Emozioni Credo che la bellezza mi affascina ma... Ma non la cerco. Mi auguro che a volte sia presente. Penso più alla bellezza di un momento che a comprendere cosa sia la bellezza. Spero che i miei dipinti possano donare momenti di emozione. Le mie emozioni devono essere coinvolte se voglio dedicarmi a un dipinto. C'è della timidità nel primo, poi c'è il secondo dipinto. Poi ritorno sul primo, mettendoci più coraggio di prima. E mi dico: "Così va bene. Puoi farcela." Non mi do vincoli quando dipingo. Non mi do dei limiti. So di non essere un'artista da paesaggio. Lo so. So che spetta farlo ad altri. E non credo di essere una pittrice di nature morte. Mi piace pensare che dipingo ritratti. Anche se non ci sono ancora riuscita. Mi piace pensare che sia un ambito aperto. E che non devo più attenermi a nessuna regola. Mi andava bene quand'ero giovane, perché sembrava un mondo radicale. Volevo davvero farne parte. Abbiamo dovuto sopprimere il cane perché... aveva un'insufficienza renale. La tenevo tra le braccia prima dell'inizezione. Ho voluto... Fare un dipinto. Per ricordare il suo addio. Avevo un braccio... Dove vedete quest'area più scura. Il mio braccio era lì. Era così, l'atro così. Ma non ricordavo com'erano messi i piedi. Non ricordavo da dove dovesse partire il braccio. Poi ho smesso di pensarci. Volevo soltanto che il cane fosse lì. E che le mie scappero fissassero la base. Mi sentivo così triste... La sua scomparsa è stata dura per me. Così ho cercato di riaverla nel dipinto per qualche istante. È del tutto personale. So che le mani non sono ben dipinte. Quella è OK, l'altra no. [DONNA FUORI SCHERMO] Quale? Quella sinistra va bene. Fa quello che per cui è lì. L'altra è un po' informe. Bisogna sistemare il polso, le unghie, definirla meglio. Nei dipinto... dove c'è la tenerezza, è lì che lavoro. Non mi fa paura. Se potessi metterci il mio cuore che sanguina, cazzo lo farei. Ma di fatto, ci sono lei, le mie braccia e le mie scarpe. È il saluto più confortevole che ho potuto donarle.