prominent examples are nudes
on ordinary gossip magazines,
or sex scenes in art movies.
Such trespassing of porn into common space
is strongly opposed,
for instance in social network’s rules.
I’ve been told so often:
“Ok, you work in porn.
Just don’t talk about it, shut up!”.
I can’t even talk about porn per se.
Among the opposers of porn's
trespassing into common space,
there are feminists, catholics, muslims,
but also intellectuals, atheists too,
progressives and conservatives,
all united against porn invasion
of common space.
In my opinion,
porn's trespassing into public domain
is a sign of progress,
for a very simple reason:
it rubs the nose
into people's irrationality.
An example: why shouldn’t a child
watch an intercourse scene
projected on a giant screen
in Piccadilly Circus in London,
or in Piazza del Popolo in Rome?
What's wrong with that?
The problem lays not only in the influence
religions still have on people
but mostly in current schizophrenias
between practice and reason --
for example, when a couple
of atheist parents
decides to baptize their child
for the sake of tradition,
or just not to disappoint granny.
Or still, in the USA,
a parent that decides
to circumcise his own son --
so we are talking about
a genital mutilation here --
just because it’s always been like that.
Someone will bring out
usual objections like,
“Everybody is free to do
as they want or as they believe."
But we are not.
Because it’s actually legal
to instill religious irrationalities
into children's minds,
it’s legal to refuse to transfuse a child,
maybe in the name of Geova,
and cause him the loss of a limb --
it already happened.
But it’s illegal to show a 13-year-old
a PG-14 rated film,
just because it shows
plenty of all-nude scenes.
So, where is freedom here?
The truth is we take freedom
away from rational people,
to give it to irrational ones.
Another example:
abortion is legal in Italy,
yet most of the women
who want to have an abortion
struggle to do it
in a public health facility
because most gynecologists
are conscientious objectors,
in such facilities.
The truth is, freedom
is never neutral to rationality --
there is always a core of shared truths.
So we must ask ourselves:
which freedom do we want?
Do we want the freedom
invoked by religious leaders, popes,
or do we want rational freedom?
According to that relativist freedom,
they can have their medieval parades,
with people self-fustigating
in the streets,
while I cannot freely walk naked.
There is no symmetry in this freedom,
in this acephalous relativism;
there is only the desire
to protect irrationality,
not to face our own contradictions.
Today, two ways of thinking
seem to face each other:
a strong, religious one;
and a weak, secular one.
I believe instead, that a strong,
rationalist approach should prevail,
one that allows to show
a movie with nude scenes
to a 13-year-old,
but forbids to instill him with
religious irrationalities.
(Applause)